Il governo spagnolo apre due centri di detenzione per migranti in Mauritania
Un’inchiesta di El Salto ricostruisce finanziamenti e strategie dietro i
meccanismi di esternalizzazione delle frontiere.
Questa inchiesta, pubblicata da El Salto, ricostruisce la recente apertura di
due centri di detenzione per persone migranti in Mauritania da parte del governo
spagnolo, analizzando gli accordi, i finanziamenti e le implicazioni delle
politiche migratorie esternalizzate. Ringraziamo la redazione 1 e gli
autori dell’inchiesta per averci concesso l’autorizzazione a tradurre e
pubblicare il loro lavoro in italiano. La traduzione è stata curata da Juan
Torregrosa.
Entrambi i centri di detenzione sono stati costruiti dall’agenzia di
cooperazione spagnola FIAP, del Ministero degli Affari Esteri e riservano spazi
e persino culle per privare della libertà anche i migranti minorenni.
Dizionario della RAE:
Carcere:
1.f. Luogo destinato alla detenzione dei prigionieri.
Dal 17 ottobre scorso la Mauritania dispone di due nuovi centri di detenzione
per migranti, uno situato a Nouakchott, capitale del Paese, e l’altro a
Nouadhibou, al confine con il Sahara occidentale occupato illegalmente dal
Marocco.
Entrambi i centri sono stati avviati dalla Fondazione per
l’Internazionalizzazione delle Amministrazioni Pubbliche (FIAP), un’agenzia di
cooperazione del governo spagnolo che dipende dal Ministero degli Affari Esteri.
Le autorità spagnole affermano che questi spazi sono ispirati ai Centri di
Assistenza Temporanea per Stranieri (CATE) delle Isole Canarie e ammettono che,
a differenza della Spagna, priveranno della libertà anche i minori, compresi i
neonati in fase di allattamento, cosa che la legislazione spagnola proibisce.
Una fonte spagnola coinvolta nella creazione di questi centri afferma che,
nonostante il loro nome ufficiale, “si tratta ovviamente di centri di
detenzione” e precisa che i bambini saranno trattenuti lì solo se accompagnati
da un familiare. Due fonti mauritane confermano questa affermazione. La FIAP, il
governo mauritano e la Delegazione dell’Unione Europea in Mauritania non
rispondono a nessuna delle domande formulate per questo articolo.
Il centro di detenzione costruito dal governo spagnolo a Nouakchott dispone di
almeno 107 posti, comprese due culle per neonati, secondo i documenti della FIAP
a cui ha avuto accesso questa indagine, mentre quello di Nouadhibou avrà almeno
76 posti, oltre ad altre due culle.
I lavori e le forniture per la realizzazione di questi edifici sono stati
finanziati con fondi spagnoli e del Fondo fiduciario di emergenza dell’Unione
Europea, attraverso il progetto di polizia Associazione Operativa Congiunta
(POC, acronimo francese), guidato dalla FIAP.
Il presidente della Repubblica Islamica di Mauritania, Mohamed Ould El
Ghazouani, accoglie il presidente Pedro Sánchez all’aeroporto di Nouakchott.
Fernando Calvo MONCLOA
La Spagna esternalizza i propri confini in Mauritania
Per comprendere la storia dietro le carceri per migranti che la Spagna ha aperto
in Mauritania, bisogna risalire al 15 maggio 2024, quando 15 governi dell’Unione
Europea hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea,
Ursula von der Leyen, chiedendo di seguire l’esempio di Giorgia Meloni,
presidente del governo italiano, che ha avviato un centro di detenzione per
migranti in Albania.
Il governo spagnolo non ha firmato quella missiva, ma una settimana prima, l’8
maggio 2024, aveva assegnato all’impresa edile CADG i lavori per allestire due
centri di detenzione per migranti in Mauritania.
Tre mesi dopo, nell’agosto 2024, il presidente spagnolo e la presidente europea
si sono recati in Mauritania e hanno promesso di inviare oltre 500 milioni di
euro al governo militare del generale Mohamed Ould El Ghazouani.
La FIAP non specifica se abbia messo in atto alcun meccanismo o protocollo per
impedire alle autorità mauritane di maltrattare e torturare i detenuti.
Negli ultimi anni, l’esecutivo presieduto da Pedro Sánchez ha anche aumentato il
trasferimento di intelligence e attrezzature di polizia al regime mauritano con
l’obiettivo di reprimere la partenza di imbarcazioni dirette alle Isole Canarie.
Questo subappalto del controllo migratorio a Paesi terzi, noto come
“esternalizzazione delle frontiere” e attuato attraverso la FIAP, ha portato
la Mauritania a raddoppiare i raid per arrestare i migranti. Agenti della
Guardia Civil e della Polizia Nazionale Spagnola dispiegati nel Paese
partecipano a queste operazioni, che includono perquisizioni domiciliari senza
autorizzazione giudiziaria e arresti arbitrari per motivi razziali.
L’apertura di due centri di detenzione per migranti ha comportato una spesa
totale di almeno 1.080.625 euro di fondi europei, secondo i documenti ufficiali
a cui ha avuto accesso questa indagine. Tutti i contratti sono stati assegnati
senza gara pubblica da parte della FIAP e hanno beneficiato di finanziamenti
europei.
La Mauritania è diventata una delle priorità finanziarie della FIAP in
coincidenza con l’aumento del flusso migratorio sulla “rotta delle Canarie”.
Senza andare oltre, il 1° novembre questa agenzia ha erogato 160.000 euro (senza
gara d’appalto) per acquistare un numero indeterminato di veicoli 4×4 e droni
con visori notturni per la polizia mauritana.
In una comunicazione della FIAP successiva alla pubblicazione di questo
articolo, l’agenzia nega categoricamente che l’appalto sia stato aggiudicato
senza gara pubblica e sostiene che i contratti sono stati aggiudicati con
“procedura pubblica” in base alla prima disposizione aggiuntiva della legge
sugli appalti pubblici che regola i contratti all’estero.
Questa agenzia di cooperazione del Ministero degli Affari Esteri, coinvolta
nello scandalo di corruzione noto come “caso Mediador” o “caso Tito Berni”, non
specifica se abbia messo in atto alcun meccanismo o protocollo per impedire alle
autorità mauritane di maltrattare e torturare i detenuti, né fornisce il
regolamento che ne disciplinerà il funzionamento.
Sul suo sito web, la FIAP riconosce che questi centri contribuiranno a
“determinare se [i migranti detenuti] sono vittime di tratta, minori non
accompagnati, persone vulnerabili o richiedenti protezione internazionale” e
assicura che i detenuti rimarranno in custodia per un massimo di 72 ore. Questa
agenzia di cooperazione spagnola non ha risposto a nessuna delle domande poste,
sostenendo che porCausa non è un mezzo di comunicazione.
Inaugurazione del centro di detenzione per migranti a Nouakchott (Mauritania) –
Foto Delegazione dell’UE in Mauritania
L’inaugurazione di entrambi gli spazi ha avuto luogo lo scorso 17 ottobre alla
presenza di agenti della Polizia Nazionale spagnola, rappresentanti dell’Unione
Europea e del Ministro dell’Interno mauritano. La Spagna conta più di 80
funzionari e agenti della Guardia Civil, della Polizia Nazionale e del CNI
dispiegati in modo permanente in Mauritania.
Tre fonti con accesso a questi centri di detenzione affermano che le carceri per
migranti della FIAP in Mauritania sono già pronte, ma non sono ancora entrate in
fase operativa, quindi per il momento nessun migrante detenuto vi avrebbe
pernottato.
Inizialmente era prevista anche la partecipazione all’inaugurazione del
commissario Abdel Fattah, capo dell’Ufficio per la lotta contro l’immigrazione
clandestina e la tratta di esseri umani della polizia mauritana.
Fattah, incaricato di ricevere e gestire i dispositivi per il controllo dei
flussi migratori che la Spagna fornisce alla Mauritania attraverso la FIAP, alla
fine non ha partecipato alla cerimonia perché è stato sollevato dal suo incarico
dopo che si è scoperto che riceveva tangenti dai trafficanti di esseri umani che
organizzano i cayucos dirette alle Canarie, in cambio di informazioni errate
fornite alla Guardia Civil, come rivelato da un’indagine di porCausa e dai
quotidiani El País e Le Monde.
Nel 2022 Fattah è stato insignito della medaglia al merito di polizia dal
Ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska. Questo ufficiale della polizia
mauritana, cugino dell’ex presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, è libero e non ha
accuse a suo carico.
Il commissario mauritano destituito, Abdel Fattah, riceve la medaglia al merito
di polizia dalle mani del Ministro dell’Interno spagnolo Fernando
Grande-Marlaska, nel 2022. PH: Agenzia Mauritana di Informazione
Le aziende coinvolte
Falcon Consultores, la società che ha redatto lo studio tecnico di queste
carceri, non ha risposto alle domande poste per questo articolo. CADG, che ha
realizzato i lavori e fornito anche arredi e attrezzature, sottolinea di avere
“regole severe” per evitare pratiche corrotte e conflitti di interesse in
conformità con le “norme etiche internazionali” e chiede di risolvere le
questioni relative a queste carceri per migranti con la FIAP.
In Mauritania entrambe le società si sono aggiudicate diversi contratti di
TRAGSA, un’azienda di proprietà dello Stato spagnolo. Da quando Pedro Sánchez è
arrivato alla Moncloa, TRAGSA è responsabile di diversi contratti relativi al
controllo dell’immigrazione, come i lavori di ammodernamento delle recinzioni di
confine di Ceuta e Melilla. Essendo costituita come società privata, i
giornalisti non possono richiedere informazioni sui suoi contratti e sulle sue
attività ai sensi della legge sulla trasparenza.
In risposta alle domande poste, TRAGSA riconosce di aver ricevuto «un incarico
dalla FIAP per la realizzazione del progetto costruttivo e l’esecuzione dei
lavori dei centri di detenzione temporanea a Nouakchott e Nouadhibou» e
chiarisce che successivamente, su richiesta della FIAP, «è stato deciso» e alla
fine non ha eseguito tali lavori.
FIAP sostiene che la risoluzione del contratto sia avvenuta in termini
amichevoli e ha inviato il fascicolo che lo dimostra successivamente alla
pubblicazione dell’articolo su El Salto.
Il team di giornalisti che ha redatto questa informazione ha inviato alcune
domande anche alle autorità della Mauritania, tramite il Ministero dell’Interno
e l’ambasciata a Madrid. Il governo mauritano non ha risposto a nessuna delle
domande poste, né ha chiarito cosa intende fare con i migranti privati della
libertà nelle due prigioni costruite dalla Spagna.
Abbandoni nel deserto sponsorizzati dalla Spagna e dall’UE
Il regime mauritano effettua retate – con il sostegno e le informazioni fornite
dalla Guardia Civil, dalla Polizia Nazionale e dal CNI – per arrestare
arbitrariamente persone di colore, compresi bambini in età lattante. Le autorità
mauritane utilizzano quad, veicoli 4×4, droni e dispositivi tecnologici forniti
dalla FIAP per effettuare questi arresti.
I migranti arrestati vengono privati di tutti i loro effetti personali (compresi
documenti d’identità e telefoni), condotti in carcere e sottoposti a soggiorni
di diversi giorni in condizioni disumane, senza cibo, acqua né accesso ai
servizi igienici.
Almeno due agenti della Polizia Nazionale spagnola si recano settimanalmente in
questi centri, a Nouakchott e Nouadhibou, per rilevare le impronte digitali e
scattare fotografie ai detenuti. L’ottenimento di questi dati non è banale: dal
2003 la Spagna e la Mauritania hanno un accordo in base al quale le autorità
spagnole possono espellere cittadini di Paesi terzi verso la Mauritania.
Ogni settimana la Polizia Nazionale spagnola di stanza in Mauritania riceve
liste con i nomi e cognomi delle persone che gli agenti mauritani abbandonano in
zone remote.
Infine, i detenuti vengono abbandonati in zone remote come Gogui, al confine
desertico con il Mali, un territorio con un’alta presenza dell’organizzazione
jihadista JNIM, affiliata ad Al Qaeda nel Sahel. Tra i migranti che subiscono
questi abbandoni nel deserto spiccano persone con profilo di richiedenti asilo
in fuga dalla guerra in Paesi come il Mali o il Niger e dalla violenza politica
in nazioni come la Guinea Conakry.
Ogni settimana la Polizia Nazionale spagnola di stanza in Mauritania riceve
liste con i nomi e cognomi delle persone che gli agenti mauritani abbandonano in
zone remote. Le prove a sostegno di queste informazioni sono contenute in
un’inchiesta giornalistica coordinata da Lighthouse Reports, con la
partecipazione di porCausa, e in un ampio rapporto dell’organizzazione per i
diritti umani Human Rights Watch. L’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i
rifugiati, e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sono a conoscenza
di questi abusi, secondo documenti interni a cui porCausa ha avuto accesso.
Tra queste vittime ci sono giovani come Sady Traoré, un musicista maliano
fuggito da Bamako (Mali) dopo aver ricevuto minacce per aver organizzato
concerti contro il colpo di Stato militare nel suo Paese. Traoré ha deciso di
stabilirsi temporaneamente in Mauritania, ma dopo essere stato abbandonato due
volte nel deserto dalle forze mauritane, ha deciso di emigrare in Spagna.
Questo giovane è arrivato alle Canarie nel gennaio 2024 e da allora non ha
potuto esercitare il suo diritto di chiedere asilo. Traoré attualmente dorme
sotto un ponte in una località vicino a Valencia e sopravvive svolgendo lavori
occasionali come bracciante nel settore agricolo. Il Comitato spagnolo di aiuto
ai rifugiati (CEAR) sta cercando di aiutarlo a ottenere un appuntamento per
richiedere l’asilo.
Fundación porCausa
Il giornalismo è una professione rischiosa in Mauritania. Un professionista
dell’informazione che ha collaborato a questo reportage ha deciso di non firmare
per paura di ritorsioni. Per motivi di sicurezza, questa informazione omette
anche il nome e i dettagli di diverse fonti umane, tra cui diversi migranti
vittime di questo schema e una mezza dozzina di funzionari delle forze di
sicurezza spagnole e mauritane. Questa indagine è stata condotta con il sostegno
del Pulitzer Center.
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