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Come scioperare il 22 settembre? Le FAQ verso la mobilitazione
Dopo la partenza della Global Sumud Flotilla e le grandi mobilitazioni che ne sono seguite, diversi Sindacati di base hanno indetto uno sciopero generale in solidarietà con la Palestina, per la fine del genocidio e in supporto alla Global Sumud Flottila per lunedì 22 settembre. In un secondo momento, la CGIL ha convocato un mobilitazione per la giornata del 19 settembre con alcune ore di sciopero solo per alcuni settori industriali e non per la maggior parte dei settori e categorie economiche. E questo sta creando molta confusione nei luoghi di lavoro. > Procediamo con ordine, e cerchiamo di risolvere alcuni dubbi, rispetto allo > sciopero generale del 22 settembre. Prima di tutto, lo sciopero è un diritto costituzionale, garantito dall’art. 40 della nostra Costituzione, “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”, e le leggi che lo regolano hanno cercato in molti modi di limitare questo diritto, così come l’attacco padronale e visioni molto corporative della pratica sindacale. Molte, però, sono state le pratiche per rivendicare un pieno diritto di sciopero, a partire dallo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo che negli ultimi dieci anni ha posto il tema di cosa significa scioperare in un economia che si regge sul lavoro precario, in nero, grigio, sottopagato, e sempre più frammentato, e dove ancora il lavoro di cura è riproduttivo non viene considerato come un lavoro. Proviamo a rispondere, quindi, ad alcune domande sullo sciopero. Non sono iscritta/o a nessun sindacato, posso scioperare? Il diritto di sciopero in Italia è libero, non bisogna essere iscritte/i a un sindacato per poter scioperare. Serve l’indizione della giornata di sciopero da parte di un sindacato, cosa che esiste per la giornata del 22 settembre, per tutti i settori pubblici e privati. L’indizione dello sciopero arriva alle aziende direttamente dalla Commisione Garanzia per lo Sciopero. Spesso il datore di lavoro non conosce le regole per l’indizione degli scioperi, non è preparato, e minaccia sanzioni, ma non ti devi preoccupare. Se non ha ricevuto la comunicazione di indizione puoi fargliela inviare, chiedi le informazioni specifiche al/la delegato/a sindacale, o scrivi direttamente ai sindacati di base che hanno indetto lo sciopero per maggiori informazioni sul tuo specifico settore. Ma ricorda che è un tuo diritto scioperare in qualunque luogo di lavoro. Il 22 settembre è sciopero generale, quindi possono scioperare tutti i settori? Lo sciopero è stato indetto per tutti i settori pubblici e privati. Ed è valido praticamente in tutti settori. Nel nostro Paese alcuni settori pubblici sono considerati essenziali (come la sanità, i trasporti) e sono sottoposti a una legislazione specifica (legge 146/1990), questi settori devono rispettare fasce orarie di garanzie e tempi più lunghi per l’indizione. Lo sciopero del 22 è stato indetto garantendo il preavviso previsto dalla legge, e la Commissione di Garanzia ha escluso soltanto alcune categorie e settori, come il trasporto aereo, che comunque sciopera il 26 settembre, oltre ad alcune realtà territoriali.  Se fai parte di un settore essenziale devi seguire le regole del tuo settore, ma è importante che lo sciopero sia valido e indetto. Chiedi le informazioni specifiche al/la delegato/a sindacale, o scrivi direttamente ai sindacati di base che hanno indetto lo sciopero per maggiori informazioni sul tuo specifico settore. Ma ricorda che è un tuo diritto scioperare in qualunque luogo di lavoro. Nel mio posto di lavoro, il delegato sindacale ha detto che non sono rispettati i termini per l’indizione dello sciopero per il 22 settembre, è vero? Lo sciopero del 22 settembre è valido in tutti settori, a parte nel settore dei trasporti aerei, e con alcune specifiche territoriali (qui puoi trovare tutti i dettagli). Per tutti i settori pubblici e privati lo sciopero è valido. In che modo dichiaro al mio datore di lavoro la mia decisione di scioperare? Devo darne notizia scritta? Non sei obbligato/a a comunicare la tua decisione di scioperare al datore di lavoro, né in forma scritta, perché l’astensione dal lavoro è un tuo diritto e non richiede giustificazioni, quindi puoi scegliere se farlo o meno. Puoi essere invitata/o a manifestare la tua intenzione, ma non puoi essere obbligato/o a rispondere, quindi l’adesione allo sciopero anche all’ultimo momento e senza preavviso è legittima. Nella mia scuola non è ancora stata pubblicata la circolare per lo sciopero del 22 settembre, posso scioperare? Le circolari nelle scuole pubbliche, come nelle amministrazioni pubbliche, stanno uscendo in questi giorni. Se non fossero ancora circolate si può sollecitare la segreteria amministrativa perché sia data debita informazione all’utenza e alle famiglie. La presidenza non può obbligare il personale scolastico a dare comunicazione obbligatoria della propria intenzione di scioperare o meno. L’immagine di copertina è di Gabriele Campanale Domande e risposte sono state elaborate e riviste insieme al sindacato di base Clap – Camere del lavoro autonomo e precario SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Come scioperare il 22 settembre? Le FAQ verso la mobilitazione proviene da DINAMOpress.
[2025-09-22] Sciopero Generale per la Palestina @ Piazza dei Cinquecento
SCIOPERO GENERALE PER LA PALESTINA Piazza dei Cinquecento - Piazza dei Cinquecento (lunedì, 22 settembre 11:00) SCIOPERO GENERALE 22 Settembre ⛵ Mentre L'equipaggio di mare si è riunito ieri nelle acque siciliane e proprio in queste ore le barche provenienti dalla Spagna, Tunisia ed Italia stanno mollando gli ormeggi per raggiungere la Flotta greca e poi finalmente Gaza... 🔥 L'equipaggio di Terra si mobilita con una grande manifestazione di supporto e un messaggio forte e chiaro: SE BLOCCANO LA FLOTILLA BLOCCHIAMO TUTTO! 📌 Lunedì 22 Settembre sarà SCIOPERO GENERALE! A partire dalle 11.00 ci vediamo a Piazza dei Cinquecento. Dalla mattina ci saranno blocchi, picchetti, scioperi dislocati che confluiranno nella piazza delle ore 11.00 🇵🇸 Porta con te bandiere palestinesi e cartelli. Raggiungi la piazza anche da fuori Roma prendendo treni, pullman o auto condivise. ‼️ Il Genocidio va fermato! Vogliamo l'interruzione di ogni accordo tra Italia e Israele ROMPIAMO L'ASSEDIO A GAZA DIFENDIAMO LA GLOBAL SUMUD FLOTILLA
AGGIORNAMENTI DA GAZA@0
IL QUADRO DELLA SITUAZIONE CON ELIANA RIVA Insieme a Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di Pagine Esteri, facciamo il punto su quanto accade in queste ore nella striscia di Gaza. Un aggiornamento in primis sul piano umanitario: con l’acuirsi dell’invasione della Striscia, mancano sempre più  beni essenziali quali cibo e acqua, si intensificano raid e […]
AGGIORNAMENTI DA GAZA@1
IL QUADRO DELLA SITUAZIONE CON ELIANA RIVA Insieme a Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di Pagine Esteri, facciamo il punto su quanto accade in queste ore nella striscia di Gaza. Un aggiornamento in primis sul piano umanitario: con l’acuirsi dell’invasione della Striscia, mancano sempre più  beni essenziali quali cibo e acqua, si intensificano raid e […]
Zaga for Gaza: in piazza per fermare il genocidio
Zagarolo è scesa in piazza, con più di 500 persone che hanno risposto all’appello di Zaga for Gaza «Restiamo umani, fermiamo il genocidio». Il bisogno di reagire umanamente in solidarietà col popolo palestinese, infatti, ha spinto a partecipare al corteo anche numerose persone di altri paesi limitrofi e della provincia tutta. Una partecipazione emozionante, pacifica, colorata e intergenerazionale. Una iniziativa nata dal basso ed in maniera spontanea che, finalmente, è riuscita ad unire invece che dividere. Zagarolo si è associata alla voce dei movimenti che in tutto il mondo stanno scuotendo la terra e il mare, per chiedere la fine di un genocidio di un intero popolo, quello palestinese. Il diritto a essere e restare bambini, la Libertà di un Popolo e il riconoscimento di uno Stato. A costo di bloccare tutto e di «non fare uscire più nemmeno un chiodo», come hanno dichiarato i lavoratori e le lavoratrici portuali di Genova. Tra la commozione generale nel ricordare Vittorio Arrigoni e sentire la sua presenza ancora viva in mezzo a noi, abbiamo voluto ripercorrere insieme 78 anni di storia e di occupazione. Abbiamo voluto leggere i numeri, scandendo chiaramente le cifre dei civili morti e dei feriti, degli ospedali distrutti, delle scuole bombardate. > Abbiamo gridato quanto il pensiero dominante occidentale ed eurocentrico – di > cui facciamo parte – in realtà ci schiacci e ci renda impotenti. Abbiamo voluto dare voce alle docenti di scuola, le stesse voci che lo stesso sistema tenta di imbavagliare e mettere a tacere per non “turbare gli animi” delle bambine e dei bambini. Ma sappiamo bene che la rivoluzione più importante è quella culturale ed è anche dalla scuola che è necessario ripartire, perché rendere partecipi ed esseri partecipi è un dovere morale. Abbiamo voluto esprimere la nostra rabbia di fronte alla complicità dei governi occidentali. Ma, soprattutto, abbiamo voluto reclamare l’intervento e l’azione concreta da parte di tutte le istituzioni affinché riconoscano lo Stato di Palestina e, partendo dal comune di Zagarolo, richiedere l’esposizione, all’esterno di una delle sedi comunali, della bandiera della Palestina autoprodotta proprio in occasione del 12 settembre. Vogliamo confidare in una presa di posizione chiara e definitiva sul tema, affinché il nostro comune possa essere di esempio anche per le amministrazioni limitrofe. Ciò che è accaduto venerdì 12, forse non è accaduto mai a Zagarolo, ma abbiamo appena cominciato. Nelle prossime settimane continueremo a sostenere e organizzare iniziative a sostegno del popolo palestinese e per fermare il genocidio in atto. Continueremo a seguire e chiedere di tutelare l’equipaggio della Global Sumud Flotilla, fino a che non saranno consegnati gli aiuti e saranno tornati tutti sani e salvi. Continuate a seguirci, a supportarci e soprattutto a partecipare. Aiutiamoci a restare umani! L’immagine di copertina è di ZagaForGaza (Facebook) SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Zaga for Gaza: in piazza per fermare il genocidio proviene da DINAMOpress.
Via all’invasione via terra di Gaza City
Nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 l’esercito israeliano, sulla scorta di massicci bombardamenti, ha fatto irruzione con centinaia di carri armati sul territorio di Gaza City. Viene così portata avanti l’ultima fase di un piano che Israele ha molteplici volte reso esplicito a partire già dall’ottobre del 2023: spostare forzatamente la popolazione gazawi, […]
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Perché un movimento transfemminista parla di #Palestina? Perché non esiste liberazione parziale. https://forms.gle/w1igiRYz57aG6ek66 #FreePalestine #Transfemminismo #Intersezionalità #PurpleSquare #FromTheRiverToTheSea
#stopthegenocideingaza🇵🇸 Contro l’israelizzazione dell’Italia arriva “La conoscenza non marcia” Pubblichiamo il Comunicato Stampa dell’iniziativa “La conoscenza non marcia” promossa da Antropolog@ per la #Palestina https://osservatorionomilscuola.com/2025/09/14/contro-lisraelizzazione-dellitalia-arriva-la-conoscenza-non-marcia/?fbclid=IwY2xjawM1CYFleHRuA2FlbQIxMQBicmlkETBmWjlBYUUxUWlFZ2FvSnNuAR58tW7EeqViJHnBuN5EmzEyKYictnXArnQbIXIbrVrAeb0RGXMwLSeAn3Lqug_aem_TDO7jjQHgvfBa0ZK6bJF1w
Tira un vento nuovo: verso lo sciopero del 22 settembre
Si respira un’ aria diversa in Italia in questi giorni, è innegabile. All’inizio lo abbiamo solo sussurrato, per paura che non fosse vero. Dopo le manifestazioni della sera di martedì 9 invece in moltə si sentono più liberə di condividerlo e commentarlo. Da quando è in carica il governo Meloni per la prima volta si ha la netta sensazione di riuscire a ritrovare in piazza una ampiezza di soggettività che va ben oltre la cerchia dei gruppi organizzati. Va detto e va ripetuto, il movimento transfemminista, anche nei duri anni della pandemia, non ha mai smesso di continuare a creare maree in occasione di momenti come l’8 marzo, il 25 novembre o a seguito di tremendi episodi di violenza di genere e femminicidi. È sempre stato molto più complesso riuscire a raggiungere paragonabili mobilitazioni su altre tematiche anche gravi e urgenti. Sono innumerevoli le ragioni di questa difficoltà che prosegue quanto meno dalla pandemia e le motivazioni sono varie e complesse, e forse difficili da comprendere. Potrebbe essere  utile, invece, comprendere le ragioni della eccedenza di mobilitazione davanti alla quale ci troviamo, una eccedenza da preservare e sostenere. Le mobilitazioni di Genova per la partenza della Global sumud flotilla e di Venezia durante il festival del cinema sono state evidentemente dei cortei di massa con una partecipazione eccezionale. Il corteo milanese a seguito dello sgombero del Leoncavallo ha continuato a produrre mobilitazione variegata e plurale. La marea notturna di domenica 7 a Roma e le mobilitazioni coordinate in decine di città contemporaneamente, per rispondere all’attacco notturno contro la Global Sumud Flotilla martedì 9 sono state una significativa conferma. > Ci troviamo davanti a momenti di attivazione larghi e orizzontali che riescono > a riempire le piazze in un arco di tempo notevolmente circoscritto. > Intendiamoci, non sono piazze scevre da complessità, ci sono posizionamenti > variegati, e anche problematici, pensiamo semplicemente alla partecipazione di > alcuni  sindaci del PD ai cortei. Ma l’enorme partecipazione ha di fatto preso > il centro della scena, oltrepassando e limitando le strumentalizzazioni > possibili. Nella piazza di Genova hanno partecipato partiti del campo largo e sindacati confederali, ma il messaggio centrale è stato quello dei portuali, circolato in tutta Europa: “Se qualcosa succede alla Flotilla, blocchiamo tutto!”   Un elemento che contraddistingue tutte queste mobilitazioni – che differenziandole rispetto a passate manifestazioni sulla Palestina – è il tentativo di essere marea, ossia ritrovarsi assieme senza bandiere che non siano quella palestinese e senza identità o afferenze partitico-sindacali, cercando linguaggi e slogan inclusivi e radicali al tempo stesso. Non a caso questo è un tratto comune a tutte le chiamate di piazza del movimento transfemminista.  Il secondo fattore caratterizzante è la volontà di difendere i simboli della possibilità di costruire solidarietà vera ed efficace, espressione concreta di quella umanità di cui ci scriveva Vittorio Arrigoni da Gaza quindici anni fa. Si scende in piazza perchè ci si sente un po’ sulla barca anche noi, e vorremmo tuttə partire per Gaza per provare a fermare il genocidio.  Il terzo fattore è dato probabilmente da un senso di saturazione rispetto alla morte e alla violenza che si vive a vari livelli e che la minaccia incombente della guerra in Europa rende insostenibile, una risposta al senso di impotenza che si sente di fronte gli schermi guardando le immagini del genocidio in corso in Palestina senza riuscire a fare nulla. La GSF è la materializzazione concreta di una reazione. La possibilità di parlare di vita, dignità, solidarietà mentre attorno tutto si incupisce, in Italia come all’estero, tra spese militari alle stelle, restrizione dello spazio democratico, arretramento socioculturale e guerra. > Si può pure immaginare che l’accanimento grottesco con cui la destra sta > strumentalizzando l’omicidio di Charlie Kirk – promettendo leggi securitarie > contro la “violenza rossa” –  sia pure spinto da qualche timore che queste > mobilitazioni prendano piede, o, ancora più opportunisticamente, sia il > preambolo di una strategia di repressione a tappeto di scioperi, occupazioni > studentesche o altro che l’autunno possa portare. Il nostro paese negli ultimi anni non ha mai smesso di assistere a piccole o talvolta grandi forme di mobilitazione nei luoghi di lavoro, nei collettivi delle scuole, nelle acampade studentesche, nei comitati a difesa del territorio, nelle associazioni di quartiere. Purtroppo però, spesso le realtà organizzate, presidiando le proprie nicchie, o non hanno intercettato questi contesti o non li hanno attraversati e supportati in forma sufficientemente efficace e rispettosa. Di conseguenza ciclicamente queste mobilitazioni sono tornate nella loro dimensione carsica – anche per la repressione che è sempre in aumento –  senza connettersi ad altri rivoli, senza diventare, appunto, marea. Forse è proprio questa la sfida più grande che ci troviamo di fronte. Riusciranno le realtà organizzate a sostenere, facilitare e allargare le mobilitazioni in corso? Riusciranno a fermare le mosse delle strutture identitarie che invece tendono in queste situazioni a massimizzare il ritorno e il vantaggio solo per la propria organizzazione? Ormai è evidente a tuttə che è necessario fare un passo indietro per farne due avanti, ma farli assieme oppure qualcuno cercherà che il vento giri solo verso la propria vela?  > La sfida è quella di superare il carattere ancora frammentario che > contraddistingue le tante mobilitazioni programmate per l’autunno prossimo. La > sfida è porsi su un livello più alto: organizzare uno sciopero contro la > guerra europeo.  Un primo passo è lo sciopero del 22 settembre. La chiamata, lanciata da USB, sta raccogliendo sostegno e adesione trasversale, e potrebbe essere la prima giornata che si muove nell’ottica del “blocchiamo tutto” lanciato dal CALP di Genova e che risuona con il “Bloquons tout” del 10 settembre francese. Se poi si arrivasse ad una convocazione di sciopero in forma unitaria da parte sindacale, forse allora qualcosa sarebbe cambiato per davvero.  Se saremo all’altezza della sfida, saremo davvero marea, qualcosa di incontenibile e radicale che potrebbe porsi l’ambizione di invertire la rotta e creare un problema reale, tanto al governo fascistoide quanto all’opposizione liberale, totalmente inadeguata rispetto alla gravissima situazione attuale.  La flottilla che salpa da Catania sembra dirci che le sfide vanno raccolte anche quando sono difficili, in alto mare bisogna stare insieme, conoscersi e darsi supporto, sarà in grado l’equipaggio di terra di fare altrettanto? L’immagine di copertina è di Milos Skakal SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Tira un vento nuovo: verso lo sciopero del 22 settembre proviene da DINAMOpress.
PER LA SUMUD, PER LA RESISTENZA CHE SIAMO
Global sumud è la rottura degli argini. Le barriere non reggono più: le letture diverse di un conflitto secolare si intrecciano e frantumano finalmente il silenzio. È lo scacco matto che ribalta la partita: non abbiamo bisogno di chiedere permesso, siamo già oltre. La flotilla non è solo legno e vele: è un dono, una … Continua la lettura di PER LA SUMUD, PER LA RESISTENZA CHE SIAMO →