Notizie dal mondo arabo

Pressenza - Monday, July 21, 2025

Gaza

È ancora in corso mentre scriviamo l’attacco militare contro Deir Balah, dove hanno sede le organizzazioni umanitarie internazionali.
Caccia e artiglieria hanno colpito stamattina una moschea e un centro di sfollati.
Il bombardamento è stato seguito dall’avanzata delle truppe con bulldozer, nel chiaro intento di proseguire l’opera di deportazione della popolazione privandola di ogni possibile riparo.
Case diroccate e campi di tende di plastica vengono rase al suolo.
Il rapporto del ministero della sanità ci informa che ieri fino a mezzogiorno sono morti per fame 86 persone: 76 bambini e 10 anziani. Stamattina il numero totale in 48 ore è salito a 171 morti per fame.
Gli uccisi sotto le bombe e per le pallottole sono stati 130. I feriti 495.

La gente muore per strada a causa della fame.
Le grida di aiuto dei bambini, i proclami delle organizzazioni umanitarie, i rapporti dell’ONU e la disperazione dei team sanitari palestinesi non hanno scosso i militari e il governo israeliani e l’opinione pubblica israeliana che continua a parlare di altro.
Scene terrificanti di persone svenute per strada dopo una settimana senza nulla sotto i denti.

Le telecamere dei giornalisti palestinesi ci hanno consegnato le grida di bambini che dicono: “voglio mangiare. Ho fame”.
Il rapporto del ministero della sanità ci informa di 171 morti per fame in 48 ore, tutti bambini e anziani. Le sirene delle ambulanze in tutta Gaza hanno suonato ieri alle ore 11:00 ora locale, ma le diplomazie complici non hanno sentito.
I generali israeliani hanno ordinato l’evacuazione di Deir Balah e poi lo hanno bombardato.
È il quartiere dove hanno sede le organizzazioni umanitarie internazionali.

Cisgiordania

L’esercito israeliano ha incendiato ieri un intero quartiere nel campo di Nour Shams a Tulkarem. Una sistematica opera di deportazione della popolazione nativa.
Dal 21 gennaio scorso, in sei mesi di aggressione militare contro la città, sono stati deportati 42 mila persone.
Un’azione sistematica per smantellare i capi profughi, annientare il ruolo dell’Unrwa e cancellare il diritto al ritorno.
Lo stesso procedimento è stato praticato a Jenin e nel suo campo profughi.
La demolizione delle case è stata lì particolarmente distruttiva: un terzo delle case è stato reso inservibile: demolito, incendiato o devastato.
Le famiglie cacciate con la forza militare.

Giornalisti nel mirino

Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha denunciato, nel suo rapporto semestrale presentato ieri a Ramallah, che durante l’anno corrente sono stati uccisi 33 giornalisti palestinesi e 43 di loro familiari. 66 i feriti.
La repressione non riguarda soltanto la Striscia, ma anche la Cisgiordania e Gerusalemme est: 26 giornalisti arrestati e altri 228 casi di fermo, ferimenti per arma da fuoco e impedimenti a svolgere il proprio lavoro di informare.

Handala

La nave Handala è partita ieri dal porto di Gallipoli, dopo un breve ritardo sul piano di marcia. Una massa di sostenitori della causa palestinese ha salutato i volontari che si sono imbarcati, per tentare di portare aiuti umanitari ai bambini di Gaza.
Ci sono parlamentari francesi, un sindacalista statunitense e giornalisti italiani e arabi. “Vogliamo portare cibo e giocattoli ai bambini di Gaza, le vittime numero 1 del genocidio in atto. Impedire la consegna di latte per bambini è un crimine contro l’umanità”, ha detto la parlamentare francese, Emma Forot, deputata di France Insoumise.
“Rompere l’assedio illegale israeliano contro Gaza e denunciare la complicità delle diplomazie USA e europee”, ha detto uno dei partecipanti alla missione umanitaria.
Il ritardo della partenza è stato causato da un criminale tentativo di sabotaggio, ha rivelato un membro dell’equipaggio ad Anbamed. “L’elica è stata trovata avvolta strettamente da un filo di ferro e nel serbatoio dell’acqua hanno versato del liquido corrosivo. Per fortuna nessuno si è fatto male”. Gli agenti criminali, che hanno compiuto del vero e proprio terrorismo, non ci fermeranno”, ha affermato.

Siria

Un primo giorno di calma a Suweidaa dopo il raggiungimento del cessate-il-fuoco.
L’esercito mandato da Damasco è uscito fuori dall’abitato urbano e si è attestato sull’autostrada di collegamento con la capitale.
Tutti i miliziani islamisti sono stati ritirati e l’accordo prevede la consegna da parte dei miliziani drusi delle armi pesanti.
All’interno della città ci sono soltanto le forze di sicurezza statali formate da agenti drusi.

La svolta nella crisi non soddisfa le mire israeliane di dominare lo scenario.
Un elicottero dell’esercito di Tel Aviv ha scaricato in città un carico di armi destinato alla milizia drusa locale affiliata.
Ci sono ancora in territorio siriano centinaia di soldati israeliani drusi, soprattutto nei villaggi a sud di Damasco, per tentare di creare momenti di destabilizzazione.
La loro presenza viene presentata a Tel Aviv come spontanea ed individuale.
Una versione poco credibile, visto che sono penetrati in Siria scortati dai reparti israeliani che occupano il sud siriano.

Egitto

Il ministero dell’interno egiziano ha comunicato che ieri domenica c’è stato uno scontro a fuoco tra le forze di sicurezza e un gruppo di “Hasm”, il movimento islamista terroristico legato alla Fratellanza Musulmana.
Due islamisti ed un passante uccisi e due ufficiali delle forze di polizia feriti.
Non viene fornita la località dove è avvenuta l’irruzione.
“Il gruppo ha ottenuto addestramento in un paese confinante ed ha attraversato il confine desertico. L’inseguimento ha rivelato i loro appoggi interni in Egitto”.
Il paese confinante – si deduce dalla descrizione – potrebbe essere Libia.

Secondo la stampa online del Cairo ci sono stati arresti tra le file degli islamisti collegati alla cellula.

Iran

Secondo fonti iraniane, si terrà ad Istanbul un incontro con GB, Francia e Germania sul nucleare iraniano.
La Tv di Stato ha affermato che la data dell’incontro sarà venerdì 25 luglio.
Sarebbe il primo incontro con le diplomazie europee dopo gli attacchi israeliani e statunitensi sui siti iraniani.
Teheran ha sospeso la collaborazione con l’Aiea per la mancata condanna degli attacchi subiti dall’Iran.

Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio

L’iniziativa lanciata da Anbamed è entrata nel terzo mese. Oggi, lunedì 21 luglio, prosegue per la 67a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta. La solidarietà non dorme. Si mobilita anche in tempo di vacanze. Continueremo la campagna di sciopero della fame 24H a staffetta fino alla fine definitiva della guerra contro la popolazione di Gaza.

ANBAMED