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Fiumicino: no alle grandi navi
Con una compagna e un compagno del Bilancione di Fiumicino parliamo della vendita che si vorrebbe portare avanti del porto di Fiumicino a privati. In particolare alla Statunitense Royal Caraibbian gli si vorrebbe dare in gestione il "nuovo porto". Ma comitati e intoppi ministeriali per ora hanno fermato questo scempio. Tutte le domenica la resistenza continua, andate a trovare il Bilancione. Info su : https://www.laterratrema.org/2019/11/il-bilancione-occupato/ https://bilancione.noblogs.org/  
IDONT / Halfway to Nowhere
IDONT release “Halfway to Nowhere” out on July 25th 2025  IDONT is a three-piece punk-rock band based in Rome, Italy (with members from Inferno Sci-Fi Grind’N’Roll, Tomydeepestego, Scheletro), in love with the 90s and catchy melodies. They released their first EP ‘Grow Up’ supported by Let’s Goat Records and Inconsapevole Records […]
Contro lo sfratto del CSOA IPÒ
MANIFESTAZIONE contro lo sfratto del CSOA Ipò Davanti al CSOA Ipò (Via del Giardino Vecchio, 1, Marino) SABATO 26 LUGLIO, ore 10:30 38 ANNI DI LOTTE NON SI CANCELLANO IL CENTRO SOCIALE IPÒ NON SI TOCCA! Il Csoa Ipò è oggetto di minacce di sfratto da parte del Comune di Marino. Il tentativo di sfrattare il centro sociale, utilizzando in maniera surrettizia i progetti di adeguamento sismico dello stabile, è pure un tentativo di colpire le lotte che vengono portate avanti nel nostro territorio e non solo, dalla vertenza contro l'inceneritore alla mobilitazione in solidarietà con la resistenza palestinese. È importante partecipare alla manifestazione che si terrà Sabato 26 luglio, con appuntamento presso il Centro sociale alle ore 10 e 30, per raggiungere insieme il Comune e riaffermare tutti e tutte insieme che *NOI NON ANDIAMO VIA.*
Via Bibulo
-------------------------------------------------------------------------------- Un articolo di Emiliano Viccaro, con le foto di Simona Granati, dedicato ai senzacasa di Via Bibulo pubblicato sul settimanale Carta nel 2005 (grazie a Federico Mariani per la segnalazione) -------------------------------------------------------------------------------- Martedì 22 luglio a Roma il Consiglio comunale ha deciso di acquistare uno stabile nel quartiere di Cinecittà, in Via Bibulo, per aggiungerlo al proprio patrimonio abitativo, trasformando così un centinaio di appartamenti occupati in case popolari. Il tutto a un costo molto vantaggioso (ventidue milioni di euro), che rapidamente rientreranno nelle casse comunali attraverso i canoni d’affitto, e che anzi in un tempo ravvicinato produrranno perfino una rendita. Al di là dell’efficacia della procedura, che se estesa e moltiplicata ridurrebbe sensibilmente la pressione dell’emergenza alloggiativa a Roma, e non solo quella cronicizzata negli edifici occupati, la decisione di riguarda un palazzo che ha una storia particolare. Mi prendo qualche riga per raccontarla, perché penso possa rappresentare una felice esemplarità. Nella primavera del 2005, vent’anni fa, l’allora X Municipio decise di requisire quello stabile e vi sistemò centinaia di senzacasa, che altrimenti avrebbero continuato a vivere in strada. La cosa suscitò un gran clamore, immobiliaristi e palazzinari si allarmarono quanto non mai e la loro stampa di complemento pubblicò pagine e pagine scandalizzate e intimidatorie. Io stesso venni attaccato e minacciato con svariate canagliate. Com’era pressoché scontato venni denunciato (Sandro Medici era l’allora Presidente del Municipio X, ndr) per abuso di potere, reato oggi allegramente abolito, e a lungo perseguito con richieste di danni finanziari per svariati milioni di euro. Grazie a queste denunce venimmo a scoprire chi fosse il proprietario dello stabile di Via Bibulo. Era un monsignore che viveva e lavorava in Vaticano. Successivamente, in occasione di altre requisizioni, c’imbattemmo in altri proprietari, un detenuto nel carcere di Isernia per reati di camorra, una contessa che aveva la sua residenza nel Principato di Monaco, ecc. In sede penale venni assolto in tutt’e tre i gradi di giudizio: i giudici riconobbero il mio diritto a requisire immobili vuoti e inutilizzati e non riscontrarono alcun dolo da parte mia. Più lunga e tormentata fu invece la causa civile per il risarcimento delle mancate rendite immobiliari, ma anche in quel caso l’assoluzione fu piena. Non finirò mai di ringraziare i miei due compagni avvocati, Lucentini e Grimaldi. Ma l’aspetto più interessante che emerse da questa lunga ricaduta giudiziaria è che, in condizioni di emergenza sociale, venne confermata la congruità del ricorso alla requisizione: strumento giuridico che può essere usato dai sindaci o dai prefetti. Nel frattempo, per venti lunghi anni, le famiglie beneficiarie dalla requisizione si “barricarono” nel loro diritto, benché la validità dell’ordinanza municipale si esaurì nel tempo. La loro fu una lotta di strenua resistenza, che non cedette di un millimetro lungo le varie compravendite dello stabile, con le relative minacce, intimidazioni e ingannevoli lusinghe. Restarono unite e non furono sgomberate. Tutto questo fino a ieri. Da oggi in poi potranno finalmente godere appieno del loro diritto a restare in quelle case. Quando ripenso a questa vicenda, mi torna sempre in mente una battuta consolatoria che mi rivolse uno dei senzacasa all’indomani della requisizione: “Al sindaco La Pira l’hanno fatto beato, a te, preside’, te volevano manda’ in galera”. -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Via Bibulo proviene da Comune-info.
Albano: cinema per la Palestina
Un compagno di Castelli Romani per la Palestina presenta l'iniziativa di Cinema all'aperto che si terrà ad Albano a Piazza della Rotonda giovedì 24 luglio dalle h 21.00. Un' occasione per vedere dei cortometraggi del Nazra Festival ma anche per incontrarsi con compagni e compagne dei Giovani Palestinesi (GPI) ed UDAP. In conclusione ci aggiorna sui tentativi del Comune di Marino di sgomberare lo storico Centro Sociale IPO' e sulla manifestazione che ci sarà sabato 26 luglio a Marino con concentramento alle h 10.30 in Via del Giardino Vecchio.    
Vogliamo tutt'altro
In questo redazionale abbiamo avuto come ospit* nello studio di via dei Volsci a Valerio e Margherita, membri del collettivo Vogliamo tutt'altro, l'assemblea di lavorat* dello spettacolo. Con loro abbiamo parlato dell'occupazione temporanea dell'ex Circolo degli Artisti, a Roma, come forma di protesta e denuncia contro la situazione di precarietà e abbandono di chi lavora nel settore della cultura, l'arte e lo spettacolo dal basso e di forma autonoma.  
«Chiudere il Cpr di Ponte Galeria»: le associazioni aderiscono all’Azione popolare
A Buon Diritto, ActionAid, Antigone Lazio, Arci, ASGI, Baobab Experience, Casa dei Diritti Sociali, CGIL Roma e Lazio, CILD, Cittadinanzattiva, Medici Senza Frontiere, Nonna Roma, Oxfam Italia, Progetto Diritti, Psichiatria Democratica, SIMM – Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, Spazi Circolari annunciano la loro adesione all’Azione popolare per la chiusura immediata del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, a Roma. La recente sentenza n. 96/2025 della Corte costituzionale ha ribadito ciò che il mondo del diritto e della società civile denunciano da anni: i Cpr rappresentano una grave violazione dello Stato di diritto e dei principi costituzionali. A Ponte Galeria, l’unico Cpr in Italia che trattiene anche donne, si assiste quotidianamente a situazioni di abbandono terapeutico, sofferenza psicologica e lesione della dignità umana. Abbiamo deciso di intervenire in questa specifica battaglia per la chiusura del Cpr di Ponte Galeria perché in questo “buco nero”, oltre al catalogo degli orrori che riguarda tutti i centri, si evidenzia una carenza ancor più grave: la presenza di donne trattenute e il conclamato abbandono terapeutico delle persone con vulnerabilità psicologica», scrivono le associazioni. Abbiamo scelto di aderire formalmente all’Azione popolare promossa da un gruppo di personalità romane del mondo accademico, in sostituzione del Sindaco di Roma, poiché riteniamo che la chiusura del Cpr non sia solo una battaglia giuridica, ma un’urgenza politica e civile. La detenzione amministrativa in strutture opache, fuori dal controllo dell’autorità giudiziaria e chiuse al monitoraggio della società civile, è inaccettabile in un paese che dice di fondarsi sul rispetto dei diritti umani. Il Cpr di Ponte Galeria è una ferita aperta nel cuore della nostra città. Non è più tollerabile che esista uno spazio dove si calpestano quotidianamente i diritti fondamentali, senza alcuna garanzia giuridica, senza condizioni igienico-sanitarie adeguate, senza una sufficiente assistenza medica, dove non è rispettata la dignità delle persone. Come organizzazioni e associazioni impegnate nella tutela dei diritti, non accettiamo che a Roma esista un luogo di questo tipo, in totale contrasto con i principi costituzionali e dello Statuto di Roma Capitale. L’Azione popolare, la cui prima udienza è fissata per il 16 ottobre 2025, rappresenta un’opportunità importante per riportare al centro del dibattito pubblico il tema dell’illegittimità dei Cpr e dell’abbandono istituzionale delle persone con vulnerabilità psicologica, nonché per porre un argine al razzismo istituzionale e alla discriminazione nei confronti di persone con background migratorio. Pertanto invitiamo tutte le cittadine e i cittadini di Roma, le organizzazioni, le reti sociali e culturali a sostenere l’iniziativa, formalmente o pubblicamente. La chiusura del Cpr di Ponte Galeria è un atto dovuto. È tempo di restituire giustizia e umanità a una città che vuole dirsi aperta e accogliente. * E’ possibile aderire all’Azione popolare o ricevere informazioni sulle modalità di sottoscrizione:  attivadiritti@gmail.com Comunicati stampa e appelli/CPR, Hotspot, CPA IL MONDO ACCADEMICO PROMUOVE UN’AZIONE POPOLARE PER LA CHIUSURA DEL CPR DI ROMA PONTE GALERIA Inviata un’istanza al Sindaco di Roma affinché ne chieda la chiusura immediata 20 Settembre 2024
Roma, artistə occupano l’ex Circolo: “La cultura è un diritto, non un privilegio”
Roma, 21 luglio 2025 – L’ex Circolo degli Artisti di Roma è stato occupato ieri dall’assemblea “Vogliamo Tutt’Altro”, composta da lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura. Ribattezzato “Circola dellə Artistə”, lo spazio torna a vivere dopo anni di chiusura con una giornata di incontri, tra cui un’assemblea cittadina e una nazionale online. L’iniziativa si inserisce in una mobilitazione diffusa in 16 città italiane per denunciare precarietà, tagli ai fondi pubblici e l’attacco ideologico al settore culturale. “La cultura è un diritto, non un privilegio”, affermano gli organizzatori, che annunciano l’inizio di una nuova stagione di lotta.COMUNICATOL’assemblea delle lavoratrici e dei lavorat^ dello spettacolo Vogliamo Tutt’altro ha occupatola CIRCOLA DELLƏ ARTISTƏ a Roma !Oggi (ieri ndr) 21 Luglio, nella giornata dell’Assemblea Nazionale convocata del basso da lavoratrici/tori dell’arte e dello spettacolo, abbiamo occupato uno ...
Roma: profanata la lapide di Giacomo Matteotti
Riceviamo e pubblichiamo dall’ANPI di Roma Appresa da fonti di stampa la notizia, il comitato provinciale dell’ANPI di Roma condanna con forza l’accaduto in attesa che le indagini delle forze dell’ordine chiariscano la dinamica e individuino gli autori del gesto che, come al solito, agiscono nel buio. Non è la prima volta che viene profanata la memoria di Giacomo Matteotti. Evidentemente il suo fiero coraggio, la sua granitica fede democratica e antifascista, la sua immensa statura politica e la specchiata integrità morale gettano nel panico e nel discredito ancor oggi il fascistume abietto. E non è un caso che abbiano preso di mira la lapide che riporta la sua frase: ”Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”, che Matteotti pronunciò nel discorso del 30 maggio 1924 – pochi giorni prima di essere rapito – alla Camera dei Deputati, per denunciare brogli e violenze fasciste. Siamo per il resto fiduciosi nel rapido ripristino della lapide. Redazione Italia
Scuola di Alta Formazione per operatori e operatrici legali: aperte le iscrizioni
IL CORSO È ARTICOLATO SU 14 MODULI – 168 ORE – E FORNISCE COMPETENZE TEORICHE E PRATICHE APPROFONDITE PER AFFRONTARE LE SFIDE ATTUALI NEL CAMPO DELLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE PERSONE MIGRANTI. Scarica la brochure informativa La scuola organizzata da ASGI e l’APS Spazi Circolari mira a formare la figura di operatori e operatrici legali nella tutela delle persone straniere che chiedono – o a cui è stata riconosciuta – una forma di protezione internazionale o speciale oppure che versano nella condizione di vittima di tratta o grave sfruttamento ovvero si trovano in Italia come minori stranieri non accompagnati. Si tratta di una figura in Italia sostanzialmente innovativa, che non ha ancora ottenuto un suo riconoscimento formale, ma che da più parti è considerata fondamentale nel settore in esame. Si tratta di una figura a cui viene richiesta una vasta gamma di competenze ed è per questo che il corso prevede diversi moduli interdisciplinari. La Scuola di alta formazione è destinata a formare 45 operatori e operatrici legali, prevalentemente scelte fra persone che abbiano già conseguito un diploma di laurea in giurisprudenza o in altra facoltà umanistica oppure la qualifica di mediatore o mediatrice culturale o interprete o in alternativa che possano dimostrare una comprovata esperienza in qualità di operatore nel campo della protezione internazionale o delle migrazioni. Il Comitato scientifico della scuola è composto da: Loredana Leo, Salvatore Fachile, Lucia Gennari, Giulia Crescini, Cristina Laura Cecchini, Federica Remiddi, Cristina Gasperin, Papia Aktar, Roberto Bertolino e Andrea Nasciuti. Responsabili scientifiche: Loredana Leo e Salvatore Fachile. Quando: da venerdì 24 ottobre 2025 a sabato 18 aprile 2026. La durata complessiva sarà dunque di 6 mesi circa e si articolerà in 14 moduli (28 incontri) ciascuna con inizio il venerdì alle 9.30 e fine il sabato alle 13.30. Le lezioni si svolgeranno nei seguenti fine settimana: 24-25 ottobre 2025; 7-8 novembre 2025; 21-22 novembre 2025; 5-6 dicembre 2025; 19-20 dicembre 2025; 9-10 gennaio 2026; 23-24 gennaio 2026; 6-7 febbraio 2026; 20-21 febbraio 2026; 6-7 marzo 2026; 20-21 marzo 2026, 27-28 marzo 2026; 10-11 aprile 2026; 17-18 aprile 2026. Dove: in presenza presso la Città dell’Altra Economia, quartiere Testaccio, Roma. Come: il corso prevede lezioni frontali e molte esercitazioni pratiche, alle materie giuridiche sono affiancati moduli relazionali e moduli di antropologia, con una lettura intersezionale, uniti a una prospettiva etno-psichiatrica e a uno sguardo attento alle questioni di genere, elementi essenziali per garantire la massima tutela alle e ai destinatari e destinatarie del supporto legale. Scarica il calendario con il programma dettagliato COSTI E MODALITÀ D’ISCRIZIONE Il costo per ciascuna corsista è di 1.300 euro, di cui 600 da versare al momento dell’iscrizione e 700 entro il 31 dicembre 2025. Per le socie e i soci Asgi e Spazi Circolari, in regola al momento del versamento con l’iscrizione annuale del 2025, il costo è di 1.150 euro. La data ultima per l’iscrizione è il 9 ottobre 2025. Le iscrizioni verranno chiuse in anticipo laddove dovesse essere raggiunto il numero massimo di partecipanti previsto. L’iscrizione avverrà sulla base dell’ordine cronologico iscrizione. Il corso non sarà avviato se non verrà raggiunto il numero minimo di 25 iscritti. Il calendario dettagliato sarà inviato agli iscritti entro il 9 ottobre 2025, sono già da ora certe le date in cui si svolgeranno le lezioni. La domanda di iscrizione dovrà effettuarsi tramite la compilazione del modulo online e attendere le istruzioni via mail per effettuare il pagamento e perfezionare così l’iscrizione. Modulo d’iscrizione online (clicca qui) Attenzione: la sola compilazione del modulo online non è sufficiente a perfezionare l’iscrizione. * Per informazioni contattare: formazione.roma@asgi.it