
Dalla “prontezza per la guerra” alla pace disarmata in opposizione ai piani UE e Legge di Bilancio
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Monday, October 27, 2025BRUXELLES, CONSIGLIO UE, 23 E 24 OTTOBRE 2025
Il vertice è stato convocato ad indicare, per l’Europa, la direzione dei prossimi mesi, in particolare nel campo della difesa militare, dove i Ventisette fanno propria la “Tabella di marcia per la prontezza” presentata dalla Commissione il 16 ottobre 2025.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Le recenti minacce hanno dimostrato che l’Europa è a rischio. Dobbiamo proteggere ogni cittadino e centimetro quadrato del nostro territorio. E l’Europa deve rispondere con unità, solidarietà e determinazione. La tabella di marcia per la difesa di oggi presenta un piano chiaro con obiettivi condivisi e pietre miliari concrete sul nostro percorso verso il 2030. Perché solo ciò che viene misurato viene fatto. Passando dai piani all’azione, la tabella di marcia propone quattro iniziative faro europee: l’Iniziativa europea di difesa contro i droni, l’Oriental Flank Watch, lo scudo aereo europeo e lo scudo spaziale europeo. Ciò rafforzerà le nostre industrie della difesa, accelererà la produzione e manterrà il nostro sostegno di lunga data all’Ucraina.”
Le conclusioni della sezione sulla difesa prevedono che il Consiglio europeo inviti i Paesi membri a organizzare entro fine anno gruppi di lavoro nei «settori prioritari» in modo da avviare progetti concreti sulle “iniziative faro” citate dalla Von der Leyen «già nella prima metà del 2026».
Secondo l’attuale governo UE, rafforzare la difesa dell’Europa significa anche stare saldamente con l’Ucraina nel suo sforzo bellico contro la Russia. L’appoggio viene ribadito alla presenza di Zelensky e passa per un 19esimo pacchetto di sanzioni già pronto ed attivabile con il “disco verde” appena ottenuto. In questo contesto, viene dato mandato alla Commissione di presentare una proposta sull’uso degli attivi dai depositi russi (circa 200 miliardi di euro) congelati presso EUROCLEAR, a Bruxelles. Il Belgio chiede garanzie rispetto ad eventuali ritorsioni di Putin.
Il punto cruciale è attinente al tentativo della UE per avere peso nella geopolitica del futuro. La “sicurezza” è la parola d’ordine della nuova Europa, e viene declinata in tutti i suoi aspetti, incluso quello, appunto, geopolitico attraverso il “piano di pace” presentato da dieci Paesi, in collaborazione con Kiev, articolato in 12 punti.
Sebbene i termini esatti di tutti i 12 punti non siano stati resi pubblici integralmente in un unico documento ufficiale dell’UE, il suo obiettivo centrale è stato ampiamente riportato:
- Pace lungo l’attuale linea del fronte: l’obiettivo è negoziare un cessate il fuoco e un accordo di pace basato sulle posizioni territoriali attuali.
- Ruolo europeo attivo: la proposta serve a dare all’UE e all’Ucraina un ruolo proattivo nell’agenda della pace, specialmente in un momento in cui si profilano trattative che potrebbero coinvolgere direttamente Stati Uniti (Trump) e Russia (Putin).
- Supervisione internazionale: si ipotizza che l’attuazione del piano possa essere supervisionata da un comitato per la pace presieduto da una figura chiave, come il Presidente degli Stati Uniti.
Le conclusioni del Consiglio, quelle in materia di difesa, che per l’appunto caricano sulla Russia una “sfida esistenziale” rispetto alla UE, sono già state comunicate, e sono rinvenibili al link: https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2025/10/23/european-council-conclusions-on-european-defence-and-security/ –
In sintesi, la “tabella di marcia” deve essere resa operativa con il sostegno dell’Agenzia europea per la difesa (AED), sulla scorta della “bussola strategica”. Bisogna concentrarsi su progetti concreti intesi a potenziare, in modo coordinato, gli sforzi congiunti degli Stati membri sulle capacità antidrone e di difesa aerea, in particolare sfruttando appieno gli strumenti SAFE ed EDIP. Gli investimenti nel settore della difesa verso uno sviluppo, una produzione e appalti congiunti, con il sostegno dell’AED, devono mobilitare allo scopo gli strumenti citati.
Una relazione annuale sulla prontezza alla difesa sarà elaborata dall’AED con il sostegno della Commissione e dell’alta rappresentante e presentata al Consiglio europeo. La relazione farà il punto sui progressi compiuti per colmare le carenze esistenti in termini di capacità, sulla scorta della revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD).
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è chiamata a intensificare, semplificare e accelerare il suo sostegno alle capacità europee delle imprese nel settore di sicurezza e difesa.
La “Preserving Peace – Defence Readiness Roadmap 2030” (Tabella di marcia per la prontezza alla difesa 2030), presentata dalla Presidente Ursula von der Leyen e dall’Alto Rappresentante il 16 ottobre 2025, è il piano operativo e misurabile per tradurre l’ambizione strategica dell’Unione Europea in capacità militari concrete entro la fine del decennio.
I suoi obiettivi principali (o di Readiness) mirano a rafforzare la capacità dell’UE di prevenire, dissuadere e rispondere alle minacce su più domini.
Obiettivi di Readiness (Iniziative faro)
La Roadmap si concentra su quattro grandi Iniziative faro europee (Flagship Initiatives) per colmare rapidamente le lacune critiche in aree strategiche:
- Iniziativa europea per la difesa dai droni (European Drone Defence Initiative): Mira a costruire un sistema coordinato per contrastare e dominare la guerra dei droni, a volte definita come la creazione di un “muro antidroni” a livello europeo.
- Oriental flank watch (Sorveglianza del Fianco Orientale): Prevede il rafforzamento delle capacità di sorveglianza e deterrenza lungo il confine orientale e meridionale dell’UE, tramite sistemi multi-dominio (terra, aria, mare, spazio).
- Scudo aereo europeo (European Air Shield): Finalizzato a potenziare le capacità di difesa aerea e antimissilistica del continente in modo coordinato tra gli Stati membri.
- Scudo spaziale europeo (European Space Shield): dedicato alla protezione delle infrastrutture spaziali e delle comunicazioni strategiche dell’UE, essenziali per le operazioni militari moderne.
Altri obiettivi chiave:
- Appalti e produzione congiunta: accelerare gli investimenti nel settore della difesa e promuovere l’acquisto congiunto di equipaggiamenti critici in nove aree (es. missili, munizioni, artiglieria, cyber) per ottenere economie di scala.
- Base industriale tecnologica: rafforzare la Base Industriale e Tecnologica di Difesa Europea (EDIB), incrementando la produzione interna e riducendo la dipendenza da fornitori esterni per le tecnologie critiche.
- Misurabilità: creare un sistema di governance e un Defence Readiness Report annuale per monitorare i progressi, gli investimenti e la cooperazione degli Stati membri (“solo ciò che viene misurato viene realizzato”).
Raccordo con la Bussola strategica (Strategic compass)
La Tabella di marcia 2030 per la prontezza alla difesa si raccorda direttamente con la Bussola Strategica del 2022, ponendosi come lo strumento di attuazione e misurazione della strategia:
Per riassumere e concludere, se la Bussola Strategica ha risposto alla domanda “Cosa dobbiamo essere in grado di fare?”, la Tabella di Marcia risponde alla domanda “Come lo facciamo e quando?”. L’obiettivo è trasformare il potere economico dell’Europa in una forza militare coesa e pronta ad agire (la “sicurezza” come nuova parola d’ordine geopolitica).
Parliamo di cifre
A livello europeo, le cifre degli investimenti militari sono enormi e in forte crescita, e il Consiglio Europeo del 23 ottobre 2025 ha avuto come focus proprio la necessità di concretizzare questi numeri.
La discussione non verte più solo sulla spesa totale, ma sulla qualità, coordinamento e destinazione industriale di tali fondi.
Cifre generali rilevanti
Le cifre chiave riguardano sia la spesa totale, in gran parte nazionale, sia gli obiettivi ambiziosi della Commissione:
- Spesa totale di difesa UE (Previsione 2025): si prevede che la spesa totale per la difesa da parte dei 27 Stati membri raggiungerà circa 381 miliardi di euro nel 2025 (in aumento dai 343 miliardi di euro del 2024). Questa cifra supera per la prima volta l’obiettivo del $2% del PIL cumulativo UE.
- Investimenti nella Difesa (Previsione 2025): gli investimenti (acquisti di equipaggiamenti e Ricerca & Sviluppo) dovrebbero raggiungere circa 130 miliardi di euro nel 2025 (rispetto ai 106 miliardi del 2024).
La cifra enorme del Piano UE
La Tabella di Marcia 2030 (e il piano più ampio noto come ReArm Europe / Readiness 2030) mira a mobilitare risorse gigantesche:
- Obiettivo a lungo termine: il Commissario UE per la Difesa ha parlato di un investimento complessivo potenziale di circa 6.800 miliardi di euro entro il 2035 (in un periodo di 10 anni), di cui circa il 50% destinato a spese per la difesa effettiva. Gran parte di questi fondi saranno bilanci nazionali (gli stanziamenti UE rappresentano solo una frazione del totale).
- Margine fiscale (SAFE): la Commissione ha anche proposto la creazione di un maggiore “margine di manovra fiscale” per gli Stati membri (tramite la clausola di difesa nel Patto di Stabilità) per incentivare l’investimento, con un potenziale di mobilitazione fino a 800 miliardi di euro nei prossimi anni.
Il Consiglio UE e gli aspetti quantitativi specifici
Il Consiglio Europeo del 23 ottobre si è concentrato sulla traduzione di queste cifre in azioni concrete e vincolanti attraverso la Tabella di Marcia 2030, in particolare su:
- Obiettivi di appalto europeo: l’UE sta puntando a fissare l’obiettivo di assegnare almeno il $50\% degli appalti per materiali di difesa all’interno dell’Europa entro il 2030. Questo non è solo un obiettivo di spesa, ma un obiettivo di politica industriale.
- Flessibilità di bilancio (Patto di stabilità): è stato discusso il meccanismo per l’introduzione della clausola di difesa nel nuovo Patto di Stabilità e Crescita. L’obiettivo è escludere le spese strategiche per la difesa dal calcolo del disavanzo (deficit), fino a un massimo (in discussione) che potrebbe essere dell’$1,5\% del PIL. Questo è cruciale perché permette agli Stati di spendere di più senza violare le regole fiscali.
- Fondi per l’Ucraina: Si è discussa l’adozione del XIX pacchetto di sanzioni e il meccanismo per utilizzare i beni russi congelati per acquistare armi europee per Kiev (con un valore potenziale di 140 miliardi di euro come “prestito di riparazione”), un aspetto quantitativo molto preciso e urgente.
Alfonso Navarra, Disarmisti esigenti