Incontro “Felicità e disubbidienza. La proposta di Danilo Dolci

Pressenza - Monday, December 1, 2025

Martedì 9 dicembre 2025 alle 18:30
Arci Bellezza, via Bellezza 16, Milano

Nel corso della serata verranno presentati la nuova edizione del primo libro scritto da Danilo Dolci “L’ascesa alla felicità” e il documentario ‘Inchiesta su Danilo Dolci” scritto e diretto da Alberto Castiglione. Produzione Danilo Dolci – Gesellschaft (CH).

Intervengono:

  • Giuseppe Barone e Daniela Dolci, Borgo Danilo Dolci
  • Nicola Macaione, SCE Spazio Cultura Edizioni
  • Giorgio Schultze, architetto
  • Rappresentanti delle associazioni promotrici
  • Coordina Duccio Facchini, direttore Altreconomia

Promotori: Borgo Danilo Dolci, Spazio Cultura Edizioni di Palermo, FuoriMercato, Centro di Nonviolenza Attiva, Arci Milano, Altreconomia, Libera. 

L’ascesa alla felicità – di Danilo Dolci, 1948

Presentazione della nuova edizione di “L’ascesa alla felicità”  

A cura di Giorgio Schultze

Ci sono momenti della nostra vita in cui irrompono domande molto semplici, come ad esempio: “Che cos’è per me la felicità?”, a cui non sempre si riesce a dare risposte intimamente e profondamente soddisfacenti.

Domande che ci scuotono e ci spingono nella ricerca di “senso” e contemporaneamente ci costringono a rallentare, se non addirittura a fermarci, per riflettere.

In questo accidentato e, molto spesso buio, cammino, può accadere che una lettura, un evento, un incontro ci inviino quel segnale, quell’indicazione, quella parola, quella luce, carica di significati che tanto aspettavamo.

Come è stato il fortunato incontro con L’ascesa alla felicità, il primo libro di Danilo Dolci, scritto nel 1948, di cui vale la pena ricordare il concatenarsi di eventi che l’hanno determinato. Andiamo in ordine cronologico.

A maggio del 2024, in vista delle Celebrazione del Centenario della nascita di Danilo Dolci (28 giugno 1924), la mia cara amica Anna Polo mi ha invitato a fare un viaggio a Palermo, per visitare, insieme a Daniela Dolci, il Borgo “Danilo Dolci” di Trappeto e la Scuola Primaria “Mirto”, di Partinico. Questa scuola primaria, voluta da Danilo Dolci nei primi anni ‘70,  “destinata a tutte le bambine e i bambini, a cominciare dai più poveri”, era stata progettata e realizzata proprio dai genitori di Anna, gli architetti di Milano Giovanna Pericoli e Giancarlo Polo, quando Anna era poco più che adolescente.

Ora, a distanza di 50 anni, “Mirto” è uno splendido esempio di avanguardia educativa, modello per centinaia d’insegnanti e scuole in tutto il mondo, in cui si applica “la maieutica reciproca”.

Mentre visitavamo la scuola e il Borgo, parlando con Daniela Dolci, ho sentito l’urgenza di raccontare questi tratti di storia di Danilo e del suo contributo a una visione nonviolenta dell’umanità.

Tornato a Milano ne ho parlato con Augusto Vetrallini,  regista e storyteller de Il Cantastorie, di Roma, il quale mi disse: “Per scrivere la storia di quest’uomo dobbiamo risalire a quando, ancora giovane, maturò questa sua straordinaria vocazione di “prendersi cura del prossimo”.

Allora abbiamo iniziato a rileggere la sua biografia, fin dai suoi primi momenti fino ad  arrivare ad un passaggio cruciale. Al Danilo giovane insegnante di 24 anni, che nel 1948 per necessità (doveva pagarsi la facoltà di Architettura), insegnava nelle scuole serali di Sesto S. Giovanni, la città-operaia, nella Milano dell’immediato dopoguerra. Tra le varie note biografiche e bibliografiche troviamo riportata una sua citazione “Come puoi essere felice se intorno a te i tuoi fratelli vengono consumati e travolti dalla fame e dalla miseria?”, e una nota a piè pagina: L’ascesa alla felicità, a cura di Danilo Dolci, Stamperia Cesare Tamburini·Milano, 1948.

Un testo scritto con uno scopo preciso: “… mettere a disposizione dei giovani operai, affamati di sapere, quanto non era giusto tenessi solo per me” [1]”.

Ecco trovato ciò che cercavamo!

Ma quel testo dal titolo e dai contenuti così significativi era semplicemente introvabile. Nessuno ne ha traccia.  Soltanto Giuseppe Barone, la memoria storico-letteraria delle opere di Danilo, seppe darci qualche indicazione. “Nel 1948 furono stampate 200 copie destinate agli operai-studenti di Sesto e da allora il libro non è mai più stato ristampato, né ripubblicato, né fotocopiato… Esiste un’unica copia originale, consultabile presso la Biblioteca Nazionale di Firenze”.

Ed è stato proprio così. Esisteva soltanto un’unica copia dell’originale, gelosamente custodita in quella preziosa Biblioteca che nel 1966 difese e salvò, insieme agli “angeli del fango”, centinaia di migliaia di libri “unici”, dall’alluvione dell’Arno.

Chiedemmo una copia fotostatica dell’originale, che ci venne consegnata a seguito di accurate verifiche sul “perché la volevamo”.

La sua lettura fu come aprire uno scrigno carico di monete e pietre preziose. Accanto alle riflessioni di Danilo, ritrovammo decine di pensatori e filosofi, da Marco Aurelio a Epitteto, da Pietro Verri a Bertrand Russell, citazioni tratte dalla Bibbia e dai Testi Sacri, di altre culture e filosofie orientali, da Ramakrishna al Bhagavad Gita, che parlavano della felicità a cui si giunge dopo “un’attenta e accurata ricerca”. Un’opera che già a partire della stessa strutturazione dell’indice ci offre un percorso, una mappa, le istruzioni che ci spingono a iniziare l’ascesa e contemporaneamente ci costringono a fermarci a riflettere a ogni frase, a ogni citazione.

“Fermarci” e “riflettere”. Due atti di ribellione nonviolenta, due atti non tollerabili da un sistema di vita ad alta entropia consumistica, che ci vorrebbe sempre in corsa, sempre in accelerazione e soprattutto privi di un pensiero critico proprio.

Un tesoro che, parafrasando Danilo “abbiamo ritenuto doveroso mettere a disposizione di tutti coloro che lottano e sperano in una nuova umanità e che non potevamo tenerci per noi”.

Quindi a partire da quell’unica copia, gelosamente custodita per oltre 75 anni, in accordo con Daniela e Amico Dolci e con la collaborazione di un “agitatore culturale”, come Nicola Macaione e la sua Spazio Cultura Edizioni di Palermo, abbiamo deciso di trascrivere il testo, stampare una nuova edizione e ridargli nuova vita, con tre obiettivi:

  • Costringerci a fermarci e riflettere sulla felicità, come un atto di profonda ribellione nonviolenta.
  • Mettere a disposizione dei “costruttori di speranza”, nuovi mattoni di conoscenza ed esperienza
  • Iniziare a prenderci cura, come atto di responsabilità e fraternità, della felicità di noi stessi, del prossimo, dell’umanità, della nostra “Casa Comune”.

[1]Lettera di Danilo Dolci, 31 maggio 1986.

Giorgio Schultze