
Trieste, richiedenti asilo senza accoglienza e sotto sgombero
Progetto Melting Pot Europa - Friday, August 22, 2025Trieste si trova ancora una volta al centro di una crisi umanitaria legata alla non gestione dei richiedenti asilo e alla violazione dei loro diritti fondamentali. Dopo la conferenza stampa del 5 agosto, le organizzazioni solidali – Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS), Diaconia Valdese, International Rescue Committee (IRC), Linea d’Ombra Odv, No Name Kitchen, Fondazione Luchetta e ResQ – hanno diffuso nuovi dati che fotografano un ulteriore peggioramento della situazione.
Nelle ultime settimane sono iniziati allontanamenti forzati nell’androne accanto all’ingresso del Porto Vecchio, dove circa un centinaio di persone senza un posto in accoglienza trovano riparo per la notte. Gli interventi, affidati alla ditta Italspurghi, hanno incluso il sequestro di beni essenziali come coperte, sacchi a pelo e persino scarpe.
«Si tratta di una pratica vessatoria e inaccettabile in uno Stato di diritto – denunciano le organizzazioni – e per questo la condanniamo con forza».
Per contrastare quella che definiscono una «deriva repressiva», le realtà solidali hanno avviato presidi quotidiani a partire dalle 7 del mattino nell’androne del Porto Vecchio, con l’obiettivo di impedire che simili scenari si ripetano. E proprio nel giorno dei sequestri, sono arrivate in città decine di coperte donate da altre comunità solidali: «Un segno che, dinanzi alla violenza istituzionale, la solidarietà non si spegne».
Secondo i dati diffusi, sono almeno 113 le persone richiedenti asilo abbandonate in strada in attesa di accoglienza. Circa la metà attende da tre settimane, nonostante le continue segnalazioni alla Prefettura. Solo ieri sono stati trasferiti quattro nuclei familiari – due dei quali con minori – che fino a quel momento avevano evitato di dormire in strada solo grazie all’intervento delle associazioni, che avevano reperito posti nei dormitori di emergenza.
Tra chi resta ancora senza riparo si registrano numerosi casi di vulnerabilità: persone con problemi di salute non curati e aggravati dall’impossibilità di accedere a un ricovero notturno.
A ciò si aggiunge un ulteriore problema: i tempi di registrazione della domanda d’asilo in Questura, che dopo una breve riduzione a luglio, sono tornati a dilatarsi. «Molti vengono respinti con motivazioni poco trasparenti e questo significa che non possono accedere né all’accoglienza né a un’assistenza sanitaria adeguata», spiegano le associazioni.
Sul fronte dei trasferimenti, nel mese di agosto ne è stato organizzato uno a settimana, ciascuno da 60 persone: un numero ritenuto insufficiente, soprattutto in un periodo tradizionalmente segnato da un aumento degli arrivi.
Le organizzazioni ricordano che il diritto dell’Unione Europea non ammette eccezioni: «La recente sentenza della Corte di Giustizia (C-97/24 del 1° agosto 2025) lo conferma: i richiedenti asilo hanno sempre diritto a un’accoglienza. In caso di carenza di posti, lo Stato deve attivare immediatamente strutture provvisorie, anche in collaborazione con i Comuni, nel rispetto del principio di leale collaborazione tra istituzioni».

Alla luce di questo quadro, la richiesta alle istituzioni è perentoria: «Chiediamo la sospensione immediata degli allontanamenti e dei sequestri, l’accesso all’accoglienza per tutti, l’aumento dei trasferimenti e l’attivazione di una struttura ad alta rotazione per le persone oggi abbandonate in strada».
Infine, l’appello alla comunità: «Sostenete i presidi di solidarietà ogni mattina alle 7 nell’androne del Porto Vecchio, contribuite alla raccolta fondi e di beni organizzata dalla Fondazione Luchetta e continuate a supportare Linea d’ombra, che ogni giorno si prende cura delle persone migranti».