“La Conoscenza non marcia”: Conferenza Stampa 11 settembre 2025 Rettorato della SapienzaANNUNCIO DI CONFERENZA STAMPA DAVANTI AL RETTORATO SAPIENZA (AL PRESIDIO DI
TENDE DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE DI CAMBIARE ROTTA), PER IL LANCIO
DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE DE “LA CONOSCENZA NON MARCIA” DEL 13 SETTEMBRE.
CONFERENZA STAMPA ORE 11 DEL 11 SETTEMBRE 2025
Il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in Vincoli
(Sapienza), una rete di organizzazioni del mondo dell’istruzione e della ricerca
(docenti di scuola e università, student3, personale amministrativo) si riunisce
unita per lanciare la campagna “La conoscenza non marcia” per ottenere MISURE
NORMATIVE VOLTE A FERMARE IL PROCESSO DI MILITARIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DELLE
UNIVERSITA’ e di complicità con il genocidio del popolo palestinese.
INVITIAMO TUTTE LE REALTÀ E LE PERSONE INTERESSATE A PARTECIPARE E A DARE IL
PROPRIO CONTRIBUTO PER LA PROMOZIONE DELLA CAMPAGNA.
La campagna si concentra sulla richiesta e sulla elaborazione di una Legge di
Iniziativa Popolare, che parta dal basso e coinvolga l’intera società civile, in
grado di premere sui governi per fermare la corsa al riarmo, il processo di
militarizzazione dell’istruzione e della società, la pericolosa diffusione della
cultura della difesa attraverso la minaccia militare e la guerra, le
collaborazioni tra i luoghi della ricerca e della conoscenza con la filiera
industriale bellica, e le collaborazioni tra Università e Israele] . Vogliamo
ottenere una legge che, attraverso un confronto ampio e condiviso, imponga dei
limiti chiari alle sempre più invadenti e opache ingerenze della
filiera-militare industriale e del suo portato culturale di morte e violenza nel
mondo dell’istruzione, della formazione e della ricerca. Puntiamo a una legge
che impedisca in modo netto e inequivocabile i rapporti delle Università
italiane con istituzioni rappresentative di paesi genocidiari come Israele.
Di seguito una sintesi del documento che presenteremo il 13 settembre a Roma.
Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di
militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella
ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da
parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che
agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della
guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del
reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli
interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM
EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore
strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad
opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di
organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali
dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo
dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione
Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti
universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne
risultano 9).
Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta al modello di
militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi gradi
dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella propaganda
militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli della
società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della società
anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione cognitiva,
ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione e della
ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra società sono,
analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare, depredare e
trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il processo di
militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera bellica).
Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto della
società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per questa
ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un percorso teso
a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la ricerca dalle
logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire alla
militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il
modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna
“LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto
strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e
l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso
alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della
ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di
risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business
l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno
stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende
israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, ma anche
l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in
vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori
palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella
costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio
palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista.
Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use,
cioè con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela
suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le
stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in
atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle
Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare
complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano
ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto
internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce
molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più
evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e
dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia
alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori.
Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma,
partecipazione a manifestazioni militari e stage in aziende della filiera
bellica.
Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali scenari
bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con iniziative
svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli Atenei: ad
esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in circa 14 Atenei
con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare italiana o ancora
con il NATO SPS Programme.
Al fine della smilitarizzazione dell’istruzione e della separazione netta tra
spazio scolastico/universitario e ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA
NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE PER IMPEDIRE LE SEGUENTI INZIATIVE nel
sistema dell’istruzione scolastica ed accademica: sviluppare progetti di
didattica, ricerca e Terza missione in collaborazione con industrie della
filiera bellica, con istituzioni, incluse le università, di Paesi che attuano
sistematicamente politiche e pratiche genocidarie, di oppressione coloniale, di
segregazione e pulizia etnica, come Israele, e con organizzazioni internazionali
(ad es. la NATO), che intervengono direttamente ad alimentare gli scenari di
guerra in corso e le politiche di riarmo; partecipare, da parte dei singoli
docenti, a organizzazioni che abbiano finalità di tipo militare o che siano
legate all’industria bellica (ad es. Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere
partnership con aziende della filiera bellica e con realtà produttive che
collaborano con governi che non rispettano il diritto internazionale (crimini di
guerra, occupazione militare illegale, discriminazione razziale e persecuzioni);
sviluppare corsi, master, scuole di specializzazione, eventi e iniziative
didattiche e di orientamento nelle università e nelle scuole di ogni ordine e
grado in collaborazione con le forze armate e con le forze dell’ordine, le quali
devono restare fuori dal sistema educativo. Abbiamo deciso di non marciare per
le loro guerre. Abbiamo deciso di difendere i luoghi della conoscenza da quelle
ingerenze governative e dagli interessi dell’industria bellica e delle
istituzioni sioniste che corrompono e deteriorano il sapere. Lottiamo per
garantire un’istruzione ed una ricerca sane, forti e indipendenti per
demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in una prospettiva
internazionale.
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[FZ1]non può andare in una legge la regolamentazione dei rapporti istituzionali
con uno Stato.