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I portuali annunciano il blocco di una nave israeliana a Genova per fine luglio
La nave Cosco Pisces con un carico di acciaio destinato a Israele, era stata già bloccata da parte dei portuali greci del sindacato Enedep/Pame del Pireo. I portuali italiani hanno fatto sapere di aver appreso che la stessa nave è adesso diretta ai porti liguri di La Spezia prima, dove […] L'articolo I portuali annunciano il blocco di una nave israeliana a Genova per fine luglio su Contropiano.
Scuole di Massa Carrara e La Spezia per i diritti umani e contro il genocidio a Gaza
COMUNICATO STAMPA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITA’, A SEGUITO DELLE SEGNALAZIONI PERVENUTECI DA NUMEROSE SCUOLE DELLE PROVINCE DI MASSA CARRARA E LA SPEZIA Anche nelle province di Massa Carrara e La Spezia la drammatica situazione a Gaza ha spinto il mondo della scuola a mobilitarsi, esprimendo un forte dissenso contro le atrocità in corso, soprattutto a Gaza. Docenti di diverse scuole si sono uniti per sottoscrivere una mozione che chiede azioni concrete e la fine dei bombardamenti. In cinque istituti (“Meucci” e “Barsanti” a Massa Carrara; “ISA 1”, “ISA 2” e Liceo “Mazzini” a La Spezia) la mozione è stata presentata e approvata dal collegio docenti, dimostrando una chiara presa di posizione. In altre scuole, invece, come “Minuto“, “Montessori-Repetti“, “Zaccagna-Galilei” a Massa) è stata avviata una raccolta firme che ha riscosso l’adesione della grande maggioranza del personale, a testimonianza della crescente consapevolezza e del profondo senso di urgenza tra gli/le educatori/trici. L’iniziativa è nata dal bisogno di non restare indifferenti di fronte alla catastrofe umanitaria e al genocidio. La mozione, redatta  inizialmente da una scuola di Pisa, è stata inviata a tutti i Dirigenti scolastici delle province di La Spezia e Massa Carrara. L’obiettivo è sensibilizzare il più ampio numero possibile di persone e istituzioni, affinché la scuola non rimanga in silenzio di fronte a ciò che è stato definito come un “massacro insostenibile” a Gaza. I docenti hanno sentito il dovere di condannare lo sterminio e di difendere i diritti umani, promuovendo nei propri studenti una coscienza critica e solidale. La mozione chiede al Governo italiano un’azione decisa in politica estera per la fine dei bombardamenti, la distribuzione immediata di aiuti umanitari e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza. Si sollecitano inoltre azioni concrete, come l’interruzione di ogni collaborazione, la cessazione della vendita di armi e la revoca del memorandum d’intesa sulla cooperazione militare con Israele. Un’ulteriore richiesta è che il governo non conceda l’utilizzo delle basi NATO in Italia a sostegno di Israele. Questo appello, pur nascendo da un senso di impotenza di fronte a una tragedia così vasta, è animato dalla ferma volontà di non tacere. I bambini e le bambine palestinesi sono visti come “nostri/e alunni/e, nostre/i figli/e” e la scuola, in quanto luogo di educazione e formazione, ha il compito preciso di occuparsi del presente e di non rimanere inerte davanti a questo orrore. La diffusione di questa presa di posizione alla cittadinanza tutta è un passo fondamentale per sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica.
Manifestazione 31 maggio La Spezia, Osservatorio: basta con la cultura della guerra
Si è svolta il 31 maggio a La Spezia una grande ed emozionante manifestazione a sostegno del popolo palestinese e contro il genocidio a Gaza. Abbiamo urlato la nostra indignazione, il nostro No al riarmo e a una città soffocata dalla produzione militare. Abbiamo ribadito che siamo contrari alla militarizzazione del nostre scuole e che ci opporremo a tutti quei progetti scolastici che continuano a portare i nostri studenti e le nostre studentesse a contatto con il mondo militare. Per l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è intervenuta la nostra Serena Tusini, docente e sindacalista, che si è soffermata sul ruolo dei/delle docenti nel mettere in fila i fatti della storia per spiegare l’occupazione illegale del territorio palestinese con la complicità di un Occidente che morto a Gaza, di un Occidente, di cui si declamano i valori democratici, che è ormai preda di consorterie che fanno affari con la guerra. L’invito di Serena Tusini è rivolto ai genitori e agli studenti/studentesse affinché prendano consapevolezza di questo tragico declino guerrafondaio scritto negli accordi commerciali e politici di una Europa che corre al riarmo e si allea con le peggiori potenze destabilizzatrici dell’assetto geopolitico mondiale e si rifiutino di essere complici. Di seguito il video di Serena Tusini a La Spezia. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, La Spezia
Una splendida giornata a La Spezia
Almeno 2000 persone hanno manifestato a La Spezia per far cessare il genocidio a Gaza, per denunciare le complicità occidentali ed italiane in primis. Una città per buona parte occupata da una grande base militare, con relativo porto e navi da guerra, presenza dell’ormai maledettamente famosa Leonardo, si è colorata. Un variegato collage di tante sigle, bandiere, striscioni provenienti da mezza Liguria e da mezza Toscana, in questa terra a metà strada tra queste due regioni dove la Resistenza è nota, dove quasi in ogni comune c’è un’associazione, un nucleo di donne e uomini che non si piegano ai nuovi tempi. All’inizio la piazza è così assolata che ci si chiede se si riuscirà a resistere, ma è il selciato che emette un grande calore e nel giro di mezz’ora quel selciato non lo si vede più. La piazza si riempie e tutto inizia con una enorme cerchio dentro il quale quattro giovanissimi fanno una performance di teatro-danza che commuove. E’ un buon inizio per dire: qui ci sarà tutto, ci sarà posto per tutti e tutte. Sarà la vita contro la morte. Saranno gioia e rabbia che faranno vivere la città nelle loro strade strette e nei suoi viali più larghi. Nelle piazzette lungo il percorso ci saranno gli interventi. E’ una manifestazione che hanno preparato in oltre due mesi di riunioni, sintesi, riunioni, ampiamenti, con l’obiettivo di coinvolgere tutti. Basta un colpo d’occhio: le bandiere sono tante, palestinesi, rosse, arcobaleno, ma tante anche degli anarchici della Fai, arrivati anche da Milano. Quando si parla di guerra, militarizzazione, disarmo, diserzione, loro ci sono, compatti. Quasi tre ore sfilando per la città che assiste dalle finestre, dai bordi del corteo: tutti capiscono e il costante riferimento negli slogan ai bambini che vengono uccisi colpisce chiunque. Tanti gli interventi che si snocciolano in questa via crucis che inneggia alla vita, alla giustizia, alla lotta, alla libertà. Ne conteremo almeno una quindicina, ma su tutti sottolineo l’intervento a tre voci, di tre giovani ragazze, che si scagliano con grande determinazione e rabbia contro un mondo al maschile che macina violenza, distruzione, dolore in Palestina, come altrove. Ricordano come siano le donne a resistere ovunque, dai luoghi più esemplari (Palestina, Kurdistan, Afghanistan, Siria…) al resto del mondo, fino a noi. Sembra di essere coscienti che nel pozzo dovremo ancora scendere, che se anche finisse tutto domani, grazie a chi si è svegliato comunque troppo tardi, qualcosa si è rotto. Non basterà affatto “girare pagina”: i danni fatti sono già stati indescrivibili, ci porteremo a lungo le conseguenze. Quello che hanno fatto e che maledettamente continuano a fare, nell’indifferenza dei governi e nel balbettare di istituzioni internazionali che hanno oramai perso la faccia, renderà possibili altre mostruosità. Insistiamo con tutta la nostra forza ed energia per far si che questo massacro finisca domani, ben sapendo che il giorno dopo dovremo anche noi tornare sulle macerie e cercare di capire come sia stato possibile tutto ciò e fissarci bene i nomi dei responsabili. Arrivano fino a Spezia gli echi del corteo romano. Le lotte si uniscono, si intersecano. Contiamoci, teniamoci stretti, prepariamoci, la strada è in salita, va trovato il passo. Andrea De Lotto
La Spezia, 31 maggio, Manifestazione antimilitarista “Restiamo umani”
SABATO, 31 MAGGIO 2025, ORE 15:30, PIAZZA BRIN – LA SPEZIA CONTRO TUTTE LE GUERRE E CHI LE ARMA. A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE E DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI. PER LA RICONVERSIONE CIVILE DELL’INDUSTRIA BELLICA L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha aderito e parteciperà sabato prossimo alla manifestazione organizzata a La Spezia. La Spezia, città simbolo della produzione militare italiana, diventa protagonista di una mobilitazione per la pace e la riconversione civile. Il 31 maggio, in Piazza Brin, si terrà la manifestazione “Restiamo Umani”, organizzata da persone attive nella società civile, attiviste e attivisti per i diritti umani, associazioni antimilitariste, per dire NO a tutte le guerre e a chi le finanzia, a partire dalla multinazionale Leonardo, il cui stabilimento spezzino esporta armamenti in conflitti in tutto il mondo. Perché La Spezia? La città è un nodo cruciale dell’industria bellica nazionale, con lo stabilimento Leonardo che produce sistemi d’arma venduti a Paesi coinvolti in guerre e repressioni. Parallelamente, il governo spinge per una sempre maggiore militarizzazione del territorio, soffocando lo sviluppo di alternative civili ed ecologiche. La manifestazione rilancia invece la necessità di una riconversione produttiva che orienti risorse e competenze verso settori socialmente utili: energie rinnovabili, trasporti sostenibili, beni pubblici. Perchè “Restiamo Umani”? È una frase semplice ma potentissima. In due parole esprime un intero manifesto etico, una presa di posizione radicale che si oppone alla disumanizzazione. È una frase che ha avuto una forte risonanza pubblica, in particolare come lascito morale e politico di Vittorio Arrigoni, attivista italiano ucciso a Gaza nel 2011, che la usava come firma nei suoi reportage. Proprio per questo, usarla oggi non è neutrale: è un atto di memoria, di continuità e di resistenza. È un invito a non perdere il contatto con l’umano in questo tempo in cui tutto spinge verso la violenza, la separazione, l’indifferenza. Un invito a resistere all’assuefazione alla guerra, alla propaganda, alla crudeltà presentata come normalità. È una scelta di solidarietà come forma di risposta alla disumanizzazione. “Restare umani” non è solo un’esortazione morale individuale, ma una scelta politica. In contesti di guerra, colonialismo, apartheid, genocidio (come quello che molti riconoscono in Gaza), restare umani significa prendere posizione contro le strutture che negano l’umanità altrui, riconoscere l’altro come essere umano, anche quando il discorso dominante lo disumanizza (profugo arabo senza terra, terrorista, semplice danno collaterale). Significa rifiutare la complicità passiva, anche solo tramite il silenzio. Nel momento in cui Gaza è chiusa, bombardata, ridotta alla fame, “restare umani” significa romperne l’isolamento narrativo, non solo fisico, rifiutare la narrazione binaria che divide i popoli in vittime degne e indegne, ricordare che la neutralità, di fronte all’ingiustizia, è complicità. “Restiamo Umani!” è un grido contro la normalizzazione della guerra e dei suoi profitti, ma anche una proposta concreta: investire in lavoro e innovazione al servizio della vita, non della morte. Un messaggio che risuona con forza in una città storicamente legata alla difesa, ma oggi chiamata a reinventarsi. Quella del 31 maggio è una mobilitazione aperta e inclusiva, perché la pace non è solo assenza di guerra, ma giustizia, diritti e un’economia che metta al centro le persone. Restiamo umani, costruiamo la pace. Info e adesioni: manifestazione.noarmi@gmail.com
La Spezia, 14 aprile, Convegno dell’Osservatorio contro la militarizzazione
Ospitato dalla Mediateca Regionale Ligure, si è svolto a La Spezia, il 14 aprile scorso, un altro convegno organizzato sui territori dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in collaborazione con l’Associazione “Per la Scuola della Repubblica” e Sindacato Sociale di Base. La partecipazione è stata nutrita, circa 170 persone divise tra la sala e il collegamento online, che ha permesso la presenza da molte regioni d’Italia. Il programma del seminario, dal titolo “La funzione sociale della scuola, tra capitale umano e militarizzazione“, ha voluto essere un momento di ulteriore approfondimento e aggiornamento delle analisi che Osservatorio e sindacato stanno portando avanti per quanto riguarda le trasformazioni del ruolo sociale dell’istruzione e della sempre più pervasiva cultura della difesa e della sicurezza, unita alla propaganda e all’occupazione sfacciata di molti spazi formativi e didattici da parte dei militari. Gli interventi di Serena Tusini, Charlie Barnao e Roberta Leoni sono stati completati dai contributi degli studenti e delle studentesse di OSA e di Marco Cataruzza, attivista che ha presentato la realtà di Sea Future, grande fiera annuale “mascherata” delle armi, che si svolgerà il prossimo settembre a La Spezia. La mattinata si è conclusa con domande e dibattito dal pubblico davvero significativi e con la promessa di continuare a lavorare coordinandosi fattivamente anche sul territorio. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università