Pietre d’inciampo per i morti di Portella
Anche quest’anno come ogni anno siamo stati per il primo maggio a Portella
delle Ginestre (sopra Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo) dove in
occasione della festa dei lavoratori del 1947 si consumò la prima strage di
Stato, a ridosso della vittoria elettorale del Blocco del Popolo (socialista e
comunista) alle elezioni regionali del 20 aprile precedente.
Anche quest’anno come ogni anno sono stati letti i nomi dei 14 uccisi, tra i
quali donne e bambini; per loro – è questa la novità – saranno poste delle
pietre d’inciampo lungo il lastricato del paese.
Numerosi gli interventi succedutisi al “sasso di Barbato” (Nicola Barbato,
medico dei poveri e coordinatore infaticabile dei Fasci Siciliani, il primo
movimento contadino antimafia nella Sicilia del 1891-94). I temi più insistiti:
i cinque sì ai referendum su lavoro e cittadinanza, la denuncia della
repressione, l’accoglienza dei migranti, il disarmo, la solidarietà con la
Palestina e con tutti i popoli vittime di guerre.
Stavolta, piuttosto che il solito reportage fotografico, proponiamo qui una
galleria di immagini, tratte dall’album di Raffaele Ercoli, del primo maggio del
1968. La figlia Laura, nostra collaboratrice, che ce le ha fornite, così le
commenta: «Fu una celebrazione formidabile per le presenze anche dei giovani del
’68, con piccoli stand “spontanei” di volantinaggi, di esibizioni musicali non
microfonate, con canti corali di tutto il pubblico di Fischia il vento, e di
Bandiera rossa, dell’Inno dei lavoratori, dell’Internazionale che venivano
cantati in tutte le loro strofe.
Bella ciao era cantata un po’ meno. Il canto di Fischia il vento, “scarpe rotte
eppur bisogna andar… a conquistare la rossa primavera”, è il canto di
un’avanzata… trasmette più ottimismo di Bella ciao che invece tributa il giusto
onore a chi è morto, anche se Bella ciao, così internazionalizzata fa un po’
parecchia rabbia agli aspiranti dittatori e dittatorelle di Italia e del mondo.
I carabinieri a cavallo avevano ancora la divisa marroncina… altri tempi…»
E infine proponiamo il video di Gaspare Semprevivo, le cui foto costellano
spesso i nostri servizi: una sua intervista-testimonianza a Maria Barca, oggi
garbata signora di 86 anni, ma bimba di otto anni al momento della strage.
https://www.facebook.com/gaspare.semprevivo/videos
Redazione Palermo