12 e 13 settembre: «Da Tripoli a Ginevra 2»
“UNHCR = UNFAIR!”, “IOM = NASTY!”: con questi slogan Refugees in Libya annuncia
due nuove giornate di mobilitazione a Ginevra, il 12 e 13 settembre 2025, contro
le «violazioni dei diritti umani» da parte delle principali agenzie
internazionali coinvolte nella gestione delle migrazioni.
Venerdì 12 settembre, alle 11, davanti alla sede dell’UNHCR in Rue de
Montbrillant 94, è prevista una conferenza stampa con la presentazione del “Book
of Shame”, che raccoglie «dozzine di denunce e accuse da parte di rifugiati e
migranti in Libia, Tunisia e Niger». Secondo gli organizzatori, «anziché
adempiere al proprio mandato di protezione, l’UNHCR sta proteggendo le frontiere
europee ed è diventato uno strumento delle politiche di esternalizzazione». Per
il collettivo si tratta di un ritorno a Ginevra, dopo la due giorni del 9 e 10
dicembre 2022 – in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani –
che era stata promossa per denunciare l’operato dell’Agenzia dell’ONU.
In questo nuovo appuntamento nella città svizzera, il giorno successivo, sabato
13 settembre, la manifestazione partirà alle 14 dalla sede dell’IOM, in Route
des Morillons 17. Al centro delle accuse verso l’Organizzazione Internazionale
per le Migrazioni sono le pratiche di “ritorno volontario”, considerate una
forma di pressione e ricatto: «In Libia conosciamo da molti anni il loro
concetto di ricatto – affermano gli attivisti -. Persone detenute e tenute in
condizioni insopportabili ricevono come unica proposta quella di tornare nel
Paese di origine. In Tunisia abbiamo visto lo stesso sistema, accanto a sgomberi
e attacchi contro insediamenti informali».
La protesta attraverserà la città, passando anche davanti alla sede delle
agenzie governative, con interventi e testimonianze di rifugiati che hanno
raggiunto l’Europa. «Non sono disposti a dimenticare le proprie ferite, né i
compagni che ancora soffrono in Libia, Tunisia o Niger», sottolineano.
Nel comunicato di lancio della due giorni viene denunciata anche l’apertura di
un nuovo grande campo per richiedenti asilo a Ginevra, descritto come «una
semi-prigione tra la pista dell’aeroporto e un’autostrada, dove le persone sono
trattenute per mesi».
L’iniziativa fa parte della “chain of action 2025”, una catena di azioni
transnazionali che ricorda il decennale dell’estate delle migrazioni del 2015 e
rilancia la lotta per la libertà di movimento e i diritti per tutte e tutti.