
Catania e la Madleen: proteste per l’atto di pirateria dello Stato di Israele
Osservatorio contro militarizzazione di scuole e università - Monday, June 9, 2025“Lo yacht dei selfie delle celebrità”, così il ministro degli Esteri israeliano ha definito la nave Madleen della Freedom Flotilla, partita da Catania il primo giugno per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza. Oggi, in acque internazionali, la nave e l’equipaggio sono stati sequestrati dalle forze armate israeliane, che hanno compiuto un vero e proprio atto di pirateria e terrorismo.
All’inizio di maggio, nei pressi della costa maltese, un’altra nave della Freedom – la Coscience – aveva subito l’attacco di due droni, presumibilmente israeliani, che l’hanno messa fuori uso.
Quindici anni fa Israele attaccò la Mavi Marmara, una delle sei navi della Freedom Flotilla che tentavano di forzare il blocco navale di Gaza, vennero uccisi dieci attivisti, molti furono i feriti e gli arrestati.
In sostanza, con la complicità delle “democrazie occidentali”, Israele può calpestare impunemente vite umane e diritto internazionale.
L’avvocato Huwaida Arraf ha dichiarato: «Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e viola gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia che impongono il libero accesso umanitario a Gaza. Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o contestato un blocco illegale: la loro detenzione è arbitraria, illegittima e deve cessare immediatamente».
Nessuno stupore da parte nostra, solo la conferma dell’esistenza di uno stato terrorista, Israele, i cui parlamentari hanno più volte indicato come non umani gli abitanti di Gaza e hanno teorizzato, e approvato, il massacro di bambine e bambini.
La Madleen stava tentando di portare aiuti (latte in polvere, cibo e forniture mediche) a un territorio, quello della Striscia, devastato dalla furia militare israeliana e dal blocco degli aiuti umanitari. Un territorio dove è in atto un genocidio. Manifestazioni popolari e boicottaggio dei prodotti israeliani non sono ancora riusciti a determinare un cessate fuoco duraturo, anche perché il “mondo occidentale” continua ad essere compattamente schierato a fianco del governo Netanyahu.
La Madleen era partita dal porto di San Giovanni Li Cuti (Catania) dove le/i volontarie/i per tre giorni, insieme con i Catanesi Solidali con il Popolo Palestinese (una rete formata da sindacati di base, forze politiche della sinistra, Associazioni, tra cui anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università), hanno spiegato alla Città i motivi e gli obiettivi della missione. Si sono tenuti incontri, dibattiti e iniziative in presenza di centinaia e centinaia di persone.
Gli stessi organizzatori di Etna Comics hanno chiesto un intervento dei volontari per spiegare le ragioni della missione. Particolarmente affollata la conferenza stampa tenutasi nel giorno della partenza, presenti, fra gli altri, Thiago Avìla (coordinatore di Freedom Brasile), Rima Hassan (europarlamentare palestinese), Liam Cunningham (attore irlandese) e Greta Thunberg (attivista contro il cambiamento climatico).
In effetti, Catania li aveva accolti già qualche giorno prima dell’arrivo della barca quando i volontari avevano potuto spiegare le loro ragioni durante un corteo straordinariamente combattivo, oltre 5.000 i partecipanti.
Oggi Catania, come tante altre città italiane, continuerà a manifestare perché cessi immediatamente una detenzione arbitraria e siano consegnati gli aiuti alla popolazione palestinese.
Ma anche per ottenere:
- — Cessate il fuoco subito e ritiro di Israele dai territori occupati
- — Sblocco immediato degli aiuti umanitari
- — Rottura delle relazioni diplomatiche con Israele
- — Stop alla vendita di armi all’esercito israeliano
- — Liberazione dei prigionieri palestinesi e degli ostaggi israeliani





Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università