
La Spezia, 31 maggio, Manifestazione antimilitarista “Restiamo umani”
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Friday, May 30, 2025Sabato, 31 maggio 2025, ore 15:30, Piazza Brin – La Spezia
Contro tutte le guerre e chi le arma. A fianco del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi. Per la riconversione civile dell’industria bellica
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha aderito e parteciperà sabato prossimo alla manifestazione organizzata a La Spezia.
La Spezia, città simbolo della produzione militare italiana, diventa protagonista di una mobilitazione per la pace e la riconversione civile. Il 31 maggio, in Piazza Brin, si terrà la manifestazione “Restiamo Umani”, organizzata da persone attive nella società civile, attiviste e attivisti per i diritti umani, associazioni antimilitariste, per dire NO a tutte le guerre e a chi le finanzia, a partire dalla multinazionale Leonardo, il cui stabilimento spezzino esporta armamenti in conflitti in tutto il mondo.
Perché La Spezia?
La città è un nodo cruciale dell’industria bellica nazionale, con lo stabilimento Leonardo che produce sistemi d’arma venduti a Paesi coinvolti in guerre e repressioni. Parallelamente, il governo spinge per una sempre maggiore militarizzazione del territorio, soffocando lo sviluppo di alternative civili ed ecologiche. La manifestazione rilancia invece la necessità di una riconversione produttiva che orienti risorse e competenze verso settori socialmente utili: energie rinnovabili, trasporti sostenibili, beni pubblici.
Perchè “Restiamo Umani”?
È una frase semplice ma potentissima. In due parole esprime un intero manifesto etico, una presa di posizione radicale che si oppone alla disumanizzazione. È una frase che ha avuto una forte risonanza pubblica, in particolare come lascito morale e politico di Vittorio Arrigoni, attivista italiano ucciso a Gaza nel 2011, che la usava come firma nei suoi reportage.
Proprio per questo, usarla oggi non è neutrale: è un atto di memoria, di continuità e di resistenza.
È un invito a non perdere il contatto con l’umano in questo tempo in cui tutto spinge verso la violenza, la separazione, l’indifferenza. Un invito a resistere all’assuefazione alla guerra, alla propaganda, alla crudeltà presentata come normalità. È una scelta di solidarietà come forma di risposta alla disumanizzazione.
“Restare umani” non è solo un’esortazione morale individuale, ma una scelta politica. In contesti di guerra, colonialismo, apartheid, genocidio (come quello che molti riconoscono in Gaza), restare umani significa prendere posizione contro le strutture che negano l’umanità altrui, riconoscere l’altro come essere umano, anche quando il discorso dominante lo disumanizza (profugo arabo senza terra, terrorista, semplice danno collaterale).
Significa rifiutare la complicità passiva, anche solo tramite il silenzio.
Nel momento in cui Gaza è chiusa, bombardata, ridotta alla fame, “restare umani” significa romperne l’isolamento narrativo, non solo fisico, rifiutare la narrazione binaria che divide i popoli in vittime degne e indegne, ricordare che la neutralità, di fronte all’ingiustizia, è complicità.
“Restiamo Umani!” è un grido contro la normalizzazione della guerra e dei suoi profitti, ma anche una proposta concreta: investire in lavoro e innovazione al servizio della vita, non della morte. Un messaggio che risuona con forza in una città storicamente legata alla difesa, ma oggi chiamata a reinventarsi.
Quella del 31 maggio è una mobilitazione aperta e inclusiva, perché la pace non è solo assenza di guerra, ma giustizia, diritti e un’economia che metta al centro le persone.
Restiamo umani, costruiamo la pace.
Info e adesioni: manifestazione.noarmi@gmail.com
