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La trasversalità liberista fra ex-sinistra, ciellini e destra: il caso-Milano 2025
Già il caso Penati aveva mostrato lo sviluppo dell’intesa fra Lega delle Cooperative e Compagnia delle Opere (Comunione&Liberazione/i ciellini) in particolare nel piano dell’Idroscalo Park, il centro commerciale che valeva un miliardo (2011). Mario De Gasperi (ex-sindaco di Pioltello), autore del libro Il malessere della città. Finanza immobiliare e inquietudini urbane (ExCogita, 2009), l’aveva denunciato. Quando si parlò di Idroscalo Center, scrive De Gaspari, in lettera indirizzata a diversi esponenti del Pd lombardo, “mi opposi con tutte le mie forze a questo progetto, ma praticamente era vietato parlarne e questa fu una delle cause della mia emarginazione nel gruppo e nel partito” (il Fatto Quotidiano). > E NEL 2010, IN PERIODO DI ELEZIONI REGIONALI) SUL SUO SITO AGNOLETTO AVEVA > SCRITTO > > “Gli arresti (di febbraio 2010) dimostrano che non siamo di fronte a delle > mele marce: il sistema è marcio! E il marciume non riguarda solo le destre ma > anche il Pd: l’illegalità, la corruzione e le clientele sono trasversali a un > sistema fondato sul consociativismo. L’intreccio affaristico, spesso illegale, > tra esponenti del PdL e del PD è il risultato di una mancata vera opposizione > del PD e la ricerca da parte del partito di Penati di un accordo a qualunque > costo con Formigoni. Ma non gli avevano proposto un accordo tecnico e non > l’avevano definito miope e irresponsabile perché non aveva accettato il loro > apparentamento”. Il caso della giunta di Milano 2025 In quella prateria terreno di caccia per immobiliaristi e costruttori c’erano cowboy con una fede comune: Comunione e Liberazione. Perché è vero che questo non è un affare di CL. Ma è anche vero che sono diversi i ciellini, esponenti storici o più recenti sostenitori e amici, citati nella valanga di pagine dell’inchiesta sull’urbanistica. A partire dall’architetto Giuseppe Marinoni e dall’imprenditore Pella, nipote di uno dei Memores che vivevano con Formigoni, l’ex dirigente comunale Oggioni, l’architetto Marinoni diventato amico del movimento. E non indagati ma citati nelle intercettazioni gli ex assessori Bardelli e Masseroli (milano.repubblica).  Ma dalle carte emerge che gli inquirenti non si limitano alle accuse di corruzione «diretta», ma vorrebbero piuttosto dimostrare l’esistenza in commissione Paesaggio di un sistema più complesso e articolato. (Milano Finanza) Marinoni, quando era presidente della Commissione paesaggio, non faceva mistero di avere concordato con l’assessore all’Urbanistica Tancredi di inserire nei progetti, si legge nelle carte del gip: “Una spolverata di edilizia sociale, come ingrediente per ravvisare un interesse pubblico” (cioè per agevolarne l’approvazione). Tra il marzo del 2022 e il novembre del 2024, quando all’allora presidente della Commissione paesaggio, è stato sequestrato il telefono, si contano, sulla base degli atti degli inquirenti, almeno 25 riferimenti a incontri, call, riunioni o promemoria su progetti di Coima (Il Fatto Quotidiano) Il giudizio per le Park Towers,  dopo la conferma in Cassazione dl sequestro delle Torri Lac, ieri il Tribunale del Riesame motiva la conferma del sequestro ordinato in maggio dal gip Mattia Fiorentini del progettato «Giardino Segreto» vicino a Scalo Farini in via Lepontina 7/9 ad opera della proprietaria omonima srl rappresentata da Luigi Cerini: demoliti due piani di ex uffici e laboratori, alti quasi 12 metri su 1.562 mq. (Corriere Milano)  > FRA ALTRO: > > I PROGETTI – I COSTRUTTORI – LE “UTILITA'” > > Secondo la procura di Milano, l’approvazione dei progetti immobiliari sarebbe > frutto da un lato di pressioni, dall’altro di uno scambio di utilità elargite > a pubblici funzionari in conflitto di interesse con il loro ruolo. Nello > specifico sono state ricostruiti i seguenti pagamenti: > > GIUSEPPE MARINONI, ex presidente commissione Paesaggio > – Euro 369.596, 56 da J+S Spa per i progetti Goccia-Bovisa, Gardella 2, > Palizzi 89, Pisani 16, Pisani 20 e Livraghi 19 > – Euro 10.040,60 da ACPV Architects Srl per i progetti I portali – Gioia 20 e > Tortona 25 > – Euro 26.901 da Lombardini22 per Bastioni Porta nuova 19 e Corti di Bayres > – Compenso non individuato da Arch Group SA per il progetto Fioravanti Aristo > 5″; > > ALESSANDRO SCANDURRA, membro commissione Paesaggio > – Euro 279.136 da Egidio Holding per i progetti Hidden Garden, Salomone 77, > Grazioli 59, Park Towers e  East Town > – Euro 321.074, 72 da Castello Sgr per il progetto Torre Futura > – Euro 2.579.127,98 da Kryalos Sgr per il progetto Verziere 11/Cavallotti 14 > – Euro 138.873,19 da Coima Sgr per il progetto PII Porta Romana e P39 > Pirellino”. > >   Salvatore Turi Palidda
Mille splendidi fiori, storie di cura, coraggio e comunità tra Afghanistan e Alto Adige
Martedì 5 agosto 2025 alle ore 21:00 Pavillon di San Vigilio di Marebbe (Provincia autonoma di Bolzano, Alto Adige) Evento organizzato da Costa Family Foundation, Insieme si può, Rawa, Gea, Dolomites San Vigilio Una serata per ascoltare voci spesso invisibili: donne che resistono, custodiscono e si fidano. Dall’Afghanistan dell’Associazione RAWA, dove anche una tisana può diventare gesto politico, all’Alto Adige, dove la violenza di genere si nasconde dietro porte chiuse e silenzi troppo lunghi. Un dialogo aperto tra mondi apparentemente distanti – impresa e sociale, poesia e attivismo – uniti dalla stessa tensione verso la dignità e la trasformazione. Parole, musica, volti e storie si intrecciano in un racconto collettivo. A chiudere, un gesto semplice: una tisana condivisa. Perché far fiorire, in fondo, è un atto rivoluzionario.     Redazione Italia
Fiaccolata contro il business delle armi davanti alla fabbrica di bombe di Domusnovas/Iglesias
Pubblichiamo il comunicato stampa sulla manifestazione odierna che si svolgerà davanti alla fabbrica di armi RWM di Domusnovas/Iglesias, diffuso dalle associazioni organizzatrici dell’evento. APPELLO PER LA PACE E IL DISARMO –  Fiaccolata contro il business delle armi Venerdì 1° agosto 2025, ore 19:00, davanti alla fabbrica di bombe RWM di Domusnovas/Iglesias Appello alla Giunta Regionale, ai Decisori politici, ai Sindaci, ai Sindacati, ai Vescovi della Sardegna e ai Rappresentanti di tutte le Religioni, a tutti i Movimenti e Associazioni che lottano contro il riarmo e hanno a cuore la Pace. Appello ai giovani, alle lavoratrici e lavoratori, alle associazioni imprenditoriali di categoria, alle donne e agli uomini di buona volontà. Noi, donne e uomini della Confederazione Sindacale Sarda (CSS), di Sardegna Pulita, di DonneAmbienteSardegna, di Assotziu Consumadoris de Sardigna, di Medicina Democratica, dell’Ufficio Studi G. Maria Angioy, di Liberi Agricoltura Sardegna e di CASCOM-Impresas de Sardigna, dinanzi alla grave situazione di pericolo nella quale è precipitato il Mondo dilaniato da ben 56 guerre senza fine; dinanzi all’insensata e sanguinosa guerra in Ucraina, al genocidio del Popolo Palestinese, all’occupazione delle terre di Cisgiordania, ai continui e incessanti bombardamenti sui civili inermi, sulle donne, sui bambini e sugli anziani; Facciamo appello alla sensibilità delle parti in conflitto e ai Potenti della Terra perché cessi immediatamente questa carneficina, causata dalle guerre che mai potranno portare la Pace. La corsa folle al riarmo, il ricorso alla produzione di armi sempre più sofisticate e potenti spingono gli Stati e i Governi a più odio, a strage di innocenti e distruzione. La Sardegna da Isola di Pace da – la cui Capitale Cagliari è insignita di medaglia d’oro al valore civile per le tragiche morti e distruzioni del 1943, causati dai bombardamenti degli alleati anglo-americani – è diventata la base per massicce esercitazioni di tutti gli eserciti del mondo, che sperimentano sui nostri territori moderne strategie di guerra, testando nuovi ordigni ed armi tecnologicamente più avanzate e potenti. La Sardegna ha nel suo territorio ben 4 poligoni (basi militari) e una Scuola per l’addestramento dei piloti nazionali ed internazionali sui cacciabombardieri F-35. Noi Sardi denunciamo che nel nostro territorio, a pochi passi dalle nostre case, a Domusnovas/Iglesias vi è la fabbrica di bombe e di ordigni mortali RWM/RHEINMENTALL/ITALIA, per la quale da anni si chiede con determinazione che venga riconvertita ad usi civili. L’alternativa a queste lavorazioni di morte è possibile, e c’è! Facciamo Appello perché la Giunta Regionale, i Decisori politici e i Sindaci dei Comuni del Sulcis/Iglesiente mettano in atto piani di sviluppo del territorio per garantire posti di lavoro alternativi alla costruzione di ordigni di morte. Ciò è possibile se c’è la volontà politica, e se prevale l’unità e l’impegno per la pace ed il disarmo. Per questo motivo stiamo organizzando una grande fiaccolata, alla quale vi invitiamo a partecipare, davanti ai cancelli della fabbrica di bombe RWM di Domusnovas, VENERDÌ 1 AGOSTO 2025  alle ore 19:00. Un’iniziativa senza simboli partitici, ma solo dei movimenti partecipanti con le bandiere della pace. La serata sarà accompagnata da momenti di riflessione, letture di brani, poesie e preghiere, canzoni e musica. Gli organizzatori   Redazione Sardigna
Gemellaggio tra Riace e Gaza: un patto di solidarietà e memoria
Martedì 5 agosto alle ore 19, a Riace si terrà una cerimonia dal profondo valore simbolico e umano: la firma del gemellaggio tra il Comune di Riace e la città di Gaza. A sottoscrivere il patto sarà il sindaco di Riace. Per Gaza, impossibilitata a partecipare ufficialmente a causa della situazione umanitaria e politica drammatica in corso, firmerà una cittadina palestinese la cui storia incarna il dolore, la resistenza e il coraggio del popolo palestinese. Questa donna ha perso tutta la sua famiglia durante una delle più violente aggressioni israeliane su Gaza. Il figlio maggiore è stato ucciso insieme ad altri familiari, il marito è rimasto gravemente ferito. Quel giorno, mentre la morte devastava la sua casa, lei dava alla luce una bambina: la figlia è nata nello stesso momento in cui il fratello veniva ucciso. Oggi è in Italia per curare proprio quella bambina, sopravvissuta come lei al massacro. La sua presenza a Riace, luogo simbolo di accoglienza e resistenza civile, è un atto che va oltre la rappresentanza formale: è un gesto potente di memoria e dignità, una testimonianza vivente della brutalità della guerra e della forza inarrestabile della vita. Il gemellaggio tra Riace e Gaza nasce come un legame tra comunità che condividono, seppur in forme diverse, la fatica e la bellezza di restare umani. È un grido che attraversa i confini e le macerie, un messaggio di pace che si oppone al silenzio e all’indifferenza. Con questa firma, Riace rinnova il suo impegno: essere terra di solidarietà attiva, di fraternità concreta, di speranza possibile. Fonte: https://www.facebook.com/domenico.lucano.1   Redazione Italia
Lunedì 28 luglio, Messina ha assistito a un nuovo episodio di mobilitazione popolare, con cittadini e attivisti scesi in piazza davanti alla prefettura per esprimere la loro solidarietà al popolo di Gaza. In questo contesto, i partecipanti hanno unito le loro voci a quelle di tutti i siciliani e di coloro che in tutto il mondo rifiutano di piegarsi di fronte alle atrocità della guerra_ La manifestazione, stavolta, ha evidenziato una nuovo tipo di urgenza. È fondamentale riconoscere che la lotta per la giustizia non può limitarsi a una retorica generica, ma deve assumere una dimensione intersezionale, coinvolgendo concretamente una vasta gamma di attori sociali. È essenziale che scuole, famiglie, istituzioni si uniscano in modo sinergico, costruendo alleanze e attivando iniziative che permettano di affrontare le ingiustizie in modo concreto e condiviso. Solo attraverso un impegno collettivo e integrato si potrà sperare di creare un cambiamento significativo e duraturo. Le guerre, d’altra parte, non nascono mai per caso. Esse sono il risultato di complesse dinamiche che spesso riflettono un culto del dominio economico. La questione si complica ulteriormente quando si considerano rappresentazioni distorte della realtà, come gli inquietanti video generati dall’intelligenza artificiale che mostrano una Gaza idealizzata e fiorente. Questi materiali, purtroppo, possono rivelare come, per alcuni politici, le considerazioni economiche prevalgano sul valore delle vite umane. Una riflessione critica e consapevole su queste dinamiche è fondamentale per comprendere le radici profonde dei conflitti contemporanei. Le immagini di bambini sofferenti e ridotti alla fame, insieme a quelle di strutture distrutte e in macerie, rappresentano una ferita profonda nelle nostre coscienze collettive. Un dolore che richiede tutto il nostro coraggio e la nostra energia. Perché i martiri di Gaza non sono solo numeri, ma storie di vite spezzate che devono rimanere impresse nelle nostre memorie. Antonio Mazzeo, attivista e concittadino messinese, ha recentemente condiviso la sua esperienza a bordo della nave Handala, bloccata al largo di Gaza prima di poter raggiungere la popolazione in difficoltà. Durante un’intervista dopo il suo rientro a Roma, Mazzeo ha evidenziato la mancanza di pietà verso i bambini gravemente malnutriti, denunciando l’assenza di compassione nelle azioni intraprese anche in situazioni di carestia alimentare. Ha espresso la sua amarezza per questo ennesimo tentativo fallito, sottolineando la disumanità di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti negli ultimi decenni. Inoltre, Mazzeo ha commentato il concetto di “mare nostrum”, sottolineando che questo termine non può essere appropriato alla luce della realtà delle operazioni militari, che hanno visto l’abbordaggio dell’equipaggio come un vero e proprio atto di pirateria. Ha affermato che, in tali circostanze, il diritto internazionale sembra ridursi a un formalismo giuridico privo di reale sostanza. Questa riflessione solleva interrogativi significativi sull’etica internazionale e il senso intimo delle nostre istituzioni. È paradossale, poi, come chi ha conosciuto sulla propria pelle l’orrore dello sterminio oggi possa replicare i metodi di oppressione su un altro popolo. I bambini che muoiono di fame, gli ospedali assediati e le case ridotte in macerie non sono semplici danni collaterali, ma il risultato di una macchina di oppressione che la storia avrebbe dovuto insegnarci a riconoscere. In definitiva, la situazione rimane drammatica, complessa e in continua evoluzione. Ma niente è mai vano. Zizek afferma che “l’utopia” non deve essere vista come una semplice immaginazione libera, ma come una questione di intima urgenza, un’imposizione alla quale siamo forzati a rispondere. In questo contesto, l’utopia diventa non solo un desiderio, ma una necessità pressante, un faro che ci guida verso una trasformazione sociale e personale. È attraverso il recupero della nostra umanità che possiamo trovare la forza per mettere in discussione le strutture esistenti. La chiave per il cambiamento risiede nella nostra capacità di trasformare la rabbia e il dolore in un potente motore di solidarietà e bellezza. La determinazione di Messina va proprio incontro a questa volontà.  Dove l’idealismo non sia più un semplice sogno ma una realtà tangibile. Frutto di amore, giustizia sociale e di umanità condivisa.   Redazione Sicilia
Come continuare nelle lotte senza trovarsi tutt3 in carcere?
Da quando abbiamo pubblicato il libro “Carcere ai Ribell3” lo abbiamo usato come strumento di dialogo e di confronto sulle dinamiche della repressione e del carcere. Volevamo contribuire al movimento popolare che si stava attivando per contrastare il disegno di legge Sicurezza che l’anno scorso di questi tempi era stato proposto. ORA CHE IL DISEGNO È DIVENTATO LEGGE (LA 80/25), CON UNA FORZATURA IMPRESSIONANTE DEL SUO ITER, A COSA SERVE ANCORA PARLARE DI QUESTE STORIE? La risposta l’abbiamo trovata quasi subito: è necessario continuare a parlarne e proseguire in un’azione di contrasto a questa legge, sul piano giuridico certo, ma anche politico e sociale, tenendo alta l’attenzione sulle narrazioni e sulle intersezioni che finora abbiamo incontrato portando in giro il libro in varie parti d’Italia. E con questo intento che abbiamo portato al Festival Alta Felicità la nostra proposta di presentazione che è stato un nuovo luogo di confronto tra rappresentanti delle lotte oggi più attive: Bianca di Extinction Rebellion Torino, Dana Lauriola di Associazione a Resistere, Rosa delle Mamme e Mariapaola Boselli di Amnesty International – Italia. Con loro abbiamo affrontato i temi della repressione sempre più pervasiva che mira a contrastare tutte le lotte attive oggi in Italia, non solo quelle che utilizzano pratiche più conflittuali ma anche quelle che praticano azioni non violente e pacifiche. In ogni caso la portata della repressione si è abbattuta in maniera sempre più evidente: denunce, processi, fogli di via, multe estremamente costose, trattenimenti in questura e perquisizioni corporali … il tutto raccolto nelle famigerate schedature di polizia: le segnalazioni di sicurezza. Tutte procedure che mirano soprattutto a spaventare e intimidire gli e le attivist3, a impedirne le attività colpendoli sul piano economico e quello della mobilità personale (i fogli di via, i procedimenti penali). VIENE DETTO A PIÙ VOCI “𝐸’ 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎’ 𝑒 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒” Da parte di Amnesty, che ha impegnato tutto l’ufficio italiano per contrastarne il percorso di attuazione, viene riscontrato che la società civile ha saputo rispondere efficacemente e attivamente e si è mobilitata in maniera evidente contro al DDL, poi DL, evidenziandone le criticità anche a livello mediatico e comunicativo. La provocazione delle Mamme è: 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗲𝗿Ò 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲, 𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗼 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲? 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝘀𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲?   Anche se il tempo a nostra disposizione era ormai scaduto e la risposta doveva essere concisa, le attiviste presenti hanno fornito una serie di suggestioni e strategie molto chiare: la resistenza si farà, in maniera collettiva e solidale, bisognerà essere reattivi e solidali, essere sempre di più (allargare le reti), dialogare con tutti, agire attraverso l’autoformazione legale, la coscienza dei propri diritti e la conoscenza della legge, la resistenza legale, le casse di resistenza, inventare sempre nuove strategie di lotta … Ce n’est qu’un début, continuons le combat! Mamme in piazza per la libertà di dissenso
No al genocidio e alla pulizia etnica a Gaza e in Cisgiordania. Presidio a Milano
Maiindifferenti – Voci ebraiche per la pace convoca un presidio davanti al Consolato Usa di Milano per mercoledì 30 luglio alle ore 18. Invitiamo attiviste e attivisti, la cittadinanza tutta, a partecipare per dire No al genocidio e alla pulizia etnica a Gaza e in Cisgiordania. Aderiscono: Comunità palestinese di Lombardia Salaam, ragazzi dell’olivo, Milano Sinistra Italiana Circolo PD Bovisa Dergano Assopace Palestina Redazione Milano
Il fallimento del consorzio industriale pubblico sarebbe il fallimento di tutte/i
Un nuovo strumento di politica industriale pubblica. Il Collettivo di Fabbrica ex Gkn commenta la nascita ieri del consorzio di sviluppo industriale della Piana e rilancia la mobilitazione: appello per un flash mob l’11 agosto sera, anniversario della Liberazione di Firenze. La funzione del consorzio è chiara ormai anche a un bambino, così come è chiaro a chi dà fastidio questo strumento e perché. In un mondo di fondi finanziari e rendita immobiliare, il consorzio industriale pubblico permette alle istituzioni locali di intervenire sulle aree ex industriali, proteggerle, rilanciarle con una visione di politica industriale pubblica. Non c’è da stupirsi che ci sia chi prova a ridurre un evento potenzialmente storico a un battibecco, magari a fini elettorali. Né che chi si scaglia contro il consorzio taccia, non da oggi, sulla potenziale speculazione immobiliare e sul fatto che questa fabbrica va riaperta. Il consorzio costituito ieri dal notaio nasce da una mobilitazione cittadina e sociale che ha coinvolto migliaia di persone. E la mobilitazione è pronta a ripartire in qualsiasi momento a difesa del presidio e della reindustrializzazione dal basso. Oggi però c’è un atto della Regione, di tre Comuni e della Città metropolitana. A loro è affidata, inevitabilmente, la responsabilità storica di non buttare via questa occasione. Noi abbiamo ‘solo’ messo a disposizione un piano industriale ecologicamente avanzato, il cui stato di avanzamento è verificabile in ogni momento dalle istituzioni stesse. Ma la semplice verità è che questo piano industriale rischia di naufragare se il consorzio non agirà con determinazione e chiarezza. Laddove questo piano naufragasse, chi lo ha attaccato risponderà dei posti di lavoro bruciati. Al di là delle questioni tecniche del funzionamento del consorzio, non sarebbe credibile che una Regione, tre Comuni e una Provincia, consorziate, non riescano a mettere a sedere a un tavolo  due S.r.l. a vocazione immobiliare appena formate, con dietro una Fiduciaria, e un’altra S.r.l. nata nel 2019. Se così fosse, semplicemente, la politica non avrebbe più alcun senso. La fabbrica socialmente integrata ha attirato le attenzioni di tutta Europa. Quaggiù provano ad affogarla nel battibecco, basato spesso su cifre e ricostruzioni fintamente tecniche, ma in verità assai fantasiose. Sarà forse il più grande esperimento sociale che qua non è mai avvenuto. Campi, Calenzano, Sesto, Firenze: nessuna resa all’economia di rapina, proviamo ad andare avanti!. L’assemblea di supporto del Collettivo di Fabbrica, riunita ieri sera, lancia un appello per una mobilitazione l’11 agosto sera. A fianco della Resistenza di ieri, oggi, domani: no al genocidio, al riarmo, al logoramento, all’assenza di stipendio e lavoro.   Redazione Toscana
Nicolò Govoni ospite al Giubileo dei Giovani 2025
Con due appuntamenti il 31 luglio a Roma, il fondatore di Still I Rise porterà la sua testimonianza sull’impegno per l’istruzione nei contesti più fragili del mondo. Nicolò Govoni, CEO e fondatore di Still I Rise, sarà tra gli ospiti del Giubileo dei Giovani 2025 con due testimonianze in programma giovedì 31 luglio a Roma. La mattina, dalle 10.00 alle 12.30, parteciperà all’incontro “Verso l’altro: Coscienza, Senso, Scoperta”, presso la Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini (via Acciaioli 2). L’evento, organizzato dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, darà voce a storie di inclusione, solidarietà e impegno civile. Insieme a lui, interverranno lo psichiatra e scrittore Sergio Astori, giovani con pluridisabilità, volontari dell’UNITALSI e del Circolo San Pietro. Le testimonianze saranno accompagnate da una riflessione del vescovo Daniele Salera e da un’esperienza artistica interattiva dal titolo “Mosaico del senso”. Nel pomeriggio, dalle 17.00 alle 20.00, Nicolò Govoni salirà sul palco di Piazza San Pietro per l’evento “Tu sei Pietro”, un appuntamento che unirà musica, parole e spiritualità per riscoprire l’attualità del messaggio dell’apostolo Pietro. La figura sarà rievocata dalla voce dell’attore Giorgio Pasotti, accompagnato dall’Orchestra giovanile dei conservatori italiani diretta dal maestro Leonardo De Amicis. Insieme a Nicolò Govoni, prenderanno la parola don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità, e Laura Lucchin, madre di Sammy Basso. La serata vedrà inoltre la partecipazione musicale di Amara, Mr Rain, Pierdavide Carone e Mimì, e si concluderà con un momento presieduto dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI. Attraverso la sua doppia partecipazione, Nicolò Govoni porterà la propria esperienza e la voce dei bambini e delle bambine più vulnerabili, raccontando l’impegno di Still I Rise per un’istruzione gratuita e di eccellenza nei contesti più difficili del mondo. Still I Rise
Cacerolazo al ‘Massimo’ per disertare il silenzio su Gaza
Anche Palermo ha aderito all’appello “Gaza muore di fame:disertiamo il silenzio”, firmato da “Ultimo giorno di Gaza” (Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo) e fatto proprio dal movimento cattolico Pax Christi, per la serata di domenica, 27 luglio; un’iniziativa di solidarietà sostenuta da tante voci diverse e  adottata da molti nel giro di pochi giorni  per chiedere una risposta ferma, urgente e chiara contro la carestia e la fame, usate a Gaza come arma di guerra e fase finale delle operazioni genocidarie di Israele (mille persone in fila per il cibo uccise in due mesi), dopo quasi due anni di bombardamenti (59.219 vittime dall’inizio dello sterminio).  “Facciamo suonare a distesa le campane dei palazzi comunali, quelle delle chiese e ogni sirena possibile”, sottolineano gli organizzatori e le organizzatrici, e ancora: “Ambulanza, navi, barche, porti. Suoniamo ogni fischietto, battiamo le pentole. Facciamo più rumore, più chiasso, più fracasso possibile. Facciamolo insieme: nelle piazze e sulle spiagge. Facciamolo sui balconi e alle finestre. Facciamolo sui social. Facciamolo dappertutto”.  La serata di protesta a Palermo, nella cornice del teatro Massimo in Piazza Verdi, ha visto il coinvolgimento attivo e  la collaborazione creativa, in modalità auto-organizzata, di numerose/i partecipanti che hanno scelto quale simbolo della mobilitazione le pentole vuote, come testimoniano le immagini dei palestinesi  stremati dalla fame , dei bambini disperati presso i punti di distribuzione, spesso teatro di massacri da parte dei soldati israeliani che aprono il fuoco su migliaia di persone in fila per il cibo e le consegne di aiuti alimentari. Alle 22  Piazza Verdi si è riempita di suoni, di voci, delle sonorità domestiche del cacerolazo (pentole, coperchi, mestoli e suppellettili vari))e dei rumori ritmici da esso prodotti, accompagnati  da strumenti della tradizione musicale popolare quali tamburelli , castagnette e triccheballacche, con il sottofondo acuto e prolungato dei fischietti. Un paesaggio sonoro inedito ed estroso, ma vivo e sentito per dire forte: Stop al genocidio! Per unirsi al coro di milioni di persone nel mondo che chiedono giustizia, libertà e autodeterminazione per il popolo palestinese. Per non rimanere in silenzio mentre la gente di Gaza viene sterminata, per non rimanere “miti di fronte allo scandalo della fame usata come arma di sterminio di massa…”. Molti i passanti che si sono fermati ad ascoltare, richiamati dal suono rumoroso del cacerolazo, dai cori inneggianti la liberazione della Palestina e dallo sventolìo delle bandiere  palestinesi e delle kefiah. Lo stesso scenario che ha colto di sorpresa e inaspettatamente il pubblico del Teatro Massimo, all’uscita dello spettacolo. Intorno alle 23 l’iniziativa si è avviata alla conclusione. Nei cuori e nelle menti rimane intenso e dolente il senso di impotenza “di fronte all’enormità di quel campo di concentramento in cui Israele ha trasformato Gaza”, ma decisa e determinata è la volontà di rompere il muro del silenzio di morte per liberare la verità e scuotere la coscienza collettiva. Redazione Palermo