Referendum in Ecuador: un NO categorico al governo di Noboa

Pressenza - Monday, November 17, 2025

Con il 60% dei voti a favore del NO, secondo i dati più recenti del Consiglio Nazionale Elettorale, il popolo ecuadoriano ha respinto le proposte che il governo di Daniel Noboa aveva sottoposto a consultazione popolare e referendum.

Nella scheda elettorale sono state poste quattro domande chiave con profonde implicazioni costituzionali: i cittadini dovevano pronunciarsi sull’installazione di basi militari straniere in Ecuador, l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti politici, la riduzione del numero dei membri dell’Assemblea e la convocazione di un’Assemblea costituente per redigere una nuova Costituzione.

Gli ultimi risultati ufficiali hanno indicato una chiara vittoria del “No” su tutte e quattro le domande. Con oltre il 60% delle schede scrutinate, il 60,21% ha rifiutato di consentire l’installazione di basi militari straniere, mentre la convocazione di un’Assemblea costituente ha ottenuto il 61% di voti contrari.

Diversi settori sociali – movimenti indigeni, sindacali, ambientalisti e di sinistra – hanno accolto con sollievo e soddisfazione i risultati del 16 novembre. Organizzazioni come la CONAIE hanno guidato la campagna per il “No”, sostenendo che le riforme proposte da Noboa, in particolare la convocazione di un’Assemblea costituente e l’apertura alle basi militari straniere, mettevano a rischio la sovranità nazionale e i diritti delle comunità.

Anche sindacati come il Fronte Unitario dei Lavoratori (FUT) e l’Unione Nazionale degli Educatori (UNE) si sono mobilitati nelle settimane precedenti, denunciando che le riforme costituzionali avrebbero potuto minare i diritti sociali e quelli del lavoro. I leader della sinistra, come quelli del Partito Socialista dell’Ecuador, interpretano la sconfitta delle proposte come un “richiamo all’ordine” per l’esecutivo, sottolineando che il governo è stato troppo autoritario e ha trascurato questioni cruciali come l’istruzione, la sanità e la sicurezza.

La schiacciante vittoria del “No” evidenzia il lavoro organizzativo nei territori urbani e rurali, che hanno lavorato a una campagna di base che ha coinvolto i settori più diversi della popolazione. Si tratta, ovviamente, di una grave battuta d’arresto per il presidente Daniel Noboa, che perde la capacità di portare avanti il suo programma di riforme strutturali. Gli analisti ritengono che il suo impulso a riscrivere la Costituzione e a ridurre i meccanismi di controllo sia stato chiaramente respinto, il che indebolisce immediatamente la sua tabella di marcia.

Inoltre, questo risultato potrebbe rafforzare l’opposizione politica e sociale, poiché dimostra che una parte importante dell’elettorato non appoggia la sua strategia di cooperazione militare internazionale né i suoi piani di concentrazione del potere. D’altra parte, Noboa ha affermato che rispetterà la volontà popolare e continuerà a lavorare “con gli strumenti a sua disposizione”, il che implica un possibile riorientamento politico verso riforme più moderate o negoziate.

Il popolo ecuadoriano, duramente represso durante l’ultimo sciopero, ha espresso la sua volontà alle urne.

Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo

 

Redacción Ecuador