Asilo impossibile a Milano. Una class action contro la Questura

Progetto Melting Pot Europa - Thursday, October 23, 2025

Il 10 ottobre 2025 è stato depositato al TAR della Lombardia un ricorso collettivo che accusa la Questura di Milano di violare sistematicamente i termini di legge per l’accesso alla procedura d’asilo.

A promuovere l’azione – la prima nel suo genere in Lombardia – sono Naga 1 e ASGI, due realtà storiche impegnate nella tutela dei diritti delle persone migranti.

L’obiettivo del ricorso non è solo quello di porre fine a una prassi amministrativa illegittima, ma anche di costringere la Pubblica Amministrazione a rispettare le norme che garantiscono l’effettivo esercizio del diritto d’asilo.

La normativa italiana ed europea è chiara: le Questure devono formalizzare la domanda d’asilo entro tre giorni lavorativi dalla manifestazione di volontà, compilando il modulo C3. Solo in casi eccezionali – per esempio in presenza di arrivi particolarmente numerosi – il termine può essere esteso di dieci giorni, come stabilito dal D. Lgs. 25/2008.

Questa prima fase non implica alcuna valutazione nel merito della domanda: la Questura deve semplicemente raccogliere i dati della persona e avviare la procedura. Eppure, a Milano, questi termini vengono sistematicamente disattesi, trasformando quello che dovrebbe essere un atto amministrativo semplice in un percorso a ostacoli lungo mesi.

A Milano, chi intende chiedere asilo non può presentarsi direttamente in Questura. Deve invece passare attraverso un sistema di prenotazioni gestito da enti del terzo settore e sindacati che hanno firmato un Protocollo con la Questura e la Prefettura. Solo dopo l’intermediazione di questi enti è possibile ottenere un appuntamento.

Secondo un monitoraggio del Naga condotto tra febbraio e marzo 2025, i tempi medi sono impressionanti: 48 giorni dalla manifestazione di volontà all’accesso all’ente che effettua la prenotazione, 85 giorni dall’accesso all’ente al primo appuntamento in Questura, 48 giorni tra il primo accesso in Questura e la formalizzazione della domanda con il modello C3.

In totale, oltre cinque mesi di attesa per poter semplicemente accedere al sistema di protezione internazionale. Nel frattempo, le persone restano senza documenti, senza accoglienza, senza diritti.

Il caso di Milano non è isolato. Ritardi, inefficienze e prassi illegittime sono diffusi in tutto il Paese: a marzo 2025, due ricorsi analoghi sono stati presentati al TAR del Veneto contro le Questure di Venezia e Vicenza 2. La gestione dell’accesso alla procedura d’asilo continua a variare da città a città, in un quadro frammentato e spesso arbitrario, che mina la parità di trattamento e viola le direttive europee.

Guida legislativa/Notizie

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1 Ottobre 2025

Quando le Questure non registrano la domanda nei tempi previsti, le conseguenze per le persone sono immediate e gravi: rischio di espulsione dal territorio nazionale nonostante l’intenzione di chiedere protezione, esclusione dal sistema di accoglienza con molte persone costrette a dormire per strada, impossibilità di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale o di accedere alle cure, divieto di lavorare o registrarsi all’anagrafe. In pratica, l’inerzia amministrativa trasforma un diritto garantito dalla Costituzione e dal diritto internazionale in un limbo di invisibilità e precarietà.

Con il ricorso collettivo, Naga e ASGI chiedono al TAR di ordinare alla Questura di Milano di ripristinare la piena funzionalità amministrativa, rispettare i termini di legge per la formalizzazione delle domande e garantire l’effettivo esercizio del diritto d’asilo, come previsto dall’articolo 10 della Costituzione e dalle norme europee. Nelle intenzioni dei promotori, l’azione punta anche a creare un precedente giuridico utile per tutte le altre realtà italiane che vivono situazioni simili.

Dietro i numeri e i ritardi ci sono vite sospese, persone costrette a rimanere ai margini per mesi senza alcuna tutela. La class action contro la Questura di Milano è dunque molto più di una controversia amministrativa: è una battaglia per l’effettività del diritto d’asilo, per il rispetto della dignità e della legalità. Come ricordano Naga e ASGI, “garantire l’accesso alla procedura d’asilo non è una concessione, ma un dovere dello Stato”.

  1. Asilo impossibile a Milano ↩︎
  2. Asilo impossibile: il TAR Veneto chiede al Ministero dell’Interno e alle Questure di Venezia e Vicenza un’assunzione di responsabilità ↩︎