
NATO e UE preparano nuove grandi infrastrutture a fini militari
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Friday, August 22, 2025La prossima manovra di bilancio europeo dedicherà ampi spazi alla difesa, alle tecnologie e alle infrastrutture, per queste ultime il fabbisogno stimato è di 17 miliardi di investimenti per trovarsi preparati in un eventuale scontro con la Russia.
Prima del Bilancio pluriennale comunitario, per lunghi mesi, è stata focalizzata l’attenzione sugli interventi necessari e sulle cosiddette tecnologie duali, la logistica viene annunciata come una necessità per l’economia del vecchio continente, ma è indubbio che l’investimento guarderà soprattutto ai pesi prossimi al confine russo
Fino a prova contraria non ci sembra che la UE sia in lotta con la Russia, anzi se acquistasse il gas e il petrolio dalla Russia (che poi è lo stesso ad arrivare in Ucraina dopo alcuni giri) ne trarrebbe un indubbio vantaggio economico, del resto la crisi economica è indissolubilmente legata al costo dell’energia (e gli USA ben sapevano che, diventando i rifornitori ufficiali dell’Europa, avrebbero messo questa in ginocchio).
Come avvenne con la guerra nei Balcani e i corridoi energetici ridefiniti dopo quell’aggressione al popolo della ex Jugoslavia, si torna a parlare di corridoi da potenziare come la Rete Trans-Europea di Trasporto (Ten-T) a cui aggiungere il vecchio, risale al 2017/8 ossia prima della guerra in Ucraina, Piano di azione per la mobilità militare Piano d’azione sulla mobilità militare: un’iniziativa concreta per un’Unione della difesa.
La nuova Manovra pluriennale di bilancio dedica ampio spazio alle infrastrutture e alla tecnologia e lo fa con grande attenzione all’utilizzo duale per evitare sul nascere polemiche interne ad alcuni Paesi, in grave difficoltà, che mal sopporteranno i tagli al sociale.
E per questa ragione tra i papaveri di Bruxelles si parla di rafforzare le politiche di rilancio della difesa e degli investimenti strategici, prevedendo, da qui al 2030, una guerra su larga scala per affrontare la quale serve un ammodernamento della logistica e già nel gennaio 2024 la Germania con altri Paesi europei (Paesi Bassi e Polonia ad esempio) aveva sottoscritto una intesa per dare vita a una grande e rinnovata rete di logistica e mobilità militare, oltre a fatto che da tempo si studia un progetto destinato a integrare i tre mari ossia Baltico, Adriatico e Mar Nero.
In questa grande opera il ruolo di Germania e Polonia dovrebbe essere quello di guida e non è casuale visto che stiamo parlando dei Paesi che più degli altri hanno accresciuto la spesa bellica.
Solo poche settimane fa la Rete di infrastrutture è tornata al centro della attenzione del Parlamento UE e della NATO, prova ne sia la pubblicazione di alcuni documenti ufficiali che il pacifismo italiano ignora o preferisce dimenticare per riproporci in autunno, la solita sequela di luoghi comuni Military mobility.
La manovra di Bilancio è quindi risultata della sinergia tra UE e NATO, dalla cooperazione per dare vita a una grande rete infrastrutturale a fini di guerra, è del resto uno degli impegni assunti da Bruxelles per disimpegnare gli Usa da parte delle spese sostenute per la difesa proprio come chiesto da Trump
E se qualcuno ha già parlato di una sorta di “Schengen militare” (PIANI MILITARI UE: L’ITALIA SNODO CRUCIALE, Ue, avanti tutta sulla mobilità militare), l’Italia non sta a guardare come dimostra il grande accordo, che opera da battistrada nella UE, tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana di quasi due anni: L’asse Leonardo-Rete Ferroviaria Italiana per la mobilità militare,
Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università