
Flash mob per Gaza in piazza San Giacomo a Udine
Pressenza - Monday, July 21, 2025È il racconto del flash mob del tardo pomeriggio di venerdì 18 luglio, nella “piazza degli aperitivi” di Udine: i manifestanti per la Palestina hanno intavolato una coreografia in cui si sono stesi sull’asfalto, “abbattuti” dai colpi dei soldati.
Erano 450, nel tardo pomeriggio del 18 luglio, le persone accorse per il flash mob a sostegno della resistenza palestinese nel centro di Udine. Dopo l’incontro in piazza Libertà alle 18, il corteo ha tagliato il centro ed è arrivato in piazza San Giacomo. Da lì, seguendo le istruzioni, una semplice coreografia: 390 palloncini neri, bianchi e rossi che, uno alla volta, si alzano in aria. Vicino a loro, otto soldati che li fanno scoppiare. A ogni palloncino esploso, una persona cade a terra, distesa sull’asfalto. È l’interpretazione in chiave attoriale degli eventi nella Striscia, in uno dei punti di incontro della città – la piazza degli aperitivi del venerdì sera, che culmina nel crescendo del motivo partigiano Bella ciao, a ricordare la Resistenza che secondo i manifestanti resta ancora attuale.
“Anche se noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti”
“Siamo arrivati con il rumore della musica – racconta una persona tra gli organizzatori – che poi è sparito lasciando spazio a quello dello scoppio dei palloncini. Sembravano spari. Per ogni palloncino che scoppiava, una persona cadeva ‘morta’. Una volta finito c’era il silenzio – tutti erano distesi a terra – e abbiamo aperto lo striscione”. Su di esso, a lettere di fuoco, una variazione su De André: “Anche se noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti“. È stato un momento carico di commozione: “C’era gente con le lacrime agli occhi o la voce mozzata dall’emozione – continua –. La gente ai bar filmava con gli smartphone e con gli scoppi più scuri delle finestre si sono aperti.
“Il silenzio è durato un minuto – continua il racconto –, poi è iniziata Bella ciao, quasi sussurrata. Pian piano tutti si sono alzati e le bandiere palestinesi hanno cominciato a sventolare. Prima il simbolo del rumore che viene ucciso, poi il silenzio del governo italiano e di quelli europei, infine il sostegno alla resistenza dei palestinesi”, conclude.