
Trieste, continua l’emergenza accoglienza richiedenti asilo
Progetto Melting Pot Europa - Sunday, August 10, 2025A Trieste si aggrava ancora una volta la situazione dell’accoglienza per i richiedenti asilo, con un preoccupante peggioramento denunciato da alcune tra le organizzazioni impegnate nel settore. Il Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS), Diaconia Valdese, International Rescue Committee (IRC) e il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), esprimono la loro “forte preoccupazione” per la “netta recrudescenza” dei problemi nell’accesso alle misure di accoglienza previste dalla legge.
Le organizzazioni richiamano l’attenzione sulle precise disposizioni della normativa europea, ricordando che “il diritto UE dispone con inequivocabile chiarezza (Direttiva 2013/33/UE, art. 17 par. 1 1) che gli Stati membri provvedano a che i richiedenti abbiano accesso alle condizioni materiali di accoglienza nel momento in cui manifestano la volontà di chiedere protezione internazionale”. Questo diritto non consente deroghe, neanche temporanee, e prevede l’obbligo di assicurare “con immediatezza” le misure di sostentamento ai richiedenti asilo privi di mezzi.
Negli ultimi anni Trieste ha vissuto una situazione altalenante: dopo anni di estese mancate accoglienze tra il 2022 e il 2024, una parziale ripresa si era vista da giugno 2024 con trasferimenti sistematici verso altre città, circa 60 persone a settimana. Tuttavia, da giugno 2025, “tale prassi ha subito un brusco rallentamento”, con trasferimenti dimezzati, proprio nel periodo estivo caratterizzato da un aumento degli arrivi.
A pagare il prezzo più alto sono le persone più vulnerabili: “famiglie con bambini, donne sole, minori” che “vengono semplicemente abbandonate in strada in attesa di un posto in accoglienza, prive di alcuna assistenza che non sia quella fornita dalle associazioni di solidarietà”. I numeri parlano chiaro: al 4 agosto 2025 sono almeno 173 uomini singoli, 2 donne sole e 4 nuclei familiari con bambini senza alcun supporto da parte delle autorità.
Le associazioni denunciano un’“assenza di una programmazione strutturata per gestire un fenomeno contenuto e prevedibile”, sottolineando che la situazione di Trieste si configura ormai come “una crisi umanitaria per il quarto anno di fila” che “richiede un intervento immediato da parte delle Autorità finora inadempienti”.
Nel comunicato diffuso alla stampa si ricorda inoltre il pronunciamento recente della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha sancito come “uno stato membro non può sottrarsi ai propri obblighi invocando l’esaurimento temporaneo delle capacità di alloggio normalmente disponibili”, ribadendo il dovere di garantire l’accoglienza anche in presenza di arrivi ingenti.
Le organizzazioni coinvolte chiedono pertanto “che venga realizzata, anche attraverso un rinnovato dialogo con le associazioni, una programmazione adeguata che consenta di prevenire il verificarsi di tali gravi crisi”, avvertendo che “in assenza di interventi si riservano ogni azione legale necessaria a ripristinare il rispetto delle vigenti normative e tutelare i diritti fondamentali dei richiedenti asilo”.
La situazione di Trieste torna quindi al centro del dibattito nazionale sull’accoglienza, mostrando ancora una volta le criticità di un sistema che non garantisce il rispetto dei diritti fondamentali e la dignità delle persone che cercano protezione in Italia.