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BRESCIA: DOPPIO APPUNTAMENTO DI PIAZZA PER LO SCIOPERO GENERALE DI LUNEDI 22 SETTEMBRE 2025
Anche Brescia scende in piazza in occasione dello sciopero generale di lunedì 22 settembre 2025 promosso da gran parte del sindacalismo di base italiano. L’appuntamento sarà doppio: in mattinata il primo momento di lotta sarà in Piazza Rovetta (Largo Formentone) alle ore 10, mentre la sera si replica con l’appuntamento lanciato dalle organizzazioni sindacali e le realtà politiche e sociali locali alle 18 in Piazza Duomo (Piazza Paolo VI). Presenta lo sciopero e le iniziative locali ai microfoni di Radio Onda d’Urto Dario Filippini, dell’USB. Ascolta o scarica Alle iniziative sarà presente anche il Coordinamento Palestina di Brescia, come ricorda Mariam. Ascolta o scarica
“FERMARE IL MASSACRO NELLA STRISCIA DI GAZA”: INIZIATIVE DELLA CGIL IN 80 CITTA’ ITALIANE
In Italia oggi, venerdì 19 settembre, mobilitazione “per fermare il massacro nella Striscia di Gaza” della Cgil: sciopero di 4 ore a fine turno, che però non riguarda i servizi pubblici definiti essenziali come trasporti, scuola e sanità. Manifestazioni in 80 città. Il segretario generale Landini, ha scelto le piazze di Messina e Catania, da dove ha ricordato la lettera aperta del segretario generale della Confederazione sindacale internazionale, Luc Triangle, indirizzata a capi di Stato, governi e istituzioni internazionali, in cui si chiede il riconoscimento dello Stato palestinese. “L’inazione politica su Gaza e sulla Palestina è una negligenza criminale. Il mondo è testimone di un orrore che sfida la comprensione”, che va fermato, si legge nel testo. “Le opzioni disponibili nell’ambito del diritto internazionale sono molte. La comunità internazionale deve agire ora. I sindacati di tutto il mondo chiedono un’azione immediata e duratura: Fermare immediatamente la fornitura di armi a tutte le parti. Cessare il fuoco immediatamente e garantire un accesso umanitario senza restrizioni. Rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi e i prigionieri politici. Riconoscere immediatamente la Palestina e porre fine all’occupazione e al commercio con gli insediamenti illegali. Rafforzare la democrazia per garantire la pace immediatamente. Dobbiamo agire immediatamente”, si rimarca nella lettera citata da Landini, che ha aggiunto; “non è il momento di spendere per le armi ma per i diritti e la qualità della vita”. Tra le altre piazze, Radio Onda d’Urto si è collegata con: * * Milano, dove si è tenuto un corteo con diverse migliaia di persone. La corrispondenza con il nostro collaboratore Andrea CegnaAscolta o scarica * Breno, in Valle Camonica, con la Cgil del comprensorio sebino – camuno, alla presenza di un centinaio di persone Alessandro della nostra redazione locale della Valle Camonica Ascolta o scarica * Brescia città, dove in piazza Rovetta circa 700 persone hanno risposto all’appello della Camera del Lavoro. Il collegamento con Siham della redazione Ascolta o scarica * Le interviste realizzate in piazza a Brescia da Siham della redazione Ascolta o scarica  
ROMA: DOMENICA 21 SETTEMBRE ASSEMBLEA NAZIONALE “PER UN’OPPOSIZIONE SOCIALE AL GOVERNO MELONI”
Domenica 21 settembre a Roma assemblea nazionale promossa dalla Rete “A Pieno Regime – contro il ddl paura”, che vedrà la partecipazione di realtà politiche e sociali impegnate in un’ampia opposizione sociale contro le politiche del governo Meloni, l’escalation della guerra e la crescente deriva autoritaria. Presentiamo l’iniziativa con Luca Blasi, della Rete A Pieno Regime. Ascolta o scarica. Di seguito il comunicato di lancio: “Verso l’Assemblea Nazionale del 21 settembre a Roma. Domenica 29 giugno, allo Sherwood Festival, ci siamo presi un momento per riflettere su quanto costruito in questi mesi e per rilanciare. A partire dall’esperienza della Rete A Pieno Regime e dalle mobilitazioni che l’hanno attraversata, vogliamo dare vita a un autunno di lotta capace di raccogliere un’eredità importante e aprire una nuova stagione di opposizione sociale: al governo Meloni, alla guerra, all’autoritarismo. Il primo appuntamento fondamentale sarà l’assemblea pubblica nazionale di sabato 21 settembre a Roma, un momento aperto di confronto e organizzazione per tutte le soggettività che vogliono costruire un’opposizione sociale autonoma, radicale, plurale. Negli ultimi mesi si è aperta, forse per la prima volta dall’insediamento del governo, una possibilità concreta di contrasto. Il disegno di legge sicurezza, concepito come celebrazione ideologica di una svolta post-democratica, è stato costretto dal basso a un percorso accidentato fino alla sua trasformazione in decreto – uno strumento giuridicamente più debole, come confermato dalla recente sentenza della Cassazione. Non è un dettaglio tecnico, ma il risultato politico di una mobilitazione di massa, determinata e conflittuale, che ha saputo unire radicalità e capacità di costruzione. Questa mobilitazione ha mostrato che è possibile andare oltre le coalizioni di scopo: costruire convergenze vere, generare processi ricompositivi, elaborare visioni alternative alle politiche del governo Meloni. Ma la battaglia sul decreto non è conclusa. Si inserisce in un quadro più ampio, segnato da una tendenza autoritaria sempre più evidente e da un’escalation bellica globale che impatta direttamente sulle nostre vite. La guerra, oggi, non è solo una questione geopolitica: è un dispositivo di governo che produce precarietà, disuguaglianza, controllo, esclusione. Ed è sostenuto da chi ne trae profitto: governi, grandi aziende, magnati della tecnologia e della logistica, che modellano il nostro presente e i nostri territori a immagine e somiglianza delle proprie strategie di potere. Per questo è urgente costruire una visione organica di opposizione alla guerra e all’autoritarismo, capace di intrecciare lotte sociali e territoriali, indicare chiaramente chi alimenta questo sistema di dominio e sfruttamento. Un’opposizione che sappia contrastare anche il modo in cui le politiche di riarmo stanno orientando le scelte politico-economiche del governo Meloni, accelerando la demolizione definitiva della spesa sociale e sottraendo risorse a scuola, sanità, welfare e diritti. In questo contesto, produrre opposizione sociale significa trasformare le nostre pratiche, generare conflitto, ma anche confrontarsi con ciò che accade nei palazzi del potere, smascherarne i meccanismi e sabotarne le narrazioni. Davanti al crollo imminente della democrazia liberale, serve un’alternativa concreta, radicale, capace di sfidare le macerie e accendere un futuro. Le tante realtà che attraversano la Rete A Pieno Regime saranno presenti nel prossimi mesi in diversi appuntamenti politici in tutta Italia. L’obiettivo è quello di rafforzare le connessioni esistenti, ampliare le dinamiche di convergenza e costruire insieme lo spazio politico necessario per affrontare la fase che ci attende. Tutto questo ci conduce a domenica 21 settembre, quando ci ritroveremo a Roma per una grande assemblea nazionale. Un momento decisivo per condividere prospettive,strumenti e alleanze contro la guerra, il governo Meloni e la deriva autoritaria.”
VICENZA: DOPO 14 ANNI IL CSO BOCCIODROMO SI SPOSTA IN VIALE TRENTO 141. IN VIA ROSSI, 198 NASCE UN PRESIDIO NO TAV.
Dopo 14 anni di presenza nel cuore di Vicenza, il Centro Sociale Bocciodromo si sposta in una nuova sede, in viale Trento 141. La scelta di occupare questo spazio arriva in un momento simbolico: durante la settimana in cui le flotte dell’Euromediterraneo hanno fatto rotta verso Gaza, portando avanti anche una riflessione sulle dinamiche di guerra, diserzione e servitù militari. Il Bocciodromo non abbandona tuttavia le proprie radici: l’ex sede di via Rossi 198 non è solo un vecchio edificio, ma il simbolo di una lunga lotta. Quella stessa via Rossi 198 rimarrà infatti un Presidio No Tav, un luogo di resistenza al progetto TAV che minaccia di alterare il quartiere dei Ferrovieri e la città; con il nuovo nome di “Boscodromo”. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Eleonora, compagna del CSO Bocciodromo di Vicenza. Ascolta o scarica. Di seguito il comunicato: L’esperienza di questi 14 anni tra le mura di via Rossi 198 ci ha insegnato che Vicenza non può rimanere senza un centro sociale: non solo per le iniziative solidali, la musica live e lo sport. Le migliaia di persone che hanno vissuto con noi quest’esperienza ci hanno dimostrato che la presenza di uno spazio dove ci si possa organizzare in modo autonomo, senza prendere ordini da nessuno, finanziandosi con i propri sforzi e confrontandosi in più persone possibili è linfa vitale in una società sempre più individualista. Uno spazio come questo è un bene comune che va tutelato e difeso con determinazione, resistendo a qualsiasi tipo di attacco, che venga dai partiti di governo o dai fascisti di strada. Un luogo dove costruire una società altra fatta di legami antirazzisti, antifascisti e antissessiti. Difendere uno spazio sociale è fare politica, è resistere ai tentativi di cancellare ogni dissenso, è opporsi concretamente al dominio del profitto e alla distruzione dei territori. Da oggi il Centro Sociale Bocciodromo si sposta in viale Trento 141. Abbiamo scelto di occupare questo spazio nella settimana in cui compagne di tutto l’Euromediterraneo hanno fatto rotta verso Gaza. Abbiamo occupato parlando di guerra, servitù militari e diserzione nella città che ha vissuto il movimento contro la base militare statunitense Dal Molin e che ora qualcuno vorrebbe vedere amichevole con i soldati statunitensi. Il centro sociale occupato Bocciodromo ha delle nuove mura, ma non abbiamo intenzione di abbandonare quelle vecchie. Quello di via Rossi 198 rimane l’ultimo Presidio di resistenza all’ingresso devastante del progetto TAV che entra all’interno della città e del quartiere ai Ferrovieri. Se il Centro Sociale Bocciodromo e le sue lotte si spostano in viale Trento 141, in Via Rossi 198 nasce qualcosa di nuovo: un Presidio No Tav, difeso da una comunità che ha deciso di opporsi all’ennesima grande opera inutile ed inquinante. Via Rossi 198 diventa Boscodromo.
UNA STRADA PER GAZA: ANCHE A BRESCIA PARTE LA RACCOLTA FIRME
Anche a Brescia ci saranno diversi appuntamenti per la raccolta firme per intitolare una via o uno spazio pubblico ai Martiri di Gaza. “Questo rappresenta un gesto simbolico di memoria e solidarietà verso le vittime innocenti del conflitto in corso”, scrivono i promotori dell’iniziativa, ovvero l’associazione Multipopolare e Ottolina Tv. “Sarebbe al tempo stesso un segno di consapevolezza delle responsabilità che anche l’Italia ha in quanto Paese convolto nella fornitura e di armamenti e nel mantenimento di rapporti di cooperazione militare con Israele”. Gli appuntamenti per firmare sono: * Sabato 20 settembre , 9.00 – 13.00 Galleria monte di Pietà (angolo Piazza Loggia) * Sabato 04 ottobre, 9.00 – 13.00 Largo Formentone, zona edicola * Sabato 11 ottobre, 9.00 – 13.00 Largo Formentone, zona edicola Sentiamo la presentazione dell’iniziativa con Fausto dell’associazione Multipopolare.
LOTTE OPERAIE: ALLA GENERAL FRIGO DI MELZO IL DIRETTORE APRE I CANCELLI E MANDA UN’AUTISTA CONTRO GLI OPERAI IN PICCHETTO
Alla General Frigo di Melzo un autista ha provato a sfondare un picchetto con un camion, mandando in ospedale un operaio. Il direttore della fabbrica ha aperto un cancello che solitamente non veniva usato, e “ha chiesto all’autista di andare avanti nonostante il picchetto”, denunciano i Si.Cobas, “senza nemmeno aspettare l’intervento delle forze dell’ordine”. L’operaio ha riportato una frattura, “ma poteva andare molto peggio”. Da giorni sono in corso manifestazioni e picchetti, con il blocco di numerosi mezzi pesanti. I lavoratori delle società esterne che stanno effettuando i picchetti potrtebbero perdere dal 1 ottobre i diritti acquisiti, perché ci sarà un cambio di appalto. “Qua ci sono operai dal 1999 che potrebbero perdere gli scatti d’anzianità”, ha continuato Si Cobas. Sentiamo Alfred, rappresentante dei lavoratori alla General Frigo di MelzoAscolta o scarica
PRATO: IN RISPOSTA ALL’AGGRESSIONE PADRONALE, OPERAI DELL’ALBA SRL E SUDD COBAS ANNUNCIANO UN CORTEO PER SABATO 20 SETTEMBRE
Dopo la violenza squadrista e padronale, martedì 16 settembre 2025 a Prato, contro gli operai in lotta e i sindacalisti Sudd Cobas fuori dalla stireria Alba srl, che lavora per conto di numerosi brand di alta moda del cosiddetto Made in Italy, lavoratori e sindacato hanno annunciato per sabato 20 settembre 2025 una manifestazione di piazza (appuntamento alle ore 15 in Porta del Serraglio, a Prato) dietro la parola d’ordine “Tocca uno, tocca tutti. Diritti e diginità nelle filiere del Made in Italy”. La decisione è stata presa durante una partecipata assemblea con lavoratori, sindacalisti e solidali. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto è intervenuto Arturo Gambassi, sindacalista del Sudd Cobas. Ascolta o scarica.
SARDEGNA: APPROVATA LA LEGGE SUL FINE VITA, “UNA QUESTIONE DI DIRITTI ED AUTODETERMINAZIONE”
La Sardegna diventa la seconda regione italiana ad avere una legge sul “fine vita”, dopo la Toscana. Il Consiglio regionale ha votato il testo della maggioranza del Campo Largo, sulla base di quello proposto dall’associazione Luca Coscioni, con 32 voti favorevoli, 19 contrari e una astensione. La legge disciplina il suicidio medicalmente assistito secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nel 2019. Con il via libera del consiglio regionale, l’isola può ora accogliere e valutare le richieste di suicidio assistito ed eventualmente avallarle coprendone i costi. La decisione spetta ad una commissione di esperti. Le principali condizioni per accedere al suicidio assistito sono la malattia irreversibile, l’esito infausto certo e la dipendenza da trattamenti sanitari quali presidi meccanici o l’alimentazione o la respirazione forzata. Le associazioni cosiddette pro vita hanno già chiesto al governo di impugnare la legge, come accadde per la regione Toscana. Intanto tutte le proposte di legge depositate in Parlamento rimangono ferme. “Un argomento certamente trasversale perché riguarda la dignità delle persone” – ha dichiarato ai nostri microfoni Aldo Luchi coordinatore della cellula Coscioni Cagliari. “Chiunque abbia avuto modo di vivere o di osservare esperienze di malati in condizioni terminali e di gravissima limitazione della loro dignità o della loro capacità di gestione autonoma della propria vita, non può che essere sensibile a questo argomento”. Ascolta o scarica
ROMA: AGGRESSIONE FASCISTA CONTRO ALCUNI MANIFESTANTI DI RITORNO DAL CORTEO PER GAZA
Nella serata del 16 settembre 2025 a Roma alcuni manifestanti che avevano partecipato al corteo per Gaza  sono stati aggrediti con caschi e coltelli  da alcuni fascisti mentre facevano ritorno a casa. I fatti sono accaduti davanti  al “Carré Monti” di via Lanza, locale frequentato da fascisti della capitale. Lo ha denunciato in un post Gianluca Peciola, ex consigliere comunale di Sel, parlando di un ragazzo portato in ospedale  con diverse ferite alla testa. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto la ricostruzione di quanto accaduto da parte di Gianluca Peciola. Ascolta o scarica
PRATO: AGGRESSIONE A OPERAI E SUDD COBAS AL PRESIDIO FUORI DA ALBA SRL. UN LAVORATORE PORTATO VIA IN AMBULANZA
Violenta aggressione ai danni degli operai dell’Alba srl, stireria industriale di Montemurlo, Prato. Da giorni lavoratori e Sudd Cobas sono in presidio permanente a difesa di posti di lavoro e diritti. Oggi la titolare della fabbrica ha distrutto i gazebi del presidio, prendendo a pugni e calci gli operai. Poi sul posto è arrivata una macchina, con dentro dei mazzieri, assoldati ad hoc per picchiare gli operai. Uno è rimasto a terra, finendo in ospedale. “La titolare della fabbrica – denuncia, con tanto di video a testimonianza, il sindacato di base e conflittuale – che distrugge i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi una macchina con dentro persone arrivate per picchiare gli operai dell’Alba Srl in sciopero a difesa dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza. Ad un anno dall’assalto a bastonate al presidio di Seano, ancora scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero. Gli operai presi a cazzotti non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio. Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy. I brand committenti non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all’Alba Srl li riguarda direttamente. Prato non può più essere la citta dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera. Facciamo appello a tutta la cittadinanza, alla società civile e alle istituzioni a reagire. Siamo pronti alla mobilitazione”. La corrispondenza da Prato di Riccardo, compagno Sudd Cobas. Ascolta o scarica