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La newsletter di Carteinregola del 26 novembre 2025
13 anni di Carteinregola e un nuovo sito ­ Da molto tempo la nostra associazione era al lavoro per  rinnovare quello che è il nostro principale strumento di comunicazione, il megafono delle nostre battaglie e proposte. Volevamo migliorare la grafica e la struttura,  mantenendo però quello che è diventato  il marchio di Carteinregola,  un’impostazione che dal 2016 a oggi  è stata premiata da decine di migliaia di visualizzazioni ogni anno. ­ Leggi tutto Presentazione del Dossier Mobilità di Carteinregola ­ Giovedì 4 dicembre 2025 dalle 17 alle 19 alla Casa del I Municipio Via Galilei 53 Roma Presentazione del Dossier Mobilità di Carteinregola: Programmi, progetti, conflitti, domande, proposte Presentano Anna Maria Bianchi Paolo Gelsomini Pietro Spirito Giancarlo Storto Partecipa il Gruppo mobilità di Carteinregola – Intervengono Giovanni Zannola Presidente della Commissione Mobilità di Roma Capitale- Ing. Alessandro Fuschiotto Roma Servizi per la Mobilità ­ Leggi tutto Carteinregola per il NO alla riforma della magistratura Come già per altre riforme tese a scardinare la nostra Costituzione, sentiamo il dovere di schierarci in difesa dei capisaldi della Carta, della separazione dei poteri, dell’autonomia della magistratura, della legge uguale per tutti. ­ Leggi tutto Autonomia differenziata: il Ministro Calderoli sottoscrive le pre intese con Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria Leggi tutto Walter Tocci: perché sono contrario alla legge per Roma Capitale L’intervento di Walter Tocci nell’audizione alla Commissione Affari Costituzionali, pubblicato dal suo blog il 7 novembre 2025 Leggi tutto IV Rapporto alla città del Sindaco Gualtieri Il video e i materiali dell’ appuntamento all’Auditorium il 7 novembre  del Sindaco Gualtieri per raccontare quanto realizzato nel 4 anno di consiliatura.  Leggi tutto Pup di Largo Capponi, il Municipio approva una risoluzione contro il parcheggio ma la Convenzione è già stata stipulata (dopo l’ordinanza commissariale di Gualtieri) Leggi tutto SEGNALAZIONI Mercoledì 26 novembre 2025 ore 17.30 Teatro delle Case Famiglia Caritas di Villa Glori – via Venezuela, 27 – Roma Caravaggio, Segreti ee Curiosità! Scopriamoli insieme  a cura di Amuse PER INFO  Mercoledì 26 novembre ore 18:00 presso il centro sociale anziani Ostiense ex Mercati generali via Francesco Negri 6  Ostiense Oggi Ostiense domani incontro pubblico sulla riqualificazione dei mercati generali e trasformazione del quadrante Ostiense a cura del municipio ottavo Lunedì 1 dicembre ore 15 Spazio Europa Via IV novembre 149  MOBILITIAMO ROMA 2025 – organizzato dal Presidente della Commissione Mobilità Giovanni Zannola Per Confermare la presenza all’eventoGiovedì 4 dicembre 2025 dalle 17 alle 19 alla Casa del I Municipio Via Galilei 53 Roma Presentazione del Dossier Mobilità di Carteinregola: Programmi, progetti, conflitti, domande, proposteVai alla pagina 4- 8 dicembre Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria a  La Nuvola dell’Eur tre mostre, 70 attività per bambine e bambini, ragazze e ragazzi, tra letture e laboratori, 24 incontri su promozione della lettura, partecipazione e dialogo costituiscono il ricco programma di iniziative proposte. Gli appuntamenti nello Spazio Arena saranno dedicati a momenti di informazione e approfondimento sulla realtà delle biblioteche, sulle comunità dei Circoli di lettura, sui progetti di promozione della lettura, sull’attenzione alle esigenze dei giovani lettori e molto altro. Tutte le informazioni e il programma dettagliato sul sito di bibliotechediroma Giovedì 11 dicembre 2025 10:00-18:00 Polo Civico Esquilino Via Galilei 57 giornata di studio Città, una cosa per ricchi? la politica, gli abitanti, la finanza a cura della Fondazione per la critica sociale con la rivista “La Città manifesta”. partecipa Carteinregola.  Il seminario si svolgerà anche online sulla piattaforma Zoom e in diretta Facebook sulla pagina “La Città manifesta” Per richiedere il link, scrivere a eventi@fondazionecriticasociale.org Venerdì 12 dicembre 2025  Casa dell’Architettura  Piazza Manfredo Fanti, 47 – ore 9.30 ALL WE NEED IS HOME – 4 sfide per l’abitare, la nuova conferenza che Roma Capitale dedica al tema della casa, affrontandolo su scala globale, europea e locale.Ingresso gratuito con registrazione obbligatoria va alle info  Associazione CARTEinREGOLA www.carteinregola.it laboratoriocarteinregola@gmail.com info@carteinregola.it Cell. 3356930035 carteinregola@casellapec.com Per osservazioni e precisazioni scrivere a: laboratoriocarteinregola@gmail.com 26 novembre 2025 ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER ATTENZIONE  Stiamo cambiando sistema per l’invio della newsletter, ci scusiamo per eventuali disguidi Cara amica, caro amico, alla luce del nuovo Regolamento UE 2016/679 sulla Protezione dei Dati Personali (GDPR), entrato in vigore a partire dal 25 maggio 2018, abbiamo aggiornato la nostra Informativa Privacy e le Condizioni Generali che regolano i servizi erogati da carteinregola.it – Clicca qui per consultare la versione aggiornata dell’Informativa Privacy  In ogni momento sarà possibile chiedere di essere rimossi dall’indirizzario inviando una e-mail con oggetto “CANCELLAMI” a laboratoriocarteinregola@gmail.com.
Referendum in Ecuador: un NO categorico al governo di Noboa
Con il 60% dei voti a favore del NO, secondo i dati più recenti del Consiglio Nazionale Elettorale, il popolo ecuadoriano ha respinto le proposte che il governo di Daniel Noboa aveva sottoposto a consultazione popolare e referendum. Nella scheda elettorale sono state poste quattro domande chiave con profonde implicazioni costituzionali: i cittadini dovevano pronunciarsi sull’installazione di basi militari straniere in Ecuador, l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti politici, la riduzione del numero dei membri dell’Assemblea e la convocazione di un’Assemblea costituente per redigere una nuova Costituzione. Gli ultimi risultati ufficiali hanno indicato una chiara vittoria del “No” su tutte e quattro le domande. Con oltre il 60% delle schede scrutinate, il 60,21% ha rifiutato di consentire l’installazione di basi militari straniere, mentre la convocazione di un’Assemblea costituente ha ottenuto il 61% di voti contrari. Diversi settori sociali – movimenti indigeni, sindacali, ambientalisti e di sinistra – hanno accolto con sollievo e soddisfazione i risultati del 16 novembre. Organizzazioni come la CONAIE hanno guidato la campagna per il “No”, sostenendo che le riforme proposte da Noboa, in particolare la convocazione di un’Assemblea costituente e l’apertura alle basi militari straniere, mettevano a rischio la sovranità nazionale e i diritti delle comunità. Anche sindacati come il Fronte Unitario dei Lavoratori (FUT) e l’Unione Nazionale degli Educatori (UNE) si sono mobilitati nelle settimane precedenti, denunciando che le riforme costituzionali avrebbero potuto minare i diritti sociali e quelli del lavoro. I leader della sinistra, come quelli del Partito Socialista dell’Ecuador, interpretano la sconfitta delle proposte come un “richiamo all’ordine” per l’esecutivo, sottolineando che il governo è stato troppo autoritario e ha trascurato questioni cruciali come l’istruzione, la sanità e la sicurezza. La schiacciante vittoria del “No” evidenzia il lavoro organizzativo nei territori urbani e rurali, che hanno lavorato a una campagna di base che ha coinvolto i settori più diversi della popolazione. Si tratta, ovviamente, di una grave battuta d’arresto per il presidente Daniel Noboa, che perde la capacità di portare avanti il suo programma di riforme strutturali. Gli analisti ritengono che il suo impulso a riscrivere la Costituzione e a ridurre i meccanismi di controllo sia stato chiaramente respinto, il che indebolisce immediatamente la sua tabella di marcia. Inoltre, questo risultato potrebbe rafforzare l’opposizione politica e sociale, poiché dimostra che una parte importante dell’elettorato non appoggia la sua strategia di cooperazione militare internazionale né i suoi piani di concentrazione del potere. D’altra parte, Noboa ha affermato che rispetterà la volontà popolare e continuerà a lavorare “con gli strumenti a sua disposizione”, il che implica un possibile riorientamento politico verso riforme più moderate o negoziate. Il popolo ecuadoriano, duramente represso durante l’ultimo sciopero, ha espresso la sua volontà alle urne. Traduzione dallo spagnolo di Anna Polo   Redacción Ecuador
Considerazioni sulla cosiddetta riforma della giustizia
La prossima primavera si terrà un referendum per confermare o bocciare la revisione della Costituzione approvata dal Parlamento relativa a “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, impropriamente nota come riforma della giustizia, ma che in realtà è una riforma della magistratura. Anzitutto va segnalato che si tratta di una legge di iniziativa governativa – poiché il disegno di legge costituzionale è stato presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e dal Ministro della giustizia Carlo Nordio – che nell’iter parlamentare non è stato modificato nemmeno per una virgola. Purtroppo già da molto tempo la funzione legislativa viene di fatto assolta dal governo per circa i tre quarti delle norme approvate, trasformando il parlamento sempre più spesso in una assemblea di mera ratifica. Che questo accada anche per le leggi costituzionali è uno schiaffo alla divisione dei poteri. Montesquieu sosteneva che qualora il potere esecutivo si confondesse con quello legislativo “non vi sarebbe più libertà”. A tal proposito risuonano ancora chiare le parole di Piero Calamandrei in Assemblea Costituente: «Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del Governo dovranno essere vuoti; estraneo deve rimanere il Governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell’Assemblea sovrana». Leggendo il testo della legge di revisione costituzionale si ha la chiara impressione che si tende a rendere complicato ciò che è semplice. La Costituzione vigente prevede che il Consiglio superiore della magistratura (Csm) sia l’organo di autogoverno della magistratura, che “costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere” (art. 104). Se venisse confermata la riforma, si creerebbero due Consigli superiori della magistratura e un’Alta Corte disciplinare. Questi tre organismi avrebbero complessivamente gli stessi compiti attualmente assolti dall’unico Consiglio superiore della magistratura. Si parla spesso di maggiore efficienza e semplificazione: sicuramente non in questo caso. Il punto più inquietante della riforma è la modifica della scelta dei magistrati, che nell’attuale Consiglio superiore vengono eletti. Invece, nei due nuovi Consigli e nell’Alta Corte verranno sorteggiati. I promotori della riforma sostengono che in questo modo verranno eliminate le correnti della magistratura, che presentano liste di candidati per entrare nel Csm. In realtà, attualmente nel Consiglio superiore vengono eletti magistrati che rappresentano le diverse culture giuridiche, garantendo il pluralismo delle opinioni. Introducendo la modalità del sorteggio, la selezione dei rappresentanti dei magistrati sarebbe casuale. Di conseguenza, i magistrati potrebbero tutti o in maggioranza appartenere soltanto ad una determinata visione della giurisdizione. C’è il rischio che una minoranza di magistrati non rappresentativi decida le sorti dell’intera magistratura. In questo caso l’autogoverno sarebbe assai poco democratico. Non solo. Se un magistrato viene eletto, significa che dagli altri magistrati viene considerato autorevole e in grado di rappresentarli. Invece, un magistrato sorteggiato evidentemente non ha alcun merito: è soltanto fortunato. Si può affidare l’autogoverno della magistratura alla fortuna, sperando che vengano “pescati” magistrati all’altezza del compito e che non agiscano per interessi personali? Lo scopo dichiarato della riforma è la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. Per semplificare si parla di separazione tra giudici e pubblici ministeri. Negli ultimi anni in Italia su circa 9 mila magistrati soltanto alcune decine hanno cambiato “casacca”, passando da pubblici ministeri a giudici o viceversa. Tra l’altro la normativa attuale prevede che questo eventuale passaggio possa avvenire soltanto una volta. Perciò che senso ha una riforma che si pone l’obiettivo di modificare un problema inesistente? È noto che molti tra i sostenitori della riforma sostengono che i pubblici ministeri riescano a condizionare i giudici. Per questo i magistrati andrebbero separati in carriere totalmente distinte. Attualmente in Italia i giudici sono circa il triplo del numero dei pubblici ministeri. Se passasse la revisione della Costituzione, all’Alta Corte verrebbe assegnata la competenza “disciplinare nei riguardi dei magistrati ordinari, giudicanti e requirenti”. Il testo di riforma prevede che tra i 15 membri della Corte siano inseriti “sei magistrati giudicanti e tre requirenti, estratti a sorte”. Considerati i numeri, di fatto verrebbe dato più potere ai pubblici ministeri rispetto al numero di magistrati che effettivamente rappresentano. Una sproporzione che – paradossalmente – contrasta con gli obiettivi dichiarati dai promotori della revisione della Costituzione. Rocco Artifoni
Ponte sullo Stretto e rispetto della Costituzione
“La mancata registrazione da parte della Corte dei Conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del governo e del Parlamento. Ma non ci fermeranno, le riforme della giustizia e della Corte dei Conti saranno la risposta.” (Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri).   “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico.” (Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti)   “Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare. Quella sul Ponte dello Stretto da parte della Corte dei Conti, è una decisione che mi lascia esterrefatto.” (Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Esteri).   “In Italia, ma anche in altri Paesi, assistiamo ad un processo di ‘giurisdizionalizzazione’, ovvero di attribuzione alla magistratura di compiti e censure tipiche della politica. È un problema che andrà risolto con animo freddo e pacato, un problema serio che non riguarda soltanto l’Italia.” (Carlo Nordio, Ministro della Giustizia).   Sono queste le reazioni dei principali esponenti del governo alla mancata registrazione di una Delibera relativa alla costruzione di un “Collegamento Stabile tra la Sicilia e la Calabria” da parte della Corte dei Conti.   A fronte di queste dichiarazioni, sorge spontanea una domanda: si può giurare sulla Costituzione senza conoscerne il contenuto? Anzitutto occorre precisare che nella Carta costituzionale la Corte dei Conti fa parte degli Organi ausiliari, cioè una delle articolazioni del governo (Titolo III) e non della magistratura (Titolo IV).   Nell’art. 100 della Costituzione si legge: “Il Consiglio di Stato è organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione. La Corte dei Conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Partecipa, nei casi e nelle forme stabilite dalla legge, al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito. La legge assicura l’indipendenza dei due Istituti e dei loro componenti di fronte al governo.”   Insomma, la Corte dei Conti non ha invaso alcun campo: ha semplicemente assolto al proprio dovere. Di conseguenza, tutte le dichiarazioni riportate degli esponenti del governo sono evidentemente fuori luogo o senza senso. Assai grave è la risposta vendicativa della Presidente del Consiglio, che preannuncia anche una riforma della Corte dei Conti. Se il risultato non è gradito, si cambiano le regole del gioco…   Va segnalata, in controtendenza, la pacata e rispettosa dichiarazione di Federico Basile, sindaco di Messina sostenuto da una coalizione di centrodestra: “Ho letto adesso la notizia che la Corte dei Conti ha dato uno stop al progetto del ponte sullo Stretto, ma devo approfondire meglio. Come sempre comunque accetteremo e rispetteremo le decisioni dei magistrati contabili”. Vengono in mente le parole di Piero Calamandrei: “Per far vivere una democrazia non basta la ragione codificata nelle norme di una Costituzione democratica, ma occorre, dietro di esse, la vigile e operosa presenza del costume democratico che voglia e sappia tradurla, giorno per giorno, in concreta, ragionata e ragionevole realtà.”   Rocco Artifoni
CURAMI – PRIMA DI TUTTO LA SALUTE: “DEMOCRAZIA CUORE DELLA SALUTE”
La puntata di sabato 18 ottobre luglio, si intitola “L’articolo 32 della Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La democrazia è il cuore della salute. I comuni sono lì dove la democrazia si compie”. Ospiti della trasmissione sono Rosa Vitale, sindaca di Rodengo Saiano (Brescia) e Gianmarco Cossandi sindaco di Palazzolo sull’Oglio (Brescia). Conducono la puntata Antonino Cimino e Donatella Albini. Curami è una trasmissione di Radio Onda d’Urto in onda il sabato mattina dalle 12.00 alle 12.30 di Donatella Albini, medica del centro studi e informazione sulla medicina di genere, già delegata alla sanità del Comune di Brescia, e di Antonino Cimino, medico e referente di Medicina Democratica – Movimento di lotta per la salute – di Brescia. La trasmissione viene replicata mercoledi prossimo alle 12.30. La puntata di sabato 18 ottobre. Ascolta o scarica
No Kings Day, uno slogan legato alla storia americana
Sabato 17 ottobre i cittadini degli Stati Uniti da costa a costa sono scesi in piazza per la seconda edizione del “No Kings Day” durante la quale si sono svolte 2.700 manifestazioni. La prima si è tenuta il 14 giugno 2025 e secondo gli organizzatori ha portato nelle strade del Paese oltre cinque milioni di americani (undici secondo altre stime), proprio nel giorno della commemorazione nazionale dei 250 anni dell’esercito; data che, sempre a detta dei “maligni pacifisti”, era stata scelta dal governo in coincidenza con il compleanno del neo presidente per compiacerne il narcisismo. Il No Kings Day è stato il pacco regalo a sorpresa. In verità dietro agli slogan “No Thrones, No Crown, No Kings” (no ai troni, no alle corone, no ai re) si trova una delle pagine più importanti della storia americana. Alla fine di settembre mio marito ed io ci siamo regalati un weekend a Filadelfia con annesso tuffo storico nelle vicende che hanno portato alla nascita di questo immenso Paese. La città, che fu sede del primo Congresso e dove venne scritta la Costituzione (congegnata nel 1787 e ratificata nel 1788), oggi offre ottimi tour storici, a cui siamo stati felici di partecipare. I partecipanti vengono invitati a sedere negli scranni che furono occupati dai padri fondatori (a me è toccato il posto di Robert Rutherford della Virginia) mentre una giovane ben istruita racconta i fatti dell’epoca. Molta enfasi viene posta sulla figura di Benjamin Franklin, un po’ perché è stato un personaggio chiave del periodo, un po’ perché elesse Filadelfia come sua dimora. Di lui possiamo dire che fu un patriota e padre fondatore oltre che un fine diplomatico, uno scienziato, un inventore, un attivista, un giornalista, un pubblicista, un editore e un musicista (e probabilmente ho dimenticato qualcosa). Chiaramente siamo di fronte a un uomo d’intelligenza superiore, che, forse anche influenzato dall’epoca in cui visse, sposò gli ideali e la filosofia illuminista mettendo la ragione al centro e alla guida di scelte epocali, di cui, mi permetto di scrivere, beneficiamo ancora oggi. La guida ha spiegato che è alle sue idee illuministe e al suo grande carisma che dobbiamo una Costituzione laica e senza re. Alcuni dei patrioti infatti pensavano che la forma migliore fosse una copia della monarchia; non ne conoscevano altre e ai loro occhi appariva come la struttura più stabile. Si era ipotizzato un presidente eletto a vita. Fu Benjamin Franklin a smontare le loro idee e a convincerli che la scelta di ripetere una forma di potere che si era dimostrata stupidamente autoritaria non si addiceva agli uomini del nuovo mondo (che proprio nuovo non era) e che loro dovevano architettare qualcosa di meglio del re! Da questi presupposti nacque la prima Costituzione degli Stati Uniti. Nei secoli il testo ha subito diverse modifiche, che non ne hanno intaccato l’originario spirito rivoluzionario e antimonarchico. Il movimento NoKings con la sua pacifica esuberanza ricorda al presidente quali sono le sue origini e che se per caso si fosse montato la testa dopo il ricevimento al Castello di Winsor è meglio che torni in fretta con i piedi per terra, si dia una calmata e ascolti il popolo, il quale non vuole che la Guardia Nazionale invada le strade, i parchi e i quartieri delle città, così come mal sopporta che i propri vicini vengano braccati da nerboruti personaggi mascherati (gli agenti dell’ICE, Immigration and Customs Enforcement) e per niente al mondo è disposto a limitare la propria libertà di parola, per la cui difesa è disposto a tutto. Dunque non basteranno le minacce e le rappresaglie sui posti di lavoro e dentro le università per farlo desistere dal difendere la democrazia, la libertà e i diritti civili. Marina Serina
Blocchiamo tutto: difendere i palestinesi è difendere i nostri diritti!
Non c’è precettazione, ma il garante obietta ed i sindacati impugnano: in sintesi la sollevazione è confermata dai sindacati che la hanno convocata e non potranno esserci sanzioni o multe per i lavoratori che hanno aderito alla protesta. Questa la sintesi delle diverse notizie anti-sciopero che si succedono dalla giornata di […] L'articolo Blocchiamo tutto: difendere i palestinesi è difendere i nostri diritti! su Contropiano.
Il valore costituzionale dello sciopero
“Le disposizioni del presente articolo in tema di preavviso minimo e di indicazione della durata non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”. Questo recita il punto 7 dell’articolo 2 della legge […] L'articolo Il valore costituzionale dello sciopero su Contropiano.
Cinque tesi sulla situazione in Nepal
Se la tua casa non è pulita, le formiche entreranno dalla porta e attireranno i serpenti. La crisi in Nepal si è aggravata all’inizio di settembre, facendo cadere il governo di centro-destra del primo ministro KP Oli. Lo stimolo immediato è stata la regolamentazione e il divieto dei social media il […] L'articolo Cinque tesi sulla situazione in Nepal su Contropiano.
La penisola banchina. Intervista a Josè Nivoi
«Se anche solo per 20 minuti perdiamo il contatto con le nostre barche, le nostre compagne e i nostri compagni, noi blocchiamo l’Europa». Sono le parole dei camalli del Calp USB che risuonano potenti nella notte prima della partenza della Global Sumud Flotilla dal porto di Genova: gli aiuti umanitari […] L'articolo La penisola banchina. Intervista a Josè Nivoi su Contropiano.