
Pietre d’inciampo per i morti di Portella
Pressenza - Thursday, May 1, 2025Anche quest’anno come ogni anno siamo stati per il primo maggio a Portella delle Ginestre (sopra Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo) dove in occasione della festa dei lavoratori del 1947 si consumò la prima strage di Stato, a ridosso della vittoria elettorale del Blocco del Popolo (socialista e comunista) alle elezioni regionali del 20 aprile precedente.
Anche quest’anno come ogni anno sono stati letti i nomi dei 14 uccisi, tra i quali donne e bambini; per loro – è questa la novità – saranno poste delle pietre d’inciampo lungo il lastricato del paese.
Numerosi gli interventi succedutisi al “sasso di Barbato” (Nicola Barbato, medico dei poveri e coordinatore infaticabile dei Fasci Siciliani, il primo movimento contadino antimafia nella Sicilia del 1891-94). I temi più insistiti: i cinque sì ai referendum su lavoro e cittadinanza, la denuncia della repressione, l’accoglienza dei migranti, il disarmo, la solidarietà con la Palestina e con tutti i popoli vittime di guerre.
Stavolta, piuttosto che il solito reportage fotografico, proponiamo qui una galleria di immagini, tratte dall’album di Raffaele Ercoli, del primo maggio del 1968. La figlia Laura, nostra collaboratrice, che ce le ha fornite, così le commenta: «Fu una celebrazione formidabile per le presenze anche dei giovani del ’68, con piccoli stand “spontanei” di volantinaggi, di esibizioni musicali non microfonate, con canti corali di tutto il pubblico di Fischia il vento, e di Bandiera rossa, dell’Inno dei lavoratori, dell’Internazionale che venivano cantati in tutte le loro strofe.
Bella ciao era cantata un po’ meno. Il canto di Fischia il vento, “scarpe rotte eppur bisogna andar… a conquistare la rossa primavera”, è il canto di un’avanzata… trasmette più ottimismo di Bella ciao che invece tributa il giusto onore a chi è morto, anche se Bella ciao, così internazionalizzata fa un po’ parecchia rabbia agli aspiranti dittatori e dittatorelle di Italia e del mondo.
I carabinieri a cavallo avevano ancora la divisa marroncina… altri tempi…»
E infine proponiamo il video di Gaspare Semprevivo, le cui foto costellano spesso i nostri servizi: una sua intervista-testimonianza a Maria Barca, oggi garbata signora di 86 anni, ma bimba di otto anni al momento della strage.









