
La ferrovia per il mar Nero progettata dall’Iran dipenderà dall’Azerbaigian
Pressenza - Thursday, September 4, 2025Un popolare canale Telegram ha falsamente affermato che si tratta di uno “scacco matto ai piani statunitensi” e ha perfino condiviso una mappa che mostra un percorso diverso rispetto a quello già confermato, per sviare gli utenti.
Il viceministro degli Esteri armeno Vahan Kostanyan, all’inizio del mese, durante il suo viaggio a Teheran, ha dichiarato in un’intervista all’Agenzia di stampa della Repubblica Islamica (IRNA) che il suo Paese prevede che i recenti accordi con l’Azerbaigian mediati dagli USA faciliteranno l’accesso dell’Iran al mar Nero. Secondo il viceministro, “Questo aprirà nuove porte alla cooperazione ferroviaria fra Armenia e Iran, anche attraverso la linea Naxçıvan-Jolfa, che significherà accesso dell’Iran all’Armenia e, in prospettiva, al mar Nero”.
Poco dopo, la ministra iraniana delle Strade e dello Sviluppo Urbano Farzaneh Sadegh ha incontrato la sua controparte armena a Erevan, durante il viaggio del presidente Masoud Pezeshkian per discutere la riapertura del corridoio. Il popolare canale Telegram “Geopolitics Prime” ha poi attirato l’attenzione con un post, affermando che questo è uno “scacco matto ai piani statunitensi”, “che contrasta le ambizioni dell’Azerbaigian sul corridoio di Zangezur” e “blocca gli sforzi di USA e Azerbaigian di isolare Teheran”. Nessuna di queste affermazioni è vera.
Come Kostanyan ha osservato nella sua intervista con IRNA, il corridoio Zangezur attraversa la Repubblica Autonoma azera di Naxçıvan, quindi la connettività della ferrovia iraniano-armena, dipenderà da Baku. Fra i due Paesi, esiste una strada che passa per la stretta provincia di Syunik, attraverso la quale transiterà la “Strada Trump per la pace e la prosperità internazionale” (Trump Road for International Peace and Prosperity” – TRIPP, precedentemente conosciuta come corridoio di Zangezur). Tuttavia, la geografia montuosa della regione rende la costruzione di una ferrovia da Nord a Sud molto costosa.
Di conseguenza, il corridoio progettato dall’Iran verso il mar Nero non è uno “scacco matto ai piani statunitensi”, non “contrasta le ambizioni dell’Azerbaigian sul corridoio di Zangezur”, né “blocca gli sforzi di USA e Azerbaigian di isolare Teheran”, come ha affermato “Geopolitics Prime” nel suo post e come potrebbero fare presto anche altri. Certo, l’Iran può comunque esportare i propri prodotti sul mercato europeo utilizzando la strada nella provincia di Syunik, per poi continuare verso i porti georgiani sul mar Nero, ma tale soluzione non è conveniente e veloce come quella del trasporto ferroviario.
Inoltre, l’EU potrebbe in ogni caso non avere mercato per i prodotti iraniani o gli USA potrebbero mettere pressione sul blocco affinché non li acquisti, (data l’influenza che gli USA esercitano sull’EU dopo il loro accordo commerciale completamente asimmetrico), quindi, qualunque corridoio sul mar Nero potrebbe avere poca importanza per l’Iran. Nonostante questo, sarebbe comunque rilevante se l’Azerbaigian e gli USA non interferissero con le esportazioni iraniane, rispettivamente attraverso Naxçıvan e Syunik, cosa che potrebbe attenuare parzialmente le tensioni riguardo la TRIPP.
A tal proposito, questa analisi spiega come quel corridoio minacci di indebolire la posizione più ampia della Russia all’interno della regione, rilevante anche per l’Iran, dal momento che anche i suoi interessi nazionali sarebbero minacciati dalla TRIPP, la quale aumenterebbe in modo eccessivo in tutta la periferia settentrionale l’espansione dell’influenza turca appoggiata dagli USA. Mentre alti ufficiali iraniani hanno contestato la TRIPP per via del controllo statunitense su di essa con accordo di leasing di 99 anni che, ha dichiarato Kostanyan all’IRNA, “non comporta una presenza di sicurezza statunitense”, l’Iran ha scelto alla fine di accettarla.
La decisione di cooperare con l’Azerbaigian per facilitare il commercio con l’Armenia e oltre rappresenta un compromesso fra lo scontro e la resa, ma entrambi gli estremi potrebbero comunque manifestarsi se quella di Kostanyan fosse stata soltanto una mezza verità e se la sicurezza della TRIPP venisse esternalizzata a compagnie militari private (PMC) statunitensi in Armenia, come alcuni temono. Per ora, e in assenza di uno schieramento permanente delle truppe USA o delle PMC in Armenia, l’Iran sta cercando di sfruttare al meglio una situazione strategicamente complicata, forse nella speranza che questo possa placare l’emergente blocco turco.
Traduzione dall’inglese di Sara Cammarelle. Revisione di Thomas Schmid.