Notizie sul Medio OrienteSciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Oggi, Lunedì 26 maggio, prosegue per la dodicesima giornata l’azione nonviolenta
di sciopero della fame per 24 ore a staffetta.
L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi,
fino al cessate il fuoco definitivo.
Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo
il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane e
europee.
È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.
Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta
elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa),
data prescelta (anche più di una) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco
generale di tutti gli aderenti. Le adesioni vanno inviate esclusivamente a:
anbamedaps@gmail.com
Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.
In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai
palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno.
Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di
comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da
pubblicare.
Genocidio a Gaza
Un’altra strage stamattina in una scuola di Hay al-Daraj, trasformata in rifugio
per sfollati.
30 uccisi e si scava ancora con le mani sotto le macerie, per tentare di salvare
sopravvissuti. È il 70esimo giorno dalla fine della tregua e ripresa
dell’aggressione alla popolazione civile.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha riferito che due dei suoi
collaboratori sono stati uccisi sabato in un attacco israeliano alla loro
abitazione nella Striscia di Gaza.
Il Cicr ha scritto: “Siamo sconvolti dall’uccisione dei nostri cari colleghi
Ibrahim Eid e Ahmed Abu Hilal. Oggi rinnoviamo il nostro appello urgente per il
rispetto e la protezione dei civili a Gaza”.
In 2 mesi di ripresa degli attacchi israeliani contro la popolazione civile sono
stati uccisi 950 bambini.
L’UNRWA ha affermato che “i bambini di Gaza stanno sopportando sofferenze
inimmaginabili”, sottolineando che “muoiono di fame, sono sfollati e sottoposti
ad attacchi indiscriminati”.
Ha sottolineato che tutto questo deve cessare, affermando: “I bambini devono
essere protetti”.
Nella giornata di ieri, fino a mezzogiorno, sono arrivati negli ospedali i corpi
di 38 uccisi e altre 204 persone ferite.
Le statistiche del ministero della sanità non comprendono le vittime dei
bombardamenti nel nord di Gaza, dove non ci sono più ospedali.
Situazione umanitaria a Gaza
L’insicurezza alimentare è arrivata ad un livello massimo e critico.
Lo afferma la direttrice esecutiva del PAM, il programma alimentare mondiale
dell’ONU. L’OMS ha segnalato che gli ospedali di Gaza lavorano parzialmente a
causa della mancanza di sufficienti numeri di medici e infermieri e la mancanza
di medicine e materiale sanitario. “è il risultato naturale del blocco imposto
dall’esercito israeliano ai valichi di Gaza”, denuncia l’OMS.
L’ingresso di pochi camion di aiuti umanitari ha causato il raggrupparsi di una
folla di affamati che li attorniavano, impedendo di fatto una sicura
distribuzione. Le prime difficoltà del piano criminale di affidare la
distribuzione degli aiuti internazionali per mezzo di una società privata hanno
già fatto fallire il primo tentativo. L’amministratore delegato della Gaza
Humanitarian Foundation (GHF), Jake Wood, si è già dimesso. Un giornale di Tel
Aviv ha riportato una sua dichiarazione: “È chiaro che non è possibile attuare
il piano di aiuti proposto.
Non è possibile attuare il piano di aiuti per Gaza nel rigoroso rispetto dei
principi umanitari. Esorto Israele ad ampliare significativamente la fornitura
di aiuti a Gaza attraverso tutti i meccanismi”.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Un migliaio di fedeli ebrei, prevalentemente coloni provenienti dagli
insediamenti illegali in Cisgiordania, hanno invaso la moschea di Al-Aqsa.
Un gesto provocatorio di fondamentalisti estremisti invasati che predicano la
distruzione della moschea per la ricostruzione del loro fantomatico tempio. Gli
ingressi della moschea sono stati vietati ai fedeli musulmani.
Si sono intensificati ulteriormente le operazioni militari dell’esercito di
occupazione nelle città e villaggi palestinesi.
Il governo Netanyahu si prepara all’annessione della Cisgiordania, senza
includere la sua popolazione.
Continue confische di territori per la costruzione di autostrade esclusive per
collegare le colonie ebraiche con Israele.
Il ministro degli esteri israeliano ha incoraggiato i coloni a compiere le loro
devastazioni. “Solo così si potrà difendersi dalla violenza degli arabi”, ha
detto evitando accuratamente di pronunciare la parola palestinese. Sa’er ha
anche messo in guardia i paesi che hanno annunciato di riconoscere lo stato di
Palestina: “Ogni azione unilaterale, sarà affrontata da Israele con un’azione
unilaterale, cioè l’annessione”.
La storia di Yussuf
Yussuf al-Samary è un ragazzo di 15 anni. originario di Gaza città, ma vive con
la famiglia sfollato nel campo di al-Mawassi, la spiaggia di Khan Younis.
È l’ultimo loro luogo di sfollamento. Adesso tutta la famiglia vive in una tenda
di listelli di legno e plastica trasparente. Prima erano in una scuola a Hay
Tuffah.
Yussuf la scorsa settimana ha tentato di comperare un panino, ma il prezzo era
alto. Ha fatto la fila ad una cucina umanitaria che distribuiva riso con
lenticchie, ma non aveva fatto in tempo ad arrivare che i pasti erano già finiti
ed i pentoloni vuoti.
Ha deciso di andare all’ultima stanza che avevano occupato a Hay Tuffah. Ha
convinto i suoi di andare a vedere se la loro dispensa lì era ancora intatta e
riportare il sacco di farina e la scatola di maccheroni, che avevano abbandonato
in fretta e furia sotto la pressione militare dell’esercito israeliano.
Suo padre ha tentato di dissuaderlo: “Guarda che Hay Tuffah è al di là del
corridoio del Wadi”, il corridoio occupato dagli israeliani, completamente
spianato, con tutte le case demolite; e sotto il controllo dell’esercito. La
risposta pronta di Yussuf: “Lo so che rischio. Ma a rimanere con le mani in mano
avremo la morte per fame più che certa”. Yussuf ha raggiunto la stanza del
precedente sfollamento e ha trovato intatta tutta la mercanzia che vi avevano
lasciato.
Ha riempito la valigia e caricato il sacco di farina sulla spalla. “ero
contento, perché ce l’avevo fatta e pregustavo il pane caldo che sarebbe stato
preparato dalla mamma, in un forno improvvisato di pietre e fango”, ha
raccontato sul letto in ospedale.
Durante il viaggio di ritorno, Yussuf è stato preso di mira da un drone
israeliano ed è stato colpito da una bomba che gli ha tranciato le gambe. “Mi
sembrava di volare, poi ho perso coscienza. Non mi ricordo nulla, fino al
momento di svegliarmi nel letto dell’ospedale con mio padre vicino che mi teneva
la mano. Non sono pentito. Sono senza gambe, ma ancora vivo.
È il prezzo dell’occupazione. Noi palestinesi dobbiamo lottare per vivere, non
per soccombere sotto il tallone dei soldati invasori”.
(da un video di Al-Jazera).
Spagna
In un’intervista, il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha
chiesto di alzare la voce e di adottare le misure necessarie per fermare le
azioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, sottolineando la
necessità del riconoscimento internazionale dello Stato palestinese.
Il ministro ha parlato ieri a margine di un incontro dei ministri degli esteri
europeo. “L’obiettivo di questo incontro è mobilitare gli sforzi per fermare la
guerra israeliana nella Striscia di Gaza, che non ha altro scopo che trasformare
Gaza in un grande cimitero. Nostro compito è di consentire l’ingresso imparziale
e senza ostacoli degli aiuti umanitari”, ha affermato.
Mobilitazione in Italia
Il Comitato “Ferma il Rearm” e “Stop Rearm Europe” hanno convocato una
manifestazione nazionale in data 21 giugno a Roma. “No guerra, riarmo, genocidio
e autoritarismo” è il titolo. Il manifesto di convocazione reca sul fondo la
kefie palestinese.
Il PD è al lavoro per “una grande manifestazione per Gaza”. Lo riferiscono fonti
della segreteria.
In tutte le città italiane sono stati organizzati eventi di piazza, nel fine
settimana, per rendere più visibile all’opinione pubblica ed ai media la vastità
del genocidio a Gaza.
Si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero della fame, contro il
genocidio.
Le comunità palestinesi in tutte le città d’Italia stanno organizzando una
giornata nazionale il 30 maggio.
ANBAMED