Source - Radio Blackout - Podcast

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«Chinga la migra». Note dalla guerra civile statunitense.@1
2.3_1.12.25 Collaborazione tra Happy Hour e Ghigliottina (Radio Neanderthal, Napoli), questo approfondimento tratta delle recenti rivolte contro l’I.C.E. negli Stati Uniti, che oggi stanno incendiando Chicago, Minneapolis e Charlotte. L’I.C.E. (Immigration and Customs Enforcement), anche detta la migra, è la polizia anti-immigrazione creata dall’Homeland Security Act del 2002, dopo l’11 settembre, le cui retate oggi altamente spettacolarizzate hanno fatto sparire, nella sola Chicago, oltre 3.000 persone dall’inizio dell’operazione “Midway Blitz” a settembre. E’ la guerra civile mondiale a riflettersi nella guerra civile interna agli Stati Uniti, dove la violenza poliziesca cerca di disarticolare le reti di solidarietà popolare entrando al loro interno. I poliziotti dell’I.C.E. vengono infatti reclutati e profumatamente pagati all’interno delle stesse realtà latine, afrodiscendenti e asiatiche che vengono colpite: è per questo che indossano passamontagna per non essere riconosciuti durante le retate, che avvengono spesso senza mandato e con mezzi privi di targhe. Un immaginario, questo, che spesso viene associato alle pratiche dei paramilitari o dei cartelli, ma che invece esemplifica ciò che è stato lucidamente espresso oltre trent’anni fa, ovvero che « non solo Stato e Mafia si alimentano mutuamente, ma che lo spettacolo dello Stato si manifesta in modi squisitamente mafiosi » (Intorno al drago. La droga e il suo spettacolo sociale, AAVV, 1990). Il contesto statunitense si presta a parallelismi con quanto accade qui, dove pure la detenzione amministrativa è arma di guerra ormai spogliata di qualunque orpello, e dove la “guerra ai migranti” si intreccia con quella al “terrore”, dal 7 ottobre in modo sfacciato, come dimostrano il caso di Seif a Roma, di Mansour a L’Aquila, di Ahmad a Campobasso e dell’imam Mohamed a Torino. Questa guerra è europea, globale, come dimostra anche il caso di Abdulrahman al-Khalidi, dissidente saudita oggi da 1500 giorni in detenzione amministrativa a Sofia (Bulgaria), per volontà dell’Agenzia di Stato per la sicurezza nazionale bulgara, contraria persino ai pareri tribunalizi, e su richiesta del regime saudita, forse in cambio di favori energetici al cane da guardia delle frontiere europee. Con due compagne da El Paso (Texas) e Denver (Colorado) tracciamo un breve resoconto delle lotte contro la migra nel ventre della bestia, dall’utilizzo della paura come arma di controllo, alla centralità delle tecnologie che svelano la continuità tra diversi fronti di guerra, dalla Cisgiordania a Chigaco; dall’indeterminatezza degli attacchi polizieschi, dove la “guerra ai migranti” si sovrappone a quella al “terrore”, alle pratiche di autodifesa popolare, che dalla testimonianza sono passate alla rivolta, e al blocco di snodi strategici per la macchina delle deportazioni affiancano l’organizzazione di reti di prossimità in grado di attaccare la violenza statale a partire dagli spazi di vita quotidiana, in forme estranee alla grammatica politica della destra e della sinistra. Canzoni: Body Count, Cop Killer Residente y Ibeyi, This is Not America Krudas Cubensi, Emigrar Chico Trujillo, Reina de todas las fiestas
«Chinga la migra». Note dalla guerra civile statunitense.@0
2.3_1.12.25 Collaborazione tra Happy Hour e Ghigliottina (Radio Neanderthal, Napoli), questo approfondimento tratta delle recenti rivolte contro l’I.C.E. negli Stati Uniti, che oggi stanno incendiando Chicago, Minneapolis e Charlotte. L’I.C.E. (Immigration and Customs Enforcement), anche detta la migra, è la polizia anti-immigrazione creata dall’Homeland Security Act del 2002, dopo l’11 settembre, le cui retate oggi altamente spettacolarizzate hanno fatto sparire, nella sola Chicago, oltre 3.000 persone dall’inizio dell’operazione “Midway Blitz” a settembre. E’ la guerra civile mondiale a riflettersi nella guerra civile interna agli Stati Uniti, dove la violenza poliziesca cerca di disarticolare le reti di solidarietà popolare entrando al loro interno. I poliziotti dell’I.C.E. vengono infatti reclutati e profumatamente pagati all’interno delle stesse realtà latine, afrodiscendenti e asiatiche che vengono colpite: è per questo che indossano passamontagna per non essere riconosciuti durante le retate, che avvengono spesso senza mandato e con mezzi privi di targhe. Un immaginario, questo, che spesso viene associato alle pratiche dei paramilitari o dei cartelli, ma che invece esemplifica ciò che è stato lucidamente espresso oltre trent’anni fa, ovvero che « non solo Stato e Mafia si alimentano mutuamente, ma che lo spettacolo dello Stato si manifesta in modi squisitamente mafiosi » (Intorno al drago. La droga e il suo spettacolo sociale, AAVV, 1990). Il contesto statunitense si presta a parallelismi con quanto accade qui, dove pure la detenzione amministrativa è arma di guerra ormai spogliata di qualunque orpello, e dove la “guerra ai migranti” si intreccia con quella al “terrore”, dal 7 ottobre in modo sfacciato, come dimostrano il caso di Seif a Roma, di Mansour a L’Aquila, di Ahmad a Campobasso e dell’imam Mohamed a Torino. Questa guerra è europea, globale, come dimostra anche il caso di Abdulrahman al-Khalidi, dissidente saudita oggi da 1500 giorni in detenzione amministrativa a Sofia (Bulgaria), per volontà dell’Agenzia di Stato per la sicurezza nazionale bulgara, contraria persino ai pareri tribunalizi, e su richiesta del regime saudita, forse in cambio di favori energetici al cane da guardia delle frontiere europee. Con due compagne da El Paso (Texas) e Denver (Colorado) tracciamo un breve resoconto delle lotte contro la migra nel ventre della bestia, dall’utilizzo della paura come arma di controllo, alla centralità delle tecnologie che svelano la continuità tra diversi fronti di guerra, dalla Cisgiordania a Chigaco; dall’indeterminatezza degli attacchi polizieschi, dove la “guerra ai migranti” si sovrappone a quella al “terrore”, alle pratiche di autodifesa popolare, che dalla testimonianza sono passate alla rivolta, e al blocco di snodi strategici per la macchina delle deportazioni affiancano l’organizzazione di reti di prossimità in grado di attaccare la violenza statale a partire dagli spazi di vita quotidiana, in forme estranee alla grammatica politica della destra e della sinistra. Canzoni: Body Count, Cop Killer Residente y Ibeyi, This is Not America Krudas Cubensi, Emigrar Chico Trujillo, Reina de todas las fiestas
27_11_25 – LAVORI NELL’ ALBERGO – Saxophone edit with De$h
“Strategia Integrata per la Salute Artica: Benessere Accessibile, Governance Nutrizionale, Equilibrio Sociale” Premessa Nel contesto delle sfide contemporanee che affliggono le regioni artiche norvegesi — tra isolamento logistico, pressione economica e vulnerabilità sanitaria — è necessario un piano d’intervento pragmatico, multisettoriale e ad alto impatto. -------------------------------------------------------------------------------- Obiettivi Operativi * Ottimizzazione del costo delle sostanze ad alta richiesta energetica Riduzione controllata dei prezzi di stimolanti ad uso ricreativo e funzionale, in un quadro di regolazione intelligente, per contrastare il mercato nero e favorire l’autogestione consapevole. * Sovvenzione strategica ai prodotti ortofrutticoli ad alta densità nutrizionale In particolare, abbattimento dei costi di distribuzione e consumo dei peperoni, alimento chiave per la transizione verso diete equilibrate e sostenibili. * Riduzione dell’incidenza dell’obesità nelle zone artiche Attraverso politiche di accesso alimentare, educazione nutrizionale e incentivi al consumo consapevole. * Abbattimento progressivo della spesa sanitaria pubblica Grazie alla prevenzione attiva, alla riduzione delle patologie metaboliche e alla promozione di stili di vita resilienti. -------------------------------------------------------------------------------- POR UN MUNDO MEJOR Visione Una Norvegia artica più leggera, più lucida, più libera. Dove la salute non è un privilegio, ma una piattaforma di cittadinanza. Dove il peperone è un diritto, e la velocità una scelta consapevole. -------------------------------------------------------------------------------- Francesco79 per Honningsvåg “Governare il Nord significa metabolizzare il futuro.”
Puntata del 25/11/2025@1
Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Federico Giusti delegato della CUB e della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-Pisa sulla conferenza stampa del 26/11/2025: “Ferrovieri contro la guerra, Coordinamento Antimilitarista Livornese, Cub Pisa danno appuntamento alle realtà contro la guerra e la militarizzazione dei territori, ai sindacati promotori dello sciopero generale del 28 Novembre per una conferenza stampa che si terrà Mercoledi’ 26\11 alle ore 15 in piazza della Stazione di Pisa (davanti alla fontana). Nella occasione parleremo di quanto sta avvenendo sulla linea ferroviaria Pisa-Livorno e in merito al potenziamento della base militare di Camp Darby per il trasporto di armi e munizioni anche a seguito della discussione avvenuta in Consiglio comunale a Pisa lo scorso 13 Novembre con la interpellanza di Diritti in Comune.” Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo Giustolisi dell’esecutivo nazionale confederale USB sullo sciopero generale del 28/11/2025: “Lo sciopero generale del 28 novembre sarà un’importante giornata di lotta contro la finanziaria di guerra del Governo Meloni: in decine di città in tutto il Paese si stanno preparando le mobilitazioni contro i tagli e le politiche del riarmo, per la fine dei rapporti con lo stato israeliano e del genocidio in Palestina, per i salari e le pensioni” A Torino l’appuntamento è alle ore 10 Piazza XVIII Dicembre Federico ci ha ricordato anche l’impegno che l’USB sta cercando di portare per far confluire tutte le realtà sindacali e politiche alla manifestazione nazionale a Roma che partirà da Porta San Paolo alle ore 14:00 il 29/11/2025 e che: Hai diritto di scioperare! Il 28 Novembre 2025 è stato proclamato Sciopero Generale da USB – Unione Sindacale di Base. Nessun obbligo di preavviso. Nessuna sanzione possibile. Sciopero legittimo ai sensi della L.146/90. Qualsiasi provvedimento disciplinare è nullo. Se lavori nei servizi essenziali (sanità, porti, aeroporti, stazioni, scuola) contatta il delegatə sul posto di lavoro per avere tutte le informazioni. Difendi i tuoi diritti, sciopera con noi! Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della serata è stato nuovamente quello dello sciopero generale. Abbiamo voluto sentire il punto di vista del SiCobas, intervistando Fabio, esponente della sezione torinese del sindacato di base, per farci illustrare le principali motivazioni per intraprendere questo doppio appuntamento nel fine settimana del 28 e 29 novembre di sciopero e mobilitazioni. Infatti oltre alla piazza nazionale a Roma, si terrà anche un appuntamento a Milano sabato 29 in risposta all’ ultima finanziaria del governo Meloni, in solidarietà alla alla resistenza palestinese contro la corsa al riarmo e l’economia di guerra. Obbligatorio è stato anche il passaggio sulla paradigmatica vicenda che ha visto protagonista l’Imam di Torino Mohamed Shahin e l’iniziativa di una mobilitazione permanente per chiedere la sua liberazione. Buon ascolto
Puntata del 25/11/2025@0
Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Federico Giusti delegato della CUB e della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-Pisa sulla conferenza stampa del 26/11/2025: “Ferrovieri contro la guerra, Coordinamento Antimilitarista Livornese, Cub Pisa danno appuntamento alle realtà contro la guerra e la militarizzazione dei territori, ai sindacati promotori dello sciopero generale del 28 Novembre per una conferenza stampa che si terrà Mercoledi’ 26\11 alle ore 15 in piazza della Stazione di Pisa (davanti alla fontana). Nella occasione parleremo di quanto sta avvenendo sulla linea ferroviaria Pisa-Livorno e in merito al potenziamento della base militare di Camp Darby per il trasporto di armi e munizioni anche a seguito della discussione avvenuta in Consiglio comunale a Pisa lo scorso 13 Novembre con la interpellanza di Diritti in Comune.” Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo Giustolisi dell’esecutivo nazionale confederale USB sullo sciopero generale del 28/11/2025: “Lo sciopero generale del 28 novembre sarà un’importante giornata di lotta contro la finanziaria di guerra del Governo Meloni: in decine di città in tutto il Paese si stanno preparando le mobilitazioni contro i tagli e le politiche del riarmo, per la fine dei rapporti con lo stato israeliano e del genocidio in Palestina, per i salari e le pensioni” A Torino l’appuntamento è alle ore 10 Piazza XVIII Dicembre Federico ci ha ricordato anche l’impegno che l’USB sta cercando di portare per far confluire tutte le realtà sindacali e politiche alla manifestazione nazionale a Roma che partirà da Porta San Paolo alle ore 14:00 il 29/11/2025 e che: Hai diritto di scioperare! Il 28 Novembre 2025 è stato proclamato Sciopero Generale da USB – Unione Sindacale di Base. Nessun obbligo di preavviso. Nessuna sanzione possibile. Sciopero legittimo ai sensi della L.146/90. Qualsiasi provvedimento disciplinare è nullo. Se lavori nei servizi essenziali (sanità, porti, aeroporti, stazioni, scuola) contatta il delegatə sul posto di lavoro per avere tutte le informazioni. Difendi i tuoi diritti, sciopera con noi! Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della serata è stato nuovamente quello dello sciopero generale. Abbiamo voluto sentire il punto di vista del SiCobas, intervistando Fabio, esponente della sezione torinese del sindacato di base, per farci illustrare le principali motivazioni per intraprendere questo doppio appuntamento nel fine settimana del 28 e 29 novembre di sciopero e mobilitazioni. Infatti oltre alla piazza nazionale a Roma, si terrà anche un appuntamento a Milano sabato 29 in risposta all’ ultima finanziaria del governo Meloni, in solidarietà alla alla resistenza palestinese contro la corsa al riarmo e l’economia di guerra. Obbligatorio è stato anche il passaggio sulla paradigmatica vicenda che ha visto protagonista l’Imam di Torino Mohamed Shahin e l’iniziativa di una mobilitazione permanente per chiedere la sua liberazione. Buon ascolto
Puntata del 25/11/2025@2
Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Federico Giusti delegato della CUB e della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-Pisa sulla conferenza stampa del 26/11/2025: “Ferrovieri contro la guerra, Coordinamento Antimilitarista Livornese, Cub Pisa danno appuntamento alle realtà contro la guerra e la militarizzazione dei territori, ai sindacati promotori dello sciopero generale del 28 Novembre per una conferenza stampa che si terrà Mercoledi’ 26\11 alle ore 15 in piazza della Stazione di Pisa (davanti alla fontana). Nella occasione parleremo di quanto sta avvenendo sulla linea ferroviaria Pisa-Livorno e in merito al potenziamento della base militare di Camp Darby per il trasporto di armi e munizioni anche a seguito della discussione avvenuta in Consiglio comunale a Pisa lo scorso 13 Novembre con la interpellanza di Diritti in Comune.” Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo Giustolisi dell’esecutivo nazionale confederale USB sullo sciopero generale del 28/11/2025: “Lo sciopero generale del 28 novembre sarà un’importante giornata di lotta contro la finanziaria di guerra del Governo Meloni: in decine di città in tutto il Paese si stanno preparando le mobilitazioni contro i tagli e le politiche del riarmo, per la fine dei rapporti con lo stato israeliano e del genocidio in Palestina, per i salari e le pensioni” A Torino l’appuntamento è alle ore 10 Piazza XVIII Dicembre Federico ci ha ricordato anche l’impegno che l’USB sta cercando di portare per far confluire tutte le realtà sindacali e politiche alla manifestazione nazionale a Roma che partirà da Porta San Paolo alle ore 14:00 il 29/11/2025 e che: Hai diritto di scioperare! Il 28 Novembre 2025 è stato proclamato Sciopero Generale da USB – Unione Sindacale di Base. Nessun obbligo di preavviso. Nessuna sanzione possibile. Sciopero legittimo ai sensi della L.146/90. Qualsiasi provvedimento disciplinare è nullo. Se lavori nei servizi essenziali (sanità, porti, aeroporti, stazioni, scuola) contatta il delegatə sul posto di lavoro per avere tutte le informazioni. Difendi i tuoi diritti, sciopera con noi! Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della serata è stato nuovamente quello dello sciopero generale. Abbiamo voluto sentire il punto di vista del SiCobas, intervistando Fabio, esponente della sezione torinese del sindacato di base, per farci illustrare le principali motivazioni per intraprendere questo doppio appuntamento nel fine settimana del 28 e 29 novembre di sciopero e mobilitazioni. Infatti oltre alla piazza nazionale a Roma, si terrà anche un appuntamento a Milano sabato 29 in risposta all’ ultima finanziaria del governo Meloni, in solidarietà alla alla resistenza palestinese contro la corsa al riarmo e l’economia di guerra. Obbligatorio è stato anche il passaggio sulla paradigmatica vicenda che ha visto protagonista l’Imam di Torino Mohamed Shahin e l’iniziativa di una mobilitazione permanente per chiedere la sua liberazione. Buon ascolto
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Estratti dalla puntata del 24 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia RAPPRESAGLIA REPRESSIVA CONTRO LE MOBILITAZIONI DI PIAZZA Dopo la perturbazione delle relazioni di forza rappresentata dalle manifestazioni oceaniche per la Palestina tra settembre e ottobre 2025, gli apparati securitari dello Stato (procure, questure, DDA, ecc.) ricorrono alla rappresaglia. Con una certa sincronia si dispiegano operazioni repressive tra Catania, Cagliari e Brescia, tese a colpire chi si è mobilitato negli ultimi mesi contro il DDL Sicurezza, il Genocidio di Gaza, la militarizzazione e l’industria bellica. A queste si aggiunge l’accanimento, tanto su un piano muscolare quanto sanzionatorio, contro le realtà studentesche conflittuali a Torino. AHMAD SALEM E L’ELASTICITÀ DEL “TERRORISMO DELLA PAROLA” Grazie al contributo di una compagna cerchiamo di approfondire la storia di Ahmad Salem: giovane palestinese colpito dalla repressione in Italia. Appelli alla mobilitazione contro il Genocidio diventano istigazione, filmati pubblici di azioni della resistenza palestinese si configurano come “auto-addestramento”. Se per il caso di Anan, Ali e Mansour risulta evidente il controllo israeliano sull’apparato inquisitorio italiano, nella vicenda di Ahmad si delineano in particolar modo la volontà comprimere l’agibilità politica di pezzi di popolazione, di stabilire la loro vulnerabilità di fronte a categorie repressive come quella del “terrorismo”, di sperimentare l’elasticità delle norme contenute nell’ultimo Pacchetto Sicurezza (ex DDL 1660) a questo scopo. / / A questo proposito segnaliamo l’arresto e l’attivazione delle procedure per la deportazione dell’imam di Torino Mohamed Shahin PRISONERS FOR PALESTINE Silenzio stampa, censura impermeabile dei media di regime. Mentre prigioniere e prigionieri di Palestine Action entrano nella quarta settimana di sciopero della fame ricevono la solidarietà di chi è stato rinchiuso nelle carceri israeliane. / / Nel frattempo apprendiamo che le condizioni di salute di Kamran Ahmed si sono deteriorate ed è stato ricoverato in ospedale il 25 novembre 2025
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Estratti dalla puntata del 24 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia RAPPRESAGLIA REPRESSIVA CONTRO LE MOBILITAZIONI DI PIAZZA Dopo la perturbazione delle relazioni di forza rappresentata dalle manifestazioni oceaniche per la Palestina tra settembre e ottobre 2025, gli apparati securitari dello Stato (procure, questure, DDA, ecc.) ricorrono alla rappresaglia. Con una certa sincronia si dispiegano operazioni repressive tra Catania, Cagliari e Brescia, tese a colpire chi si è mobilitato negli ultimi mesi contro il DDL Sicurezza, il Genocidio di Gaza, la militarizzazione e l’industria bellica. A queste si aggiunge l’accanimento, tanto su un piano muscolare quanto sanzionatorio, contro le realtà studentesche conflittuali a Torino. AHMAD SALEM E L’ELASTICITÀ DEL “TERRORISMO DELLA PAROLA” Grazie al contributo di una compagna cerchiamo di approfondire la storia di Ahmad Salem: giovane palestinese colpito dalla repressione in Italia. Appelli alla mobilitazione contro il Genocidio diventano istigazione, filmati pubblici di azioni della resistenza palestinese si configurano come “auto-addestramento”. Se per il caso di Anan, Ali e Mansour risulta evidente il controllo israeliano sull’apparato inquisitorio italiano, nella vicenda di Ahmad si delineano in particolar modo la volontà comprimere l’agibilità politica di pezzi di popolazione, di stabilire la loro vulnerabilità di fronte a categorie repressive come quella del “terrorismo”, di sperimentare l’elasticità delle norme contenute nell’ultimo Pacchetto Sicurezza (ex DDL 1660) a questo scopo. / / A questo proposito segnaliamo l’arresto e l’attivazione delle procedure per la deportazione dell’imam di Torino Mohamed Shahin PRISONERS FOR PALESTINE Silenzio stampa, censura impermeabile dei media di regime. Mentre prigioniere e prigionieri di Palestine Action entrano nella quarta settimana di sciopero della fame ricevono la solidarietà di chi è stato rinchiuso nelle carceri israeliane. / / Nel frattempo apprendiamo che le condizioni di salute di Kamran Ahmed si sono deteriorate ed è stato ricoverato in ospedale il 25 novembre 2025
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Estratti dalla puntata del 24 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia RAPPRESAGLIA REPRESSIVA CONTRO LE MOBILITAZIONI DI PIAZZA Dopo la perturbazione delle relazioni di forza rappresentata dalle manifestazioni oceaniche per la Palestina tra settembre e ottobre 2025, gli apparati securitari dello Stato (procure, questure, DDA, ecc.) ricorrono alla rappresaglia. Con una certa sincronia si dispiegano operazioni repressive tra Catania, Cagliari e Brescia, tese a colpire chi si è mobilitato negli ultimi mesi contro il DDL Sicurezza, il Genocidio di Gaza, la militarizzazione e l’industria bellica. A queste si aggiunge l’accanimento, tanto su un piano muscolare quanto sanzionatorio, contro le realtà studentesche conflittuali a Torino. AHMAD SALEM E L’ELASTICITÀ DEL “TERRORISMO DELLA PAROLA” Grazie al contributo di una compagna cerchiamo di approfondire la storia di Ahmad Salem: giovane palestinese colpito dalla repressione in Italia. Appelli alla mobilitazione contro il Genocidio diventano istigazione, filmati pubblici di azioni della resistenza palestinese si configurano come “auto-addestramento”. Se per il caso di Anan, Ali e Mansour risulta evidente il controllo israeliano sull’apparato inquisitorio italiano, nella vicenda di Ahmad si delineano in particolar modo la volontà comprimere l’agibilità politica di pezzi di popolazione, di stabilire la loro vulnerabilità di fronte a categorie repressive come quella del “terrorismo”, di sperimentare l’elasticità delle norme contenute nell’ultimo Pacchetto Sicurezza (ex DDL 1660) a questo scopo. / / A questo proposito segnaliamo l’arresto e l’attivazione delle procedure per la deportazione dell’imam di Torino Mohamed Shahin PRISONERS FOR PALESTINE Silenzio stampa, censura impermeabile dei media di regime. Mentre prigioniere e prigionieri di Palestine Action entrano nella quarta settimana di sciopero della fame ricevono la solidarietà di chi è stato rinchiuso nelle carceri israeliane. / / Nel frattempo apprendiamo che le condizioni di salute di Kamran Ahmed si sono deteriorate ed è stato ricoverato in ospedale il 25 novembre 2025
Puntata del 18/11/2025@1
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto
Puntata del 18/11/2025@0
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto
Puntata del 18/11/2025@2
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto