Pirateria in diretta streaming: Israele assalta la Handala sotto gli occhi increduli dell’umanitàQuesta notte Israele ha fermato la nave Handala della Freedom Flotilla in acque
internazionali e sequestrato i 21 membri dell’equipaggio. Tra loro c’era anche
il giornalista e attivista ecopacifista Antonio Mazzeo, che adesso si trova
nelle mani dell’IDF. Di lui, dell’altro volontario italiano Tony La Piccerella,
come di tutti gli altri internazionalisti, (nel momento in cui si scrive) non si
hanno più notizie dalle 22.45 (orario italiano) quando due motoscafi israeliani
hanno abbordato la nave umanitaria diretta a Gaza.
Oltre venti soldati israeliani sono saliti a bordo armati, pronti a puntare i
loro fucili sugli attivisti. Loro li aspettavano con le mani alzate, intonando
Bella Ciao. Indossavano i giubbotti arancioni di salvataggio, seduti uno accanto
all’altro, in circolo, sul ponte dell’imbarcazione.
Al centro di questo cerchio umano, gli aiuti e i doni per i bambini da portare a
Gaza. Orsacchiotti di peluche, giraffine, bambolotti, un triceratopo di pezza.
Molti di questi giocattoli erano stati inviati dai bambini di Siracusa e di
Gallipoli. La Handala è stata infatti ormeggiata per mesi ad Augusta (Siracusa)
e poi è salpata, esattamente una settimana fa, dal porto pugliese.
Durante una diretta, Mazzeo aveva spiegato che i bambini di Gaza attendevano con
ansia i doni che i loro “amichetti” italiani gli stavano inviando. Dove c’è un
genocidio, dove c’è lo sterminio per fame pianificato, era stata creata una
connessione di amicizia tra le due sponde, tra la costa sud est martoriata del
Mediterraneo ed il suo cuore.
Gli attivisti difendevano con i loro corpi questa connessione e questa promessa
di pace.
Ed è esattamente questo, l’amicizia tra i popoli mediterranei, che minaccia
l’esistenza di Israele, non Hamas, il terrorismo o un fantomatico
“antisemitismo”.
La barbarie che è accaduta in diretta ieri notte davanti ai nostri occhi,
l’arrembaggio armato di una nave umanitaria in acque internazionali da parte di
un esercito, ne è l’inconfutabile dimostrazione.
La Handala è stata fermata a 40 miglia dalla costa di Gaza in uno specchio
d’acqua che non era di giurisdizione israeliana. L’allarme era scattato alle
19.30 orario italiano (20.30) orario locale.
Io e l’analista geopolitico Stefano Orsi avevamo organizzato assieme ad Antonio
Mazzeo una diretta dalla nave proprio per quell’ora. Antonio si è collegato
avvisandoci che era scattato l’allarme, doveva unirsi al resto degli attivisti e
prendere posizione secondo le misure di sicurezza previste.
L’equipaggio era formato da cittadini di USA, Svezia, Norvegia, Francia, Spagna,
Australia, Tunisia, UK, oltre l’Italia. Presenti anche due giornalisti di Al
Jazeera provenienti da Marocco e Iraq. A bordo c’erano anche una parlamentare e
una europarlamentare francesi.
In base a quanto riferito da Mazzeo, due barconi veloci israeliani erano salpati
due ore prima per intercettare la nave della Freedom Flotilla e impedirle di
raggiungere Gaza, forzando il blocco. In precedenza si erano addestrati assieme
al battaglione San Marco.
Il giornalista messinese ha denunciato in diretta la complicità dei governi
occidentali nell’arrembaggio compiuto dai soldati israeliani, che sarebbe poi
avvenuto tre ore dopo.
“E’ da almeno 24 ore che la comunità internazionale è a conoscenza della
decisione delle forze armate israeliane di mandare una truppa d’assalto per
andare all’arrembaggio della nave, come i pirati di qualche secolo fa”.
Anziché costringere Israele a rispettare il diritto di navigazione ed il diritto
internazionale umanitario, lasciando che Handala portasse a termine la sua
missione di soccorso al popolo palestinese, le cancellerie di USA e Ue hanno
trattato con le autorità israeliane l’approdo della nave umanitaria ad Ashdot e
il rimpatrio del suo equipaggio.
“Ne dovranno rispondere non soltanto Netanyahu ma anche i governi europei e
degli Stati Uniti per il crimine contro l’umanità del sequestro della nave,
dell’equipaggio e della sua eventuale espulsione”, ha affermato Mazzeo.
Tutto è accaduto molto in fretta. Gli attivisti avevano un buon animo,
determinati a portare a termine la loro missione umanitaria. Per sfuggire
all’intercettazione hanno cercato l’aiuto delle autorità egiziane, chiedendo il
permesso ad entrare in acque territoriali. Permesso negato. La nave ha virato a
sud per mantenere una navigazione parallela alla costa egiziana, intenzionata a
chiedere soccorso alla guardia costiera egiziana in caso di assalto.
La situazione è precipitata dopo le 21.30 circa, quando sui radar sono apparsi
due imbarcazioni israeliane. Si avvicinavano alla Handala da direzioni opposte,
per effettuare l’arrembaggio.
L’attivista dell’ISM Huwaida Arraf, statunitense di origini palestinesi, ha
chiesto il mayday alle autorità egiziane. Ripetutamente. Non è arrivata nessuna
risposta.
Al largo delle coste libanesi, in base ai tracciati di Itamilradar, navigava
un’imbarcazione militare italiana, la fregata Carabiniere della nostra marina
militare. Inoltre è stato tracciato il volo di un elicottero SH-90A NH
Industries (matricola MM81577), sempre della nostra marina. Entrambi impiegati
nell’operazione Mare Sicuro al largo di Israele ed Egitto.
A dispetto del nome della loro missione, non sono entrati in operazione per
difendere la sicurezza di due cittadini italiani attaccati in acque
internazionali.
“Quello che sta accadendo dovrebbe farci riflettere sulla responsabilità dei
governi USA ed europei, non solo per armare Israele, ma anche per consentire che
il Mar Mediterraneo, il mare nostrum, il mare dei popoli che vi si affacciano,
sia ormai proprietà di Israele”, aveva denunciato poco prima Mazzeo in chiusura
del nostro collegamento.
Così, Handala è stata lasciata sola.
Quando i barconi veloci israeliani si trovavano a tre miglia, le autorità
israeliane hanno avvertito gli attivisti di non forzare il blocco. Arraf ha
risposto che Israele non ha alcuna autorità per imporre un blocco marittimo, non
ha alcuna autorità per intercettare una nave umanitaria in acque internazionali,
non ha alcuna autorità per impedire che degli aiuti umanitari siano consegnati
ai bambini di Gaza. Ha risposto che il governo di Israele sta compiendo un
crimine contro l’umanità affamando il popolo palestinese.
Dopo pochi minuti, uomini in mimetica, armati di fucili di guerra, arrivati a
bordo di due motoscafi militari, hanno assaltato l’imbarcazione umanitaria. Alle
22.43 hanno spento le videocamere di bordo. Quelle sono le ultime immagini degli
attivisti che abbiamo al momento. Da allora di Antonio e degli altri 20 compagne
e compagni dell’equipaggio non abbiamo alcuna notizia.
Per aiutare Antonio Mazzeo, Tony La Piccerella non ci resta che scrivere al
nostro governo affinché si muova per il loro rilascio, come chiede
l’organizzazione della Freedom Flotilla. Ma non può bastare.
Israele ha commesso un atto di pirateria non per difendere il proprio diritto
all’esistenza. La nave umanitaria, con a bordo pacifisti non violenti, carica di
giocattoli e orsacchiotti di peluche, non costituisce alcuna minaccia per
Israele ed il suo popolo. Costituisce invece un ostacolo tra il governo
israeliano e il suo obiettivo di pulizia etnica contro i palestinesi.
Costituisce una minaccia per il blocco illegale che affama e uccide Gaza, per la
carestia pianificata che Israele utilizza come arma di guerra contro i bambini
palestinesi.
L’assalto alla nave umanitaria Handala ha svelato ancora una volta gli intenti
di Netanyahu. Ha spezzato il sogno dei bambini palestinesi e dei bambini
italiani che volevano aiutarli. Ha spezzato il diritto internazionale
umanitario, il diritto di navigazione. Ha insultato ciò che resta della nostra
umanità, ogni anelito di libertà e democrazia che resta alla nostra civiltà
euro-mediterranea. La società civile non può restare a guardare, mentre Israele
pianifica un genocidio per fame, calpestando i nostri principi e i nostri
valori, la nostra umanità.
Clara Statello