Israele: in decine di migliaia di nuovo in piazza ieri, per invocare il cessate il fuoco e il ritorno degli ostaggi

Pressenza - Wednesday, August 27, 2025
Non si contano le manifestazioni che hanno costellato di nuovo ieri l’intera mappa di Israele, per un replay che anche senza definirsi ‘sciopero generale’, ha registrato la partecipazione di decine di migliaia di manifestanti, oltre all’adesione di tantissime attività commerciali, università, associazioni di cittadini e persino aziende, che hanno permesso ai loro impiegati di assentarsi almeno qualche ora, per poter aggiungere anche la loro voce al cacofonia delle grida e degli slogan. Come già per il grande sciopero generale di domenica 17 agosto, anche questa no-stop di protesta era stata convocata dal Forum delle Famiglie degli Ostaggi ed è iniziata alle 6.29 ora locale (corrispondenti alle 5.29 nostre) per ricordare il momento esatto in cui è cominciato l’attacco di Hamas, il 7 ottobre di due anni fa. Con vari momenti di intensità, le mobilitazioni sono proseguite poi per tutta la giornata, con blocchi stradali sulle principali arterie di transito, incendi di pneumatici, prolungati sit-in di fronte alla residenze di Netanyahu e di altri membri della Knesset, per poi culminare con un partecipatissimo corteo che dalla stazione di Tel Aviv si è poi riversato nella Piazza degli Ostaggi, dilagando a fiumana su tutte le aree vicine, compresa quella che sta proprio di fronte al quartier generale dell’IDF. E’ stata ancora una volta una grande manifestazione di unità e determinazione, che ha visto insieme tante sigle diverse, tutte ovviamente solidali con il Forum delle Famiglie degli Ostaggi nella richiesta di ripresa, anzi conclusione dei più volte congelati negoziati, come unica possibile speranza di poter rivedere in libertà quella ventina di ostaggi ancora in vita. Ma tra gli slogan e i cartelli e gli striscioni che affollavano la piazza oltre ai volti degli ostaggi, non sono mancati gli appelli di Stop The War, Fine dell’Occupazione, Fine del Genocidio, No alla Fame come Arma di Guerra, Pace Ora: una mobilitazione più che mai compatta nel ribadire la più corale contrarietà all’imminente piano di occupazione e inevitabile evacuazione di Gaza City, e la più che mai urgente richiesta di una soluzione politica al conflitto.

Pressenza IPA