Catania e la Madleen: proteste per l’atto di pirateria dello Stato di Israele
“Lo yacht dei selfie delle celebrità”, così il ministro degli Esteri israeliano
ha definito la nave Madleen della Freedom Flotilla, partita da Catania il primo
giugno per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza. Oggi, in acque
internazionali, la nave e l’equipaggio sono stati sequestrati dalle forze armate
israeliane, che hanno compiuto un vero e proprio atto di pirateria e terrorismo.
All’inizio di maggio, nei pressi della costa maltese, un’altra nave della
Freedom – la Coscience – aveva subito l’attacco di due droni, presumibilmente
israeliani, che l’hanno messa fuori uso.
Quindici anni fa Israele attaccò la Mavi Marmara, una delle sei navi della
Freedom Flotilla che tentavano di forzare il blocco navale di Gaza, vennero
uccisi dieci attivisti, molti furono i feriti e gli arrestati.
In sostanza, con la complicità delle “democrazie occidentali”, Israele può
calpestare impunemente vite umane e diritto internazionale.
L’avvocato Huwaida Arraf ha dichiarato: «Questo sequestro viola palesemente
il diritto internazionale e viola gli ordini vincolanti della Corte
Internazionale di Giustizia che impongono il libero accesso umanitario a Gaza.
Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono
essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o contestato un blocco illegale:
la loro detenzione è arbitraria, illegittima e deve cessare immediatamente».
Nessuno stupore da parte nostra, solo la conferma dell’esistenza di uno stato
terrorista, Israele, i cui parlamentari hanno più volte indicato come non umani
gli abitanti di Gaza e hanno teorizzato, e approvato, il massacro di bambine e
bambini.
La Madleen stava tentando di portare aiuti (latte in polvere, cibo e forniture
mediche) a un territorio, quello della Striscia, devastato dalla furia militare
israeliana e dal blocco degli aiuti umanitari. Un territorio dove è in atto un
genocidio. Manifestazioni popolari e boicottaggio dei prodotti israeliani non
sono ancora riusciti a determinare un cessate fuoco duraturo, anche perché il
“mondo occidentale” continua ad essere compattamente schierato a fianco del
governo Netanyahu.
La Madleen era partita dal porto di San Giovanni Li Cuti (Catania) dove le/i
volontarie/i per tre giorni, insieme con i Catanesi Solidali con il Popolo
Palestinese (una rete formata da sindacati di base, forze politiche della
sinistra, Associazioni, tra cui anche l’Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università), hanno spiegato alla Città i motivi e gli
obiettivi della missione. Si sono tenuti incontri, dibattiti e iniziative in
presenza di centinaia e centinaia di persone.
Gli stessi organizzatori di Etna Comics hanno chiesto un intervento dei
volontari per spiegare le ragioni della missione. Particolarmente affollata la
conferenza stampa tenutasi nel giorno della partenza, presenti, fra gli altri,
Thiago Avìla (coordinatore di Freedom Brasile), Rima Hassan (europarlamentare
palestinese), Liam Cunningham (attore irlandese) e Greta Thunberg (attivista
contro il cambiamento climatico).
In effetti, Catania li aveva accolti già qualche giorno prima dell’arrivo della
barca quando i volontari avevano potuto spiegare le loro ragioni durante un
corteo straordinariamente combattivo, oltre 5.000 i partecipanti.
Oggi Catania, come tante altre città italiane, continuerà a manifestare perché
cessi immediatamente una detenzione arbitraria e siano consegnati gli aiuti alla
popolazione palestinese.
Ma anche per ottenere:
* — Cessate il fuoco subito e ritiro di Israele dai territori occupati
* — Sblocco immediato degli aiuti umanitari
* — Rottura delle relazioni diplomatiche con Israele
* — Stop alla vendita di armi all’esercito israeliano
* — Liberazione dei prigionieri palestinesi e degli ostaggi israeliani
Saluto alla Freedom Flotilla a Catania
Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università