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Freedom Flotilla e protesta contro Israele in Svizzera
I volontari della Freedom Flotilla Coalition sono stati condotti stamattina all’aeroporto di Tel Aviv per l’espulsione. Gli attivisti a bordo della nave umanitaria Madleen sono stati rapiti dall’esercito israeliano in un atto di pirateria navale terroristica, compiuto in acque internazionali e condotti al porto di Ashdod. Hanno  passato la notte in carcere, a Ramla, insieme a un giornalista di Al-Jazeera. La FFC scrive: “La nave è stata abbordata illegalmente, il suo equipaggio civile disarmato è stato rapito e il suo carico salvavita, tra cui latte in polvere, cibo e forniture mediche, è stato confiscato”. “Mi chiamo Greta Thunberg e arrivo dalla Svezia – dice l’attivista in un video. Se vedete questo filmato, vuol dire che siamo stati intercettati e sequestrati in acque internazionali dalle forze d’occupazione di Israele o da forze che supportano Israele. Chiedo ai miei amici, alla mia famiglia e ai miei compagni di fare pressione sul governo svedese affinché io e gli altri veniamo rilasciati il prima possibile”. In tutto il mondo si sono svolte manifestazioni e presidi di protesta contro l’arroganza criminale di Israele. “Israele non ha l’autorità legale per trattenere i volontari internazionali a bordo della Madleen”, ha dichiarato Huwaida Arraf, avvocato per i diritti umani e organizzatrice della Freedom Flotilla. “Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia, che impongono il libero accesso umanitario a Gaza. Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o contestato un blocco illegale: la loro detenzione è arbitraria e illegittima e deve cessare immediatamente”.  Protesta contro Israele in Svizzera La ferrovia Losanna-Ginevra è stata interrotta da un presidio di manifestanti solidali con la causa palestinese e contro il genocidio a Gaza. Oltre 2.000 persone con bandiere palestinesi e kefiah hanno invaso i binari nelle due stazioni per circa dieci minuti. Un’azione simbolica e pacifica, ma che ha causato ritardi nel traffico ferroviario svizzero. Malgrado il disagio subito, la maggioranza dei passeggeri ha espresso solidarietà con i manifestanti.   ANBAMED
Mobilitazioni in tutta Italia per la Freedom Flotilla
Greta Thunberg e gli altri attivisti rapiti da Israele dopo l’assalto notturno alla nave Madleen della Freedom Flotilla verranno probabilmente processati ed espulsi domani. La solidarietà nei loro confronti e la protesta per l’ennesimo atto illegale di Israele si sono espresse oggi in presidi a Udine, Torino, Milano, Genova, Brescia, Bergamo, Padova, Verona, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Pisa, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania e Palermo. Forte protesta anche da parte di Amnesty International: “La nave Madleen cercava di portare aiuti umanitari nel tentativo di violare l’illegale blocco israeliano della Striscia di Gaza occupata. Trasportava civili disarmati in missione umanitaria. L’intercettazione della nave da parte di Israele viola il diritto internazionale. In quanto potenza occupante, Israele ha l’obbligo legale di garantire ai civili di Gaza cibo e medicine a sufficienza e avrebbe dovuto permettere alla Madleen di consegnare gli aiuti umanitari a Gaza” ha dichiarato l’organizzazione per i diritti umani in un comunicato.   Redazione Italia
Catania e la Madleen: proteste per l’atto di pirateria dello Stato di Israele
“Lo yacht dei selfie delle celebrità”, così il ministro degli Esteri israeliano ha definito la nave Madleen della Freedom Flotilla, partita da Catania il primo giugno per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza. Oggi, in acque internazionali, la nave e l’equipaggio sono stati sequestrati dalle forze armate israeliane, che hanno compiuto un vero e proprio atto di pirateria e terrorismo. All’inizio di maggio, nei pressi della costa maltese, un’altra nave della Freedom – la Coscience – aveva subito l’attacco di due droni, presumibilmente israeliani, che l’hanno messa fuori uso. Quindici anni fa Israele attaccò la Mavi Marmara, una delle sei navi della Freedom Flotilla che tentavano di forzare il blocco navale di Gaza,  vennero uccisi dieci attivisti, molti furono i feriti e gli arrestati. In sostanza, con la complicità delle “democrazie occidentali”, Israele può calpestare impunemente vite umane e diritto internazionale. L’avvocato Huwaida Arraf ha dichiarato: «Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e viola gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia che impongono il libero accesso umanitario a Gaza. Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o contestato un blocco illegale: la loro detenzione è arbitraria, illegittima e deve cessare immediatamente». Nessuno stupore da parte nostra, solo la conferma dell’esistenza di uno stato terrorista, Israele, i cui parlamentari hanno più volte indicato come non umani gli abitanti di Gaza e hanno teorizzato, e approvato, il massacro di bambine e bambini. La Madleen stava tentando di portare aiuti (latte in polvere, cibo e forniture mediche) a un territorio, quello della Striscia, devastato dalla furia militare israeliana e dal blocco degli aiuti umanitari. Un territorio dove è in atto un genocidio. Manifestazioni popolari e boicottaggio dei prodotti israeliani non sono ancora riusciti a determinare un cessate fuoco duraturo, anche perché il “mondo occidentale” continua ad essere compattamente schierato a fianco del governo Netanyahu. La Madleen era partita dal porto di San Giovanni Li Cuti (Catania) dove le/i volontarie/i per tre giorni, insieme con i Catanesi Solidali con il Popolo Palestinese (una rete formata da sindacati di base, forze politiche della sinistra, Associazioni, tra cui anche l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università), hanno spiegato alla Città i motivi e gli obiettivi della missione. Si sono tenuti incontri, dibattiti e iniziative in presenza di centinaia e centinaia di persone. Gli stessi organizzatori di Etna Comics hanno chiesto un intervento dei volontari per spiegare le ragioni della missione. Particolarmente affollata la conferenza stampa tenutasi nel giorno della partenza, presenti, fra gli altri, Thiago Avìla (coordinatore di Freedom Brasile), Rima Hassan (europarlamentare palestinese), Liam Cunningham (attore irlandese) e Greta Thunberg (attivista contro il cambiamento climatico). In effetti, Catania li aveva accolti già qualche giorno prima dell’arrivo della barca quando i volontari avevano potuto spiegare le loro ragioni durante un corteo straordinariamente combattivo, oltre 5.000 i partecipanti. Oggi Catania, come tante altre città italiane, continuerà a manifestare perché cessi immediatamente una detenzione arbitraria e siano consegnati gli aiuti alla popolazione palestinese. Ma anche per ottenere: * — Cessate il fuoco subito e ritiro di Israele dai territori occupati * — Sblocco immediato degli aiuti umanitari * — Rottura delle relazioni diplomatiche con Israele * — Stop alla vendita di armi all’esercito israeliano * — Liberazione dei prigionieri palestinesi e degli ostaggi israeliani Saluto alla Freedom Flotilla a Catania Nino De Cristofaro, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Israele ordina all’esercito di fermare la barca di aiuti con Greta Thunberg diretta a Gaza
di Alex MacDonald,  Middle East Eye, 8 giugno 2025.   Il Ministro della Difesa israeliano dice che la nave di aiuti deve ‘tornare indietro’ e non le sarà permesso di raggiungere l’enclave assediata. L’attivista svedese per il clima Greta Thunberg parla al programma in diretta di Middle East Eye, il 3 giugno 2025 (MEE Live) Israele ha ordinato all’esercito di bloccare un’imbarcazione di aiuti diretta a Gaza con 12 attivisti a bordo, tra cui la militante svedese Greta Thunberg. “Ho dato istruzioni all’esercito di impedire alla flottiglia Madleen di raggiungere Gaza”, ha detto Israel Katz in una dichiarazione del suo ufficio. “A Greta l’antisemita e ai suoi compagni, tutti portavoce della propaganda di Hamas, dico chiaramente: tornate indietro perché non raggiungerete Gaza”. Thunberg e altri 11 attivisti sono partiti dalla Sicilia il 1° giugno, trasportando rifornimenti urgenti per i Palestinesi assediati e affamati. Gli aiuti comprendono latte artificiale, farina, riso, pannolini, prodotti sanitari per donne, kit per la desalinizzazione dell’acqua, forniture mediche, stampelle e protesi per bambini. La deputata europea Rima Hassan ha dichiarato domenica all’AFP che avrebbero continuato fino all’ultimo minuto. “Siamo dodici civili a bordo. Non siamo armati. Ci sono solo aiuti umanitari”, ha detto Hassan. Il mese scorso, un’altra nave organizzata dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC), la Conscience, non è riuscita a proseguire il suo viaggio dopo essere stata colpita da due droni vicino alle acque maltesi. Le navi organizzate dalla FFC tentano da quasi due decenni di rompere il blocco terrestre, marittimo e navale di 18 anni imposto da Israele alla Striscia di Gaza. Nel 2010, la missione della flottiglia Mavi Marmara fu attaccata dalle forze israeliane, che abbordarono la nave e uccisero dieci attivisti. Da allora, le truppe israeliane hanno spesso intercettato e sequestrato le imbarcazioni che tentavano di rompere l’assedio. Parlando martedì a Middle East Eye dalla nave degli aiuti, Thunberg ha detto che i governi hanno fallito con i Palestinesi, e quindi spetta a noi “fare un passo avanti ed essere gli adulti nella stanza”. “Non possiamo stare a guardare e permettere che questo accada. Stiamo assistendo… a un genocidio, dopo decenni e decenni di oppressione sistematica, pulizia etnica, occupazione”, ha detto. “Siamo solo esseri umani, molto preoccupati per queste ingiustizie e non accettiamo ciò che sta accadendo”. Israele ha imposto un blocco totale su tutti gli aiuti umanitari a Gaza per 11 settimane, prima di revocarlo parzialmente il 19 maggio per consentire consegne di aiuti molto limitate da parte delle Nazioni Unite, e uno schema sostenuto dagli Stati Uniti ampiamente criticato come inattuabile. Domenica Katz ha affermato che Israele non permetterà a nessuno di rompere l’assedio marittimo di Gaza. “Israele agirà contro qualsiasi tentativo di rompere il blocco o di assistere le organizzazioni terroristiche, via mare, aria o terra”, ha detto. https://www.middleeasteye.net/news/flotilla-article Traduzione a cura di AssopacePalestina Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.
La barca Madleen della Freedom Flotilla minacciata da droni di nazionalità ignota
La barca Madleen della Freedom Flotilla si trova nelle acque internazionali al largo della Grecia. È continuamente minacciata da droni di nazionalità ignota che sorvolano il percorso dell’imbarcazione solidale con la causa palestinese. Gli attivisti sono molto preoccupati e vivono momenti di tensione, ma sono pronti a ogni eventualità. “Se ci sarà un attacco delle forze navali israeliane, abbandoneremo la barca”, ha dichiarato Avila, uno dei 12 attivisti a bordo. L’attivista per l’ambiente Greta Thunberg ha scritto sul suo account social: “Non importa quanto sia pericolosa questa missione, non c’è niente di più pericoloso del silenzio del mondo intero davanti a un genocidio trasmesso in diretta.” Clicca per ascoltare le parole dell’equipaggio prima di partire da Catania (in inglese con sottotitoli in italiano) Segui la rotta della Freedom Flotilla per aumentare la sicurezza dell’equipaggio. Diventa testimone di questo coraggioso viaggio per rompere l’assedio di Gaza. Clicca sul link: https://live.garmin.com/…/515FCF27FB35A7ECF2CB9391BF812F1   ANBAMED
La nave Madleen della Freedom Flotilla in navigazione verso Gaza
Il giorno dopo le minacce terroristiche israeliane, intervista ai componenti dell’equipaggio della nave Madleen della Freedom Flotilla in navigazione nel Mediterraneo con destinazione Gaza. Con voce calma ma determinata, Greta Thunberg ha detto che “il morale è alto” tra il team di volontari a bordo, anche se riconoscono che “i rischi e l’incertezza sono grandi. Siamo pienamente consapevoli dei rischi, ma siamo giunti alla conclusione che il rischio di non fare nulla è di gran lunga maggiore dei rischi impliciti in questa missione. Quello che stiamo facendo non è nulla in confronto a ciò che i palestinesi affrontano ogni giorno solo per sopravvivere”. E poi ha aggiunto: “Siamo una nave che trasporta aiuti umanitari. Non trasportiamo armi. Siamo volontari pacifici provenienti da tutto il mondo e viaggiamo in acque internazionali. Questo è un nostro pieno diritto. Il nostro obiettivo è raggiungere Gaza, ma ovviamente siamo consapevoli dell’incertezza, soprattutto dopo quanto accaduto con i convogli precedenti. Ciononostante, siamo determinati a proseguire la missione”. Clicca per ascoltare le parole dell’equipaggio prima di partire da Catania (in inglese con sottotitoli in italiano) SEGUI LA ROTTA.  Segui la rotta della Freedom Flotilla per aumentare la sicurezza dell’equipaggio. Diventa testimone di questo coraggioso viaggio per rompere l’assedio di Gaza. Clicca sul link: https://live.garmin.com/…/515FCF27FB35A7ECF2CB9391BF812F1 ANBAMED
Greta Thunberg a bordo della flottiglia di Gaza: non fare nulla ‘non è un’opzione’
di Mohamed Hassan, Yaman Mohammed e Rayhan Uddin,  Middle Est Eye, 3 giugno 2025.   L’attivista svedese per il clima parla a Middle East Eye da bordo della nave diretta verso l’enclave palestinese con rifornimenti urgenti. L’attivista svedese per il clima Greta Thunberg parla al programma in diretta di Middle East Eye, il 3 giugno 2025 (MEE Live) Da bordo di una flottiglia diretta a Gaza, Greta Thunberg ha detto a Middle East Eye che mentre i governi hanno fallito con i palestinesi, spetta a noi “fare un passo avanti ed essere gli adulti nella stanza”. L’importante attivista svedese per il clima ha parlato al programma in diretta di MEE dalle acque internazionali del Mar Mediterraneo, dove ha detto che gli animi a bordo della Madleen – l’ultima imbarcazione che sta tentando di rompere l’assedio di Israele su Gaza – erano alti. “Siamo attualmente in viaggio verso Gaza come parte della missione Freedom Flotilla”, ha detto Thunberg martedì. “Il morale è molto alto”. Lei e altri 11 attivisti sono partiti dalla Sicilia domenica, trasportando rifornimenti urgenti per i palestinesi assediati e affamati. Gli aiuti comprendono latte artificiale, farina, riso, pannolini, prodotti sanitari per donne, kit per la desalinizzazione dell’acqua, forniture mediche, stampelle e protesi per bambini. “Non possiamo stare a guardare e permettere che questo accada. Stiamo assistendo… a un genocidio, dopo decenni e decenni di oppressione sistematica, pulizia etnica, occupazione”, ha detto Thunberg. “Siamo solo esseri umani, molto preoccupati per quello che succede e non accettiamo quello che sta accadendo”. Il mese scorso, un’altra imbarcazione organizzata dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC), la Conscience, non è riuscita a proseguire il suo viaggio dopo essere stata colpita da due droni vicino alle acque maltesi. “Tutte le prove suggeriscono con forza che è stato Israele a farlo”, ha detto Thunberg. Lei è consapevole che un simile attacco potrebbe ripetersi. “C’è, ovviamente, un grande rischio di essere fermati durante il viaggio”, ha detto la 22enne. “Ma stiamo cercando di arrivare a Gaza e stiamo pianificando la cosa. “Siamo attivisti e volontari pacifici e non portiamo armi. Stiamo navigando pacificamente in acque internazionali, che è un nostro diritto”. La nave, che viene seguita in diretta sul sito web della FFC per “sicurezza, responsabilità e solidarietà”, dovrebbe impiegare sette giorni per raggiungere Gaza. Le navi organizzate dalla FFC tentano di rompere il blocco terrestre, marittimo e navale di 18 anni imposto da Israele alla Striscia di Gaza da quasi due decenni. Nel 2010, la missione della flottiglia Mavi Marmara è stata attaccata dalle forze israeliane, che hanno abbordato la nave e ucciso dieci attivisti. Da allora, le truppe israeliane hanno spesso intercettato e sequestrato le imbarcazioni che tentavano di rompere l’assedio. Thunberg, nominata Persona dell’anno da Time nel 2019 per il suo attivismo per il clima, non si lascia scoraggiare. “Abbiamo promesso a noi stessi e al popolo palestinese di fare tutto il possibile”, ha detto. “Quando i nostri governi ci deludono… allora tocca a noi farci avanti ed essere gli adulti nella stanza”. Israele ha imposto un blocco totale su tutti gli aiuti umanitari a Gaza per 11 settimane, prima di revocarlo parzialmente il 19 maggio per consentire consegne di aiuti molto limitate da parte delle Nazioni Unite, e un piano sostenuto dagli Stati Uniti ampiamente criticato come inattuabile. ‘Mi dispiace tanto che vi abbiamo tradito’. Negli ultimi giorni, diversi commentatori hanno deriso e minacciato Thunberg e gli altri attivisti. In particolare, il senatore statunitense Lindsey Graham ha scritto su X: “Spero che Greta e i suoi amici sappiano nuotare!”. Thunberg, che è in mare da tre giorni, non ha visto i post. “Per fortuna, non ho accesso ai social media qui, quindi non vedo tutto questo odio”, ha detto. “È davvero assurdo che in tempi di genocidio, i responsabili politici che sono complici di questo genocidio utilizzino questa opportunità per spendere le loro energie per cercare di prendere in giro le persone che stanno almeno cercando di fare qualcosa”. Ha detto che la comunità internazionale ha “tradito” i Palestinesi, non solo “stando seduti senza fare nulla”, ma con la complicità attiva. “I nostri governi, le nostre istituzioni, le nostre aziende stanno sostenendo questo genocidio”, ha detto. “Sono i soldi delle nostre tasse. Sono i nostri media che continuano a disumanizzare i Palestinesi”. “A nome della comunità internazionale, il cosiddetto mondo occidentale, mi dispiace molto di avervi tradito non sostenendovi abbastanza”, ha aggiunto. La Thunberg è stata oggetto di odio per la sua schietta solidarietà con i Palestinesi, dopo essere salita all’attenzione del pubblico mondiale per il suo attivismo sul clima. Ma lei dice che le due cause sono inestricabilmente legate. “Per me è così strano che le persone separino l’attenzione per l’ambiente e il clima dall’attenzione per gli esseri umani”, ha detto l’attivista. “Stiamo lottando per la giustizia, la sostenibilità, la liberazione per tutti. Non ci può essere giustizia climatica senza giustizia sociale”. https://www.middleeasteye.net/news/greta-thunberg-aboard-gaza-flotilla-doing-nothing-not-option
Verso Gaza: la Madleen della Freedom Flotilla sfida l’assedio
È salpata domenica 1° giugno dal porto turistico di San Giovanni Li Cuti, a Catania, la Madleen, imbarcazione della Freedom Flotilla Coalition, diretta verso le acque della Striscia di Gaza. Il viaggio, che dovrebbe durare circa una settimana, è parte di una missione civile internazionale che si propone di rompere l’assedio illegale imposto da Israele e portare aiuti umanitari essenziali alla popolazione palestinese. A bordo della Madleen viaggia un piccolo equipaggio composto da attiviste e attivisti provenienti da oltre 10 Paesi, tra cui Norvegia, Svezia, Spagna, Italia, Malesia, Stati Uniti, Canada, Sud Africa, Nuova Zelanda e Turchia. Si tratta di una presenza internazionale eterogenea che riflette una solidarietà globale sempre più ampia nei confronti della causa palestinese. Tra i sostenitori e promotori della missione vi sono anche figure pubbliche di rilievo: l’attivista ambientale Greta Thunberg, l’attore irlandese Liam Cunningham, noto per il suo impegno politico oltre che per il ruolo in Game of Thrones e l’eurodeputata Rima Hassan, palestinese naturalizzata francese, voce instancabile dei diritti umani nei contesti istituzionali europei. Le loro adesioni dimostrano come la lotta del popolo palestinese trovi eco in ambiti diversi e complementari della società civile e politica internazionale. https://x.com/maurizioacerbo La partenza è stata preceduta da una grande mobilitazione cittadina a Catania, con centinaia di persone presenti al porto e migliaia in corteo nei giorni precedenti, a sostegno della missione. Il viaggio, tuttavia, è ad alto rischio. Già nelle prime ore dalla partenza, la Madleen sarebbe stata sorvolata da un elicottero militare israeliano. È ancora vivo il ricordo dell’attacco subito appena un mese fa dalla nave Conscience, anch’essa appartenente alla Freedom Flotilla, probabilmente colpita da droni israeliani mentre si trovava in acque internazionali nei pressi di Malta, secondo quanto riportato dagli attivisti a bordo. Oltre all’urgenza umanitaria, questa missione rappresenta un richiamo politico e morale a unire le lotte. La resistenza palestinese non è isolata, ma profondamente connessa alle battaglie globali contro l’oppressione, il razzismo, il colonialismo, la devastazione ambientale, la violenza patriarcale e le disuguaglianze economiche. L’intersezionalità delle lotte diventa oggi uno strumento indispensabile: ciò che accade a Gaza riguarda tutte e tutti noi. Difendere i diritti dei palestinesi significa difendere anche il diritto universale alla vita, alla giustizia e alla dignità in ogni parte del mondo. In un comunicato ufficiale, gli organizzatori scrivono che la Madleen “incarna l’instancabile resistenza del popolo palestinese e rappresenta la crescente opposizione globale contro le punizioni collettive e l’uso deliberato della fame come arma di guerra”. La presenza di volontarie e volontari da ogni angolo del mondo dimostra che la solidarietà internazionale non si lascia intimidire. La Freedom Flotilla Coalition lancia infine un appello urgente: ai governi, perché garantiscano un passaggio sicuro per la Madleen e tutte le missioni umanitarie; ai media, affinché seguano e documentino la traversata e alla società civile globale, affinché si opponga con forza al silenzio e all’indifferenza, unendo le proprie voci in un fronte comune di lotta per la libertà e la giustizia. Restiamo umani, diceva Vik. E questa nave, fragile ma ostinata, che attraversa il Mediterraneo carica di solidarietà e resistenza, è una risposta viva a quel richiamo. Un sogno che naviga controcorrente, una vela che parla tutte le lingue della dignità. Un gesto che, anche se ostacolato, non potrà mai essere fermato. Movimento Studenti Palestinesi in Italia     Redazione Italia
La Freedom Flotilla per rompere l’assedio di Gaza sta per salpare dalla Sicilia
Era gremito il piccolo porto di San Giovanni Li Cuti, vecchio borgo marinaro nel cuore di Catania. Centinaia di persone ad affollare la banchina, accorse per accogliere la Freedom Flotilla, l’imbarcazione che salperà oggi – domenica 1 giugno – alla volta di Gaza con l’obiettivo di rompere il blocco israeliano e consegnare aiuti alla popolazione palestinese. I membri della flotta che si alternano al microfono vengono da tutto il mondo: Europa, Brasile, Stati Uniti, Paesi arabi. Tra loro anche l’ambientalista svedese Greta Thunberg e l’attore irlandese Liam Cunningham (il Ser Davos Seaworth della serie Il trono di spade). Parlano in inglese, mentre gli attivisti cittadini traducono alla folla, piena non solo di quei volti che ti aspetti di trovare ai cortei, ma di uomini, donne, anziani e bambini che reggono cartelli in cui esprimono solidarietà ai propri coetanei di Gaza. Una riedizione di quanto accaduto appena una settimana fa, con cinquemila persone in corteo lungo la centrale via Etnea: testimonianza di una città che, come tante altre in Italia e in Europa, non ha più intenzione di assistere inerte di fronte al genocidio. La missione che attende la dozzina di attivisti a bordo della Freedom Flotilla è pericolosa. Non tanto per i sette giorni di navigazione nel Mediterraneo a bordo della piccola imbarcazione a motore, ma per l’elevata probabilità di essere fermati con la forza dall’esercito israeliano. Molti di loro erano a bordo del precedente tentativo di raggiungere Gaza via mare, quando – il 1° maggio 2025 – l’imbarcazione venne raggiunta da un drone israeliano mentre si trovava al largo di Malta e colpita con proiettili che ne incendiarono la prua, mettendola fuori uso. Mentre è ancora vivo il ricordo della Mavi Marmara, la nave di attivisti partita dalla Turchia sempre allo scopo di rompere l’assedio di Gaza, che il 31 maggio 2010 venne assaltata da un reparto speciale dell’esercito israeliano che uccise 10 membri dell’equipaggio e ne ferì altri 60. Una strage che il governo israeliano tentò di giustificare con la presunta presenza a bordo di armi destinate alla lotta armata palestinese, una menzogna smentita da successive indagini delle Nazioni Unite. “Molti pensano che siamo degli eroi, ma non lo siamo. Per vivere oggi a Gaza serve essere eroi” afferma Thiago Avila, attivista brasiliano e tra gli organizzatori della Freedom Flotilla. “Ho una bambina di un anno e penso che non si possa stare a guardare mentre migliaia di bambini a Gaza muoiono sotto le bombe e vivono nel terrore. Noi vogliamo dimostrare che la solidarietà e la coscienza internazionalista sono armi che possono battere l’oppressione”. A portarmi con un piccolo gommone a bordo della nave della Freedom Flotilla, ormeggiata un centinaio di metri oltre gli scogli del porticciolo, è Yazan Eissa, un ragazzo palestinese che è il tuttofare della ciurma. A bordo ci sono altri tre membri dell’equipaggio, rimasti a sorvegliare l’imbarcazione in attesa della partenza. Tra loro il dottor Mohammed Mustafa, che a lavorare come volontario a Gaza c’è già stato e ora prova a tornarci perché “ci sono migliaia di bambini da curare, e quelli che non sono morti sotto le bombe sono completamente traumatizzati e stanno vivendo un inferno che è impossibile da descrivere”. Sul ponte della nave, e anche sottocoperta, tolto lo spazio strettamente necessario per dormire e cucinare, ogni angolo è pieno di viveri da portare a Gaza: succhi di frutta, latte, riso, cibo in scatola, barrette proteiche. Sono state donate da centinaia di cittadini catanesi e di tutto il mondo. Yazan sa benissimo che, se riusciranno ad arrivare a Gaza, basteranno a sfamare solo pochi tra i due milioni di palestinesi allo stremo, ridotti alla fame da mesi di crimini di guerra da parte del governo israeliano che, attraverso il blocco di ogni aiuto umanitario e la distruzione sistematica dei campi agricoli, sta usando la fame come arma per costringere la gente di Gaza ad andarsene dalla propria terra: “Il nostro è un aiuto simbolico, serve innanzitutto a testimoniare alla gente di Gaza che i cittadini del mondo sono con loro”, afferma. E visto dal porto di San Giovanni Li Cuti appare evidente che Yazin abbia ragione. I cittadini sono con loro e sopra i tavoli dei ristoranti ci sono palloncini rossi, neri, verdi e bianchi, i colori che compongono la bandiera palestinese. Mentre i passanti si fermano ad ascoltare e ad applaudire. “Hanno ragione, è ora di fare qualcosa per fermare Israele”, dice ai clienti il ragazzo che lavora al chiosco mentre serve caffè e birre. Tanti chiedono cosa possono fare dei semplici cittadini per fermare tutto questo. “La storia dimostra che l’azione collettiva è il vero motore dei cambiamenti reali”, risponde Thiago dal palco: “Partecipate alle proteste, attuate il boicottaggio verso i marchi complici del genocidio, supportate i gruppi che sabotano le industrie di armi e bloccano il loro trasporto dai porti, informatevi e invitate gli altri a fare lo stesso tra i vostri amici e su internet. Tutte le azioni sono parte della battaglia per fermare Israele. La grande maggioranza dei cittadini in Europa e nel mondo sta con la Palestina. Il problema è che i governi non rispettano la volontà dei cittadini che li hanno eletti, ma se saremo uniti e determinati dovranno farlo”. L'Indipendente