Notizie sul Medio Oriente

Pressenza - Monday, May 26, 2025

Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio

Oggi, Lunedì 26 maggio, prosegue per la dodicesima giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta.
L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo.
Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane e europee.

È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.

Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta (anche più di una) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti. Le adesioni vanno inviate esclusivamente a: anbamedaps@gmail.com

Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.

In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno. Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da pubblicare.

Genocidio a Gaza

Un’altra strage stamattina in una scuola di Hay al-Daraj, trasformata in rifugio per sfollati.
30 uccisi e si scava ancora con le mani sotto le macerie, per tentare di salvare sopravvissuti. È il 70esimo giorno dalla fine della tregua e ripresa dell’aggressione alla popolazione civile.

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha riferito che due dei suoi collaboratori sono stati uccisi sabato in un attacco israeliano alla loro abitazione nella Striscia di Gaza.
Il Cicr ha scritto: “Siamo sconvolti dall’uccisione dei nostri cari colleghi Ibrahim Eid e Ahmed Abu Hilal. Oggi rinnoviamo il nostro appello urgente per il rispetto e la protezione dei civili a Gaza”.
In 2 mesi di ripresa degli attacchi israeliani contro la popolazione civile sono stati uccisi 950 bambini.

L’UNRWA ha affermato che “i bambini di Gaza stanno sopportando sofferenze inimmaginabili”, sottolineando che “muoiono di fame, sono sfollati e sottoposti ad attacchi indiscriminati”.
Ha sottolineato che tutto questo deve cessare, affermando: “I bambini devono essere protetti”.

Nella giornata di ieri, fino a mezzogiorno, sono arrivati negli ospedali i corpi di 38 uccisi e altre 204 persone ferite.
Le statistiche del ministero della sanità non comprendono le vittime dei bombardamenti nel nord di Gaza, dove non ci sono più ospedali.

Situazione umanitaria a Gaza

L’insicurezza alimentare è arrivata ad un livello massimo e critico.
Lo afferma la direttrice esecutiva del PAM, il programma alimentare mondiale dell’ONU. L’OMS ha segnalato che gli ospedali di Gaza lavorano parzialmente a causa della mancanza di sufficienti numeri di medici e infermieri e la mancanza di medicine e materiale sanitario. “è il risultato naturale del blocco imposto dall’esercito israeliano ai valichi di Gaza”, denuncia l’OMS.

L’ingresso di pochi camion di aiuti umanitari ha causato il raggrupparsi di una folla di affamati che li attorniavano, impedendo di fatto una sicura distribuzione. Le prime difficoltà del piano criminale di affidare la distribuzione degli aiuti internazionali per mezzo di una società privata hanno già fatto fallire il primo tentativo. L’amministratore delegato della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), Jake Wood, si è già dimesso. Un giornale di Tel Aviv ha riportato una sua dichiarazione: “È chiaro che non è possibile attuare il piano di aiuti proposto.
Non è possibile attuare il piano di aiuti per Gaza nel rigoroso rispetto dei principi umanitari. Esorto Israele ad ampliare significativamente la fornitura di aiuti a Gaza attraverso tutti i meccanismi”.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Un migliaio di fedeli ebrei, prevalentemente coloni provenienti dagli insediamenti illegali in Cisgiordania, hanno invaso la moschea di Al-Aqsa.
Un gesto provocatorio di fondamentalisti estremisti invasati che predicano la distruzione della moschea per la ricostruzione del loro fantomatico tempio. Gli ingressi della moschea sono stati vietati ai fedeli musulmani.

Si sono intensificati ulteriormente le operazioni militari dell’esercito di occupazione nelle città e villaggi palestinesi.
Il governo Netanyahu si prepara all’annessione della Cisgiordania, senza includere la sua popolazione.
Continue confische di territori per la costruzione di autostrade esclusive per collegare le colonie ebraiche con Israele.
Il ministro degli esteri israeliano ha incoraggiato i coloni a compiere le loro devastazioni. “Solo così si potrà difendersi dalla violenza degli arabi”, ha detto evitando accuratamente di pronunciare la parola palestinese. Sa’er ha anche messo in guardia i paesi che hanno annunciato di riconoscere lo stato di Palestina: “Ogni azione unilaterale, sarà affrontata da Israele con un’azione unilaterale, cioè l’annessione”.

La storia di Yussuf

Yussuf al-Samary è un ragazzo di 15 anni. originario di Gaza città, ma vive con la famiglia sfollato nel campo di al-Mawassi, la spiaggia di Khan Younis.
È l’ultimo loro luogo di sfollamento. Adesso tutta la famiglia vive in una tenda di listelli di legno e plastica trasparente. Prima erano in una scuola a Hay Tuffah.
Yussuf la scorsa settimana ha tentato di comperare un panino, ma il prezzo era alto. Ha fatto la fila ad una cucina umanitaria che distribuiva riso con lenticchie, ma non aveva fatto in tempo ad arrivare che i pasti erano già finiti ed i pentoloni vuoti.
Ha deciso di andare all’ultima stanza che avevano occupato a Hay Tuffah. Ha convinto i suoi di andare a vedere se la loro dispensa lì era ancora intatta e riportare il sacco di farina e la scatola di maccheroni, che avevano abbandonato in fretta e furia sotto la pressione militare dell’esercito israeliano.
Suo padre ha tentato di dissuaderlo: “Guarda che Hay Tuffah è al di là del corridoio del Wadi”, il corridoio occupato dagli israeliani, completamente spianato, con tutte le case demolite; e sotto il controllo dell’esercito. La risposta pronta di Yussuf: “Lo so che rischio. Ma a rimanere con le mani in mano avremo la morte per fame più che certa”. Yussuf ha raggiunto la stanza del precedente sfollamento e ha trovato intatta tutta la mercanzia che vi avevano lasciato.
Ha riempito la valigia e caricato il sacco di farina sulla spalla. “ero contento, perché ce l’avevo fatta e pregustavo il pane caldo che sarebbe stato preparato dalla mamma, in un forno improvvisato di pietre e fango”, ha raccontato sul letto in ospedale.

Durante il viaggio di ritorno, Yussuf è stato preso di mira da un drone israeliano ed è stato colpito da una bomba che gli ha tranciato le gambe. “Mi sembrava di volare, poi ho perso coscienza. Non mi ricordo nulla, fino al momento di svegliarmi nel letto dell’ospedale con mio padre vicino che mi teneva la mano. Non sono pentito. Sono senza gambe, ma ancora vivo.
È il prezzo dell’occupazione. Noi palestinesi dobbiamo lottare per vivere, non per soccombere sotto il tallone dei soldati invasori”.
(da un video di Al-Jazera).

Spagna

In un’intervista, il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha chiesto di alzare la voce e di adottare le misure necessarie per fermare le azioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, sottolineando la necessità del riconoscimento internazionale dello Stato palestinese.
Il ministro ha parlato ieri a margine di un incontro dei ministri degli esteri europeo. “L’obiettivo di questo incontro è mobilitare gli sforzi per fermare la guerra israeliana nella Striscia di Gaza, che non ha altro scopo che trasformare Gaza in un grande cimitero. Nostro compito è di consentire l’ingresso imparziale e senza ostacoli degli aiuti umanitari”, ha affermato.

Mobilitazione in Italia

Il Comitato “Ferma il Rearm” e “Stop Rearm Europe” hanno convocato una manifestazione nazionale in data 21 giugno a Roma. “No guerra, riarmo, genocidio e autoritarismo” è il titolo. Il manifesto di convocazione reca sul fondo la kefie palestinese.

Il PD è al lavoro per “una grande manifestazione per Gaza”. Lo riferiscono fonti della segreteria.

In tutte le città italiane sono stati organizzati eventi di piazza, nel fine settimana, per rendere più visibile all’opinione pubblica ed ai media la vastità del genocidio a Gaza.

Si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero della fame, contro il genocidio.
Le comunità palestinesi in tutte le città d’Italia stanno organizzando una giornata nazionale il 30 maggio.

ANBAMED