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USA, le proteste del Primo Maggio denunciano Trump, la “presa di potere dei miliardari” e gli attacchi agli immigrati
Migliaia di persone si sono unite alle manifestazioni in tutti gli Stati Uniti giovedì per il Primo Maggio, celebrato come Giornata internazionale dei lavoratori in tutto il mondo. I manifestanti si sono radunati per i diritti dei lavoratori, degli immigrati e dei palestinesi, e la loro rabbia è stata rivolta in gran parte all’amministrazione Trump e alla “presa di potere da parte dei miliardari” di Washington, D.C. “Quello che l’amministrazione Trump sta facendo in questo momento è, di fatto, cercare di riorganizzare il sistema di governance e l’organizzazione della società negli Stati Uniti, sottraendo più ricchezza alla classe operaia per riempire le tasche dei miliardari. Sta cercando di concentrare i poteri nel ramo esecutivo. Lo sta facendo attaccando centinaia di migliaia di lavoratori federali, attaccando i sindacati, privando le persone dei loro diritti di contrattazione e andando a caccia di tutte le piccole concessioni che la classe dominante è stata costretta a fare al popolo degli Stati Uniti grazie alla pressione esercitata dalle lotte di base negli ultimi decenni” ha dichiarato Layan Fuleihan, direttore educativo del Forum dei Popoli. A Filadelfia, la polizia ha arrestato 70 persone per aver bloccato un’autostrada nell’ambito delle proteste del Primo Maggio, mentre il senatore Bernie Sanders ha radunato i manifestanti davanti al municipio di Filadelfia nell’ambito del suo tour Fighting Oligarchy. Nel Maryland, Zion Parras, studente liceale di 16 anni, si è unito alle proteste a Baltimora. “Sono qui perché i miei amici, la mia famiglia e la mia comunità hanno visto le ingiustizie che si sono verificate a causa della seconda amministrazione Trump. E crediamo che, in quanto studenti, dovremmo alzarci e combattere per questi diritti” ha spiegato. Democracy Now!
Pietre d’inciampo per i morti di Portella
Anche quest’anno come ogni anno siamo stati  per il primo maggio a Portella delle Ginestre (sopra Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo) dove in occasione della festa dei lavoratori del 1947 si consumò la prima strage di Stato, a ridosso della vittoria elettorale del Blocco del Popolo (socialista e comunista) alle elezioni regionali del 20 aprile precedente. Anche quest’anno come ogni anno sono stati letti i nomi dei 14 uccisi, tra i quali donne e bambini; per loro – è questa la novità – saranno poste delle pietre d’inciampo lungo il lastricato del paese. Numerosi gli interventi succedutisi al “sasso di Barbato” (Nicola Barbato, medico dei poveri e coordinatore infaticabile dei Fasci Siciliani, il primo movimento contadino antimafia nella Sicilia del 1891-94). I temi più insistiti: i cinque sì ai referendum su lavoro e cittadinanza, la denuncia della repressione, l’accoglienza dei migranti, il disarmo, la solidarietà con la Palestina e con tutti i popoli vittime di guerre. Stavolta, piuttosto che il solito reportage fotografico, proponiamo qui una galleria di immagini, tratte dall’album di Raffaele Ercoli, del primo maggio del 1968. La figlia Laura, nostra collaboratrice, che ce le ha fornite, così le commenta: «Fu una celebrazione formidabile per le presenze anche dei giovani del ’68, con piccoli stand “spontanei” di volantinaggi, di esibizioni musicali non microfonate, con canti corali di tutto il pubblico di Fischia il vento, e di Bandiera rossa, dell’Inno dei lavoratori, dell’Internazionale che venivano cantati in tutte le loro strofe. Bella ciao era cantata un po’ meno. Il canto di Fischia il vento, “scarpe rotte eppur bisogna andar… a conquistare la rossa primavera”, è il canto di un’avanzata… trasmette più ottimismo di Bella ciao che invece tributa il giusto onore a chi è morto, anche se Bella ciao, così internazionalizzata fa un po’ parecchia rabbia agli aspiranti dittatori e dittatorelle di Italia e del mondo. I carabinieri a cavallo avevano ancora la divisa marroncina… altri tempi…» E infine proponiamo il video di Gaspare Semprevivo, le cui foto costellano spesso i nostri servizi: una sua intervista-testimonianza a Maria Barca, oggi garbata signora di 86 anni, ma bimba di otto anni al momento della strage. https://www.facebook.com/gaspare.semprevivo/videos Redazione Palermo
Primo maggio: festa del lavoro a favore del Bene Comune
Ogni festa del Primo Maggio c’è qualcosa che non torna, secondo me, nella narrazione e nella retorica corrente. Sembra che la Festa del Lavoro festeggi il lavoro salariato, rivendichi la lotta allo sfruttamento, la necessità di migliori condizioni di lavoro, la prevenzione degli incidenti, ricordi i dolorosi eventi che fecero che fosse il 1 Maggio la data scelta, aspira alla piena occupazione e alla sconfitta della disoccupazione: tutte nobili tematiche, assolutamente da rivendicare e celebrare ma che non riflettono sulla natura del Lavoro. Quindi, per celebrare in modo non retorico questa festa vorrei riflettere un po’ su questa faccenda del lavoro. La narrativa attuale e, purtroppo, la tendenza meccanica in corso, porta a far coincidere sempre più  il Lavoro con il lavoro salariato. Una delle implicazioni del lavoro salariato è che esso si configura sempre come una relazione, personale o collettiva, di natura economica: io faccio qualcosa perché tu mi paghi. Questa relazione è necessariamente individualistica, nega il Bene Comune. E’ propietaristica e economicista perché, alla fine ci sono soldi di mezzo e, in un qualche momento, genererà inevitabilmente conflitto. E’ questo che i costituendi pensavano quando scrissero nella Costituzione Italiana L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro? certamente no. Già l’articolo 4 della medesima costituzione recita: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Il lavoro è un’attività o una funzione che concorre al progresso materiale o spirituale della società. Numerosi costituzionalisti hanno poi spiegato bene questo concetto fino a dire che, in sostanza, il Lavoro è un’attività di trasformazione sociale.  Se questo è così quello che dobbiamo festeggiare oggi è, sopratutto, tutti gli sforzi che vengono fatti verso il bene comune: le organizzazioni sindacali, i comitati di base, le organizzazioni di volontari che agiscono per migliorare le condizioni di vita, gli attivisti delle campagne per i diritti umani, la solidarietà ecc. E dovremmo di conseguenza parlare e dibattere di tutte le azioni che favoriscono la liberazione dallo sfruttamento e da tutte le conseguenze del lavoro salariato: la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il salario minimo garantito, il reddito di base universale senza condizioni, l’automazione come forma di liberazione dai lavori pericolosi e usuranti. In sintesi tutto ciò che restituisca al Lavoro, e all’Essere Umano lavoratore,  la dignità di agente di trasformazione sociale e personale in funzione del Bene Comune.   Olivier Turquet