Il governo spagnolo apre due centri di detenzione per migranti in Mauritania

Progetto Melting Pot Europa - Friday, November 21, 2025

PABLO FERNÁNDEZ, JOSÉ BAUTISTA, FUNDACIÓN PORCAUSA

Questa inchiesta, pubblicata da El Salto, ricostruisce la recente apertura di due centri di detenzione per persone migranti in Mauritania da parte del governo spagnolo, analizzando gli accordi, i finanziamenti e le implicazioni delle politiche migratorie esternalizzate. Ringraziamo la redazione di El Salto 1 e gli autori dell’inchiesta per averci concesso l’autorizzazione a tradurre e pubblicare il loro lavoro in italiano. La traduzione è stata curata da Juan Torregrosa.

Entrambi i centri di detenzione sono stati costruiti dall’agenzia di cooperazione spagnola FIAP, del Ministero degli Affari Esteri, e riservano spazi e persino culle per privare della libertà anche i migranti minorenni.

Dizionario della RAE:
Carcere:
1.f. Luogo destinato alla detenzione dei prigionieri.

Dal 17 ottobre scorso la Mauritania dispone di due nuovi centri di detenzione per migranti, uno situato a Nouakchott, capitale del Paese, e l’altro a Nouadhibou, al confine con il Sahara occidentale occupato illegalmente dal Marocco.

Entrambi i centri sono stati avviati dalla Fondazione per l’Internazionalizzazione delle Amministrazioni Pubbliche (FIAP), un’agenzia di cooperazione del governo spagnolo che dipende dal Ministero degli Affari Esteri.

Le autorità spagnole affermano che questi spazi sono ispirati ai Centri di Assistenza Temporanea per Stranieri (CATE) delle Isole Canarie e ammettono che, a differenza della Spagna, priveranno della libertà anche i minori, compresi i neonati in fase di allattamento, cosa che la legislazione spagnola proibisce.

Una fonte spagnola coinvolta nella creazione di questi centri afferma che, nonostante il loro nome ufficiale, “si tratta ovviamente di centri di detenzione” e precisa che i bambini saranno trattenuti lì solo se accompagnati da un familiare. Due fonti mauritane confermano questa affermazione. La FIAP, il governo mauritano e la Delegazione dell’Unione Europea in Mauritania non rispondono a nessuna delle domande formulate per questo articolo.

Il centro di detenzione costruito dal governo spagnolo a Nouakchott dispone di almeno 107 posti, comprese due culle per neonati, secondo i documenti della FIAP a cui ha avuto accesso questa indagine, mentre quello di Nouadhibou avrà almeno 76 posti, oltre ad altre due culle.

I lavori e le forniture per la realizzazione di questi edifici sono stati finanziati con fondi spagnoli e del Fondo fiduciario di emergenza dell’Unione Europea, attraverso il progetto di polizia Associazione Operativa Congiunta (POC, acronimo francese), guidato dalla FIAP.

Il presidente della Repubblica Islamica di Mauritania, Mohamed Ould El Ghazouani, accoglie il presidente Pedro Sánchez all’aeroporto di Nouakchott. Fernando Calvo MONCLOA
La Spagna esternalizza i propri confini in Mauritania

Per comprendere la storia dietro le carceri per migranti che la Spagna ha aperto in Mauritania, bisogna risalire al 15 maggio 2024, quando 15 governi dell’Unione Europea hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, chiedendo di seguire l’esempio di Giorgia Meloni, presidente del governo italiano, che ha avviato un centro di detenzione per migranti in Albania.

Il governo spagnolo non ha firmato quella missiva, ma una settimana prima, l’8 maggio 2024, aveva assegnato all’impresa edile CADG i lavori per allestire due centri di detenzione per migranti in Mauritania.

Tre mesi dopo, nell’agosto 2024, il presidente spagnolo e la presidente europea si sono recati in Mauritania e hanno promesso di inviare oltre 500 milioni di euro al governo militare del generale Mohamed Ould El Ghazouani.

La FIAP non specifica se abbia messo in atto alcun meccanismo o protocollo per impedire alle autorità mauritane di maltrattare e torturare i detenuti.

Negli ultimi anni, l’esecutivo presieduto da Pedro Sánchez ha anche aumentato il trasferimento di intelligence e attrezzature di polizia al regime mauritano con l’obiettivo di reprimere la partenza di imbarcazioni dirette alle Isole Canarie.

Questo subappalto del controllo migratorio a paesi terzi, noto come “esternalizzazione delle frontiere” e attuato attraverso la FIAP, ha portato la Mauritania a raddoppiare i raid per arrestare i migranti.

Agenti della Guardia Civil e della Polizia Nazionale Spagnola dispiegati nel paese partecipano a queste operazioni, che includono perquisizioni domiciliari senza autorizzazione giudiziaria e arresti arbitrari per motivi razziali.

L’apertura di due centri di detenzione per migranti ha comportato una spesa totale di almeno 1.080.625 euro di fondi europei, secondo i documenti ufficiali a cui ha avuto accesso questa indagine. Tutti i contratti sono stati assegnati senza gara pubblica da parte della FIAP e hanno beneficiato di finanziamenti europei.

La Mauritania è diventata una delle priorità finanziarie della FIAP in coincidenza con l’aumento del flusso migratorio sulla “rotta delle Canarie”. Senza andare oltre, il 1° novembre questa agenzia ha erogato 160.000 euro (senza gara d’appalto) per acquistare un numero indeterminato di veicoli 4×4 e droni con visori notturni per la polizia mauritana.

In una comunicazione della FIAP successiva alla pubblicazione di questo articolo, l’agenzia nega categoricamente che l’appalto sia stato aggiudicato senza gara pubblica e sostiene che i contratti sono stati aggiudicati con “procedura pubblica” in base alla prima disposizione aggiuntiva della legge sugli appalti pubblici che regola i contratti all’estero.

Questa agenzia di cooperazione del Ministero degli Affari Esteri, coinvolta nello scandalo di corruzione noto come “caso Mediador” o “caso Tito Berni”, non specifica se abbia messo in atto alcun meccanismo o protocollo per impedire alle autorità mauritane di maltrattare e torturare i detenuti, né fornisce il regolamento che ne disciplinerà il funzionamento.

Sul suo sito web, la FIAP riconosce che questi centri contribuiranno a “determinare se [i migranti detenuti] sono vittime di tratta, minori non accompagnati, persone vulnerabili o richiedenti protezione internazionale” e assicura che i detenuti rimarranno in custodia per un massimo di 72 ore. Questa agenzia di cooperazione spagnola non ha risposto a nessuna delle domande poste, sostenendo che porCausa non è un mezzo di comunicazione.

Inaugurazione del centro di detenzione per migranti a Nouakchott (Mauritania) – Foto Delegazione dell’UE in Mauritania

L’inaugurazione di entrambi gli spazi ha avuto luogo lo scorso 17 ottobre alla presenza di agenti della Polizia Nazionale spagnola, rappresentanti dell’Unione Europea e del ministro dell’Interno mauritano. La Spagna conta più di 80 funzionari e agenti della Guardia Civil, della Polizia Nazionale e del CNI dispiegati in modo permanente in Mauritania.

Tre fonti con accesso a questi centri di detenzione affermano che le carceri per migranti della FIAP in Mauritania sono già pronte ma non sono ancora entrate in fase operativa, quindi nessun migrante detenuto avrebbe pernottato in esse per il momento.

Inizialmente era prevista anche la partecipazione all’inaugurazione del commissario Abdel Fattah, capo dell’Ufficio per la lotta contro l’immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani della polizia mauritana.

Fattah, incaricato di ricevere e gestire i dispositivi per il controllo dei flussi migratori che la Spagna fornisce alla Mauritania attraverso la FIAP, alla fine non ha partecipato alla cerimonia perché è stato sollevato dal suo incarico dopo che si è scoperto che riceveva tangenti dai trafficanti di esseri umani che organizzano i cayucos dirette alle Canarie, in cambio di informazioni errate fornite alla Guardia Civil, come rivelato da un’indagine di porCausa e dai quotidiani El País e Le Monde.

Nel 2022 Fattah è stato insignito della medaglia al merito di polizia dal ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska. Questo ufficiale della polizia mauritana, cugino dell’ex presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, è libero e non ha accuse a suo carico.

Il commissario mauritano destituito, Abdel Fattah, riceve la medaglia al merito di polizia dalle mani del ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, nel 2022. PH: Agenzia Mauritana di Informazione
Le aziende coinvolte

Falcon Consultores, la società che ha redatto lo studio tecnico di queste carceri, non ha risposto alle domande poste per questo articolo. CADG, che ha realizzato i lavori e fornito anche arredi e attrezzature, sottolinea di avere “regole severe” per evitare pratiche corrotte e conflitti di interesse in conformità con le “norme etiche internazionali” e chiede di risolvere le questioni relative a queste carceri per migranti con la FIAP.

In Mauritania entrambe le società sono anche aggiudicatrici di diversi contratti di TRAGSA, un’azienda di proprietà dello Stato spagnolo. Da quando Pedro Sánchez è arrivato alla Moncloa, TRAGSA è responsabile di diversi contratti relativi al controllo dell’immigrazione, come i lavori di ammodernamento delle recinzioni di confine di Ceuta e Melilla. Essendo costituita come società privata, i giornalisti non possono richiedere informazioni sui suoi contratti e sulle sue attività ai sensi della legge sulla trasparenza.

In risposta alle domande poste, TRAGSA riconosce di aver ricevuto «un incarico dalla FIAP per la realizzazione del progetto costruttivo e l’esecuzione dei lavori dei centri di detenzione temporanea a Nouakchott e Nouadhibou» e chiarisce che successivamente, su richiesta della FIAP, «è stato deciso» e alla fine non ha eseguito tali lavori.

FIAP sostiene che la risoluzione del contratto sia avvenuta in termini amichevoli e ha inviato il fascicolo che lo dimostra successivamente alla pubblicazione dell’articolo su El Salto.

Il team di giornalisti che ha redatto questa informazione ha inviato alcune domande anche alle autorità della Mauritania, tramite il Ministero dell’Interno e l’ambasciata a Madrid. Il governo mauritano non ha risposto a nessuna delle domande poste né ha chiarito cosa intende fare con i migranti privati della libertà nelle due prigioni costruite dalla Spagna.

Abbandoni nel deserto sponsorizzati dalla Spagna e dall’UE

Il regime mauritano effettua retate – con il sostegno e le informazioni fornite dalla Guardia Civil, dalla Polizia Nazionale e dal CNI – per arrestare arbitrariamente persone di colore, compresi bambini in età lattante. Le autorità mauritane utilizzano quad, veicoli 4×4, droni e dispositivi tecnologici forniti dalla FIAP per effettuare questi arresti.

I migranti arrestati vengono privati di tutti i loro effetti personali (compresi documenti d’identità e telefoni), condotti in carcere e sottoposti a soggiorni di diversi giorni in condizioni disumane, senza cibo, acqua né accesso ai servizi igienici.

Almeno due agenti della Polizia Nazionale spagnola si recano settimanalmente in questi centri, a Nouakchott e Nouadhibou, per rilevare le impronte digitali e scattare fotografie ai detenuti. L’ottenimento di questi dati non è banale: dal 2003 la Spagna e la Mauritania hanno un accordo in base al quale le autorità spagnole possono espellere cittadini di paesi terzi verso la Mauritania.

Ogni settimana la Polizia Nazionale spagnola di stanza in Mauritania riceve liste con i nomi e cognomi delle persone che gli agenti mauritani abbandonano in zone remote.

Infine, i detenuti vengono abbandonati in zone remote come Gogui, al confine desertico con il Mali, un territorio con un’alta presenza dell’organizzazione jihadista JNIM, affiliata ad Al Qaeda nel Sahel. Tra i migranti che subiscono questi abbandoni nel deserto spiccano persone con profilo di richiedenti asilo in fuga dalla guerra in paesi come il Mali o il Niger e dalla violenza politica in nazioni come la Guinea Conakry.

Ogni settimana la Polizia Nazionale spagnola di stanza in Mauritania riceve liste con i nomi e cognomi delle persone che gli agenti mauritani abbandonano in zone remote. Le prove a sostegno di queste informazioni sono contenute in un’inchiesta giornalistica coordinata da Lighthouse Reports, con la partecipazione di porCausa, e in un ampio rapporto dell’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch. L’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sono a conoscenza di questi abusi, secondo documenti interni a cui porCausa ha avuto accesso.

Tra queste vittime ci sono giovani come Sady Traoré, un giovane musicista maliano fuggito da Bamako (Mali) dopo aver ricevuto minacce per aver organizzato concerti contro il colpo di Stato militare nel suo Paese. Traoré ha deciso di stabilirsi temporaneamente in Mauritania, ma dopo essere stato abbandonato due volte nel deserto dalle forze mauritane, ha deciso di emigrare in Spagna.

Questo giovane è arrivato alle Canarie nel gennaio 2024 e da allora non ha potuto esercitare il suo diritto di chiedere asilo. Traoré attualmente dorme sotto un ponte in una località vicino a Valencia e sopravvive svolgendo lavori occasionali come bracciante nel settore agricolo. Il Comitato spagnolo di aiuto ai rifugiati (CEAR) sta cercando di aiutarlo a ottenere un appuntamento per richiedere l’asilo.

Fundación porCausa

Il giornalismo è una professione rischiosa in Mauritania. Un professionista dell’informazione che ha collaborato a questo reportage ha deciso di non firmare per paura di ritorsioni. Per motivi di sicurezza, questa informazione omette anche il nome e i dettagli di diverse fonti umane, tra cui diversi migranti vittime di questo schema e una mezza dozzina di funzionari delle forze di sicurezza spagnole e mauritane. Questa indagine è stata condotta con il sostegno del Pulitzer Center.

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