Napoli città di pace, al fianco della Global Sumud Flotilla
Sumud! Sumud!
Si leva alto ancora una volta il grido di Napoli per la Palestina
Sumud in arabo significa resistere, resistere all’orrore, alla guerra, al
genocidio, all’indifferenza.
Ancora una volta Napoli è a fianco della Palestina perché “siamo un solo cuore e
l’assedio deve finire”, dice Marta Di Giacomo, una delle responsabili della
Global Sumud Movement to Gaza per la Campania.
È questa l’organizzazione che ha promosso la mobilitazione di oggi, domenica 31
agosto, per far sentire con forza il proprio sostegno e quello della città alla
Global Sumud Flotilla, la flotta di piccole imbarcazioni che da oggi e fino al 4
settembre salperanno da vari porti del Mediterraneo in Italia, da Genova e da
Siracusa, con a bordo centinaia di partecipanti provenienti da 44 Paesi del
mondo e che già in queste ore hanno preso il mare anche a nome di tutti noi.
Civili, attivisti, medici, gente comune che si riconoscono nel difendere
un’umanità che non può morire.
Napoli per la Flottiglia Global Sumud.
Simbolicamente stamattina alle ore 12.00 le imbarcazioni Jonathan e Delfino,
gestite dalle omonime associazioni onlus che hanno cooperato nell’organizzazione
della manifestazione, con a bordo tante persone, organizzatori e cittadini
comuni, hanno preso il mare dalla Darsena Acton del Molosiglio in una giornata
piena di sole e di speranza.
“Vuole essere un segnale di partecipazione forte e chiaro, perché Napoli è città
di pace, solidale, amica del popolo palestinese, porto accogliente di ogni
persona che si fa portavoce di idee di solidarietà e di giustizia” hanno
ricordato i referenti di Jonathan e Delfino, associazioni onlus che si lavorano
di minori per l’area penale del Tribunale di Napoli e realizzano progetti
educativi per minori a rischio nelle due comunità di accoglienza della provincia
di Napoli.
Sono loro che hanno messo a disposizione le due imbarcazioni che hanno esse
stesse un valore altamente simbolico e potente, perché sequestrate ai
trafficanti di esseri umani e oggi utilizzate per manifestazioni di carattere
umanitario e sociale.
Spiegano che, anche se non è stato possibile partire con la Flotilla, volevano
comunque esserci simbolicamente “perché Napoli è città della resistenza che
viene dal basso, dalla gente. Noi aderiamo per portare il nostro messaggio di
solidarietà e di appoggio a chi non si tira indietro nonostante i grandi rischi
che ci sono in questa missione”.
In tanti sono venuti, esponenti di associazioni umanitarie, APS, rappresentanti
di medici e personale sanitario che hanno aderito allo sciopero della fame e che
hanno rivolto al presidente De Luca l’appello di compiere azioni concrete, come
quella di boicottare dal sistema sanitario campano aziende israeliane che fanno
profitto e armano l’esercito, e cittadini comuni.
Tutti sul molo armati solo di bandiere e di striscioni, per testimoniare con la
presenza la gratitudine e la commozione per un’iniziativa umanitaria che non ha
precedenti, per dire grazie a tutti quelli che non si sono voltati dall’altra
parte.
“L’azione della Global Flotilla to Gaza è di una potenza straordinaria, perché
di fronte a governi balbettanti e complici ci sono persone che ancora hanno
un’umanità da difendere. Noi ci siamo e ci saremo per mare e per terra e
continueremo a crescere con azioni sempre più numerose”.
Queste le parole di Hamad Alfarra, palestinese di Gaza e portavoce del Movimento
Globale a Gaza Campania.
“Non è una semplice iniziativa, è forse la più grande missione umanitaria della
storia. La società civile si organizza a livello internazionale per contrastare
la crudeltà del potere e l’indifferenza dei governi. Un vero urlo di speranza,
un atto di coraggio che scuote ogni coscienza, perché l’umanità non può morire a
Gaza e quando la politica fallisce l’umanità si alza in piedi e grida ‘Basta’.
Non ci fermeremo, sarà una mobilitazione continua e la nostra parola Sumud, che
esprimendo lo spirito di resilienza del popolo palestinese, esprime anche la
nostra determinazione a non restare in silenzio” ha concluso Hamid.
E Napoli, città di mare, oggi ha voluto essere simbolicamente a fianco della
Flottiglia per augurarle che il vento sia propizio.
Dopo la breve conferenza stampa, il momento più commovente ed emotivamente
significativo: le barche capofila Jonathan e Delfino sono salpate. Durante il
percorso in mare nel golfo di Napoli si sono via aggiunte varie imbarcazioni
provenienti dal porto di Napoli e da Torre del Greco fino a diventare una flotta
di dodici imbarcazioni.
Sventolavano tutte la bandiera della Palestina, hanno solcato il mare di Napoli,
hanno lambito Castel dell’Ovo e si sono dirette verso Santa Lucia. Qui, davanti
al Consolato Americano, con le bandiere che sventolavano alte e diritte
accarezzate dal vento, le imbarcazioni hanno sostato in silenzio alcuni minuti,
per poi virare e rientrare alla Darsena.
Il rientro è stato accolto da una folla numerosa che intanto, a terra, aveva
organizzato una marcia lungo l’area di via Acton, i cui passi, 2135,
simbolicamente volevano rappresentare i chilometri che ci dividono da Gaza, in
un lungo ponte di unione e di abbraccio al popolo palestinese.
Sumud, Sumud, Palestina libera.
Redazione Napoli