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Militarizzazione e oppressione: voci dal Convegno di Verona del 23 novembre
Il 23 novembre l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Verona ha organizzato l’evento pubblico “Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina?”, svoltosi al Centro Tommasoli, stipato per l’occasione oltre ogni immaginazione, a tal punto che si è reso necessario allestire un impianto acustico anche all’esterno. L’iniziativa ha visto la partecipazione di Roberta Leoni (presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università), Donia Raafat (scienziata politica e attivista palestinese), Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo), Moni Ovadia (attore, artista, co-sceneggiatore, musicista), Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool e parte del team della Corte penale internazionale per le vittime di Gaza), Greta Thunberg e Simone Zambrin (attivisti della Global Sumud Flotilla). Dopo il saluto di Miria Pericolosi, attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Verona, Patrizia Buffa, moderatrice dell’incontro, ha aperto i lavori illustrando il significato del convegno e riportando alla memoria della platea quanto accaduto nei mesi scorsi: la nascita di un gigantesco movimento per la Palestina, imponente equipaggio di terra che ha accompagnato l’equipaggio di mare, segno tangibile dell’emersione di una coscienza planetaria. La mobilitazione non è stata motivata solo dall’empatia verso la Palestina, ma si è espressa in una vera e propria rivolta contro il potere delle oligarchie finanziarie e militari che hanno supportato e supportano il genocidio. In tutto il pianeta si è palesata la volontà di andare in direzione opposta a quella voluta dalle classi dirigenti. Purtroppo, la cosiddetta tregua ha avuto un’unica finalità: arginare questo movimento planetario. Ora più che mai, conclude Buffa, è il momento di perseverare nella resistenza all’oppressione, nella pratica del Sumud. Roberta Leoni ha messo in luce la militarizzazione totale della società israeliana che mobilita e disciplina l’intera popolazione mediante la leva obbligatoria lunga, instillando in tal modo nelle coscienze un senso d’insicurezza permanente. Un’organizzazione statuale e sociale che si regge su tali presupposti non può che condurre a forme di sorveglianza di massa, apartheid, pulizia etnica e pratiche genocidarie. Per quanto riguarda l’Italia, Leoni aggiunge come le capillari e continue iniziative di militarizzazione avviate dai governi degli ultimi lustri per valorizzare la cosiddetta “cultura della difesa” nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, sembrano replicare in modo inquietante il modello guerrafondaio e securitario proprio dello Stato sionista. Donia Raafat sostiene che la cosiddetta tregua imposta da Trump non è per nulla una cessazione delle ostilità, bensì il passaggio da una fase di genocidio aperto e massiccio del popolo palestinese a una forma di genocidio incrementale. Ciò che vediamo ora non è un processo di trasformazione o di giustizia, è semplicemente il consolidamento delle stesse dinamiche che da decenni negano l’autodeterminazione del popolo palestinese. Pertanto, non bisogna fermarsi: le mobilitazioni e la rabbia popolare devono farsi sentire con una forza ancora maggiore, anche perché l’oppressione del popolo palestinese è l’emblema di tutte le forme di oppressione. Lottare per una Palestina libera significa lottare per un mondo più giusto. Antonio Mazzeo è intervenuto ricordando e analizzando le varie complicità del nostro governo e del nostro sistema economico col genocidio in atto. Come ha dimostrato nel suo ultimo report Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati, il genocidio in corso è un crimine collettivo che, come ricorda Mazzeo, coinvolge tutti i settori dell’economia italiana, da quello militare a quello finanziario, passando per quello energetico. Moni Ovadia si è invece soffermato sulla fondamentale distinzione tra ebraismo e sionismo, ricordando come ci siano in tutto il mondo moltissimi ebrei antisionisti e definendo il sionismo un’ideologia criminale e genocidaria. L’artista ha poi stigmatizzato il tentativo d’imbavagliare ogni forma di critica a Israele mediante strumenti repressivi come il DDL Gasparri che pretenderebbe di definire che cosa sia l’ebraicità e di equiparare antisionismo e antisemitismo. Secondo Moni Ovadia i veri antisemiti sono coloro che ritengono di poter definire a priori l’identità ebraica. Simone Zambrin ha spiegato il significato eminentemente politico dell’azione della Global Sumud Flotilla che non va confusa con una semplice missione di tipo umanitario proprio perché mirava a riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Greta Thunberg ha analizzato il rapporto tra genocidio ed ecocidio, evidenziando come ciò che accade in Palestina sia il risultato di un sistema che ha come unico fine il profitto di pochi a danno dei molti. La deumanizzazione del popolo palestinese affonda le radici in questa logica di oppressione che va tutta a vantaggio di un’élite privilegiata che accumula sempre maggiori profitti sulla pelle di tutti. Triestino Mariniello ha confermato come quello in corso a Gaza sia un vero e proprio genocidio, sostenendo come, dai tempi dello sterminio attuato in Ruanda, non esistano altri casi così ampiamente documentati e per i quali vi sia una tale abbondanza di prove. Una delle vie giuridiche indicate dal professore della John Moores University per uscire dall’inerzia potrebbe consistere in un’iniziativa da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU che sconfessi il piano Trump e l’operato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, aprendo la via ad azioni contro Israele. Il convegno organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha dunque rilanciato la necessità di una mobilitazione permanente contro il genocidio, contro la militarizzazione delle coscienze e contro la censura che del genocidio sono potenti catalizzatori. Qui alcuni scatti della serata del 23 novembre a Verona. Giorgio Lonardi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Verona, 23 novembre: Convegno “Dalla Flotilla alla tregua. Quale futuro per la Palestina?”
DOMENICA, 23 NOVEMBRE, ORE 17:00 SALA CONFERENZE CENTRO TOMMASOLI, VIA L. PERINI, 7, VERONA L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università organizza a Verona un evento pubblico sulla drammatica situazione della Palestina dal titolo: Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina? L’iniziativa avrà luogo domenica 23 novembre, alle ore 17:00, presso la Sala Conferenze Centro Tommasoli, via L. Perini 7. L’incontro vuol essere un’occasione di confronto sulla grave situazione della Palestina e sulla drammatica congiuntura storica nella quale il diritto internazionale e quello umanitario si stanno rivelando gravemente insufficienti di fronte alle palesi violazioni perpetrate contro la popolazione palestinese. È fondamentale continuare a parlare della Palestina: non possiamo permettere che le sue sofferenze siano dimenticate. Durante l’incontro interverranno: Miria Pericolosi (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – Verona) Roberta Leoni (Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università) Donia Raafat (scienziata politica e attivista per i diritti umani) Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose) Simone Zambrin (attivista della Global Sumud Flotilla) Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, già nel team legale delle vittime di Gaza di fronte alla Corte penale internazionale) Greta Thunberg (attivista della Global Sumud Flotilla) Moni Ovadia (attore, regista, co-sceneggiatore, musicista) Modera Patrizia Buffa. L’evento è libero e aperto a tutte le persone interessate.
La Procura di Verona ha chiesto l’archiviazione per la morte di Moussa Diarra
ALESSANDRO FERRARI 1 Ad oltre un anno dalla morte di Moussa Diarra le indagini della Procura della Repubblica di Verona non hanno ancora fatto chiarezza su ciò che è accaduto precisamente nella notte del 20 ottobre 2024 2. Il ragazzo 26enne originario del Mali, dopo aver girato per ore in stato confusionale nei pressi della stazione Porta Nuova di Verona, è stato colpito al petto da un colpo di pistola sparato dall’agente A. F., assistente capo della polizia ferroviaria. Un episodio descritto fin da subito come legittima difesa da parte dell’agente nei confronti di una persona straniera aggressiva, su cui si era accesa la polemica politica dopo il commento sui social di Matteo Salvini, “non ci mancherà”. Una svolta su questo caso è arrivata lo scorso 5 novembre con un comunicato stampa della Procura in cui afferma di aver chiuso le indagini preliminari e chiesto l’archiviazione del procedimento per il poliziotto, indagato per omicidio colposo. Ora spetta al Giudice per le indagini preliminari la decisione se andare o meno a processo. La Procura afferma che “l’indagato ha commesso il fatto costretto dalla necessità di difendersi contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, ponendo in essere una difesa senza alcun dubbio proporzionata all’offesa”, escludendo “su un piano obiettivo” l’accusa di omicidio. Il comunicato aggiunge che “Diarra teneva nella mano destra un coltello da cucina avente una lama seghettata della lunghezza pari a circa 11 centimetri”, muovendosi “con un’aggressività ingiustificata” nei confronti del poliziotto, aggiungendo che il coltello “non è meno letale della pistola perché un’arma da fuoco richiede tempo di estrazione e mira“. PH: Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra (Manifestazione 18.10.25) Una ricostruzione arrivata dopo oltre un anno di indagini, i cui atti erano stati posti sotto secretazione, impedendo di fatto agli avvocati difensori di commentarli pubblicamente. Un silenzio che è durato fino alla fine delle indagini, annunciato dalla Procura con una modalità anomala, tramite la diffusione di un comunicato stampa ai giornali, una modalità “sconcertante” secondo gli avvocati difensori. Paola Malavolta e Francesca Campostrini, che fanno parte del team insieme a Fabio Anselmo e Silvia Galeone, spiegano al Manifesto che i legali non hanno ancora ricevuto il fascicolo delle indagini, non potendo perciò commentarne il contenuto. Esprimono “lo stupore per questa uscita della Procura, che ha preoccupato la famiglia Diarra, che ha inizialmente pensato che il caso fosse stato chiuso” 3. La difesa evidenzia di essersi trovata di fronte ad un “muro di gomma”, poiché “nessun dipendente di Trenitalia o lavoratore della stazione si è fatto avanti per testimoniare”. Inoltre quella notte Diarra aveva prima incrociato una pattuglia della polizia municipale che aveva segnalato alla polizia il suo stato d’agitazione, ma sulle comunicazioni tra le forze dell’ordine non è stata fatta chiarezza dalle indagini. Anche l’avvocato Fabio Anselmo, esperto nella difesa delle vittime degli abusi delle forze dell’ordine e di tutela dei diritti umani, già difensore dei familiari di Federico Aldrovandi e di Stefano Cucchi, ha evidenziato le varie anomalie di quest’indagine 4. Dopo l’uscita del comunicato stampa, con la richiesta dell’archiviazione per il poliziotto, la senatrice Ilaria Cucchi, che ha seguito il caso fin dall’inizio organizzando anche un evento pubblico in Parlamento, ha pubblicato un post sui social media ricordando i punti che non tornano sulla morte di Diarra. «Perché Procura e Questura dissero che le telecamere avevano ripreso tutto, salvo poi smentirsi pochi giorni dopo? Perché le indagini furono affidate allo stesso corpo a cui appartiene l’indagato – in violazione della CEDU? Perché si può definire “senza alcun dubbio proporzionato” il colpo di pistola sparato a Moussa? C’è un’altra domanda, poi, che in questi giorni non smetto di farmi. Perché le istituzioni trovano sempre il modo di avvisare prima i giornali e non le famiglie? Tante domande. Nessuna risposta. Per questo, un anno dopo l’omicidio, non possiamo tacere». PH: Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra (Manifestazione 18.10.25) Il Comitato verità e giustizia per Moussa Diarra ha organizzato una manifestazione a Verona per il 18 ottobre, ad un anno dalla sua morte, a cui hanno partecipato un migliaio di persone. Tra di esse erano presenti il fratello di Moussa, Djemagan, il Presidente dell’Alto Consiglio dei Maliani d’Italia Mahamoud Idrissa Boune e il Presidente della comunità maliana veronese Ousmane Ibrahim Diallo, oltre alla signora Djenabou, madre di Moussa Baldé e il fratello Thierno, a rappresentare le troppe vittime di un sistema escludente, razzista e violento. Durante la manifestazione hanno preso in molti la parola, per condividere un ricordo di Moussa, per evidenziare le anomalie delle indagini e per chiedere a gran voce giustizia. Il fratello Djemagan ha espresso il suo dolore e la difficoltà di parlare di Moussa, mentre Lamarie Claire ha evidenziato il bisogno di ricevere giustizia, sottolineando che Moussa è stato ucciso da un poliziotto e che è stata fatta una ricostruzione parziale dei fatti, aggiungendo che la vita delle persone maliane va protetta e rispettata, mentre spesso non accade. Il Comitato per Diarra ha definito la richiesta di archiviazione della Procura come “il quarto colpo” per Moussa, ricordando le varie anomalie di questa indagine. Il lungo silenzio della Procura, con la secretazione degli atti e la “fretta comunicativa” di inviare il comunicato stampa ai giornali prima che alla difesa. Notizie «IL QUARTO COLPO PER MOUSSA DIARRA»: LA PROCURA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER IL POLIZIOTTO Il Comitato per Moussa e la Comunità Maliana: «Un insulto alla verità e alla giustizia» Redazione 6 Novembre 2025 La perizia balistica depositata solo pochi giorni prima della richiesta di archiviazione, le mancate risposte sul funzionamento o meno delle telecamere di sorveglianza della stazione. Oltre a evidenziare come “seriamente ridicola” la tesi che la reazione del poliziotto fosse stata “senza alcun dubbio proporzionata all’offesa”, poiché pone sullo stesso piano un coltello da cucina dalla lunghezza di 11 centimetri ad una pistola, con l’aggiunta che “Il coltello non sarebbe meno letale della pistola perché un’arma da fuoco richiede tempo di estrazione e mira”. Domande e anomalie che attendono ancora una risposta, non fornita dal comunicato della Procura, mentre il corpo di Moussa Diarra si trova ancora all’Istituto di medicina legale, in attesa del rimpatrio in Mali. 1. Giornalista freelance di Verona. SeguE da tempo il caso di Moussa Diarra ↩︎ 2. Qui uno speciale di Radio Onda D’Urto del 20 ottobre 2025 ↩︎ 3. Archiviata l’indagine sull’agente che uccise Moussa Diarra a Verona, la procura: “Fu legittima difesa”, Il Fatto Quotidiano (5 novembre 2025) ↩︎ 4. Moussa Diarra è morto un anno fa ed è già in lista d’attesa per essere dimenticato di Alessandro Ferrari – AltrEconomia (15 Ottobre 2025) ↩︎
Pressenza: Successo della seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”
DI FRANCESCA DE VITO PUBBLICATO SU PRESSENZA DEL 10 NOVEMBRE 2025 Una grande partecipazione di docenti ha animato una giornata intensa di incontri, riflessioni, emozioni e pratiche educative presso l’Istituto Comprensivo 06 Chievo-Bassona-Borgo Nuovo, che ha ospitato la seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”. Un appuntamento che si conferma sempre più centrale nel panorama educativo italiano. Promosso da scuole e reti scolastiche quali ED.UMA.NA, Polo Europeo della Conoscenza, Scuole che Promuovono Salute, I.C. Nazario Sauro – Rinascita-Livi e dall’ Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università, il Forum si conferma un laboratorio aperto per chi crede in una scuola pubblica democratica, capace di costruire cultura di pace e relazioni nonviolente. A rendere ancora più accogliente la giornata, coffee break e pranzo curati con professionalità e calore dalle studentesse e dagli studenti della Scuola Alberghiera “Luigi Carnacina” di Bardolino, segno concreto di una comunità educativa che si costruisce insieme. Una plenaria breve ma intensa La dirigente scolastica della scuola ospitante Gemma Lanzaretta, ha aperto i lavori dando il benvenuto a docenti, dirigenti, educatrici, educatori e rappresentanti delle istituzioni riuniti per riflettere su come la scuola possa diventare luogo di crescita nonviolenta e di cura reciproca. Subito dopo, Stefano Cobello del Polo Europeo della Conoscenza ha presentato il progetto europeo “Let’s Care”, finanziato dal programma Horizon Europe, che sostiene iniziative di educazione per la nonviolenza e la cittadinanza attiva, proprio come il Forum. Successivamente Annabella Coiro (Rete Ed.umana) ha raccontato un anno di lavoro del Forum, a partire dalla prima edizione che si è tenuta a Milano, presentando il processo di costruzione dei gruppi di ricerca che costituiscono il cuore ‘permanente’ del Forum. Ha sottolineato anche come “la nonviolenza non sia un traguardo, ma un cammino quotidiano che sceglie consapevolezza, relazione umana e responsabilità condivisa”. Un momento di grande intensità è stata la lectio magistralis del Prof. Alberto Oliverio, neuropsicologo dell’Università “La Sapienza” di Roma, dal titolo “I bambini sono davvero difficili? L’approccio nonviolento nella formazione della psiche e del cervello dei bambini”. Oliverio ha guidato il pubblico in un viaggio tra neuroscienze e pedagogia, spiegando come la violenza e aggressività siano due cose distinte. La violenza, ha osservato, trova radici in molteplici cause, tra cui l’imitazione: la diffusione di comportamenti e linguaggi violenti nei media, nei social e nei videogiochi contribuisce a renderla socialmente accettabile. “Quando siamo violenti,” ha spiegato, “è l’amigdala ad attivarsi e non viceversa. Questo accade perché la corteccia prefrontale non riesce a inibirla” Il professore ha ricordato che il comportamento umano è il risultato dell’interazione tra struttura, funzione cerebrale ed esperienza, e che il compito dell’adulto è “offrire fiducia e creare un clima emotivo positivo, dove l’apprendimento possa fiorire per accompagnare la ricerca di significato e di senso”. Tra gli interventi istituzionali, significativa la domanda su cui sono stati invitati a rispondere Elisa La Paglia, assessora alle Politiche educative del Comune di Verona e Alessio Perpolli, dirigente dell’I.C. Bosco-Chiesanuova: ‘Come le istituzioni possono contribuire a costruire un ambiente nonviolento?’. La Paglia ha invitato a “superare le conflittualità tra amministrazione e scuola” e a promuovere corresponsabilità e dialogo sincero per contribuire allo sviluppo di un ambiente nonviolento in una visione di scuola sconfinata. “Verona può essere veramente un’arena di pace,” ha affermato La Paglia, “se impariamo a dare all’altra persona la possibilità di una risposta diversa, se costruiamo spazi di ascolto e confronto reale, anche a costo di metterci in gioco e accettare la possibilità di essere feriti”. Accanto a lei, Perpolli ha sottolineato come “le istituzioni possano scegliere tra una direzione autoritaria o collaborativa, ricordando che anche il silenzio o l’omissione possono essere forme di violenza”. Coltivare pensieri, usare parole e attuare azioni nonviolente. Scegliere di disinnescare la violenza nella comunicazione e nelle relazioni. Questa la formula da lui proposta. I laboratori cuore pulsante del Forum Il cuore pulsante del Forum è stato, come sempre, il lavoro dei laboratori tematici e dei gruppi di ricerca, che hanno coinvolto docenti, educatrici ed educatori di ogni ordine e grado. Dalle riflessioni sull’aggressività e il bullismo con Anna Ferraris, alla scoperta della violenza implicita a scuola guidata da Tiziana Rita Morgante, fino a specifici percorsi disciplinari come quello proposto da Michele Lucivero “Dalla pace perpetua al Lamento della Pace”. Sorprendente il gioco sulla gestione dei conflitti con Gabriella Fanara per “trasformare la classe in uno spazio di dialogo” e le attività di ‘Giocare alla guerra serve alla pace?’ con Luciano Franceschi. Sempre sui conflitti un laboratorio dedicato ai docenti dell’infanzia con l’esperienza di Patrizia Granata e le pratiche sulle parole ostili nella scuola di primo grado sperimentate dai docenti Cirulli, Brusoni e Costa. Non sono mancati momenti creativi ed espressivi, come i laboratori “Svuotare la guerra, riempire la pace”, condotto da Claudio Tosi e Maria Grazia Cotugno e “Educare nella Nonviolenza: ritrovare l’essenza del proprio agire” di Jaqueline Mera e Stefano Colonna, insieme alle attività dedicate al cinema e agli albi illustrati come strumenti di educazione alla pace, proposti da Isabella Gallotta e Claudio Ridolfi. Tra i temi apprezzati, anche i percorsi su femminismo e violenza di genere di Valeria Russo, la nonviolenza è salute con  Angela Rinaldi, Nicola Iannaccone, Federica Fratini e Noemi Toni, e la natura come via alla nonviolenza, che ha visto protagonisti Dino Mancarella e la sua amica a quattro zampe Janis, amata anche dai più reticenti. Pratiche super concrete anche per i laboratori dedicati alla partecipazione di bambine/i, ragazzi/e nei percorsi di educazione civica, a cura di Simonetta Muzio e Annabella Coiro. Nel pomeriggio, le persone partecipanti si sono divise in sottogruppi di ricerca, approfondendo le aree tematiche del Forum e progettando il lavoro fino al prossimo appuntamento in presenza. Una conclusione che è già viaggio verso il prossimo appuntamento La giornata si è conclusa con il ritorno in plenaria e una performance collettiva in cui è emerso con forza che la scuola può essere il luogo da cui riparte una cultura della pace e della nonviolenza, se sceglie la cura, il dialogo, l’ascolto e la partecipazione come cardini del proprio agire quotidiano. A questo proposito, non si può non sottolineare che il clima che si è respirato in ogni momento rispettava con molta coerenza ogni parola detta durante la giornata a proposito dell’educazione nonviolenta, a conferma di questo chi era all’accoglienza, stanca della giornata ma felice, dice: “sono molti anni che faccio questo lavoro ma è la prima volta che riceviamo così tanti ringraziamenti, caldi, affettuosi e soprattutto molto sinceri!” La seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta” ha dimostrato che, in un tempo attraversato da conflitti e polarizzazioni, esiste anche una comunità educante pronta a rispondere con l’intelligenza della pace positiva. Il Forum continua con i Gruppi di ricerca online le iscrizioni sono sempre aperte, fino alla prossima edizione in presenza, di cui si annuncerà presto la data e la città ospitante. Una rete viva e in crescita che intreccia esperienze e competenze interdisciplinari per dare voce a una scuola pubblica capace di formare persone libere, empatiche e consapevoli. Come ha ricordato una delle relatrici, “la nonviolenza non è assenza di conflitto, ma un modo diverso di attraversarlo: con responsabilità, rispetto e fiducia nel cambiamento”.
La scuola che cresce per la pace positiva. Successo della seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”
Una grande partecipazione di docenti ha animato una giornata intensa di incontri, riflessioni, emozioni e pratiche educative presso l’Istituto Comprensivo 06 Chievo-Bassona-Borgo Nuovo, che ha ospitato la seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”. Un appuntamento che si conferma sempre più centrale nel panorama educativo italiano. Promosso da scuole e reti scolastiche quali ED.UMA.NA, Polo Europeo della Conoscenza, Scuole che Promuovono Salute, I.C. Nazario Sauro – Rinascita-Livi e dall’ Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università, il Forum si conferma un laboratorio aperto per chi crede in una scuola pubblica democratica, capace di costruire cultura di pace e relazioni nonviolente. A rendere ancora più accogliente la giornata, coffee break e pranzo curati con professionalità e calore dalle studentesse e dagli studenti della Scuola Alberghiera “Luigi Carnacina” di Bardolino, segno concreto di una comunità educativa che si costruisce insieme. Una plenaria breve ma intensa La dirigente scolastica della scuola ospitante Gemma Lanzaretta, ha aperto i lavori dando il benvenuto a docenti, dirigenti, educatrici, educatori e rappresentanti delle istituzioni riuniti per riflettere su come la scuola possa diventare luogo di crescita nonviolenta e di cura reciproca. Subito dopo, Stefano Cobello del Polo Europeo della Conoscenza ha presentato il progetto europeo “Let’s Care”, finanziato dal programma Horizon Europe, che sostiene iniziative di educazione per la nonviolenza e la cittadinanza attiva, proprio come il Forum. Successivamente Annabella Coiro (Rete Ed.umana) ha raccontato un anno di lavoro del Forum, a partire dalla prima edizione che si è tenuta a Milano, presentando il processo di costruzione dei gruppi di ricerca che costituiscono il cuore ‘permanente’ del Forum. Ha sottolineato anche come “la nonviolenza non sia un traguardo, ma un cammino quotidiano che sceglie consapevolezza, relazione umana e responsabilità condivisa”. Un momento di grande intensità è stata la lectio magistralis del Prof. Alberto Oliverio, neuropsicologo dell’Università “La Sapienza” di Roma, dal titolo “I bambini sono davvero difficili? L’approccio nonviolento nella formazione della psiche e del cervello dei bambini”. Oliverio ha guidato il pubblico in un viaggio tra neuroscienze e pedagogia, spiegando come la violenza e aggressività siano due cose distinte. La violenza, ha osservato, trova radici in molteplici cause, tra cui l’imitazione: la diffusione di comportamenti e linguaggi violenti nei media, nei social e nei videogiochi contribuisce a renderla socialmente accettabile. “Quando siamo violenti,” ha spiegato, “è l’amigdala ad attivarsi e non viceversa. Questo accade perché la corteccia prefrontale non riesce a inibirla” Il professore ha ricordato che il comportamento umano è il risultato dell’interazione tra struttura, funzione cerebrale ed esperienza, e che il compito dell’adulto è “offrire fiducia e creare un clima emotivo positivo, dove l’apprendimento possa fiorire per accompagnare la ricerca di significato e di senso”. Tra gli interventi istituzionali, significativa la domanda su cui sono stati invitati a rispondere Elisa La Paglia, assessora alle Politiche educative del Comune di Verona e Alessio Perpolli, dirigente dell’I.C. Bosco-Chiesanuova: ‘Come le istituzioni possono contribuire a costruire un ambiente nonviolento?’. La Paglia ha invitato a “superare le conflittualità tra amministrazione e scuola” e a promuovere corresponsabilità e dialogo sincero per contribuire allo sviluppo di un ambiente nonviolento in una visione di scuola sconfinata. “Verona può essere veramente un’arena di pace,” ha affermato La Paglia, “se impariamo a dare all’altra persona la possibilità di una risposta diversa, se costruiamo spazi di ascolto e confronto reale, anche a costo di metterci in gioco e accettare la possibilità di essere feriti”. Accanto a lei, Perpolli ha sottolineato come “le istituzioni possano scegliere tra una direzione autoritaria o collaborativa, ricordando che anche il silenzio o l’omissione possono essere forme di violenza”. Coltivare pensieri, usare parole e attuare azioni nonviolente. Scegliere di disinnescare la violenza nella comunicazione e nelle relazioni. Questa la formula da lui proposta. I laboratori cuore pulsante del Forum Il cuore pulsante del Forum è stato, come sempre, il lavoro dei laboratori tematici e dei gruppi di ricerca, che hanno coinvolto docenti, educatrici ed educatori di ogni ordine e grado. Dalle riflessioni sull’aggressività e il bullismo con Anna Ferraris, alla scoperta della violenza implicita a scuola guidata da Tiziana Rita Morgante, fino a specifici percorsi disciplinari come quello proposto da Michele Lucivero “Dalla pace perpetua al Lamento della Pace”. Sorprendente il gioco sulla gestione dei conflitti con Gabriella Fanara per “trasformare la classe in uno spazio di dialogo” e le attività di ‘Giocare alla guerra serve alla pace?’ con Luciano Franceschi. Sempre sui conflitti un laboratorio dedicato ai docenti dell’infanzia con l’esperienza di Patrizia Granata e le pratiche sulle parole ostili nella scuola di primo grado sperimentate dai docenti Cirulli, Brusoni e Costa. Non sono mancati momenti creativi ed espressivi, come i laboratori “Svuotare la guerra, riempire la pace”, condotto da Claudio Tosi e Maria Grazia Cotugno e “Educare nella Nonviolenza: ritrovare l’essenza del proprio agire” di Jaqueline Mera e Stefano Colonna, insieme alle attività dedicate al cinema e agli albi illustrati come strumenti di educazione alla pace, proposti da Isabella Gallotta e Claudio Ridolfi. Tra i temi apprezzati, anche i percorsi su femminismo e violenza di genere di Valeria Russo, la nonviolenza è salute con  Angela Rinaldi, Nicola Iannaccone, Federica Fratini e Noemi Toni, e la natura come via alla nonviolenza, che ha visto protagonisti Dino Mancarella e la sua amica a quattro zampe Janis, amata anche dai più reticenti. Pratiche super concrete anche per i laboratori dedicati alla partecipazione di bambine/i, ragazzi/e nei percorsi di educazione civica, a cura di Simonetta Muzio e Annabella Coiro. Nel pomeriggio, le persone partecipanti si sono divise in sottogruppi di ricerca, approfondendo le aree tematiche del Forum e progettando il lavoro fino al prossimo appuntamento in presenza. Una conclusione che è già viaggio verso il prossimo appuntamento La giornata si è conclusa con il ritorno in plenaria e una performance collettiva in cui è emerso con forza che la scuola può essere il luogo da cui riparte una cultura della pace e della nonviolenza, se sceglie la cura, il dialogo, l’ascolto e la partecipazione come cardini del proprio agire quotidiano. A questo proposito, non si può non sottolineare che il clima che si è respirato in ogni momento rispettava con molta coerenza ogni parola detta durante la giornata a proposito dell’educazione nonviolenta, a conferma di questo chi era all’accoglienza, stanca della giornata ma felice, dice: “sono molti anni che faccio questo lavoro ma è la prima volta che riceviamo così tanti ringraziamenti, caldi, affettuosi e soprattutto molto sinceri!” La seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta” ha dimostrato che, in un tempo attraversato da conflitti e polarizzazioni, esiste anche una comunità educante pronta a rispondere con l’intelligenza della pace positiva. Il Forum continua con i Gruppi di ricerca online le iscrizioni sono sempre aperte, fino alla prossima edizione in presenza, di cui si annuncerà presto la data e la città ospitante. Una rete viva e in crescita che intreccia esperienze e competenze interdisciplinari per dare voce a una scuola pubblica capace di formare persone libere, empatiche e consapevoli. Come ha ricordato una delle relatrici, “la nonviolenza non è assenza di conflitto, ma un modo diverso di attraversarlo: con responsabilità, rispetto e fiducia nel cambiamento”. Francesca De Vito
«Il quarto colpo per Moussa Diarra»: la Procura chiede l’archiviazione per il poliziotto
È «come se fosse un quarto colpo». Così il Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra e la Comunità Maliana commentano la notizia della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti dell’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato A.F., accusato di omicidio colposo per l’uccisione di Moussa Diarra, avvenuta il 20 ottobre 2024. Un anno di silenzio, spiegano le realtà solidali, durante il quale tutto è rimasto secretato, «e poi in un giorno la Procura fa i miracoli e propone, in tutta evidenza, l’archiviazione per chi ha ucciso Moussa». Inoltre, i legali della famiglia non hanno ancora ricevuto alcun atto ufficiale e «questa fretta comunicativa appare senza rispetto né per Moussa né per la verità e la giustizia». Il Comitato denuncia anche una situazione paradossale: la perizia balistica, in attesa della quale il corpo del giovane maliano «è drammaticamente ancora in cella frigorifera», sarebbe stata depositata solo negli ultimi giorni, ma i difensori non avrebbero ancora potuto visionarla. Se la notizia fosse confermata, sarebbe «l’ennesima anomalia che si aggiunge alle numerose altre», scrivono, ricordando il comunicato congiunto di Procura e Questura diffuso il giorno stesso della morte di Moussa, che «si affrettava ad assolvere, come oggi, l’anonimo (l’uso delle sole iniziali A.F. lo rende ancora tale) assistente capo coordinatore della Polizia». Il comunicato della Procura, prosegue la nota, avrebbe sostenuto che la reazione del poliziotto fu «senza alcun dubbio proporzionata all’offesa». Una tesi che il Comitato e la Comunità Maliana definiscono «seriamente ridicola», poiché per giustificare tale affermazione si equiparerebbe un coltello da cucina avente una lama seghettata della lunghezza pari a circa 11 cm a una pistola. «Il coltello – si legge – non sarebbe meno letale della pistola perché un’arma da fuoco richiede tempo di estrazione e mira». Una giustificazione che, proseguono, «aggrava la posizione del poliziotto A.F., che parrebbe aver sparato a caso per ben tre volte, rischiando di compiere una strage oltre ad uccidere Moussa». «Chiediamo a tutti di prendere un coltellino da cucina con lama seghettata di 11 cm, certamente presente in ogni casa, e di osservarlo», affermano ancora i gruppi solidali. «Noi non abbiamo mai visto le foto del “coltellino”, ma la descrizione fornita dalla Procura è offensiva e surreale». Nel comunicato si denuncia inoltre l’assenza di qualsiasi riferimento alle responsabilità sistemiche: «Nessun accenno alle responsabilità dell’intero sistema, ad esempio della centrale operativa, per la mancanza di intervento nelle due ore precedenti all’uccisione di Moussa». Il Comitato teme che «non emergeranno mai», poiché «è la stessa polizia che ha indagato su se stessa». Restano poi senza risposta le domande sulle «telecamere accese/spente» e sulla lungaggine delle indagini, «che sarebbe dovuta ai familiari prima ancora che all’opinione pubblica». Il comunicato della Procura si chiude con un’espressione di dolore per la morte «così drammatica di un giovane di 27 anni», ma – replicano il Comitato e la Comunità – «risulta penoso e puzzolente quando la colpa viene scaricata tutta sulla vittima per il suo comportamento così aggressivo». «Vogliamo giustizia, non pietismi», ribadiscono. «La Procura con questo suo modus operandi pare non garantire né rispetto né terzietà». Altrettanto sconcertati, da come la Procura ha comunicato l’archiviazione, sono i legali della famiglia del ragazzo. In una nota congiunta l’Avv. Fabio Anselmo e le Avv.te Paola Malavolta, Silvia Galeone e Francesca Campostrini scrivono di «essere sinceramente sconcertati dall’atteggiamento della Procura della Repubblica di Verona che, mentre richiede alla famiglia del povero Moussa Diarra, sparato a morte da un agente di Polizia, 8 euro per poterli mettere a conoscenza delle motivazioni che hanno fondato la richiesta di archiviazione, ritiene di poterle compendiare in un comunicato stampa da fornire ai giornalisti». «Ancora una volta – proseguono i legali – la famiglia e gli affetti del morto, la dignità degli stessi e il necessario rispetto verso il loro bisogno di conoscere le cause e le condizioni della tragica morte di Moussa, oltreché i loro diritti di difesa, passano in secondo piano rispetto all’esigenza di informare la stampa e la politica. Questa difesa ha correttamente rispettato l’ordine di secretazione degli atti imposto dal pm in fase di indagini, ed anche per questo riteniamo fosse dovuto mettere prima a conoscenza le persone offese delle ragioni della procura, piuttosto che privilegiare l’opinione pubblica». A più di un anno dall’uccisione di Moussa Diarra, quindi la famiglia viene trattata in questo modo e il corpo è ancora sotto sequestro. «Quando la giustizia non arriva – concludono il Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra e la Comunità Maliana che il 18 ottobre scorso erano scesi in piazza per non dimenticare il suo assassinio – ogni decisione che la elude diventa un colpo in più per Moussa e per tutti noi». > Visualizza questo post su Instagram > > > > > Un post condiviso da @MoussaDiarra (@veritagiustizia.moussadiarra)
Verona, 8 novembre: Seconda Edizione forum nazionale per l’Educazione nonviolenta 2025
VERONA – 8 NOVEMBRE 2025 IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI VERONA EVENTO IN PRESENZA PRESSO L’ISTITUTO COMPRENSIVO 06 CHIEVO-BASSONA-BORGO NUOVO – VIA PUGLIE 7/E – 37139 VERONA Partecipazione di Elisa La Paglia, Assessora con delega a Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità L’iscrizione è possibile solo per tutta la giornata. Le persone  iscritte riceveranno successivamente informazioni dettagliate sui tavoli di lavoro – titoli, argomenti e le fasce d’età di riferimento, dentro le aree di interesse scelte che troverete qui di seguito. L’evento è aperto esclusivamente al personale di istituzioni educative (scuole pubbliche, paritarie, associazioni educative, cooperative, ecc.) Descrizione dell’evento di formazione in presenza dell’8 Novembre 2025 Il Forum nazionale “Scuole per un’educazione nonviolenta” riunisce reti scolastiche, scuole, docenti, dirigenti e istituzioni educative che credono in una scuola pubblica, democratica e orientata alla pace, una scuola che coltiva relazioni nonviolente e riparative, valorizza l’interconnessione, promuove il benessere collettivo, rigetta militarizzazione e autoritarismo e si fonda su pratiche inclusive e sostenibili. 9.00 ingresso e registrazione Ore 9.15 *  Benvenuto della Dirigente scolastica I.C. 06 Gemma Lanzaretta e del Comitato promotore del Forum * Presentazione del progetto Horizon Europe “Let’s Care” – Stefano Cobello – Rete Polo Europeo della Conoscenza Ore 9.30 * Presentazione del Forum permanente “Scuole per un’Educazione Nonviolenta” A un anno di lavoro, la seconda edizione: significato, obiettivi e sviluppi di comunità  – Annabella Coiro – Rete Edumana Ore 9.45 * I bambini sono davvero difficili? L’approccio nonviolento nella formazione della psiche e del cervello dei bambini –  Prof. Alberto Oliverio – Università “La Sapienza” Ore 10.25 * Tavola rotonda Come le istituzioni (scuole e territorio) possono contribuire allo sviluppo di un ambiente nonviolento in una visione di scuola sconfinata. Intervengono: Alessio Perpolli, Dirigente I.C. Bosco-Chiesanuova.  10.50 * Coffee break a cura degli/delle studenti  della Scuola Alberghiera Luigi Carnacina di Bardolino ore 11.15                                               LABORATORI / DIBATTITI PARALLELI Area: Analisi della violenza implicita a scuola * “Maestro, ma tu ci sogni?” Come riconoscere la violenza implicita a scuola? (tutti i gradi di scuola) conduce Tiziana Rita Morgante * Link scheda laboratorio Area: Attività per gestire i conflitti e le relazioni in classe * Contrastare e prevenire il bullismo a scuola (tutti i gradi di scuola) – conduce prof.ssa Anna Ferraris * Link scheda laboratorio * Conflitti che insegnano (scuola dell’infanzia) – conduce Patrizia Granata  * Link scheda laboratorio * Il manifesto delle parole ostili secondo me (scuola secondaria di primo grado) – conducono Andrea Brusoni, Giacomo Boffa, Gianluca Cirulli, Giorgio Costa  * Link scheda laboratorio Area: Educazione civica e cittadinanza partecipata * I giorni che contano: memoria e pace nel calendario civile (secondaria di primo grado) – conduce Simonetta Muzio  * Link scheda laboratorio Area: Letture, cinema e musica per educare alla pace * Gli albi illustrati come strumento per educare alla pace e alla nonviolenza nella scuola primaria (scuola primaria) – conduce Isabella Gallotta  * Link scheda laboratorio Area: La nonviolenza è salute * Il curricolo di promozione della salute orientato alla nonviolenza (tutti i gradi di scuola)– conducono Angela Rinaldi e Nicola Iannaccone * Link scheda laboratorio Area: Laboratori espressivi per la nonviolenza * Svuotare la guerra, riempire la pace – L’immaginario dei bambini nei disegni di guerra e pace  (scuola primaria) – conducono Claudio Tosi e Maria Grazia Cotugno * Link scheda laboratorio Area: Pace e nonviolenza nei contenuti disciplinari * Dalla pace perpetua al Lamento della Pace. Come parlare di Pace e Nonviolenza a partire dalla filosofia (scuole secondarie di secondo grado) – conduce Michele Lucivero * Link scheda laboratorio Ore 13.00 – Pranzo a cura degli/delle studenti  della Scuola Alberghiera Luigi Carnacina di Bardolino 14.30 – LABORATORI / DIBATTITI PARALLELI Area: Attività per gestire i conflitti e le relazioni in classe * Giocare alla guerra serve alla pace? – conduce Luciano Franceschi * Link scheda laboratorio Area: Educazione civica e cittadinanza partecipata * Come si può parlare di femminismo e violenza di genere in classe. Laboratorio di scrittura (secondarie di primo e secondo grado) – conduce Valeria Russo  * Link scheda laboratorio * Quando la classe è un’esperienza di nonviolenza e democrazia dal primo giorno. Percorsi partecipati di una scuola sconfinata (scuola primaria) – conduce Annabella Coiro  * Link scheda laboratorio Area: Letture, cinema e musica per educare alla pace * Fare pace col cinema – La pedagogia dello sguardo per l’educazione nonviolenta (tutti i gradi di scuola) – conduce Carlo Ridolfi * Link scheda laboratorio Area: La natura e l’ambiente come percorsi di nonviolenza * Il diario autobiografico sulla pace e la nonviolenza – Prendersi cura di sé, degli altri, del mondo – (tutti i gradi di scuola) conduce Dino Mancarella * Link scheda laboratorio Area: La nonviolenza è salute * La nonviolenza ti fa star bene! (tutti i gradi di scuola)– Conducono Federica Fratini e Noemi Toni * Link scheda laboratorio Area: Laboratori espressivi per la nonviolenza * Educare nella Nonviolenza: ritrovare l’essenza del proprio agire (tutti i gradi di scuola)– Jaqueline Mera e Stefano Colonna * Link scheda laboratorio Area: Riflessioni e pratiche contro la militarizzazione della scuola * E se un militare entrasse nella mia classe a fare lezione sulla Pace? Strumenti e sostrato culturale per fermare la militarizzazione delle scuole (tutti i gradi di scuola) – Michele Lucivero * Link scheda laboratorio Area: Trasformare la classe in uno spazio di dialogo * Attività ludiche per imparare a dialogare alla scuola primaria (scuola primaria) – Gabriella Fanara  * Link scheda laboratorio 16.30 – Sottogruppi di ricerca paralleli –  Divisione in gruppi di lavoro tematici * Analisi critica della violenza implicita nella scuola * Attività per gestire i conflitti e le relazioni * Educazione civica e percorsi di cittadinanza partecipata * Ho letto un libro… ho visto un film… ho sentito una canzone… * La natura e l’ambiente come percorso nonviolento * La nonviolenza ha a che fare con la salute * Laboratori espressivi per la nonviolenza (arte, corpo, musica) * Pace e nonviolenza nei contenuti delle discipline * Quale contrasto alla militarizzazione della scuola? * Trasformare la classe in uno spazio di dialogo (anche fisico) 18.15 – Plenaria con performance di chiusura 18.30 – Saluti di chiusura Il Forum nasce per condividere pratiche e costruire una cultura pedagogica per la pace e la nonviolenza, sostenuta dall’Agenda ONU, dall’UNESCO e dalla Costituzione. Il Forum è uno spazio in crescita che ogni anno organizza un incontro nazionale per valorizzare le esperienze dei territori, diffonderne le buone pratiche e rafforzare la voce collettiva della scuola pubblica per la pace e la nonviolenza. La scadenza per le iscrizioni per poter partecipare al forum è il 2 Novembre 2025 La giornata costituisce iniziativa di formazione ai sensi della Direttiva n. 170 del 2016. I docenti partecipanti hanno diritto all’esonero dal servizio e all’attestato di partecipazione. I certificati di partecipazione saranno emessi nei mesi di Gennaio e Febbraio 2026  LInk per l’iscrizione COMITATO PROMOTORE Rete ED.UMA.NA  www.edumana.it Rete Polo Europeo della Conoscenza www.europole.org/ Rete Scuole che Promuovono Salute  www.scuolapromuovesalute.it Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università –osservatorionomilscuola.com IC Nazario Sauro – Rinascita-Livi icnazariosauro.edu.it/
Verità e giustizia per Moussa Diarra
In comunicazione telefonica con Daniele Tedesco, parte del Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra, abbiamo parlato delle novità giudiziarie sul caso di Moussa, il giovane maliano ucciso da un poliziotto alla stazione di Verona Porta Nuova il 20 ottobre 2024.  Il sabato 18 ottobre ci sarà una manifestazione nazionale a Verona per chiedere verità e giustizia per Moussa Diarra. 
Verona, verità e giustizia a un anno dall’uccisione di Moussa Diarra
A un anno dall’uccisione di Moussa Diarra, la Comunità Maliana e il Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra chiamano a raccolta la società civile con una manifestazione promossa per sabato 18 ottobre, alle ore 14, con partenza dalla stazione di Porta Nuova, il luogo dove il giovane maliano venne ucciso. Il giorno successivo, domenica 19 ottobre, si svolgerà al Laboratorio Autogestito Paratod@s in corso Venezia 51 un pomeriggio di incontri e teatro: alle 15 un dibattito sui CPR, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio, e alle 19 lo spettacolo “Reietti. Come creammo i CPR” di e con Oscar Agostoni, in collaborazione con Helga Bernardini. VERITÀ E GIUSTIZIA ANCORA NEGATE Era il 20 ottobre 2024 quando Moussa Diarra, 26 anni, originario del Mali, venne ucciso da un agente della Polfer alla stazione di Verona Porta Nuova. Tre colpi di pistola, sparati ad altezza d’uomo, uno dei quali lo colpì al cuore. Una morte che secondo i familiari e il comitato che ne porta avanti la memoria “si sarebbe potuta evitare”. Da allora, la dinamica dei fatti resta poco chiara e la famiglia di Moussa, insieme a un gruppo di attivistə, continua a chiedere un processo che restituisca almeno in parte la dignità negata a un giovane che aveva già attraversato un percorso di sofferenze e diritti violati. Notizie VERONA. SULLA MORTE DI MOUSSA DIARRA LE RICOSTRUZIONI NON CONVINCONO. LE IMMAGINI DELLE TELECAMERE DOVE SONO? La conferenza stampa dell'avvocata della famiglia e del Comitato "Verità e Giustizia per Moussa" Marta Mereu 13 Novembre 2024 Prima di arrivare in Italia, Moussa aveva vissuto l’orrore dei campi di detenzione in Libia, dove era stato rinchiuso come molte persone migranti in transito. In Italia aveva trovato lavori saltuari e condizioni di precarietà, tra permessi di soggiorno difficili da rinnovare, sfruttamento e marginalità. «Le ferite che hanno segnato la sua vita – scrivono gli organizzatori – sono il risultato di precise scelte politiche che criminalizzano la povertà e rendono la sopravvivenza una colpa». Nell’immeditato della sua morte, le realtà solidali e antirazziste della città insieme alla Comunità Maliana hanno costruito un presidio di memoria permanente davanti alla stazione, perché la storia di Moussa non venisse archiviata come troppe altre. Solo una settimana dopo, il 27 ottobre 2024, il primo corteo, con oltre 5.000 persone a ricordare il ragazzo e chiedere «verità e giustizia». In questi mesi, il Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra ha dato vita a iniziative e incontri in tutta Italia: dai primi presidi alla stazione fino all’incontro a Roma con la senatrice Ilaria Cucchi, passando per mobilitazioni e percorsi di solidarietà diffusa. Notizie MORTE DI MOUSSA DIARRA: UNA STORIA CHE CHIEDE GIUSTIZIA Il Comitato: una battaglia che riguarda ciascuno di noi Redazione 10 Aprile 2025 «Oggi – spiegano dal Comitato – continuiamo a sostenere il lavoro legale, a costruire memoria collettiva e a denunciare un sistema razzista che trasforma i problemi sociali in questioni di ordine pubblico, rispondendo con daspo, sgomberi e repressione invece che con politiche di cura». La manifestazione del 18 ottobre perciò non vuole essere solo un momento di ricordo, ma anche un atto di denuncia e dissenso delle attuali politiche repressive: «Chiediamo verità e giustizia per Moussa e politiche che mettano al centro la vita, non la repressione». «La stessa logica coloniale e razzista che ha tolto la vita a Moussa – conclude l’appello – è quella che oggi alimenta il genocidio del popolo palestinese e divide i corpi da proteggere da quelli da respingere».
Verona, 8 novembre: Seconda edizione del Forum Nazionale Scuole per un’Educazione Nonviolenta
VERONA – 8 NOVEMBRE 2025 CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI VERONA Partecipazione di Elisa La Paglia, Assessora con delega a Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità Evento in presenza presso l’Istituto Comprensivo 06 Chievo-Bassona-Borgo Nuovo – Via Puglie 7/E – 37139 Verona L’iscrizione è possibile solo per tutta la giornata. Le persone  iscritte riceveranno successivamente informazioni dettagliate sui tavoli di lavoro – titoli, argomenti e le fasce d’età di riferimento, dentro le aree di interesse scelte che troverete qui di seguito.  Il Forum nasce per condividere pratiche e costruire una cultura pedagogica per la pace e la nonviolenza, sostenuta dall’Agenda ONU, dall’UNESCO e dalla Costituzione. ‘Il Forum si svilupperà per aree tematiche a cui è possibile partecipare:’ * Analisi critica della violenza implicita nella scuola. * Attività per gestire i conflitti e le relazioni. * Educazione civica e percorsi di cittadinanza partecipata * Ho letto un libro… ho visto un film… ho sentito una canzone… * La natura e l’ambiente come percorso nonviolento * La nonviolenza ha a che fare con la salute * Laboratori espressivi per la nonviolenza (arte, corpo, musica) * Pace e nonviolenza nei contenuti delle discipline * Quale contrasto alla militarizzazione della scuola? * Trasformare la classe in uno spazio di dialogo (anche fisico) Il Forum è uno spazio in crescita che ogni anno organizza un incontro nazionale per valorizzare le esperienze dei territori, diffonderne le buone pratiche e rafforzare la voce collettiva della scuola pubblica per la pace e la nonviolenza. La scadenza per le iscrizioni per poter partecipare al forum dell’8 novembre 2025 è il 20 ottobre 2025. LA GIORNATA COSTITUISCE INIZIATIVA DI FORMAZIONE AI SENSI DELLA DIRETTIVA N. 170 DEL 2016. I DOCENTI PARTECIPANTI HANNO DIRITTO ALL’ESONERO DAL SERVIZIO E ALL’ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE. COMITATO PROMOTORE ATTUALE Rete ED.UMA.NA  www.edumana.it Rete Polo Europeo della Conoscenza www.europole.org/ Rete Scuole che Promuovono Salute   www.promozionesalute.regione.lombardia.it/wps/portal/site/promozione-salute/dettaglioredazionale/setting/scuola/rete-sps-lombardia Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università –osservatorionomilscuola.com IC Nazario Sauro – Rinascita-Livi icnazariosauro.edu.it/ > Seconda Edizione del forum nazionale per l’Educazione nonviolenta