Napoli città di pace, al fianco della Global Sumud Flotilla

Pressenza - Monday, September 1, 2025

Sumud! Sumud!

Si leva alto ancora una volta il grido di Napoli per la Palestina

Sumud in arabo significa resistere, resistere all’orrore, alla guerra, al genocidio, all’indifferenza.

Ancora una volta Napoli è a fianco della Palestina perché “siamo un solo cuore e l’assedio deve finire”, dice Marta Di Giacomo, una delle responsabili della Global Sumud Movement to Gaza per la Campania.

È questa l’organizzazione che ha promosso la mobilitazione di oggi, domenica 31 agosto, per far sentire con forza il proprio sostegno e quello della città alla Global Sumud Flotilla, la flotta di piccole imbarcazioni che da oggi e fino al 4 settembre salperanno da vari porti del Mediterraneo in Italia, da Genova e da Siracusa, con a bordo centinaia di partecipanti provenienti da 44 Paesi del mondo e che già in queste ore hanno preso il mare anche a nome di tutti noi. Civili, attivisti, medici, gente comune che si riconoscono nel difendere un’umanità che non può morire.

Napoli per la Flottiglia Global Sumud.

Simbolicamente stamattina alle ore 12.00 le imbarcazioni Jonathan e Delfino, gestite dalle omonime associazioni onlus che hanno cooperato nell’organizzazione della manifestazione, con a bordo tante persone, organizzatori e cittadini comuni, hanno preso il mare dalla Darsena Acton del Molosiglio in una giornata piena di sole e di speranza.

“Vuole essere un segnale di partecipazione forte e chiaro, perché Napoli è città di pace, solidale, amica del popolo palestinese, porto accogliente di ogni persona che si fa portavoce di idee di solidarietà e di giustizia” hanno ricordato i referenti di Jonathan e Delfino, associazioni onlus che si lavorano di minori per l’area penale del Tribunale di Napoli e realizzano progetti educativi per minori a rischio nelle due comunità di accoglienza della provincia di Napoli.

Sono loro che hanno messo a disposizione le due imbarcazioni che hanno esse stesse un valore altamente simbolico e potente, perché sequestrate ai trafficanti di esseri umani e oggi utilizzate per manifestazioni di carattere umanitario e sociale.

Spiegano che, anche se non è stato possibile partire con la Flotilla, volevano comunque esserci simbolicamente “perché Napoli è città della resistenza che viene dal basso, dalla gente. Noi aderiamo per portare il nostro messaggio di solidarietà e di appoggio a chi non si tira indietro nonostante i grandi rischi che ci sono in questa missione”.

In tanti sono venuti, esponenti di associazioni umanitarie, APS, rappresentanti di medici e personale sanitario che hanno aderito allo sciopero della fame e che hanno rivolto al presidente De Luca l’appello di compiere azioni concrete, come quella di boicottare dal sistema sanitario campano aziende israeliane che fanno profitto e armano l’esercito, e cittadini comuni.

Tutti sul molo armati solo di bandiere e di striscioni, per testimoniare con la presenza la gratitudine e la commozione per un’iniziativa umanitaria che non ha precedenti, per dire grazie a tutti quelli che non si sono voltati dall’altra parte.

“L’azione della Global Flotilla to Gaza è di una potenza straordinaria, perché di fronte a governi balbettanti e complici ci sono persone che ancora hanno un’umanità da difendere. Noi ci siamo e ci saremo per mare e per terra e continueremo a crescere con azioni sempre più numerose”.

Queste le parole di Hamad Alfarra, palestinese di Gaza e portavoce del Movimento Globale a Gaza Campania.

“Non è una semplice iniziativa, è forse la più grande missione umanitaria della storia. La società civile si organizza a livello internazionale per contrastare la crudeltà del potere e l’indifferenza dei governi. Un vero urlo di speranza, un atto di coraggio che scuote ogni coscienza, perché l’umanità non può morire a Gaza e quando la politica fallisce l’umanità si alza in piedi e grida ‘Basta’. Non ci fermeremo, sarà una mobilitazione continua e la nostra parola Sumud, che esprimendo lo spirito di resilienza del popolo palestinese, esprime anche la nostra determinazione a non restare in silenzio” ha concluso Hamid.

E Napoli, città di mare, oggi ha voluto essere simbolicamente a fianco della Flottiglia per augurarle che il vento sia propizio.

Dopo la breve conferenza stampa, il momento più commovente ed emotivamente significativo: le barche capofila Jonathan e Delfino sono salpate. Durante il percorso in mare nel golfo di Napoli si sono via aggiunte varie imbarcazioni provenienti dal porto di Napoli e da Torre del Greco fino a diventare una flotta di dodici imbarcazioni.

Sventolavano tutte la bandiera della Palestina, hanno solcato il mare di Napoli, hanno lambito Castel dell’Ovo e si sono dirette verso Santa Lucia. Qui, davanti al Consolato Americano, con le bandiere che sventolavano alte e diritte accarezzate dal vento, le imbarcazioni hanno sostato in silenzio alcuni minuti, per poi virare e rientrare alla Darsena.

Il rientro è stato accolto da una folla numerosa che intanto, a terra, aveva organizzato una marcia lungo l’area di via Acton, i cui passi, 2135, simbolicamente volevano rappresentare i chilometri che ci dividono da Gaza, in un lungo ponte di unione e di abbraccio al popolo palestinese.

Sumud, Sumud, Palestina libera.

Redazione Napoli