Palermo risponde all’appello della Flotilla contro l’atto di pirateria sionista

Pressenza - Thursday, October 2, 2025

Sembrava una serata fredda, non tanto per la giornata di maltempo con tanta pioggia e tuoni abbattutasi sin dalla prime ore dell’alba sulla città, ma perché – dopo la grande manifestazione degli oltre trentamila partecipanti allo sciopero del 22 scorso – sembrava che i cuori pulsanti in solidarietà della causa palestinese e contro il genocidio scientificamente pianificato dal governo israeliano si fossero di colpo fermati.

Avevamo ascoltato l’appello dalla Flotilla che, proprio nell’attimo in cui stava subendo l’attacco della marina sionista, lanciava l’invito alla immediata mobilitazione di solidarietà del movimento pacifista esploso in modo dirompente anche nel nostro paese.

Sapevamo che nella prima serata era sta convocata un’assemblea cittadina a piazza Sant’Anna, nella zona dell’antica fieravecchia dove era insediato il mercato delle merci, il quartiere sviluppatosi nel XVI secolo attorno a quella che diverrà piazza Rivoluzione (ribattezzata così a seguito dell’abbraccio dei rivoltosi palermitani con le camicie rosse garibaldine dopo la battaglia a ponte dell’Ammiraglio), da sempre famosa anche perché centro di tutte le sommosse popolari cittadine. Non credo vi fosse una qualche consapevolezza connessione nella scelta della location.

A me piace rievocarla perché – come nella tradizione delle insurrezioni panormite – tutte le rivolte sono iniziate in modo imprevedibile e spontaneo, così parimenti s’è analogicamente coagulata anche ieri sera quell’alchimia rivoluzionaria che anima le nostre sommosse popolari: al grido di “corteo… corteo”, levatosi davanti il sagrato della Chiesa di Sant’Anna, soltanto un paio di centinaia di persone muovevano i primi passi per confluire – a poco meno d’una decina di metri – sulla via Roma (per la cui realizzazione di fine ‘800 gli amministratori sembra si fossero ispirati agli champs parigini) per dispiegare da terra la virtuale vela a fianco di quelle della Sumud Flotilla, levate al vento nel tentativo di aggirare l’illegale blocco navale sionista nelle acque di Gaza, dal 2009  off limits. Ovviamente, rispetto alla maestosità dello spazio, al centro della carreggiata si era formato solo un piccolo assembramento che senza demordere comincia a muoversi pian pianino.

Giunti al primo incrocio si cominciano a sentire slogan sempre più forti, ancora un centinaio di metri avanti si fanno intensi. Nel volgere lo sguardo dietro, sembra inverosimile, il corteo si è allungato. Com’è accaduto? Si vede che quel passaggio del corteo, nell’incrociare le comitive di giovani appena usciti dai locali della movida, le quali rispondevano al grido Free… Free… Palestine – in segno di apprezzamento e condivisione contro l’atto di pirateria internazionale che si stava consumando nel mare gazawo – si stava trasformando (come gli affluenti di un piccolo corso d’acqua) il rigagnolo iniziale in un fiume in piena, data anche l’affluenza in massa della gente che nel frattempo aveva raccolto il vociare della notizie del corteo che correva per la città (basti guardare il video per verificare le dimensioni).

Tutto ciò dava effettivamente sostanza allo slogan principale che ha attraversato tutta la sera sino a notte fonda la manifestazione: Palermo, lo sa con chi stare… con la Palestina dal fiume al mare! Insomma un gran corteo serale pacifico costituito, soprattutto, da tantissime/i giovan* e moltissime donne di che hanno voluto rispondere all’appello lanciato dalla Global Sumund Flotilla, a seguito del quale si è visto scendere in piazza una massa di gente, così come hanno fatto in tutte le grandi città metropolitane.

Quindi, il serpentone spontaneamente formatosi, salutato al suo passaggio con simpatia dalle persone che passeggiavano serenamente per le vie, senza che vi fosse stato alcun cenno minimo d’incidente, si è snodato lungo via Roma/via Cavour/via Ruggero Settimo, fino a Piazza Politeama, dove, invece, ha trovato la strada sbarrata dai furgoni blindati e dagli scudi antisommossa della polizia, con la quale si apre una lunghissima trattativa: pare che i manifestanti volessero proseguire per sciogliersi nella larga piazza antistante il teatro almeydiano, dando così la possibilità a tutti i partecipanti della manifestazione di entrare nello spazio aperto e magari lasciare parlare liberamente ognuno che volesse intervenire. In fondo sarebbe stata del tutto logica una siffatta conclusione della manifestazione, così come da sempre è avvenuto a Palermo per tutte le manifestazioni, sia quando essa prevede il canonico comizio sia quando si lascia il microfono aperto (in questo caso sarebbe stato il un “megafono aperto”), lasciando libertà di intervenire a chiunque dei partecipanti. In ogni caso, ci sia consentito, c’era anche un problema di sicurezza: non è la stessa cosa far defluire una massa di persone verso uno spazio aperto come una grande piazza, piuttosto che pretendere che defluisca all’interno di un budello qual è via Ruggero Settimo.

Dalla canto i funzionari dell’ordine pubblico pare negassero l’accesso nella considerazione di una preventiva blindatura militare dell’intero spazio perimetrale. In effetti, avevamo già appreso dal comunicato delle donne UDIPalermo che « L’esercito italiano occuperà Piazza Politeama, dal 2 al 5 ottobre, trasformandola in una cittadella militare. Oltre droni e altri strumenti bellici di elevata tecnologia, sarà esposto l’imponente elicottero da combattimento A129 Mangusta per colpire positivamente il nostro immaginario».

La trattativa tra manifestanti ei funzionari assume un contorno più complesso. A quest’ultimi si chiede di interferire con Sindaco e Prefetto perché si sospenda l’iniziativa propagandistica della guerra e la convocazione urgente di un tavolo tecnico sull’opportunità e i termini dell’iniziativa delle forze militari. Sulla chiusura della manifestazione in piazza rimangono irremovibili, decisione da parte della polizia che ha creato non pochi malumori nei manifestanti ancora intruppati nel corteo in una situazione di stallo: la cosa ha determinato diversi contatti con le forze dell’ordine schierati in assetto antisommossa, mentre i manifestanti a mani nude e a volto scoperto gridavano di passare. Sono voltate manganellate che, in particolare sembra aver colpito in testa una giovane donna e diversi ragazzi sono rimasti sconvolti accusando vari malesseri.

La questione della  « preoccupante propaganda a favore della guerra, cioè a favore di morte e distruzione » – come avevano scritto le donne dell’UDIPalermo aggiungendo che «Non si tratta di “valori”, ma di propaganda bellica mascherata da festa. Palermo… non ha bisogno di carri armati e droni in piazza» – insomma non ha aiutato al buon esito di una manifestazione che comunque sia è stata la più importante manifestazione serale che si sia vista mai a Palermo.

Nell’attesa dello sciopero generale di domani, nel tardo pomeriggio di oggi si terrà un presidio a Piazza Castelnuovo h.18:00

 

Toni Casano