Pressenza - Friday, May 16, 2025

Ieri, 15 marzo a Roma, sotto la Farnesina il silenzio è stato interrotto. 

Un silenzio colpevole che ammanta il genocidio in corso a Gaza, quello che il governo italiano si sta sforzando di preservare ad ogni costo, ma che Amnesty International ha deciso di spezzare. 

Con altre associazioni, come Greenpeace, è stato inscenato sotto la sede un presidio rumoroso e significativo, in cui un drappo rosso stato steso ai piedi di una culla, a rappresentare il sangue dei bambini palestinesi che continua ad essere versato dopo tre mesi dal cessate il fuoco.

Quello di oggi è stato l’ennesimo tentativo di attirare l’attenzione delle nostre più alte istituzioni su un eccidio le cui vittime cadono sotto le bombe, ma che viene perpetrato anche attraverso la privazione di cibo, acqua e cure. A Gaza un popolo si sta spegnendo giorno dopo giorno e l’indifferenza, ancor peggio la complicità degli stati come il nostro è intollerabile. 

Queste le parole di Riccardo Noury di Amnesty: “Un appello a intervenire per fermare il genocidio in corso nella Striscia di Gaza, un giorno, chissà, una sentenza stabilità che l’Italia è stata complice del genocidio israeliano in corso. Politicamente il governo ne risponderà al Parlamento, però da un punto di vista morale la conclusione di Amnesty International è che questa complicità è nei fatti, anzi, nella mancanza di fatti. In primo luogo riconoscere e farlo con dichiarazioni chiare e ufficiali che a Gaza è in corso un genocidio. Contemporaneamente, non dopo, perché è una cosa altrettanto importante, giacché i genocidi si compiono anche e soprattutto mandando armi, fermando immediatamente ogni trasferimento di armi verso Israele e convincendo altri partner dell’Unione Europea a fare lo stesso”.

Redazione Roma