
LAVORATORI E LAVORATRICI SEMPRE PIÙ POVERI: NON SOLO NUMERI, DISUGUAGLIANZE CRESCENTI…E SALARI DA FAME
Radio Onda d`Urto - Thursday, May 1, 2025Lavoratrici e lavoratori sempre più poveri: un problema che viene da lontano e di cui si è accorto anche il presidente della Repubblica, Mattarella: citando l’ultimo rapporto 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, commenta: “Salari inadeguati sono un grande problema per l’Italia. Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita”.
L’impoverimento progressivo non è un fenomeno nuovo, ma un processo che si manifesta da decenni di “moderazione” salariale e di distanza rispetto alla situazione europea. La situazione ha tuttavia subito un rapido significativo peggioramento a partire dal 2022 con l’impennata dell’inflazione (in particolare con l’aumento dell’energia e delle materie prime) che non è mai rientrato.
A questo si somma il fatto determinante che dal 2022 i salari non sono cresciuti altrettanto e molti contratti nazionali (per chi ce l’ha) sono rimasti fermi e anche quelli rinnovati spesso non hanno seguito l’andamento dell’inflazione.
In Italia, cinque milioni di persone faticano a sostenere anche le spese essenziali. Un aspetto fondamentale, spesso trascurato, infatti riguarda l’impoverimento dello stato sociale. Quando la sanità pubblica è a pezzi e per curarsi si deve pagare, questo rappresenta poi una perdita ulteriore di quello che viene definito “salario cosiddetto indiretto”.
Non è perciò una novità il rischio di povertà tra le persone che lavorano anche se impegnate a tempo pieno: nel 2024 gli occupati con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale al netto dei trasferimenti sociali sono il 9%, in aumento dall’8,7% registrato nel 2023. A soffrire di più sono i giovani: tra i 16 e i 29 anni, è in condizione di povertà l’11,8% degli occupati, mentre tra i 55 e i 64 anni la percentuale scende al 9,3%.
I dati Eurostat mostrano inoltre come l’Italia si collochi in una posizione ancor peggiore rispetto ad altri Paesi europei. In Italia, la quota di lavoratori full-time in condizione di povertà è più del doppio rispetto alla Germania, dove si attesta al 3,7% ed è in calo anche tra gli occupati over 18. In Spagna la situazione è simile a quella italiana, con il 9,6% dei lavoratori a tempo pieno considerati poveri. Molto meglio la Finlandia, dove la percentuale scende al 2,2%.
Il commento, ai microfoni di Radio Onda d’Urto di Eliana Como, portavoce de “Le radici del sindacato”, opposizione interna di sinistra della Cgil. Ascolta o scarica