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Conflitti globali e guerre in corso, un video
Il mondo sta affrontando un numero di conflitti che è il più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, con 56 conflitti attivi che coinvolgono 92 Paesi. Solo nel 2024 si contano più di 233mila vittime e oltre 100 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case. A commentare in studio il tema caldo del momento Jeff Hoffman de “La Casa del Sole TV”, la giornalista Margherita Furlan, Angelo d’Orsi, già ordinario di Storia delle Dottrine Politiche all’Università di Torino e Antonio Mazzeo, giornalista, docente e attivista dell’Osservatorio, reduce dall’espulsione ad opera del governo israeliano per avere cercato di portare aiuti umanitari a Gaza a bordo della nave Handala di Freedom Flotilla. Qui il video della trasmissione  SCACCO MATTO 01.08.2025 – Il mondo in guerra –  Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Gaza: i bisogni sono enormi dopo 22 mesi di guerra e due mesi di blocco degli aiuti
Dichiarazione di Ted Chaiban, Vicedirettore generale UNICEF 2 agosto 2025 – “…Sono appena tornato da una missione di cinque giorni in Israele, Gaza e Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. I segni della profonda sofferenza e della fame erano visibili sui volti delle famiglie e dei bambini. Dall’inizio della guerra, a Gaza sono stati uccisi oltre 18.000 bambini. Si tratta di una media di 28 bambini al giorno, l’equivalente di una classe scolastica, che non ci sono più. I bambini hanno perso i loro cari, sono affamati e spaventati e traumatizzati. Gaza ora rischia seriamente la carestia. Si tratta di una situazione che si è andata aggravando, ma ora abbiamo due indicatori che hanno superato la soglia della carestia. Una persona su tre a Gaza passa giorni senza cibo e l’indicatore di malnutrizione ha superato la soglia della carestia, con la malnutrizione acuta che ora supera il 16,5% [nella città di Gaza]. Oggi, oltre 320.000 bambini piccoli sono a rischio di malnutrizione acuta. A Gaza ho incontrato le famiglie dei 10 bambini uccisi e dei 19 feriti da un attacco aereo israeliano mentre erano in fila con i loro genitori per ricevere cibo presso una clinica nutrizionale a Deir el-Balah sostenuta dall’UNICEF. Abbiamo incontrato Ahmed, che ha 10 anni, e suo padre. Quel giorno Ahmed era in fila con sua sorella Samah, di 13 anni. Lei è morta. Ho visto una foto in cui lui agitava furiosamente le braccia per fermare un carro trainato da un asino nel tentativo di salvarla e portarla in ospedale, ma non ci è riuscito. È profondamente traumatizzato e non sa cosa fare. Questo semplicemente non dovrebbe accadere. I bambini che ho incontrato non sono vittime di una catastrofe naturale. Sono affamati, bombardati e sfollati. In un centro di stabilizzazione nella città di Gaza ho incontrato bambini gravemente malnutriti, ridotti pelle e ossa. Le loro madri erano sedute lì vicino, disperate ed esauste. Una madre mi ha detto che non produce più latte materno perché lei stessa è troppo affamata. L’UNICEF sta facendo tutto il possibile per affrontare la situazione: sostiene l’allattamento al seno, fornisce latte artificiale e cura i bambini affetti da malnutrizione acuta grave. Ma i bisogni sono enormi dopo 22 mesi di guerra e due mesi di blocco, che ora è stato allentato ma continua ad avere un impatto, e gli aiuti non stanno arrivando abbastanza velocemente o nella misura necessaria. In mezzo a tutto questo, il nostro personale a Gaza, la maggior parte del quale ha subito perdite personali devastanti, continua a lavorare giorno e notte. L’UNICEF sta fornendo acqua potabile: 2,4 milioni di litri al giorno nella parte settentrionale di Gaza, raggiungendo 600.000 bambini. Si tratta di una media di 5-6 litri di acqua al giorno a persona – meglio di prima, ma ancora ben al di sotto della soglia di sopravvivenza. Abbiamo ricostruito la catena del freddo per i vaccini e continuiamo a vaccinare i bambini. Stiamo fornendo assistenza psicosociale ai bambini che sono stati terrorizzati da ciò che hanno vissuto. Stiamo salvando la vita ai neonati, aiutando a riunire le famiglie separate, sia all’interno della Striscia che, in alcuni casi, a livello internazionale, e fornendo latte artificiale ai bambini più vulnerabili, ma c’è ancora molto da fare. Dopo la tregua annunciata da Israele, l’accesso umanitario è stato in parte facilitato. Abbiamo oltre 1.500 camion carichi di forniture di prima necessità pronti nei corridoi tra Egitto, Giordania, Ashdod e Turchia. Alcuni hanno iniziato a muoversi e negli ultimi due giorni abbiamo consegnato 33 camion di latte in polvere salvavita, biscotti ad alto contenuto energetico e kit igienici. Ma questa è solo una minima parte di ciò che serve; quindi, gran parte della nostra missione è stata dedicata alla sensibilizzazione e al dialogo con le autorità israeliane a Gerusalemme e Tel Aviv. Abbiamo insistito affinché venissero riviste le loro regole militari di ingaggio per proteggere i civili e i bambini. I bambini non dovrebbero essere uccisi mentre aspettano in fila in un centro nutrizionale o mentre raccolgono l’acqua, e le persone non dovrebbero essere così disperate da dover assalire un convoglio. Abbiamo chiesto un aumento degli aiuti umanitari e del traffico commerciale – avvicinandoci a 500 camion al giorno – per stabilizzare la situazione e ridurre la disperazione della popolazione, nonché i saccheggi e quella che chiamiamo auto distribuzione, quando la popolazione insegue un convoglio, e anche i saccheggi, quando i gruppi armati lo inseguono perché il prezzo del cibo è così alto. Per affrontare questo problema, dobbiamo inondare la Striscia di rifornimenti utilizzando tutti i canali e tutti i valichi.   Questo non sarà possibile solo con gli aiuti umanitari, quindi abbiamo anche insistito affinché nella Striscia entrassero beni commerciali – uova, latte e altri beni di prima necessità che integrano ciò che la comunità umanitaria sta portando. Abbiamo insistito affinché fossero ammessi articoli “a duplice uso” e più carburante, in modo da poter riparare il sistema idrico: tubi, raccordi, generatori.  A Gaza fa molto caldo – 40 gradi – e l’acqua scarseggia, con il rischio di epidemie che incombe ovunque. Continueremo a impegnarci affinché le pause umanitarie non causino ulteriori sfollamenti, costringendo la popolazione in un’area sempre più ristretta. Anche in Cisgiordania i bambini sono in pericolo. Finora quest’anno sono stati uccisi 39 bambini palestinesi. Ho visitato una comunità beduina a est di Ramallah, che è stata costretta ad abbandonare le proprie case a causa delle violenze. Abbiamo anche incontrato bambini israeliani colpiti dalla guerra. Bambini che hanno subito paura, perdite e sfollamenti. I bambini non iniziano le guerre, ma sono loro a subirne le conseguenze Ci troviamo a un bivio. Le scelte che faremo ora determineranno la vita o la morte di decine di migliaia di bambini. Sappiamo cosa bisogna fare e cosa si può fare. L’ONU e le ONG che compongono la comunità umanitaria possono affrontare questo problema, insieme al traffico commerciale, se vengono messe in atto misure che consentano l’accesso e che alla fine garantiscano la disponibilità di beni sufficienti nella Striscia, in modo da attenuare alcuni dei problemi legati all’ordine pubblico. Sono necessari finanziamenti. L’appello dell’UNICEF per Gaza è gravemente sottofinanziato: solo il 30% delle esigenze sanitarie e nutrizionali è coperto. Dobbiamo ricordare che le pause umanitarie non sono un cessate il fuoco. Speriamo che le parti possano concordare un cessate il fuoco e il ritorno di tutti gli ostaggi rimasti nelle mani di Hamas e di altri gruppi armati. Questa situazione va avanti da troppo tempo. 22 mesi. Onestamente non mi sarei mai aspettato che saremmo arrivati a 22 mesi di guerra. Quello che sta accadendo sul campo è disumano. Ciò di cui hanno bisogno i bambini, i bambini di tutte le comunità, è un cessate il fuoco duraturo e una via d’uscita politica.” FOTO E VIDEO: https://weshare.unicef.org/Share/0e2ryciq0w65jai05u62f7q6078w2et4 UNICEF
E’ su PeerTube il video della Local march for Gaza
E’ on line il video realizzato da Alberto Conte sulla Local March for Gaza Un’esperienza di lotta nonviolenta per il cessate il fuoco a Gaza, per la libertà per i palestinesi e, quindi, per il genere umano. Partiti da Oropa (BI) per il primo cammino che ha portato almeno 160 persone dai monti a valle per dire che dobbiamo “restare umani”, passo dopo passo disporsi all’ascolto dell’altro e rigettare la violenza in ogni sua forma. Cosa c’è di più non violento del camminare? Scrivo su Pressenza, tra i promotori della Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza, ma si può citare la Perugia – Assisi , o, addirittura, le marce da Selma a Montgomery Le Local march prendono ispirazione da tutto ciò e dalla Global March to Gaza, declinandola sui territori e usando come mezzo il cammino. A proposito di mezzi… si sa che per i nonviolenti il fine non giustifica affatto i mezzi, come sostiene ogni buon manuale di politica da Macchiavelli in poi. E allora il video è caricato su una piattaforma libera. Si chiama PeerTube PeerTube non profila, non ruba i tuoi dati, non è governata da algoritmi opachi e moderazioni oscure. E, soprattutto, non veicola camapgne di disinformazione a favore del governo d’Israele e del genocidio dei palestinesi. Quindi : Viva PeerTube, Viva le marce, Viva la nonviolenza, Viva la libertà e buona visione di Ettore Macchieraldo     Ettore Macchieraldo
Un flash mob per Gaza che rimbalza da Milano a Berlino – Video
Di flash mob a Milano per denunciare il genocidio in Palestina ne sono stati fatti diversi, ma uno in particolare non solo è stato ripetuto tante volte, ma è stato anche ripreso da cittadini e cittadine di altre città italiane. Agli organizzatori la cosa aveva fatto molto piacere, ma potete immaginare la commozione quando, pochi giorni fa, hanno ricevuto dalla Germania, attraverso Pressenza, questa mail e questo video. “Caro Andrea de Lotto, è da molto tempo che volevo scriverti per raccontarti del flash mob di Berlino. L’anno scorso, sul sito di Pressenza, hai scritto del flash mob di Milano. Hai anche mostrato delle foto e un video. Ho subito pensato che avrei voluto farlo anch’io. L’anno scorso ho partecipato a una veglia per Julian Assange, che poi è stato rilasciato. Io e alcuni attivisti abbiamo pensato a cosa avremmo potuto fare con il tempo che si era liberato. Ho raccontato del flash mob di Milano e tutti hanno subito accettato di lottare per la pace nel mondo anche a Berlino. Tuttavia, non abbiamo fatto un flash mob spontaneo, ma ci siamo incontrati davanti alla Porta di Brandeburgo per due ore ogni domenica dal novembre 2024 e abbiamo fatto questo flash mob. Eravamo solo in tre, ma ora siamo molti di più e spesso la gente si unisce spontaneamente. Da un mese a questa parte, leggiamo anche i versi della poesia “Say no” di Wolfgang Borchert. https://www.bo-alternativ.de/borchert.htm (tedesco originale) https://www.oikoumene.org/resources/documents/say-no-by-wolfgang-borchert (traduzione in inglese, con tasto per tradurla in italiano) Se incontri altre persone del flash mob di Milano, per favore raccontagli di noi e digli che la loro azione è stata un modello. Ora vi invio un video del nostro flash mob di domenica scorsa: https://freeassange-berlin.de/medien/_20250713_flashmob/20250713_flashmob_filmbeitrag.q23_h360.mp4 Cordiali saluti da Berlino Barbara S.   Andrea De Lotto
Video. In Israele c’è chi fa scherzi disgustosi sulla fame a Gaza, mentre altri cecano di negarla come una bufala
29 luglio 2025.     Un personaggio della TV israeliana scherza dicendo che una madre israeliana “obesa” si è mangiata la sua bambina a Gaza. Mentre i media israeliani di destra cercano di dire che la fame a Gaza è una bufala, alcuni commentatori dicono che è una punizione meritata per i Palestinesi. Dal vivo in questo video di 2min 30”:
Il Censis rimprovera i pacifisti. Un video con Pasquale Pugliese
Su Pressenza abbiamo pubblicato la scorsa settimana due approfonditi nostri articoli (il primo di Giovanni Caprio e il secondo di Pasquale Pugliese) sulla discutibile indagine del Censis sul tema degli italiani e la guerra, che di fatto cerca di promuovere un atteggiamento filobellico, che è ben lontano (come si evince dalle risposte degli intervistati) dalla sensibilità e cultura della gran parte degli italiani. Gli articoli hanno trovato un buon interesse dei lettori, così che su Youtube il canale www.dignita.tv ha realizzato sul tema con Pasquale Pugliese una breve videointervista (7 minuti) che vi proponiamo qui https://www.youtube.com/watch?v=XfAOodNcywg Redazione Italia
Il vescovo Derio: suoniamo le campane per dire basta alla tragedia di Gaza
Il vescovo di Pinerolo Derio Olivero ha deciso di aderire all’iniziativa promossa da Pax Christi per chiedere di interrompere il conflitto a Gaza, chiedendo alle chiese della Diocesi di suonare le campane alle 22 di domenica 27 luglio 2025. A comunicare la decisione del vescovo, il Vicario Generale, Massimo Lovera, che ha emesso questo comunicato: “A nome di mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, vi invito a far suonare le campane domenica 27 luglio alle ore 22 come segno di solidarietà e per non rimanere muti di fronte alla tragedia della guerra a Gaza, dove continuano a morire per fame e sotto le bombe numerose vittime innocenti. Come Chiesa locale di Pinerolo non possiamo rimanere inerti di fronte a questo dramma disumano, che è “una follia e una sconfitta” per tutta l’umanità. Continuiamo, inoltre, in ogni celebrazione eucaristica a pregare per il dono della pace e perché cessi la guerra a Gaza, in Ucraina e in tutto il mondo”. don Massimo Lovera, Vicario generale Redazione Italia
Video. Non dobbiamo contare solo i bambini di Gaza che muoiono di fame, ma anche quelli che sopravviveranno e avranno una vita miserevole a causa della denutrizione sofferta nell’infanzia.
26 luglio 2025.   Lo sviluppo fisico e psichico avviene in gran parte nei primi mille giorni di vita e se viene compromesso dalla malnutrizione infantile non può più essere recuperato. I sopravvissuti avranno deficit intellettivi, saranno piccoli, deboli e vulnerabili. Un risultato perfetto per chi vuole operare un genocidio che sia il più atroce e il più degradante possibile per coloro che devono essere eliminati. Una convincente spiegazione in questo video di 4 minuti:
SLAM PUNK #03
SABATO 13 SETTEMBRE 20245 SLAM PUNK #3 Torna per la terza (ed ultima?) edizione l’evento che mescola basket, musica e birrette: SLAM PUNK!  La formula ormai la conoscete: TORNEO 3VS3 CHILL, CONCERTI, GOOD VIBES con Punkadeka e una crew di amici e band. Iniziate a segnarvi:  13 SETTEMBRE 2025 – ORE 15:00 (Free Entry) Parco Cittadella […]