Camminare sulla via della pace per la Palestina

Pressenza - Friday, June 13, 2025

Un evento di pace, fratellanza e impegno civile ha preso vita, grazie all’iniziativa promossa dal gruppo scout AGESCI Roma 62 e dal Presidio Libera “Roberto Antiochia”, con il patrocinio del Municipio II di Roma Capitale.

Ad animare l’iniziativa, 27 giovani scout cattolici provenienti dalla Cisgiordania – in particolare dalla parrocchia di Zababdeh, a nord di Jenin – ospiti per dieci giorni della parrocchia di Sant’Ippolito Martire. Un’esperienza di pellegrinaggio condiviso, di viaggio fisico e spirituale, che ha visto ragazze e ragazzi tra i 19 e i 30 anni farsi ambasciatori di una Palestina che chiede pace, giustizia e il riconoscimento della propria dignità oltre le ferite della guerra.

Durante l’incontro del 12 giugno si sono alternati momenti di riflessione e testimonianza, aperti a tutta la cittadinanza, e arricchiti dalla partecipazione delle associazioni locali. Adelaide Parmisano, in rappresentanza di Libera, che ha ospitato l’evento nella sua sede in via Stamira, ha sottolineato il legame profondo tra la lotta alle mafie e l’impegno per i diritti umani e la pace. L’amministrazione del Municipio II, da sempre vicina alla comunità palestinese di Roma, ha esposto la bandiera palestinese e consegnato un simbolico pegno di amicizia alla delegazione. I giovani scout palestinesi, attivi in numerose iniziative, hanno portato una narrazione diversa del proprio popolo, aprendo uno spiraglio su una Palestina fatta di cultura, di gioventù viva, di diritti e doveri, di speranza.

Il filo conduttore dell’iniziativa è stato “costruire ponti in nome della pace e della fratellanza”, tema che ha guidato tutto il cammino iniziato il 3 giugno con la proiezione del film No Other Land, e che culminerà il 15 giugno con una grande festa comunitaria.

Un cammino che si nutre giorno dopo giorno di relazioni, ascolto, dialogo tra due comunità, due popoli, due realtà che insieme possono sognare un presente e un futuro diversi. “Insieme” non è solo una parola, è un’azione concreta. Significa camminare fianco a fianco, riconoscere l’altro, condividere storie e speranze. Perché costruire la pace è un atto quotidiano, fatto di gesti semplici ma potenti. “Costruire la pace è” – come ricorda uno degli organizzatori – “avere cura di un pezzettino di mondo, insieme ad altri, tessendo relazioni generative ed autentiche”. Ed è proprio questo che hanno fatto, insieme, i protagonisti di questa settimana straordinaria.

Francesca De Vito

Redazione Roma