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Educazione e Pace: la voce delle scuole contro il genocidio in Palestina e le altre guerre
COMUNICATO STAMPA In molte scuole d’Italia l’appello per un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le/i bambine/i di Gaza e contro tutte le guerre è stato accolto e attuato, da Torino a Trento, fino a Palermo e Catania. Anche nella nostra zona, ampia parte della comunità educante si unisce contro il genocidio in Palestina e per la pace nel mondo, in un momento comune di solidarietà e consapevolezza. In molte delle nostre scuole si è discusso e deciso con varie modalità di schierarsi e chiedere la pace. Dall’Istituto ISA 2 e il Liceo Mazzini di La Spezia, che hanno deliberato nel collegio docenti, all’Istituto Massa 6, l’Alberghiero Minuto, lo Zaccagna-Galilei, il Barsanti, Il Rossi-Pascoli, che hanno portato la drammatica situazione della Palestina e dei conflitti nel mondo all’ attenzione di tutta la comunità in questo inizio anno. Ringraziamo per la sensibilità, il profondo senso civico e l’umanità, oltre che per la consapevolezza del ruolo di educatori, tutti gli insegnanti che si sono spesi in questi giorni e non sono rimasti in silenzio. Ringraziamo anche quei DS, purtroppo non molti, che hanno dimostrato di avere a cuore la funzione più importante del nostro lavoro: generare conoscenza e comprensione in modo aperto e limpido, affinché le/i nostri studenti apprendano a fare le loro scelte. Il nuovo e forte impegno della scuola italiana per Gaza, per la Palestina, per la pace e la giustizia è cominciato. Facciamo inoltre un appello pubblico a tutte le istituzioni scolastiche, ai collegi docenti, affinché non raccolgano le proposte, già arrivate tramite solerte comunicazione da parte del Comando Militare dell’Esercito, di attività informative di orientamento ed informazione delle Forze Armate dentro le nostre scuole. Come educatrici ed educatori che desiderano costruire un’umanità di pace, non desideriamo che nella didattica entrino la cultura della difesa o l’esaltazione della disciplina e delle armi. LA CONOSCENZA NON HA NEMICI, LA CONOSCENZA NON HA BISOGNO DI MARCIARE. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Sindacato Sociale di Base – La Spezia Massa Carrara
La Scuola ripudi SeaFuture: Appello inviato alle istituzioni scolastiche di La Spezia
La nona edizione di SeaFuture, con la sua ormai nettissima configurazione di fiera di vendita di armi e tecnologia militare a livello internazionale, ci obbliga ad una riflessione seria come educatori e a chiederci se sia il caso di avere qualsiasi collegamento o collaborazione con l’organizzazione. La guerra inizia a casa nostra: qui dobbiamo impegnarci per impedirla. Come comitato “Restiamo umani. Riconvertiamo SeaFuture” e Osservatorio contro la Militarizzazione delle scuole e delle università chiediamo a tutte le istituzioni scolastiche di non partecipare a nessuna iniziativa collegata alla fiera e di promuovere l’informazione in allegato nelle comunità scolastiche. Il momento storico così grave e difficile ci impone con ancora più urgenza di essere operatori di pace, soprattutto nella pratica professionale quotidiana. Per questo di seguito pubblichiamo sul nostro sito i documenti elaborati da Comitato e dall’Osservatorio. Inoltre, in occasione dei giorni della grande fiera delle armi di La Spezia, stiamo organizzando tante iniziative, che culmineranno nella manifestazione cittadina del 27 settembre. L’Osservatorio ha elaborato il vademecum dedicato alle scuole, con documenti a disposizione anche per studenti e genitori, nel quale si chiede con chiarezza di non partecipare e non aderire a nessuna delle iniziative collegate alla fiera. Qui di seguito l’appello (corredato dagli allegati), che abbiamo inviato alle istituzioni scolastiche locali. Chiediamo a tutt* di condividere e di firmare la petizione, che è presente anche su Change.org:    https://chng.it/5t8fg44PZK. Vademecum scuole sp-definitivoDownload petizione scuoleDownload
Fuori la guerra dalla città di Genova!
Venerdì sera centinaia di cittadini e cittadine hanno partecipato a una assemblea pubblica a Genova proposta e organizzata dal locale Coordinamento “Disarmiamoli”. In una piazza gremita abbiamo portato a conoscenza dei presenti che l’idea del governo centrale e della giunta regionale sulla duplice natura della nuova diga foranea (uso civile […] L'articolo Fuori la guerra dalla città di Genova! su Contropiano.
Scuole di Massa Carrara e La Spezia per i diritti umani e contro il genocidio a Gaza
COMUNICATO STAMPA DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITA’, A SEGUITO DELLE SEGNALAZIONI PERVENUTECI DA NUMEROSE SCUOLE DELLE PROVINCE DI MASSA CARRARA E LA SPEZIA Anche nelle province di Massa Carrara e La Spezia la drammatica situazione a Gaza ha spinto il mondo della scuola a mobilitarsi, esprimendo un forte dissenso contro le atrocità in corso, soprattutto a Gaza. Docenti di diverse scuole si sono uniti per sottoscrivere una mozione che chiede azioni concrete e la fine dei bombardamenti. In cinque istituti (“Meucci” e “Barsanti” a Massa Carrara; “ISA 1”, “ISA 2” e Liceo “Mazzini” a La Spezia) la mozione è stata presentata e approvata dal collegio docenti, dimostrando una chiara presa di posizione. In altre scuole, invece, come “Minuto“, “Montessori-Repetti“, “Zaccagna-Galilei” a Massa) è stata avviata una raccolta firme che ha riscosso l’adesione della grande maggioranza del personale, a testimonianza della crescente consapevolezza e del profondo senso di urgenza tra gli/le educatori/trici. L’iniziativa è nata dal bisogno di non restare indifferenti di fronte alla catastrofe umanitaria e al genocidio. La mozione, redatta  inizialmente da una scuola di Pisa, è stata inviata a tutti i Dirigenti scolastici delle province di La Spezia e Massa Carrara. L’obiettivo è sensibilizzare il più ampio numero possibile di persone e istituzioni, affinché la scuola non rimanga in silenzio di fronte a ciò che è stato definito come un “massacro insostenibile” a Gaza. I docenti hanno sentito il dovere di condannare lo sterminio e di difendere i diritti umani, promuovendo nei propri studenti una coscienza critica e solidale. La mozione chiede al Governo italiano un’azione decisa in politica estera per la fine dei bombardamenti, la distribuzione immediata di aiuti umanitari e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza. Si sollecitano inoltre azioni concrete, come l’interruzione di ogni collaborazione, la cessazione della vendita di armi e la revoca del memorandum d’intesa sulla cooperazione militare con Israele. Un’ulteriore richiesta è che il governo non conceda l’utilizzo delle basi NATO in Italia a sostegno di Israele. Questo appello, pur nascendo da un senso di impotenza di fronte a una tragedia così vasta, è animato dalla ferma volontà di non tacere. I bambini e le bambine palestinesi sono visti come “nostri/e alunni/e, nostre/i figli/e” e la scuola, in quanto luogo di educazione e formazione, ha il compito preciso di occuparsi del presente e di non rimanere inerte davanti a questo orrore. La diffusione di questa presa di posizione alla cittadinanza tutta è un passo fondamentale per sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica.
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Perchè l'Italia ha le mani sporchiedi sangue del popolo #palestinese In #Liguria a #Luni si sta realizzando un Centro addestramento piloti elicottero della #Marina Militare. La realizzazione affidata a Elbit Systems (Israele) https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2024/10/centro-addestrativo-per-i-piloti.html
Manifestazione 31 maggio La Spezia, Osservatorio: basta con la cultura della guerra
Si è svolta il 31 maggio a La Spezia una grande ed emozionante manifestazione a sostegno del popolo palestinese e contro il genocidio a Gaza. Abbiamo urlato la nostra indignazione, il nostro No al riarmo e a una città soffocata dalla produzione militare. Abbiamo ribadito che siamo contrari alla militarizzazione del nostre scuole e che ci opporremo a tutti quei progetti scolastici che continuano a portare i nostri studenti e le nostre studentesse a contatto con il mondo militare. Per l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è intervenuta la nostra Serena Tusini, docente e sindacalista, che si è soffermata sul ruolo dei/delle docenti nel mettere in fila i fatti della storia per spiegare l’occupazione illegale del territorio palestinese con la complicità di un Occidente che morto a Gaza, di un Occidente, di cui si declamano i valori democratici, che è ormai preda di consorterie che fanno affari con la guerra. L’invito di Serena Tusini è rivolto ai genitori e agli studenti/studentesse affinché prendano consapevolezza di questo tragico declino guerrafondaio scritto negli accordi commerciali e politici di una Europa che corre al riarmo e si allea con le peggiori potenze destabilizzatrici dell’assetto geopolitico mondiale e si rifiutino di essere complici. Di seguito il video di Serena Tusini a La Spezia. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, La Spezia
La Spezia, 31 maggio, Manifestazione antimilitarista “Restiamo umani”
SABATO, 31 MAGGIO 2025, ORE 15:30, PIAZZA BRIN – LA SPEZIA CONTRO TUTTE LE GUERRE E CHI LE ARMA. A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE E DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI. PER LA RICONVERSIONE CIVILE DELL’INDUSTRIA BELLICA L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha aderito e parteciperà sabato prossimo alla manifestazione organizzata a La Spezia. La Spezia, città simbolo della produzione militare italiana, diventa protagonista di una mobilitazione per la pace e la riconversione civile. Il 31 maggio, in Piazza Brin, si terrà la manifestazione “Restiamo Umani”, organizzata da persone attive nella società civile, attiviste e attivisti per i diritti umani, associazioni antimilitariste, per dire NO a tutte le guerre e a chi le finanzia, a partire dalla multinazionale Leonardo, il cui stabilimento spezzino esporta armamenti in conflitti in tutto il mondo. Perché La Spezia? La città è un nodo cruciale dell’industria bellica nazionale, con lo stabilimento Leonardo che produce sistemi d’arma venduti a Paesi coinvolti in guerre e repressioni. Parallelamente, il governo spinge per una sempre maggiore militarizzazione del territorio, soffocando lo sviluppo di alternative civili ed ecologiche. La manifestazione rilancia invece la necessità di una riconversione produttiva che orienti risorse e competenze verso settori socialmente utili: energie rinnovabili, trasporti sostenibili, beni pubblici. Perchè “Restiamo Umani”? È una frase semplice ma potentissima. In due parole esprime un intero manifesto etico, una presa di posizione radicale che si oppone alla disumanizzazione. È una frase che ha avuto una forte risonanza pubblica, in particolare come lascito morale e politico di Vittorio Arrigoni, attivista italiano ucciso a Gaza nel 2011, che la usava come firma nei suoi reportage. Proprio per questo, usarla oggi non è neutrale: è un atto di memoria, di continuità e di resistenza. È un invito a non perdere il contatto con l’umano in questo tempo in cui tutto spinge verso la violenza, la separazione, l’indifferenza. Un invito a resistere all’assuefazione alla guerra, alla propaganda, alla crudeltà presentata come normalità. È una scelta di solidarietà come forma di risposta alla disumanizzazione. “Restare umani” non è solo un’esortazione morale individuale, ma una scelta politica. In contesti di guerra, colonialismo, apartheid, genocidio (come quello che molti riconoscono in Gaza), restare umani significa prendere posizione contro le strutture che negano l’umanità altrui, riconoscere l’altro come essere umano, anche quando il discorso dominante lo disumanizza (profugo arabo senza terra, terrorista, semplice danno collaterale). Significa rifiutare la complicità passiva, anche solo tramite il silenzio. Nel momento in cui Gaza è chiusa, bombardata, ridotta alla fame, “restare umani” significa romperne l’isolamento narrativo, non solo fisico, rifiutare la narrazione binaria che divide i popoli in vittime degne e indegne, ricordare che la neutralità, di fronte all’ingiustizia, è complicità. “Restiamo Umani!” è un grido contro la normalizzazione della guerra e dei suoi profitti, ma anche una proposta concreta: investire in lavoro e innovazione al servizio della vita, non della morte. Un messaggio che risuona con forza in una città storicamente legata alla difesa, ma oggi chiamata a reinventarsi. Quella del 31 maggio è una mobilitazione aperta e inclusiva, perché la pace non è solo assenza di guerra, ma giustizia, diritti e un’economia che metta al centro le persone. Restiamo umani, costruiamo la pace. Info e adesioni: manifestazione.noarmi@gmail.com
La Spezia, 14 aprile, Convegno dell’Osservatorio contro la militarizzazione
Ospitato dalla Mediateca Regionale Ligure, si è svolto a La Spezia, il 14 aprile scorso, un altro convegno organizzato sui territori dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in collaborazione con l’Associazione “Per la Scuola della Repubblica” e Sindacato Sociale di Base. La partecipazione è stata nutrita, circa 170 persone divise tra la sala e il collegamento online, che ha permesso la presenza da molte regioni d’Italia. Il programma del seminario, dal titolo “La funzione sociale della scuola, tra capitale umano e militarizzazione“, ha voluto essere un momento di ulteriore approfondimento e aggiornamento delle analisi che Osservatorio e sindacato stanno portando avanti per quanto riguarda le trasformazioni del ruolo sociale dell’istruzione e della sempre più pervasiva cultura della difesa e della sicurezza, unita alla propaganda e all’occupazione sfacciata di molti spazi formativi e didattici da parte dei militari. Gli interventi di Serena Tusini, Charlie Barnao e Roberta Leoni sono stati completati dai contributi degli studenti e delle studentesse di OSA e di Marco Cataruzza, attivista che ha presentato la realtà di Sea Future, grande fiera annuale “mascherata” delle armi, che si svolgerà il prossimo settembre a La Spezia. La mattinata si è conclusa con domande e dibattito dal pubblico davvero significativi e con la promessa di continuare a lavorare coordinandosi fattivamente anche sul territorio. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università