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Sabati di Pace – Agite a Torino – anteprima della mostra fotografica
Visitabile dal 29 settembre 2025 al 31 ottobre 2025 dalle ore 8 alle ore 19 Incontro su Esperienze della nonviolenza il 29 settembre 2025 ore 17-19 Camera del Lavoro CGIL di Torino via Pedrotti, 5   Quante storie, incontri, eventi, testimonianze durante le Presenze di Pace del Coordinamento AGiTe di Torino. Il progetto “SABATI DI PACE. AGiTe a Torino ” nasce con l’idea di narrare con delle immagini il lungo percorso, le relazioni e le motivazioni che lo caratterizzano fin dalla prima presenza del febbraio 2022. Questa mostra è solo un’anteprima delle tante immagini che documentano le Presenze di Pace che si svolgono ogni sabato dalle ore 11 alle ore 12 in piazza Carignano da oltre 3 anni, circa 190 settimane. Grazie alla collaborazione di CGIL Torino e CGIL Piemonte e in concomitanza con l’inizio del Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile e di EireneFest Torino, Festival del libro per la pace e la nonviolenza, è possibile vedere, in anteprima, alcune foto di una mostra che sarà realizzata nei prossimi mesi sulle centinaia di sabati di AGiTE. L’anteprima è accompagnata da un Incontro dal titolo “ESPERIENZE DELLA NONVIOLENZA”. Il dibattito – con inizio alle ore 17 – ha come relatori Silvano Rigotti, all’interno di AGiTe, introduce la mostra, Angela Dogliotti del Centro Studi Sereno Regis racconta il Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile, Giorgio Mancuso presenta il progetto di EireneFest e Gabriele Gilotto, della CGIL di Torino e Giorgio Airaudo, segretario generale CGIL Piemonte illustra il significato della Nonviolenza e della collaborazione con AGiTe. Seguiranno altre testimonianze di qualche altra organizzazione attiva sul tema della Pace sempre presente ai Sabati di Pace. Vi aspettiamo lunedì 29 settembre 2025, dalle ore 17 alle 19, presso CGIL Torino, via Pedrotti 5 Coordinamento AGiTe
La coscienza collettiva dei movimenti dal basso oltre la memoria selettiva dall’alto
Avendo partecipato l’altro ieri – presso l’Istituto Gramsci di Palermo – alla presentazione del libro di Donatella della Porta “Guerra all’antisemitismo? Il panico morale come strumento di repressione politica”, di cui ci ha parlato Daniela Musumeci nel suo articolo, ritengo opportuno tornare su alcune questioni poste sia dal volume che dalla discussione scaturita dall’incontro con l’autrice. La ricerca condotta dalla sociologa della Normale di Pisa dimostra che in Germania, come anche in altri Paesi occidentali, i cosiddetti imprenditori del panico morale, categoria introdotta in sociologia agli inizi degli anni ‘70, hanno messo in atto già da anni, con l’ausilio degli apparati burocratici e dei media, azioni repressive nei confronti di tutti coloro che criticano la politica colonialista di Israele, usando lo stigma dell’antisemitismo. A farne le spese sono stati e sono in primo luogo intellettuali e artisti, tra questi anche ebrei dissenzienti, a cui viene negata la possibilità di esprimere le proprie idee in convegni o manifestazioni con strumenti indiretti, come la minaccia di sospendere i finanziamenti agli enti organizzatori, o diretti come negare il visto di ingresso nel Paese dove si svolge l’evento.  Queste forme di repressione si fondano su una prospettiva rovesciata che ha ridefinito il concetto di antisemitismo, mirando a farvi rientrare qualunque critica nei confronti dello Stato di Israele, ed è il frutto del senso di colpa vissuto dalla Germania per le responsabilità connaturate con la tragedia dell’Olocausto; non va dimenticato, peraltro, che anche altri Paesi europei condividono le pesanti responsabilità che hanno condotto alla Shoah, motivo per cui questa sorta di ridefinizione semantica dell’antisemitismo ha un’ampia diffusione in Europa e non solo.  Da un dato momento storico in poi, che possiamo individuare negli eventi che dopo la caduta del muro di Berlino hanno portato all’unificazione della Germania, la colpa originaria è stata fatta ricadere sui nuovi capri espiatori del terzo millennio, i migranti, che, essendo prevalentemente arabi e musulmani, vengono tacciati dal mainstream imposto dall’alto di essere i portatori del nuovo antisemitismo. Ecco, quindi, il dato caratteristico di questa prospettiva rovesciata: i colpevoli diventano innocenti e gli innocenti colpevoli, secondo un leitmotiv cavalcato dall’internazionale di destra che oggi governa o avanza in gran parte dei Paesi occidentali e che trova purtroppo anche sponda in formazioni della sinistra storica, come Spd e Verdi in Germania, e che si rafforza ulteriormente con il fermo ed ininterrotto sostegno degli USA alle politiche aggressive di Israele, condiviso sia dai presidenti repubblicani che da quelli democratici (Biden prima ancora di Trump, tanto per citarne uno). La memoria selettiva imposta dall’alto, così come ci ricorda della Porta, rende impossibile la realizzazione di una memoria che faccia risaltare gli elementi universalistici che andrebbero attribuiti a un evento tragico come l’Olocausto (“Se questo è un uomo” di Levi ci riconduce proprio a quel carattere); esso viene, invece, inquadrato come un evento unico e distinto dalle altre forme di razzismo che hanno caratterizzato le politiche coloniali dei Paesi occidentali e, soprattutto, non può mai essere associato alle azioni compiute da Israele. È di tutta evidenza l’incapacità civile di riconoscere il razzismo che c’è dietro questa impostazione, e anche la sinistra in Germania è parte di questa assimilazione: le azioni di boicottaggio portate avanti dal movimento Bds, anche se non sono illegali, vengono stigmatizzate come antisemite.  In Italia, le azioni di panico morale sono meno strutturate e istituzionalizzate, tanto è vero che prendono campo tante forme di mobilitazione, a partire dalle università e dai movimenti di base, finalizzate ad azioni di boicottaggio e ad esprimere piena solidarietà al popolo palestinese. C’è voluto, tuttavia, un po’ di tempo prima che partiti e organizzazioni della sinistra storica si esprimessero esplicitamente contro il genocidio e avviassero azioni di mobilitazione più incisive: Donatella della Porta ci ha ricordato l’importanza della crescente azione dal basso, portata avanti soprattutto dal sindacalismo di base e dai movimenti più radicali (si pensi alla mobilitazione dei portuali di Genova a sostegno della missione di Global Sumud Flotilla), auspicando al contempo che si ricrei una concezione di sinistra della solidarietà simile a quella attuata negli anni ‘70 con i profughi cileni scampati al golpe sanguinario di Pinochet. Da tutto ciò nasce la necessità di una riflessione attenta sul che fare, per superare la difficoltà evocata da Baris, docente dell’Università di Palermo, ad immaginare interventi concreti di contrasto a questa immane tragedia, e che vadano oltre le azioni di boicottaggio la cui importanza è stata in ogni caso sottolineata sia da della Porta che da  Amal Khayal, attivista del CISS che ha partecipato al dibattito in collegamento con un appassionato intervento.  Condivido quanto sostenuto da Giuseppe Lipari, Phd presso la Normale e attivista nei movimenti giovanili, in merito ai cambiamenti determinati dalle iniziative assunte dai movimenti dal basso che sono riuscite ad affermare una nuova coscienza collettiva ed a modificare le modalità di azione degli altri attori sociali della sinistra. Il sostegno diffuso a Sumud Flotilla è il segno tangibile di come in questo caso non si sia creata una situazione di panico morale così come era successo per altre iniziative umanitarie ferocemente stigmatizzate dal mainstream della destra. Il libro della professoressa della Porta è stato scritto un anno fa e da allora ad oggi pare che qualcosa sia cambiato, e anche se la docente della Normale rimane scettica sulla situazione in Germania: la solidarietà concreta nei confronti del popolo palestinese è cresciuta ed assume proporzioni sempre più vaste non solo nel mondo intellettuale ma anche in ampi strati sociali; di fronte all’escalation portata alle estreme conseguenze da Israele con quella che ormai appare a tutti gli effetti come la soluzione finale, le posizioni dei governi iniziano a segnare una certa distanza, almeno nelle dichiarazioni, dopo aver a lungo offerto un sostegno incondizionato. A margine, mi preme sottolineare che queste forme di criminalizzazione del dissenso attuate dagli imprenditori del panico morale ormai hanno come obiettivo tutti i grandi temi che sono al centro del dibattito politico e sociale, dai processi migratori ai cambiamenti climatici, dalle lotte per l’uguaglianza sociale e politica ai movimenti contro le discriminazioni sessuali. L’omicidio di Kirk negli USA e la conseguente reazione scomposta del mondo MAGA che attribuisce alla sinistra la matrice della violenza, trova sponda in Italia grazie a Meloni e a tutto il centrodestra, evocando a sproposito la stagione del terrorismo. Ci vuole una sinistra organizzata e strutturata che sappia mettere in atto azioni di contrasto legale all’offensiva della destra internazionale, responsabile di condurci sul baratro di un nuovo conflitto mondiale e delle forme repressive nei confronti di ogni dissenso anche grazie all’utilizzo martellante dei mass media omologati al sistema di potere. Il solidarismo internazionalistico degli anni ‘70, che ci ha ricordato della Porta, insieme alla capacità di ritrovare i caratteri universalistici delle lotte per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale devono tornare ad essere la cifra della sinistra. L’atroce esperienza della vicenda palestinese, pur nel suo drammatico e attuale epilogo, ci dimostra che il potere dei media di regime, delle istituzioni e delle burocrazie non sempre riesce a condizionare le coscienze; anzi, tanto maggiore è il livello aggressivo delle elités istituzionali nell’affermare le proprie visioni del mondo, tanto più forte potrà essere la presa di coscienza collettiva capace di dare vita a movimenti di lotta in tutto il mondo. Redazione Palermo
21 settembre a Germignaga (Varese): un lago d’amore, un lago di pace
Domenica 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace, dalle 10:00 alle 19:00 Boschetto di Germignaga Un invito al cuore, alla creatività, alla speranza. Viviamo tempi difficili, di paure e incertezze, ma è proprio in questi tempi che l’uomo deve trovare il coraggio di esprimere la propria luce, di dare forza alla creatività e generare speranza per sé e per gli altri. “Se vogliamo la pace, dobbiamo imparare a condividerci.” UBUNTU – Io sono perché noi siamo Una giornata per ritrovarsi, ispirarsi, condividere. Un evento gratuito, inclusivo e aperto a tutti: artisti, poeti, musicisti, educatori, famiglie, bambini, sognatori. Un’occasione per incontrare culture, condividere visioni, ascoltare storie, ballare insieme e gustare sapori dal mondo, tra performance, laboratori, spiritualità e tanta bellezza. Porta con te… una poesia, un dolce, una bottiglia, un pensiero, un libro, una passione… qualsiasi cosa tu voglia condividere con il mondo. Programma completo Mattina 10:00 | Yoga con Emergency presso Colonia– Corpo, respiro e consapevolezza per aprire la giornata. 11:30 | Marco Rodari (Claun Pimpa) – Intervento di pace con uno dei clown umanitari più amati. 12:00 | Apertura mostra d’arte “Senza Memoria, Senza Pace” – immagini, testimonianze e riflessioni per non dimenticare. 12:15 | Pranzo Assaggia piatti e sapori da tutto il mondo! Pomeriggio Spazio incontri. Parole, storie, memoria. 14:30 | Presentazione del libro “Sorella Inchiostro” con Kossy Komla Ebri e Pap Krouma – voci afro-italiane tra cultura e identità. 15:15 | Intervento del’Avvocato Ugo Giannangeli – Memoria, diritti, futuro. Parco. Bambini, famiglie, spiritualità 15:00 | Spettacolo di bolle giganti con Emile Bolle – per stupire grandi e piccoli! 15:45 | Preghiera interreligiosa – uno spazio di silenzio, ascolto e spiritualità condivisa. Gran finale. Palco e spettacolo 16:00 |Ballafon band – Ritmi e percussioni dal cuore dell’Africa. Balli tradizionali del Salvador – colori e suoni delle radici. 16:30 | Lettura di poesia a cura di Gaetano Blaiotta, Maria Elena Daneli e Sandro Sardella – Diario dalla Palestina di Gisa Legatti 17:00 |Teatro con la Compagnia Fiori Blu Elettrico Lettura di poesia di GAZA “Il loro grido la mia voce” a cura di Estro-Versi – parole che toccano l’anima. 18:00 | Spettacolo di danza a cura di Sara Garzoni e i giovani di Villa Chiara. Cristina Barzi chiude in musica e brindisi finale. Info utili Il ricavato andrà a sostegno dell’associazione PER FARE SORRIDERE IL CIELO Parcheggio disponibile | Pranzo | Attività per bambini Info & contatti: 3927225802 “Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di aver vinto.” Giordano Bruno Redazione Italia
Si ripete a Cagliari Can’t stay silent, la corsa dell’indignazione: fermiamo il genocidio
Il 19 settembre si ripete a Cagliari Can’t stay silent, con poco preavviso perché non c’è più tempo: Israele accelera la devastazione per “finire il lavoro”. Venerdì 19 settembre alle ore 18:30 torna “La corsa dell’indignazione” per dire uniti e con un’unica voce FERMIAMO IL GENOCIDIO. Anche questa volta si partirà da via Roma, fronte Consiglio regionale alle ore 18:30, si camminerà (o correrà) fino a piazza Costituzione. Gli organizzatori con l’Associazione Sardegna Palestina e al Comitato sardo di solidarietà alla Palestina si rivolgeranno al Governo regionale: “Chiediamo loro di prendere posizione attraverso azioni concrete”. “Mentre Gaza viene rasa al suolo, mentre la popolazione viene massacrata, affamata e uccisa, dopo che le Nazioni Unite hanno ufficialmente accusato Israele di Genocidio, le nostre istituzioni nazionali continuano a balbettare, mentre sostengono, finanziano e armano di fatto la pulizia etnica”. “Per questo dal nostro governo regionale vorremo una presa di posizione rispetto alla fabbrica di armi che ospitiamo in Sardegna, l’RWM, per chiarire una volta per tutte se opera nel rispetto della costituzione”. Gli organizzatori si rivolgono anche al Comune di Cagliari, come capoluogo di regione, per chiedere  che venga finalmente esposta nella casa di tutti i cittadini e le cittadine, la bandiera di un popolo al quale si vuole negare l’esistenza. Comitato Can’t Stay Silent, Comitato sardo di solidarietà con la Palestina, Associazione Amicizia Sardegna Palestina Redazione Cagliari
Riprendono con Napoli i Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza
Eirenefest Napoli 2025 – Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza Napoli, 19 – 20 – 26 settembre 2025 La Libreria IoCiSto – Presidio Permanente di Pace, insieme a altre realtà – in particolare, il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – e ad altre sedi napoletane (la libreria Dante & Descartes, lo studio Z.E.N.), ospita per la prima volta a Napoli (Città di Pace che si è dichiarata, anni fa, anche porto denuclearizzato) l’edizione locale di Eirenefest, il Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza (www.eirenefest.it) nato a Roma con le edizioni nazionali del 2022, 2023 e 2024 e oggi diffuso attraverso edizioni locali organizzate in diverse città italiane. Tre giornate – 19, 20 e 26 settembre – per riflettere insieme sul valore della parola e del libro come strumenti di dialogo, costruzione e disarmo, in un tempo segnato da guerre, conflitti e violenze. La pace è un cantiere aperto: Eirenefest porta a Napoli scrittori, attivisti per la pace, psicoanalisti, docenti, giornalisti e religiosi che, attraverso incontri, presentazioni e tavole rotonde, apriranno uno spazio comune di confronto.   Il programma Si parte venerdì 19 settembre alla Libreria IoCiSto (via Cimarosa 20, Vomero), con un laboratorio sull’educazione alla cittadinanza globale curato da Pietro Varriale e Serena Correro, seguito da un incontro sulla spiritualità nei tempi contemporanei con Andrea Billau, Vincenzo Musolino e Olivier Turquet (presidente della Multimage, ideatore di EireneFest). Nella stessa giornata, una tavola rotonda promossa dall’Istituto Italiano di Cultura esplorerà il rapporto tra inconscio, guerra e pace, con Roberto Pasanisi e altri ospiti. Nel pomeriggio spazio a nuove uscite editoriali: Con Nome e Cognome di Maria La Bianca (Multimage, 2025) e Con loro come loro di Gennaro Giudetti (operatore umanitario da quindici anni, adesso appena rientrato da Gaza) e Angela Iantosca (Paoline, 2024). Sabato 20 settembre, sempre alla Libreria IoCiSto, il tema centrale sarà il disarmo nucleare e da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, con la partecipazione di Emanuela Bavazzano e Giorgio Ferrari, promotori della petizione “Medio Oriente senza armi nucleari” (http://Mediorientesenzarminucleari.org), e di Alex Zanotelli. Seguirà una riflessione sulla nonviolenza attiva tra teoria e Vangelo con Giuliana Martirani e padre Zanotelli. La giornata si chiuderà con la presentazione del romanzo Dugo e le stelle di Francesco Troccoli (L’Asino d’Oro, 2025), introdotto da Valentina Ripa, docente presso l’Università di Salerno e membro del Comitato promotore nazionale di EireneFest. Venerdì 26 settembre il festival si sposterà alla Libreria Dante & Descartes (piazza del Gesù Nuovo, 14), dove il Comitato Pace e Disarmo, con la partecipazione di padre Alex Zanotelli, Ermete Ferraro (M.I.R.), Angelica Romano (Un ponte per) e Claudio Pozzi (che sperimentò il carcere militare nel ’72 per la sua “renitenza alla leva” e ha raccontato la sua esperienza in un libro), sposterà il focus sull’obiezione alla leva militare, tema purtroppo attuale e urgente. Tra gli ospiti anche Annabella Coiro (Centro di Nonviolenza Attiva, comitato promotore nazionale EireneFest) e Cesare Moreno (fondatore e presidente dei Maestri di strada), in una tavola rotonda sul valore educativo della nonviolenza “come antidoto al virus del dominio”. In chiusura, la presentazione del libro Logiche del bene contro le guerre (Prospettiva edizioni, 2023) e un aperitivo conviviale presso lo Studio Z.E.N.@arte e benessere all’interno del quale interverrà anche Aristide Donadio. Un festival diffuso Eirenefest Napoli nasce grazie alla collaborazione tra libreria IoCiSto, Presidio Permanente di Pace, il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania e numerose altre realtà locali, con il sostegno della rete nazionale di Eirenefest. L’obiettivo è trasformare Napoli in un luogo di incontro e confronto, dove i libri diventino semi di pace piantati nel tessuto della città. Redazione Napoli
Dalla guerra alla giustizia climatica: una settimana di mobilitazione per un futuro comune
Un appuntamento internazionale che riunisce movimenti pacifisti, reti climatiche, associazioni, giovani e comunità locali. Un’iniziativa che nasce dalla consapevolezza che pace e clima non sono due lotte separate, ma due dimensioni inscindibili di una stessa sfida. Per il futuro stesso dell’Umanità. Sono questi i cardini della Settimana di azione globale per la Pace e la Giustizia Climatica attiva dal 15 al 21 settembre 2025 e rilanciata in Italia dalla Rete Italiana Pace e Disarmo. Il tema di quest’anno è racchiuso nello slogan “Disinvestire dalla guerra – Investire nella transizione giusta!”. Perché da un lato occorre agire per chiedere ai Governi di ridurre risorse e finanziamenti destinati a conflitti, abbandonare la folle crescita delle spese militari e dei favori finanziari all’industria bellica. Tutte cose che aggravano la crisi ambientale e sottraggono fondi a sanità, scuola e servizi. Dall’altro, e parallelamente, bisogna orientare energie e capitali collettivi verso un modello di società capace di affrontare il cambiamento climatico in atto – ormai vera e propria crisi – in modo equo, senza lasciare indietro comunità fragili, territori marginalizzati e lavoratori. La guerra non distrugge solo vite e diritti: consuma risorse, devasta ecosistemi, accelera l’emergenza climatica. Per questo la nostra Rete, insieme a tutti i partner globali della Settimana di azione, sottolinea come la pace sia il presupposto di ogni vera transizione ecologica e come la giustizia climatica non possa esistere senza un vero percorso di disarmo. In questa prospettiva, la Rete Italiana Pace e Disarmo lavora già da anni sul tema del “disarmo climatico”, per mettere in evidenza i legami tra militarizzazione e crisi ambientale. Con campagne, studi e iniziative pubbliche abbiamo cercato di aprire anche in Italia un dibattito che oggi trova nuova forza nella mobilitazione globale. In questi giorni sono previsti appuntamenti specifici di confronto e approfondimento legati alla Settimana a Modena, Trieste, Como… ma i temi e i contenuti rilanciati con questa iniziativa troveranno spazio in decine di eventi pacifisti in programma in tutta Italia nelle prossime settimane. L’obiettivo per il futuro è poi quello di coinvolgere le scuole e le università in percorsi di sensibilizzazione, le associazioni in azioni locali capaci di immaginare insieme alternative concrete. Non solo critica di un riarmo che fa male a Umanità e Pianeta, ma anche costruzione di nuove pratiche sociali ed economiche. La Settimana di azione globale rappresenta un’occasione per far sentire la voce di chi chiede politiche coraggiose e coerenti. Partecipare significa contribuire a un futuro in cui sicurezza non significhi accumulo di armi, ma protezione dei diritti, dell’ambiente e della vita delle persone. La Rete Italiana Pace e Disarmo invita perciò cittadini, istituzioni e organizzazioni a unirsi alla mobilitazione in programma in questi giorni come occasione per far partire percorsi quotidiani (con progetti, iniziative, campagne) contrari alla logica distruttiva della guerra per aprire invece la strada a una transizione giusta, fondata sulla pace e sulla cura del pianeta. Campagna internazionale https://climatemilitarism.org/weekofaction/ Rete Italiana Pace e Disarmo
Varese: marcia per la Pace
Appuntamento il 20 settembre 2025 alle 17:45 ai Giardini Estensi di Varese per tornare nelle strade della città con la Marcia per la Pace: un’iniziativa che nasce dalla necessità di informare e rendere consapevoli i cittadini e le cittadine rispetto a ci che sta accadendo nel mondo. Conflitti, genocidi e disuguaglianze ci riguardano direttamente, in quanto frutto di precise scelte politiche ed economiche. Particolare attenzione sarà dedicata al genocidio del popolo palestinese che da quasi due anni vediamo accadere davanti ai nostri occhi, e Varese è schierata con gli attivisti della Global Sumud Flotilla per rompere il silenzio e agire concretamente a supporto della popolo palestinese così come tutte le vittime di politiche e pratiche economiche commerciali violente, repressive e genocidiarie. Varese si è svegliata e ha deciso di mobilitarsi, per non essere più complice del massacro in atto in Palestina, per denunciare le responsabilità del governo e dell’Europa che da anni non prendono una posizione a favore del disarmo globale e forniscono armi a governi oppressivi. Il nostro Paese si sta macchiando di complicità con gli attori di crimini contro l’umanità, tra i quali il governo israeliano, esportando armi, accettando politiche ed accordi economici e finanziari che favoriscono un’élite a discapito dei reali interessi delle popolazioni. Queste pratiche violano il diritto internazionale, il principio di autodeterminazione dei popoli e contribuiscono a perpetuare un sistema globale basato su oppressione, sfruttamento e disuguaglianza. Come sancito dalla “Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio” del 1948, tutti gli Stati sono chiamati a prevenire ogni crimine genocidario. Non serve condividere l’intento genocidario per esserne complici: basta essere consapevoli del rischio concreto e continuare a fornire sostegno – anche indiretto – a chi lo commette. Oggi questo riguarda in particolare i rapporti con Israele. Sabato 20 settembre uniamo le nostre voci per diffondere consapevolezza e pratiche di azione nonviolenta. Democrazia significa parola, critica e scelta: se i governi tacciono, tocca a noi rompere il silenzio. La pace nasce dal basso, giorno dopo giorno, da una lotta collettiva che sceglie di non voltarsi più dall’altra parte. Invitiamo tuttə a unirsi a noi, con spazi accessibili, punti di decompressione e bar amici pronti ad accogliere chiunque abbia bisogno. Durante la marcia invitiamo a portare bandiere della Palestina, della pace, dei sindacati e di tutti i popoli oppressi da guerre, genocidi e disuguaglianze: vogliamo dare un messaggio forte, unitario e inequivocabile contro ogni forma di oppressione. È un momento di lotta collettiva e di speranza condivisa, perché la pace non si fa con il silenzio, non si proclama dall’alto, ma si costruisce dal basso, giorno dopo giorno, nella solidarietà tra popoli. WAKE UP – Collettivo per la Pace e la Giustizia Sociale Per info: @wakeupvarese Redazione Varese
Manifestazioni in tutta Italia per chiedere al governo di interrompere i rapporti istituzionali ed economici con Israele, con sanzioni ed embargo totale
Ieri notte Israele ha lanciato un’operazione terrestre per prendere il controllo di Gaza City, colpendo la città con pesanti bombardamenti e ordinando ai residenti di evacuare con urgenza quella che definisce una “zona di combattimento pericolosa”. Sono già 62 le vittime di oggi, mentre un’indagine delle Nazioni Unite ha stabilito che le azioni di Israele a Gaza costituiscono a tutti gli effetti genocidio. Maria Elena Delia: “Ci uniamo alle comunità palestinesi di tutta Italia per chiedere a gran voce al governo di interrompere i rapporti istituzionali e diplomatici con Israele. Non bastano i commenti di Tajani sull’essere ‘contrari’ all’offensiva di terra, ci mancherebbe altro. È giunto il momento di fare chiarezza: da che parte sta il governo? Dalla parte del diritto internazionale e della Costituzione, oppure dalla parte dei criminali internazionali del governo Netanyahu? Non ci sono mezze misure.” Oggi sono indette mobilitazioni in tutte le piazze italiane a partire dalle 18:30. Scenderemo in piazza al fianco delle comunità palestinesi, sindacati, organizzazioni territoriali, centri sociali, oltre ad attivisti, militanti e cittadini in decine di piazze italiane. A Roma, con partenza da Piazzale Aldo Moro fino a Largo Corrado Ricci (Via dei Fori Imperiali), mentre a Torino, Cosenza, Napoli, Udine, Trieste, Pisa, Padova e Bologna sfileranno diversi cortei. Come nelle scorse mobilitazioni, invitiamo a portare solo bandiere della Palestina. Questo in preparazione della grande mobilitazione del 4 ottobre a Roma e dello sciopero generale indetto da USB e CALP del 22 settembre, che interesserà i porti di Genova, Napoli e Livorno, oltre al trasporto pubblico, dalle ferrovie agli aeroporti, con presidi in tutte le città italiane nelle vicinanze di stazioni ferroviarie e metropolitane. Le barche della Global Sumud Flotilla si apprestano a incontrarsi in acque internazionali, dopo che gran parte della flotta partita da Tunisi ha attraversato le acque territoriali di Pantelleria, ritrovandosi ora nel Canale di Sicilia, in acque internazionali. Redazione Italia
20 Settembre: convegno a San Godenzo sui crinali di Villore e Corella
L’attacco agli amati monti dei crinali di Villore e Corella ai confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi Castagno d’Andrea – San Godenzo (FI), 20 settembre 2025, ore 9-19 Il futuro dell’Appennino è al centro dell’attenzione di Amministratori, Associazioni e Comitati di cittadini a causa della incombente colonizzazione industriale eolica dei crinali. I progetti di installazione di decine di torri eoliche, alte anche più di 200 m rischia di compromettere, in modo irreversibile, la sicurezza idrogeologica delle montagne, gli ecosistemi naturali, il paesaggio, la biodiversità, la bellezza e lo sviluppo turistico, economico e sociale dei territori e delle comunità, causando spopolamento e ulteriore marginalizzazione e abbandono delle zone interne. Sabato 20 settembre 2025 al Centro Polifunzionale della Montagna Fiorentina a San Godenzo (FI) avrà luogo l’evento organizzato dalla Coalizione ambientale TESS, intitolato “L’industrializzazione eolica dell’Appennino” che riunirà esperti, istituzioni e associazioni per approfondire un tema di crescente attualità: l’impatto dei grandi impianti eolici sul fragile ecosistema montano dei crinali appenninici. Una giornata che spazierà dalla tutela del paesaggio, dell’ambiente e della biodiversità, alla conservazione delle foreste e dell’acqua alla protezione del suolo, degli habitat dell’avifauna e delle specie protette, mettendo a fuoco le criticità emergenti sui crinali di Villore e Corella interessati ai lavori per l’impianto industriale eolico Monte Giogo di Villore. Relatori da enti scientifici come il CNR e da associazioni ambientaliste come Altura odv, Atto Primo Salute Ambiente Cultura, CAI, associazione CERM centro rapaci minacciati, Italia Nostra, Rewilding Apennines e WWF sezione Forlì Cesena affronteranno temi significativi per la salute e il futuro del territorio sui confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi con attenzione anche agli aspetti legislativi, ai concetti base di energia e clima, e al ruolo dei Sentieri nazionali, europei e GEA come patrimonio culturale e naturale. Per Italia Nostra il convegno non sarà solo un momento di analisi scientifica, ma anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, sottolineando l’importanza di una pianificazione territoriale che tuteli i territori montani da un’industrializzazione che rischia di alterarne l’identità e la bellezza. L’evento di sabato 20 settembre a Castagno d’Andrea rappresenta un appuntamento cruciale per chiunque abbia a cuore il destino dell’Appennino. Di seguito il Programma del Convegno: Ore 9.00 Emanuele Piani, Sindaco del Comune di San Godenzo: Saluti e introduzione Coalizione ambientale TESS: Presentazione del Convegno e breve sintesi del Piano Energetico Lucia Minunno, Andrea Astracedi Leonardo Rombai, già Presidente di Italia Nostra, Laura Manganaro Presidente Italia Nostra Firenze: Paesaggio e ambiente ai tempi delle comunità energetiche Roberto Carotenuto, Videomaker: Presentazione del video L’industrializzazione eolica in Appennino Ivano Togni, WWF Forlì Cesena: Incompatibilità dell’eolico nell’Appennino Tosco- Romagnolo Ore 11.00 Alessandro Bottacci, SIRF Società Italiana di Restauro forestale, già Docente a contratto di Conservazione della Natura, Università di Camerino: Importanza della conservazione della biocomplessità forestale nei crinali Linda Maggiori, giornalista freelance: Alberi, foreste e rinnovabili Fabio Borlenghi, Altura ODV: No all’eolico dove volano le aquile Silvia Ciucchi, fotografa, Pinuccio Fappiano, tecnico e attivista ambientale: Il paesaggio è volato via. Visioni e testimonianze dai luoghi colonizzati dal green Chiara Marchetta, cantautrice. Video musicale Amati Monti, dedicato all’Appennino Ore 13.00/PAUSA PRANZO Ore 14.30 Nicolò Borgianni, Rewilding Apennines: Impianti eolici e mortalità dei grandi rapaci. Il caso del grifone in Appennino centrale. Guido Ceccolini, Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati: Impianti eolici e avifauna migratrice Luca Puglisi, COT Centro Ornitologico Toscano: Sensibilità dell’avifauna agli impianti eolici in Toscana Luigi Lastrucci, CAI Mugello: Impianto industriale Monte Giogo di Villore e Sentiero 00 Italia Ore 16,00 Francesco Gigliani, Consigliere nazionale di Amici della Terra e Altura ODV: Le leggi italiane poco avvezze alla pianificazione favoriscono l’assalto delle rinnovabili ai territori Vincenzo Delle Site, CNR: Energia e clima, concetti base Paolo Piacentini, Esperto nazionale di Cammini e scrittore: Appennino spazio geografico per un nuovo umanesimo Rossella Michelotti, Presidente del ForumToscano Movimenti per l’acqua: Lo stato delle acque in Toscana, focus sui PFAS Paolo Agnelli, Zoologo, già Curatore del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze: Caratteristiche e importanza della chirotterofauna del Giogo di Villore Gianluca Serra, Ecologo e conservazionista: Macrofauna appenninica, frammentazione degli habitat e disturbo antropico NEL POMERIGGIO: interventi musicali di: Simona Bertini, soprano e referente ONDA (Organismo Nazionale Difesa Alberi), Giampiero Dugo, attivista ambientale (chitarra). MODERATORI: Fabrizia Laroma Jezzi e Fabio Borlenghi. TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione) www.coalizionetess.com Redazione Toscana
Una festa in giro per l’Italia per mettere al centro le persone con demenza e i loro familiari
L’Alzheimer Fest è probabilmente il maggior evento pubblico in Italia che mette al centro le persone con demenza, i loro familiari e gli operatori di cura. Un evento, anzi una serie di eventi, unici nel loro genere, promossi da un’Associazione di Promozione Sociale – APS, l’Alzheimer Fest,  nata nel 2017 per iniziativa di malati, familiari, medici, artisti e operatori, con l’obiettivo di promuovere una nuova narrazione sull’Alzheimer e sulle altre forme di demenza. Su sogni e bisogni di chi ci convive. L’Alzheimer Fest è una festa itinerante: dal 2017 al 2024 ha toccato venti località in undici regioni italiane, da Treviso a Bologna, dal Trentino alla Puglia.  Ogni festa si celebra in uno spazio aperto al pubblico, che può variare da luogo a luogo: ad esempio negli anni passati l’Alzheimer Fest ha toccato il lungolago di Varese, il parco di Levico Terme e quello della sede della Provincia di Treviso, gli ospedali di Bologna e Baggiovara, una storica colonia sul mare di Cesenatico, la piazza della Santissima Annunziata a Firenze, il centro storico di Giovinazzo, il molo di La Spezia e tanti altri posti. “La missione, come sottolineano dall’Associazione, è semplice e ardua al tempo stesso: vincere lo stigma, promuovere l’inclusione sociale, fornire informazioni e conoscenze, condividere esperienze, gioie e fatiche. Perché la demenza non implica una ritirata dalla vita, a condizione che non abbia come alleati la solitudine e l’isolamento”. In questi anni, migliaia di persone hanno partecipato agli Alzheimer Fest, e centinaia sono intervenute per dare un contributo: persone sane e meno sane, anonime e famose, anziane e giovani. Il coinvolgimento delle nuove generazioni, dal mondo della scuola a quello delle attività ludiche e culturali, è stato e resta un perno cruciale del nostro percorso di crescita collettiva. Ma che cosa si fa all’Alzheimer Fest? Gli ingredienti sono quelli di una vera festa popolare che si mescola a un convegno scientifico.  Si uniscono esperienze e competenze, si fa il punto sulla prevenzione e sulla ricerca. Fondamentale la chiamata a raccolta di tutta la comunità, a partire da chi vive la malattia sulla propria pelle. Senza dimenticare le persone che magari non ne sono toccate ma vorrebbero saperne di più. In questi anni tante esperienze e incontri sempre gratuiti a base di musica, arte, letteratura, teatro, danza, hanno avuto sempre al centro le persone più fragili. L’Alzheimer Fest vuole essere una rassegna di tutte le cose belle che già si fanno nell’ambito della cura e di quelle che mancano ancora all’appello. Dignità e indignazione: mettersi insieme per esigere che le cose cambino per il meglio. Senza nascondere le difficoltà, moltiplicando le energie. In queste settimane è in pieno svolgimento l’Alzheimer Fest 2025: due tappe per ogni week-end (con qualche eccezione), con un programma ricco, come sempre. Si sono già svolte le tappe di Treviso, di Valdagno, di  Gavirate, di Brescia e di Monza. Sabato 20 settembre la tappa sarà invece a Casale Monferrato: tutto il Piemonte a raccolta nel centro della splendida cittadina del Monferrato. Ma sabato 20 sarà anche la volta di Melegnano, al Castello. Domenica 21 settembre la tappa sarà a Chiavari, con appuntamento in piazza Matteotti, nell’ex chiesa di San Francesco d’Assisi trasformata in auditorium, a due passi dai portici e vicino al Parco Botanico Villa Rocca. Il 22 settembre 2025 alle ore 19 l’Alzheimer Fest sbarca all’Etna Book Festival di Catania. Giovedì 25 settembre sarà la volta di Rosignano Marittimo, a due passi dal mare, nelle piazze intorno al Cine-Teatro Solvay. Sabato 27 settembre ci si sposterà a Monteriggioni. A 3 km dal borgo c’è la frazione di Abbadia a Isola, un incanto nel verde dove ha sede il Museo Archeologico di Monteriggioni. L’Abbazia è dell’anno 1001. Sabato 4 ottobre sarà la volta della capitale: a Roma, a Testaccio, in un complesso architettonico che malgrado il nome per cui è conosciuto (l’ex Mattatoio) pullula di vita. Lunedì e martedì 6-7 ottobre sarà in festa Bologna, con la Conferenza annuale di Alzheimer Europe al Bologna Congress Center (polo fieristico) in piazza Costituzione 4/a. Isernia sarà la tappa di sabato 11 ottobre: per la prima volta in Molise, per raccontarne i progressi e dare manforte alle famiglie in difficoltà. Domenica 12 ottobre, invece, ci si sposterà a Monteverde, in un delizioso “Comune non Comune” in provincia di Avellino, campione di accoglienza e accessibilità. Il 18 e 19 ottobre il tour sarà a Brindisi per un gran finale, nel centro di una città portuale ricca di storia e di novità. “MI SO’ SCORDATO IL TITOLO!”: è questo il titolo dell’inno dell’Alzheimer Fest 2025. Un inno alla libertà della smemoratezza, che nasce per definizione sconfinata, a dispetto della pur nobile memoria, per definizione limitata. Da qualche tempo i malati di Alzheimer e le loro famiglie sono alle prese con le rette delle RSA che il nostro Paese fa fatica ad accollarsi interamente. A stabilirlo è una giurisprudenza ormai consolidata (a partire dall’Ordinanza della Corte di Cassazione 26943/2024 e dalla sentenza del Consiglio di Stato 3074/2025), che ha ribadito come le prestazioni sociosanitarie a elevata integrazione sanitaria debbano essere interamente a carico dello Stato. Secondo i dati del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia oltre 1 milione di persone soffre di malattie neurodegenerative e tra queste circa 600.000 di Alzheimer. Intorno a loro ruotano quasi 3 milioni di familiari e caregiver, spesso lasciati soli a gestire un carico assistenziale, emotivo e soprattutto economico sempre più insostenibile. L’Alzheimer Fest 2025 è anche l’occasione per ribadire la necessità di una norma chiara e definitiva che tuteli questi cittadini fragili, ma anche per far conoscere gli strumenti legali già disponibili per ottenere  economicamente ciò che è già un diritto costituzionale. Qui per approfondire: https://www.alzheimerfest.it/.   Giovanni Caprio