Source - Ancora in Marcia!

Rivista autogestita dai Macchinisti italiani dal 1908

LA GIORNATA LAVORATIVA TROPPO LUNGA È CAUSA DI STROKE
Sul quotidiano on line degli infermieri, www.nurse24.it, è stato qualche anno fa pubblicato un articolo di Silvia Stabellini, infermiera, dal titolo “Rischio stroke correlato all’orario prolungato di lavoro”. L’autrice faceva riferimento a uno studio, pubblicato sull’American Heart Journal, il quale riportava che “l’attività lavorativa che supera le 10 ore al giorno condotta per almeno 50 giorni all’anno rappresenta un potenziale fattore di rischio per lo stroke”. Dai dati scientifici emergeva come la giornata lavorativa troppo lunga (Long Working Hours, LHW), possa essere causa di ictus. Infatti “Sono stati condotti altri studi sulla relazione diretta o indiretta delle condizioni di lavoro sull’aumento del rischio di stroke, aritmie cardiache o coagulopatie in soggetti in LWH e viene sottolineato che turni irregolari, lavoro notturno e lavori particolarmente stressanti (fisicamente e mentalmente) non sono condizioni lavorative salutari.” Nell’articolo Silvia Stabellini cita poi l’esempio della propria professione, spiegando che da CCNL per gli infermieri è prevista una giornata lavorativa lunga fino a 12 ore e 30 minuti, e già di per sé questo è un elemento gravoso, senza contare altri elementi di disagio quali i turni, il lavoro notturno e lo stress lavorativo. Le giuste osservazioni dell’autrice mi sembrano analogamente riferibili alle mansioni ferroviarie di macchinista, capotreno e TPT cargo i quali, da contratto, hanno prestazioni lavorative fino a 10 ore (11 per i macchinisti dei treni merci), alle quali si devono poi sommare, tanto per citare i principali fattori di gravosità, l’aciclicità dei turni, il lavoro notturno, il riposo di sole 7 ore in caso di servizi con RFR, la solitudine lavorativa da quando è stato introdotto l’agente solo alla guida. Su tutti questi fattori sarebbe necessario intervenire, per evitare che la pesantezza del lavoro vada ad intaccare la salute dei lavoratori, come invece sta purtroppo accadendo: lo dimostra la scia dei 175 macchinisti prematuramente scomparsi per malattie dal 2015 ad oggi. Fonte: https://www.nurse24.it/dossier/ictus/rischio-stroke-correlato-orario-prolungato-lavoro.html L'articolo LA GIORNATA LAVORATIVA TROPPO LUNGA È CAUSA DI STROKE proviene da Ancora in Marcia!.
SONNO E STANCHEZZA, FARE PREVENZIONE PRIMA CHE CAPITINO GLI INFORTUNI: Da un articolo sulla condizione dei turnisti svizzeri alcuni spunti di riflessione per la normativa di lavoro di noi macchinisti.
Sonno, stanchezza, salute e lavoro: quale correlazione c’è tra questi elementi e quale dovrebbe essere il corretto approccio del datore di lavoro? La Rivista svizzera della Commissione federale di coordinamento per la sicurezza sul lavoro (CFSL, www.prevenzione-in-ufficio.ch) ha affrontato questo argomento con un articolo di qualche anno fa (25 ottobre 2019) di Reto Etterli, psicologo del lavoro, dal titolo “Stanchezza: un rischio sottovalutato per la sicurezza, la salute e l’economia.” Il primo dato riportato è che “un adulto su tre in Svizzera soffre di disturbi del sonno.” Inoltre “gli infortuni e le assenze per malattia sono più frequenti per i collaboratori con deficit di sonno e anche il loro rendimento è inferiore. Chi lavora di notte o a turni è particolarmente svantaggiato.” L’articolista cita una ricerca scientifica del 2015 dalla quale è emerso che “per le persone che dormono male o poco, il rischio di infortunio sul lavoro e nel tempo libero è quasi due volte superiore al normale. Basti pensare che un infortunio professionale su cinque è dovuto a disturbi del sonno e si presume che la percentuale sia analoga per gli infortuni nel tempo libero.” Viene inoltre evidenziata un’analogia tra il dormire poco e l’essere sotto l’effetto di sostanza alcoliche, al punto che “La carenza di sonno … altera il nostro comportamento nelle situazioni di rischio al pari dell’alcol.” A questo punto viene naturale fare un collegamento con le norme del lavoro dei macchinisti italiani, che prevedono controlli periodici a sorpresa per verificare l’eventuale uso di alcool: perché non vengono effettuati controllo anche per vedere se c’è carenza di sonno, visto che, dati alla mano, gli effetti sono analoghi? Dormire poco non ha solo conseguenze sul come si lavora, ma a lungo termine anche sulla salute del lavoratore, in quanto “I disturbi cronici del sonno riducono l’aspettativa di vita”. Ma quale è l’approccio delle imprese al problema? Etterli osserva che “Tutti i datori di lavoro vorrebbero avere collaboratori attenti alla sicurezza, sani ed efficienti. Questo comporta, tra l’altro, che siano riposati. Conviene quindi investire nella loro salute, sensibilizzarli a una corretta igiene del sonno e creare condizioni di lavoro che non causino notti insonni.” L’articolo cita quindi l’esempio di alcune imprese “virtuose” che “hanno capito l’importanza di collaboratori riposati”, anche multinazionali, e mettono in atto iniziative conseguenti. Sarebbe una cosa buona se anche le imprese ferroviarie seguissero questi esempi positivi, anzi la condizione ottimale sarebbe che il ministero dei trasporti italiano e l’ANSFISA, al fine di garantire che la circolazione dei treni avvenga in sicurezza, intervenissero anche su queste tematiche. Sarebbe quindi opportuno istituire l’obbligatorietà, da parte di tutte le imprese ferroviarie operanti nel nostro Paese, di monitorare periodicamente lo stato di stanchezza ed eventuale carenza di sonno dei propri dipendenti impegnati in mansioni connesse con la sicurezza dell’esercizio. L'articolo SONNO E STANCHEZZA, FARE PREVENZIONE PRIMA CHE CAPITINO GLI INFORTUNI: Da un articolo sulla condizione dei turnisti svizzeri alcuni spunti di riflessione per la normativa di lavoro di noi macchinisti. proviene da Ancora in Marcia!.
Vincenzo non è più tra noi
Siamo rimasti sconvolti per l’ennesima notizia di un macchinista deceduto: abbiamo quasi raggiunto la drammatica cifra di 180 colleghi scomparsi prematuramente negli ultimi dieci anni. Ci ha lasciato Vincenzo Esercizio, macchinista di Milano Mercitalia, all’età di 54 anni. Era un collega stimato, da molti considerato un amico. Non possiamo fare nulla per alleviare il dolore dei familiari e degli amici di Vincenzo, se non stringerci a loro in un abbraccio e diffondere la notizia della raccolta fondi promossa dai colleghi di Milano Smistamento a favore della figlia Asia. Chi volesse contribuire può effettuare un versamento utilizzando i seguenti dati: IBAN IT74G36772223000EM000159985 DESTINATARIO ROSIELLO LIBERATO (causale sostegno figlia Vincenzo) L'articolo Vincenzo non è più tra noi proviene da Ancora in Marcia!.
Bloccare il genocidio, non la Flotilla. Sciopero!
A seguito del blocco delle navi della Global Sumud Flotilla, messo in atto ieri sera dalla marina israeliana, USB, CUB, SGB e CGIL hanno proclamato lo sciopero generale, sovrapponendolo a quello già in calendario di SI Cobas, che per il personale ferroviario è previsto dalle 0.01 alle 21.00 di domani 3 ottobre 2025. Visto il grave atto compiuto da Israele, che si aggiunge al genocidio in atto contro il popolo palestinese (al Jazeera, citando fonti ospedaliere, ha dato notizia di altri 11 palestinesi uccisi questa mattina, tra i quali un bambino ucciso da un drone), riteniamo indispensabile che tutti i lavoratori italiani aderiscano in massa all’agitazione, come messaggio universale di pace. La Redazione L'articolo Bloccare il genocidio, non la Flotilla. Sciopero! proviene da Ancora in Marcia!.
Il treno della Pace non si ferma
> Comunicato stampa > dell’Associazione Augusto Castrucci > Diffidati da Fondazione FS per aver associato al treno a vapore, durante la > festa nazionale dei macchinisti e dei ferrovieri, i simboli della pace, della > resistenza e per i richiami alla Costituzione. In ferrovia tutti i treni hanno un numero od un nome. Quello fatto venerdì 26 da Firenze a Pistoia organizzato da macchinisti ed ex macchinisti con una vecchia macchina a vapore lo avevano chiamato un “Treno per la Pace e la difesa della Costituzione”. Già questo nome non era piaciuto alle F.S. e più precisamente alla “Fondazione Ferrovie dello Stato” che avevano precisato che “deve essere preventivamente autorizzata, pena la sospensione dell’attività”. Sicuramente la locandina di Ancora In Marcia con i colori della Palestina, con quella denominazione e con l’annuncio del coro “Bella Ciao” non era piaciuta alle F.S. e per questo i macchinisti avevano provveduto a cambiare la locandina con colori ed elementi più neutri (anche se il treno è pagato profumatamente dai macchinisti). Erano seguite altre email della fondazione che prendeva atto della “nuova evoluzione positiva della locandina dalla precedente” e che avrebbero avvisato comunque la security delle F.S.. Abbiamo visto infatti la presenza della security ma, come gli anni precedenti, prima della partenza del treno alcuni partecipanti con il festoso consenso dei presenti (senza che alcuno facesse osservazione) sono state esposte sul frontale della vecchia locomotiva, le bandiere della pace, della Palestina e dell’ANPI, subito rimosse prima della partenza del treno. Il treno con più di 300 partecipanti, venuti da tutta Italia, per Pistoia dove al dopolavoro ferroviario fra suoni e canti e premi si è svolta la festa. La sera però ci è stata subito inviata dalla Fondazione F.S. una mail con una diffida a mandare le foto ai media locali e regionali e “che è definitivamente sospesa ogni forma di collaborazione con la nostra associazione” e che “gli uffici competenti valuteranno eventuali azioni legali a tutela della fondazione F.S.”. Pronta la risposta della presidente dell’associazione Augusto Castrucci, Cristina Cabassi, che, pur assente alla iniziativa per malattia si è dichiarata “orgogliosa che nella sua ferrovia, nella quale ha dedicato 40 anni di lavoro, possano aver ospitato un simbolo della resistenza e della pace”. Potremmo chiudere qui la cronaca del comunicato, ma desideriamo informare i cittadini e ricordare ai dirigenti della fondazione arrivati da poco, che la locomotiva a vapore e i treni storici ci sono perché i macchinisti ne posero l’esigenza individuando una buona locomotiva a vapore (740-425) nel lontano deposito di Modica, richiesta avanzata e sollecitata dal loro rappresentante sindacale Gallori al presidente Necci e al ministro Bernini e trasportata a Firenze con l’autorizzazione del responsabile delle locomotive a vapore Vannucchi Roberto. Per anni i macchinisti volontari hanno accudito gratuitamente la macchina a vapore (con l’aiuto di alcuni amatori come Don Enrico Chiavacci e l’Avo Neri Baldi, figlio del macchinista Berti) per la creazione di una area museale in quella città. Per queste ragioni il treno a vapore veniva dato nei primi 10 anni gratis ai macchinisti. Oggi le cose sono cambiate, è nata l’istituzione della fondazione e sono stati nominati dirigenti e ne prendiamo atto (e paghiamo saporitamente il treno), ma non crediamo che per aver esposto la bandiera della pace, dell’ANPI e della Palestina prima della partenza del treno abbia offeso l’immagine e la reputazione di quella nostra ferrovia a cui gli organizzatori hanno dato lo la vita lavorativa. Per info: Ezio Gallori 338 605 8383 L’associazione dei Macchinisti Augusto Castrucci SCARICA IL COMUNICATO L'articolo Il treno della Pace non si ferma proviene da Ancora in Marcia!.
Il treno della Pace non si ferma
> Comunicato stampa > dell’Associazione Augusto Castrucci > Diffidati da Fondazione FS per aver associato al treno a vapore, durante la > festa dei macchinisti e dei ferrovieri, i simboli della pace, della resistenza > e per i richiami alla Costituzione. In ferrovia tutti i treni hanno un numero od un nome. Quello fatto venerdì 26 da Firenze a Pistoia organizzato da macchinisti ed ex macchinisti con una vecchia macchina a vapore lo avevano chiamato un “Treno per la Pace e la difesa della Costituzione”. Già questo nome non era piaciuto alle F.S. e più precisamente alla “Fondazione Ferrovie dello Stato” che avevano precisato che “deve essere preventivamente autorizzata, pena la sospensione dell’attività”. Sicuramente la locandina di Ancora In Marcia con i colori della Palestina, con quella denominazione e con l’annuncio del coro “Bella Ciao” non era piaciuta alle F.S. e per questo i macchinisti avevano provveduto a cambiare la locandina con colori ed elementi più neutri (anche se il treno è pagato profumatamente dai macchinisti). Erano seguite altre email della fondazione che prendeva atto della “nuova evoluzione positiva della locandina dalla precedente” e che avrebbero avvisato comunque la security delle F.S.. Abbiamo visto infatti la presenza della security ma, come gli anni precedenti, prima della partenza del treno alcuni partecipanti con il festoso consenso dei presenti (senza che alcuno facesse osservazione) sono state esposte sul frontale della vecchia locomotiva, le bandiere della pace, della Palestina e dell’ANPI, subito rimosse prima della partenza del treno. Il treno con più di 300 partecipanti, venuti da tutta Italia, per Pistoia dove al dopolavoro ferroviario fra suoni e canti e premi si è svolta la festa. La sera però ci è stata subito inviata dalla Fondazione F.S. una mail con una diffida a mandare le foto ai media locali e regionali e “che è definitivamente sospesa ogni forma di collaborazione con la nostra associazione” e che “gli uffici competenti valuteranno eventuali azioni legali a tutela della fondazione F.S.”. Pronta la risposta della presidente dell’associazione Augusto Castrucci, Cristina Cabassi, che, pur assente alla iniziativa per malattia si è dichiarata “orgogliosa che nella sua ferrovia, nella quale ha dedicato 40 anni di lavoro, possano aver ospitato un simbolo della resistenza e della pace”. Potremmo chiudere qui la cronaca del comunicato, ma desideriamo informare i cittadini e ricordare ai dirigenti della fondazione arrivati da poco, che la locomotiva a vapore e i treni storici ci sono perché i macchinisti ne posero l’esigenza individuando una buona locomotiva a vapore (740-425) nel lontano deposito di Modica, richiesta avanzata e sollecitata dal loro rappresentante sindacale Gallori al presidente Necci e al ministro Bernini e trasportata a Firenze con l’autorizzazione del responsabile delle locomotive a vapore Vannucchi Roberto. Per anni i macchinisti volontari hanno accudito gratuitamente la macchina a vapore (con l’aiuto di alcuni amatori come Don Enrico Chiavacci e l’Avo Neri Baldi, figlio del macchinista Berti) per la creazione di una area museale in quella città. Per queste ragioni il treno a vapore veniva dato nei primi 10 anni gratis ai macchinisti. Oggi le cose sono cambiate, è nata l’istituzione della fondazione e sono stati nominati dirigenti e ne prendiamo atto (e paghiamo saporitamente il treno), ma non crediamo che per aver esposto la bandiera della pace, dell’ANPI e della Palestina prima della partenza del treno abbia offeso l’immagine e la reputazione di quella nostra ferrovia a cui gli organizzatori hanno dato lo la vita lavorativa. Per info Ezio Gallori 338 605 8383 L’associazione dei Macchinisti Augusto Castrucci L'articolo Il treno della Pace non si ferma proviene da Ancora in Marcia!.
Ancora in Marcia n° 6-2025
in questo numero… * Dopo il SI al referendum che fare; * Assemblea Nazionale PdM/PdB, quale futuro?; * L’altra faccia dell’azienda felice; * Il costo dei contratti scaduti; * Brandizzo, per la procura è omicidio e disastro colposo; * MIR, la sintesi della normativa col nuovo CCNL; * Ferrovie di guerra; * AIM dalla parte di Francesca Albanese; * Macchinisti, solitudine e monotonia; * Zona Maestro, allegato tecnico di 4 pag. > ↓SCARICA UN ESTRATTO DI QUESTO NUMERO↓     …E IL 26 SETTEMBRE TUTTI ALLA FESTA DEL FERROVIERE A PISTOIA! PRENOTATE SCRIVENDO A: AMMINISTRAZIONE@INMARCIA.ORG   Ricorda: SOSTIENICI! E se credi nei valori che portiamo avanti COLLABORA CON NOI Il tuo giornale ha bisogno di te! L'articolo Ancora in Marcia n° 6-2025 proviene da Ancora in Marcia!.