Camminare sulla via della pace per la Palestina
Un evento di pace, fratellanza e impegno civile ha preso vita, grazie
all’iniziativa promossa dal gruppo scout AGESCI Roma 62 e dal Presidio Libera
“Roberto Antiochia”, con il patrocinio del Municipio II di Roma Capitale.
Ad animare l’iniziativa, 27 giovani scout cattolici provenienti dalla
Cisgiordania – in particolare dalla parrocchia di Zababdeh, a nord di Jenin –
ospiti per dieci giorni della parrocchia di Sant’Ippolito Martire. Un’esperienza
di pellegrinaggio condiviso, di viaggio fisico e spirituale, che ha visto
ragazze e ragazzi tra i 19 e i 30 anni farsi ambasciatori di una Palestina che
chiede pace, giustizia e il riconoscimento della propria dignità oltre le ferite
della guerra.
Durante l’incontro del 12 giugno si sono alternati momenti di riflessione e
testimonianza, aperti a tutta la cittadinanza, e arricchiti dalla partecipazione
delle associazioni locali. Adelaide Parmisano, in rappresentanza di Libera, che
ha ospitato l’evento nella sua sede in via Stamira, ha sottolineato il legame
profondo tra la lotta alle mafie e l’impegno per i diritti umani e la pace.
L’amministrazione del Municipio II, da sempre vicina alla comunità palestinese
di Roma, ha esposto la bandiera palestinese e consegnato un simbolico pegno di
amicizia alla delegazione. I giovani scout palestinesi, attivi in numerose
iniziative, hanno portato una narrazione diversa del proprio popolo, aprendo uno
spiraglio su una Palestina fatta di cultura, di gioventù viva, di diritti e
doveri, di speranza.
Il filo conduttore dell’iniziativa è stato “costruire ponti in nome della pace e
della fratellanza”, tema che ha guidato tutto il cammino iniziato il 3 giugno
con la proiezione del film No Other Land, e che culminerà il 15 giugno con una
grande festa comunitaria.
Un cammino che si nutre giorno dopo giorno di relazioni, ascolto, dialogo tra
due comunità, due popoli, due realtà che insieme possono sognare un presente e
un futuro diversi. “Insieme” non è solo una parola, è un’azione concreta.
Significa camminare fianco a fianco, riconoscere l’altro, condividere storie e
speranze. Perché costruire la pace è un atto quotidiano, fatto di gesti semplici
ma potenti. “Costruire la pace è” – come ricorda uno degli organizzatori –
“avere cura di un pezzettino di mondo, insieme ad altri, tessendo relazioni
generative ed autentiche”. Ed è proprio questo che hanno fatto, insieme, i
protagonisti di questa settimana straordinaria.
Francesca De Vito
Redazione Roma