TORINO:”DALLA STRAGE ALLA THYSSEN 18 ANNI DI MORTI SUL LAVORO”. PRESIDIO ALLA SEDE REGIONALE DELL’ISPETTORATO SUL LAVORO
Questa mattina, sabato 6 dicembre, si è tenuto un presidio sotto l’Ispettorato
Nazionale del Lavoro in via Arcivescovado 9 a Torino “contro le morti sul
lavoro, contro la precarietà che uccide, contro gli appalti che fanno profitti
sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici”. Il presidio cade a 18 anni
dalla strage operaia alla fabbrica Thyssen del dicembre 2007 ed è stato
organizzato da Cub – Usb – SI Cobas – Le radici del sindacato alternativa Cgil –
Medicina Democratica – Lavoro e Salute – Sinistra Anticapitalista – Partito
Comunista dei Lavoratori – Partito Rifondazione Comunista – Partito Comunista
Italiano – Potere al Popolo.
Proprio in queste ore sono stati diffusi i dati Censis sulla sicurezza sul
lavoro. Nel 2024 sono stati denunciati 518.497 infortuni sul lavoro in Italia,
22 ogni 1.000 occupati, con 1.191 esiti mortali. Negli ultimi dieci anni gli
occupati sono aumentati del 9,2% e gli infortuni diminuiti del 10,7%, ma quelli
mortali sono in lieve aumento (+0,8%). Nel primo semestre 2025, gli infortuni
mortali sono aumentati del 7,1%, arrivando a 495 casi. Le malattie professionali
sono state 88.384 nel 2024, un dato in crescita del 54,1% nell’ultimo decennio.
Il genere è un fattore di rischio primario, con il 92,0% dei morti sul lavoro di
sesso maschile. I lavoratori stranieri e i giovani sono più esposti: gli
stranieri, che sono il 10,5% degli occupati, hanno subito il 23,0% di tutti gli
infortuni; i giovani 15-24enni, il 4,8% degli occupati, hanno registrato il
12,0% degli infortuni.
Nel comunicato diffuso dagli organizzatori si legge: “Da quel dicembre 2007 poco
è cambiato: ogni giorno muoiono 4 lavoratori in servizio,1276 nel 2025 e
centinaia di migliaia sono coinvolti in infortuni e malattie professionali
collegati al lavoro. E in questi anni molto è peggiorato in conseguenza della
precarietà dilagante e dell’espandersi degli appalti in tutti i settori,
compresi quelli pubblici. Non sono fatalità, sono la scelta dell’economia
capitalista che accetta di sacrificare vite pur di non rispettare diritti, di
spendere in protezione e formazione, di regolarizzare i dipendenti. Ad essere
colpiti sono soprattutto gli anziani, spesso costretti a lavorare
dall’allungamento dell’età pensionabile, i giovani, i migranti e le donne,
spesso irregolari o precari, fino ad arrivare ai giovanissimi studenti morti in
alternanza scuola-lavoro. Muoiono come in guerra dove gli uomini e le donne sono
un elemento secondario”.
Si chiede quindi una legislazione più stringente sulla sicurezza e una legge sul
reato di omicidio sul lavoro per colpire duramente le responsabilità di aziende
e appaltatori negli incidenti sul lavoro. Inoltre di dare piu’ potere di
intervento ad RLS e rappresentanze sindacali sulla sicurezza nei luoghi di
lavoro e di potenziamo le strutture di controllo dell’ispettorato del lavoro,
delle asl e degli organismi di vigilanza sulla sicurezza del lavoro.
Dal presidio Lorenzo Giustolisi esecutivo nazionale USB Ascolta o scarica