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[2025-12-06] Roma Chiama - Disarmiamoci e Disertiamo Guerre e Violenza @ Parco Sangalli
ROMA CHIAMA - DISARMIAMOCI E DISERTIAMO GUERRE E VIOLENZA Parco Sangalli - Parco sangalli (sabato, 6 dicembre 17:00) Come realtà antifascist3 di Roma Est sentiamo la necessità di prendere posizione su un’iniziativa che sta prendendo forma in queste ore. È arrivata notizia che sabato 6 dicembre alle 18, al Parco Sangalli di Torpignattara, Forza Nuova ha convocato una manifestazione con il solito pretesto della “difesa di Roma”: una narrazione tossica, costruita per alimentare paura, razzismo e divisioni, come già visto in altre loro iniziative, comprese quelle legate alla retorica della cosiddetta “remigrazione”. Come realtà antifasciste del territorio riteniamo doveroso non lasciare spazio incontestato a messaggi che dividono e colpiscono chi è più fragile. Il ruolo dei gruppi fascisti, dentro una città segnata da disuguaglianze profonde, è purtroppo sempre lo stesso: farsi braccio armato contro i poveri, spingere verso un clima di guerra sociale verso il basso. Torpignattara è un quartiere ricco di memoria storica, ma oggi soprattutto un luogo multiculturale, attraversato da famiglie, migranti, studenti, associazioni, spazi sociali, scuole, forme di mutualismo e di cultura quotidiana. Ed è proprio questa ricchezza che vogliamo difendere. Un anno fa, sempre in questo parco, si registrò un episodio di violenza ai danni di alcuni immigrati. Anche allora il territorio seppe reagire con dignità e solidarietà, affermando chiaramente che xenofobia e atteggiamenti squadristi non troveranno mai terreno fertile qui. Per questo convochiamo un presidio sabato 6 dicembre alle ore 17 al Parco Sangalli, per affermare un’altra idea di città: aperta, solidale, capace di unirsi contro la barbarie di quattro provocatori che cercano solo visibilità e conflitto. Il nostro presidio vuole chiamare a raccolta l’umanità del quartiere, non solo i gruppi militanti: famiglie, migranti, studenti, insegnanti, associazioni, gruppi culturali, chiunque viva e arricchisca ogni giorno questa zona. Perchè Torpignattara è e rimane antifascista. Ci vediamo sabato alle 17. Partecipate, diffondete, portate la vostra presenza e la vostra voce. Insieme, per un territorio che respinge odio e divisione e afferma convivenza, diritti e dignità per tutte e tutti.
Due o tre cose su quanto accaduto a Monteverde
-------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Domenica 30 novembre per le strade di Monteverde, a Roma, malgrado uno schieramento poliziesco imponente, si è svolto un colorato e popolare corteo, con tanti giovanissimi, promosso dall’Assemblea Monteverde Antifascista e da realtà del quadrante Roma Sud contro le aggressioni sioniste avvenute nel territorio e contro il genocidio. Durante la notte presso la Sinagoga di Monteverde, come ormai noto, è stata imbrattata la targa in ricordo di Stefano Gaj Taché, il bambino ucciso durante l’attentato terroristico del 1982 fuori dalla Sinagoga di Roma. A proposito di quanto accaduto e dell’odioso racconto dei media mainstream, scrive Assemblea Monteverde Antifa: “Il 30 novembre si è svolto il corteo contro le aggressioni sioniste nel nostro quartiere e il genocidio in Palestina, indetto dall’assemblea di Monteverde Antifascista e dalle realtà del quadrante di Roma Sud. Un corteo partecipato da tantissime giovani, realtà sociali e persone del quartiere e non solo. Un corteo comunicativo e di denuncia anche degli effetti dell’economia di guerra sulle nostre vite. Purtroppo questa mattina (lunedì 1, ndr) abbiamo appreso dalle diverse notizie apparse in rete che, durante la notte, è stata imbrattata la targa in ricordo di Stefano Gaj Taché, presso la Sinagoga. Come assemblea territoriale di Monteverde sentiamo impellente la necessità di discostarci chiaramente da questo gesto e di condannarlo con fermezza. Esprimiamo la nostra sincera vicinanza alla comunità ebraica del nostro quartiere. Riteniamo intollerabili le accuse che ci sono state rivolte da testate giornalistiche che, oltre a non conoscere la situazione nel nostro territorio e i valori che caratterizzano la nostra assemblea, non hanno esitato un minuto a puntarci il dito contro. Anche perché tale gesto scredita e vanifica il lavoro collettivo di costruzione della piazza. Questi giornali non solo mistificano la realtà, ma scelgono deliberatamente di raccontare alcuni fatti piuttosto che altri: nessun articolo sul corteo trasversale, colorato e popolare che ha attraversato le strade del nostro quartiere o le nostre chiare parole tanto contro il sionismo che contro l’antisemitismo. L’incredibile manipolazione mediatica a cui assistiamo è solo uno dei tanti sintomi di una narrazione egemone malata, che non riesce a distinguere la religione dalla politica e così facendo manipola l’opinione pubblica. A partire dai massacri del popolo palestinese fino alla complicità del governo italiano. Essere antifasciste significa combattere ogni tipo di discriminazione e razzismo. A partire dall’antisemitismo. Contro ogni fascismo, sempre. [Assemblea Autonoma di Monteverde]” -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Due o tre cose su quanto accaduto a Monteverde proviene da Comune-info.
“Pensare Migrante”: una tre giorni di talk, reportage, teatro, fumetto e musica
Baobab Experience compie 10 anni e festeggia con “Pensare Migrante” una tre giorni, dal 12 al 14 dicembre, alla Città dell’Altra Economia (Roma). «Una programmazione bellissima» – spiegano le attiviste – «che spazia dall’arte al giornalismo di inchiesta, dai numeri alle storie, al di fuori di tutto quello che avete già sentito sul tema della migrazione. Ribalteremo assieme tutti i dogmi per superare ogni barriera fisica e mentale!» PROGRAMMA Scarica in .pdf VENERDÌ 12 DICEMBRE 18:30 – Talk – 10 anni di migrazione. Cronaca di un continente che cambia rotta Cosa è successo  Annalisa Camilli, Giornalista di Internazionale; Gianfranco Schiavone, Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà Cosa abbiamo fatto Eleonora Camilli, Giornalista de La Stampa; Marco Bertotto, Direttore Programmi di Medici Senza Frontiere Italia; Andrea Costa, Presidente Baobab Experience; Tiziano Rossetti, Cofondatore TOM (Tutti gli Occhi sul Mediterraneo); Luca Faenzi, Ufficio stampa Sea-Watch; Collettivo Rotte Balcaniche; Pietro Gorza, Presidente di On Borders (in collegamento dalla frontiera USA-Messico) 21:30 – Concerto Senegal Drum Ensemble Permormance live di Tamburi di Gorée e Tam Tam Morola SABATO 13 DICEMBRE 11:30 – Proiezione del Reportage “Trafficanti di uomini” realizzato da PresaDiretta segue Talk IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI: UN AFFARE TRA STATI Riccardo Iacona, autore e conduttore di PresaDiretta, Rai3; Pablo Castellani, giornalista e filmmaker; Nancy Porsia, giornalista freelance e producer esperta di Medio Oriente e Nord Africa; Lam Magok, attivista di Refugees in Libya; Alice Basiglini, responsabile comunicazione e campagne di Baobab Experience; Sarita Fratini, fondatrice di JLProject 14:30 – Proiezione del Documentario: “This Jungo Life” segue Talk PRIMA PERSONA PLURALE LA PAROLA A CHI ATTRAVERSA, CHI RESTA, CHI PARLA Il regista David Fedele dialoga con Hasan Adam, Baobab Experience, e Mahamat Daoud, Refugees in Libya 16:00 – Talk INTERSEZIONALITÀ DELLE LOTTE COME SI TENGONO INSIEME I FRONTI DEL PRESENTE Giulio Cavalli, scrittore, giornalista e regista teatrale; Francesca Mannocchi, giornalista e documentarista; Fatima Idris, attivista per le donne vittime di tratta; Lorenzo D’Agostino, giornalista indipendente; Francesco Cancellato, Direttore di Fanpage 17.30 – Live recording PUNTATA LIVE DI SCANNER: IL PODCAST DI VALERIO NICOLOSI Valerio Nicolosi, giornalista di FanPage; Alice Basiglini, responsabile comunicazione e campagne di Baobab Experience 18:30 – Presentazione libro RACCONTARE IL REALE: GRAPHIC JOURNALISM E FUMETTO COME FORMA DI ATTIVISMO Alessio Trabacchini, editor presso Coconino Press – Fandango, Course Leader del Triennio in Comics & Visual Storytelling presso Naba Roma; Lorenzo Palloni, fumettista, co-fondatore della rivista La Revue; Mauro Biani, vignettista, illustratore e blogger; Harry Greb, street artist e attivista; Rebecca Valente, illustratrice e fumettista e docente del Master di Illustrazione e Graphic Novel della Scuola Internazionale di Comics di Torino; Maria Cristina Fortuna, illustratrice e attivista di Baobab Experience Lə autorə e lə protagonistə delle storie di “Tu sai cosa mi è successo”, l’antologia a fumetti sulle testimonianze raccolte da Baobab Experience in questi dieci anni 20.30 – Talk PROPAGANDA BAOBAB Diego Bianchi, conduttore di Propaganda Live; Andrea Costa, Presidente di Baobab Experience 21.30 – Spettacolo teatrale “IL SECOLO È MOBILE” DI GABRIELE DEL GRANDE DOMENICA 14 DICEMBRE 10:30 – Talk L’ITALIA ILLEGALE VIOLENZE ISTITUZIONALI E ABUSI CONTRO LE PERSONE MIGRANTI Francesco Ferri, redattore del progetto Melting Pot Europa; Giuseppe De Marzo, coordinatore di Rete dei Numeri Pari e Direttore Scuola Giustizia ecologica e ambientale; Marco Omizzolo, Sociologo e docente di Sociopolitologia delle migrazioni all’Università La Sapienza; Yasmine Accardo, attivista in LasciateCIEentrare e Mem.Med – Memoria Mediterranea; Alberto Barbieri, Coordinatore generale di MEDU; Ilaria Cucchi, senatrice di AVS  12:00 – Talk SIAMO FATTI DI MEDITERRANEO: ITALIANI METICCI Luca Misculin, giornalista de Il Post, scrittore e autore del libro Mare Aperto; Alessia Candito, giornalista de La Repubblica 14:30 – Talk MIGRAZIONE: LA GRANDE SMENTITA Donata Columbro, giornalista e divulgatrice della cultura statistica; Ginevra Demaio, Ricercatrice di Centro Studi e Ricerche Idos; Mariachiara Fortuna, statistica e attivista di Baobab Experience 15.30 – Talk IMPERIALISMO BIANCO E RESISTENZA Igiaba Scego, scrittrice e ricercatrice indipendente; Marta Ciccolari Micaldi, curatrice del Progetto McMusa, autrice e guida letteraria specializzata in American Studies e critica letteraria; Miguel Mellino, Professore associato e docente di studi postcoloniali e relazioni interetniche all’Università di Napoli “L’Orientale”; Djarah Kan, scrittrice e attivista femminista e culturale (TBC); David Yambio, presidente di Refugees in Libya DOMENICA 14 DICEMBRE (HACIENDA VIA DEI CLUNIACENSI, 68, ROMA) dalle 19:00 a Mezzanotte Maria Violenza Mai Mai Mai Giovanni Truppi iosonouncane
Città, una cosa per ricchi? La politica, gli abitanti, la finanza
Le “città d’arte” sono sottoposte a un processo di museificazione e di svendita all’iperturismo, oggi arrivato a uno stadio avanzatissimo. Firenze e Venezia, desertificate ma popolose di turisti, esistono come parchi a tema ed enclaves del lusso. Così anche il … Leggi tutto L'articolo Città, una cosa per ricchi? La politica, gli abitanti, la finanza sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Roma, Tor Tre Teste: basta strumentalizzazioni e campagne d’odio sul corpo delle donne
Il comitato provinciale dell’ANPI di Roma e la sezione “Giordano Sangalli” di Centocelle, quartiere Medaglia d’Oro al Merito Civile per il suo ruolo nella Resistenza antifascista durante l’occupazione nazista di Roma, esprimono la più totale vicinanza e solidarietà alla ragazza vittima di gravissima violenza sessuale il 25 ottobre scorso nel parco di Tor Tre Teste da parte di un gruppo di uomini, alcuni dei quali arrestati dalle forze dell’ordine in questi giorni. Denunciano altresì la strumentalizzazione del fatto da parte di elementi neofascisti, i quali, pescando nel torbido ne approfittano per straparlare di reimmigrazione e di ronde. Trattasi di mero sciacallaggio sulla pelle delle donne. Le stesse forze di governo che in queste ore parlano di castrazione chimica, oltre a rimandare a data da destinarsi l’introduzione a livello giuridico del “consenso libero e attuale” nella normativa sulla violenza sulle donne, combattono l’introduzione di una vera educazione sessuo-affettiva nelle scuole, come richiesto a gran voce dalle studentesse e dagli studenti, dalle associazioni e dai movimenti transfemministi. La stragrande maggioranza delle violenze sulle donne avviene nell’ambito domestico, familiare e “affettivo”, è un problema da affrontare immediatamente, a partire da un lavoro quotidiano di prevenzione nelle scuole e nei territori. Secondo gli ultimi dati Istat una donna su tre ha subito violenza da parte di un uomo nella sua vita, e si contano 91 femminicidi in Italia solo nel 2025 (osservatorio nazionale NUDM). Una violenza patriarcale che è trasversale alla provenienza geografica e sociale, alle età e ai territori. Basta strumentalizzazioni e campagne d’odio sul corpo delle donne. Quanto ai fascisti che vorrebbero infestare i nostri quartieri chiediamo l’applicazione delle leggi della Repubblica democratica antifascista, nata dalla Resistenza vittoriosa e dalla Guerra di Liberazione dall’ignominia nazifascista. Nessuno spazio va concesso a chi semina odio, razzismo, sessismo.   Il comitato provinciale dell’ANPI di Roma La sezione ANPI “Giordano Sangalli” Redazione Italia
Repressione ed insulti a scuola verso un attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione
Quando due anni fa in una scuola del litorale romano un docente-attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università girò per i corridoi della scuola incuriosendo soprattutto gli/le student3, lo slogan portato dal “docente-sandwich” era: «Fuori i militari dalla scuola, non farti fregare anche dietro una scrivania sarai sempre un militare». In quella occasione riuscimmo ad evitare l’assurdo incontro cosiddetto di orientamento che avrebbe visto entrare in azione con tutta la loro potenza di fuoco, gli artiglieri di Bracciano. Bisogna però sempre mantenere alta l’attenzione perché interventi meno appariscenti, ma direttamente riconducibili alla mobilitazione contro la cosiddetta e attualissima “guerra ibrida”. Gli interventi giustificati dalla presenza di questa guerra impalpabile a suon di algoritmi o di articoli tendenziosi volti a contrastare le fake-news del “nemico” di turno, oggi la Russia e la Cina, domani chissà, poggiano anche sul contrasto al cyberbullismo, come se il bullismo fosse un fenomeno in cui la rete e i social fossero il fulcro del problema, il medium che diventa il messaggio. Su questo aspetto il ministro Crosetto, il 17 novembre 2025, in occasione della discussione in seno all’ultima riunione del Consiglio Supremo di Sicurezza (clicca qui per l’articolo), sulle strategie per il contrasto alla guerra ibrida ha proposto una task-force dedicata di 5mila unità. Passati due anni sempre nella stessa scuola, pochi giorni fa, una pantera della Polizia di Stato parcheggiata davanti l’ingresso segnalava la presenza di agenti di PS all’interno. Due poliziotti in divisa e armati, infatti, parlavano di bullismo e cyber-bullismo, due vecchi cavalli da battaglia (è il caso di dirlo!) che da anni infestano le menti de3 nostri ragazz3  che in mancanza di una formazione adeguata da parte di psicologi, sociologi, responsabili di case di accoglienza o studiosi del  fenomeno, in una fase per definizione fragile, possono essere attratti più dalla figura rassicurante in divisa, con pistola nella fondina che da quella dello/a psicologo/a. Tutto ciò senza contare il percorso di vittimizzazione secondaria fatta di udienze nei tribunali, colloqui con testimoni, poliziotti/e e gli avvocati, lo “sbatti il mostro in prima pagina” dei mass-media che sguazzano in questo brodo di cultura panpenlista e repressivo. Forte di questo retroterra di studi e di impegno sincero in vista di una smilitarizzazione almeno dei processi di apprendimento, l’attivista entra per andare a salutare e chiedere al collega che aveva portato la propria classe davanti ai poliziotti se non ci fossero proprio alternative al figura impropria di un poliziotto che parla di questi temi. La domanda però non ha raggiunto il destinatario ma è stata rivolta in extremis a tutta la platea e ai due poliziotti, perché il responsabile del progetto di cosiddetto “orientamento” lo ha immediatamente apostrofato in pubblico con un “sei un imbecille, questo è il MIO progetto!” In una situazione di sano conflitto e di sana dialettica, la situazione si sarebbe raffreddata velocemente, ma forse la presenza dei poliziotti ha dato coraggio al collega violento che urlava come un ossesso davanti gli studenti e alle studentesse. I poliziotti sono, quindi, intervenuti con il solo modo in cui riescono ad intervenire, anche a “casa” d’altri, dove solo la preside avrebbe titolo ad intervenire ovvero col solito braccio intorno alla spalla del docente “contrastivo” con una leggera pressione in direzione della porta, a mo’ di semplice avvertimento di stampo paternalistico. Il docente poi si allontana, ma inaspettatamente si affaccia dalla finestra posta a piano terra e tra le risate festose di tutta la giovane platea, lancia un messaggio incentrato sul rispetto della persona e contemporaneamente di un collega insegnante come lui, nella stessa scuola, “comunque imbecille non si dice!”. Questo semplice episodio di disobbedienza civile, non-violenta forse un risultato lo ha ottenuto: una sorta di dissonanza cognitiva in tutta la platea presente tutta avvolta da un clima silenzioso di apparente concentrazione, complice la presenza delle divise armate, il loro tono paternalistico ed assertivo dei due relatori e i docenti in piedi in stile panopticon. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università più volte ha stigmatizzato queste presenze inopportune soprattutto in un momento storico come quello attuale, ma oltre al concetto di dissonanza cognitiva applicato all’attivismo sul campo, questo esempio ci riporta dritti dritti al concetto ormai storico di McLuhan secondo cui il medium è il messaggio: prossemica, tono della voce, setting dell’aula, modalità comunicative in un’andirivieni di toni, ora paternalistici, ora seduttivi, ora assertivi ed autoritari, si adattano alla perfezione di gran parte di questi interventi quando si è avuto modo di assistere come osservatori non partecipanti. Gli strumenti, quindi, ci sono anche dal punto di vista didattico e delle tecniche di comunicazione. Basta solo tenere gli occhi aperti e un pizzico di voglia di sperimentarsi sul campo! Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Illegittimità del trattenimento in CPR per assenza di un adeguato certificato medico attestante l’assenza di vulnerabilità psichiatrica
AVV. ANTONELLO CIERVO, AVV. GENNARO SANTORO Con decreto del 12 novembre 2025, la Corte di Appello di Roma ha disposto la liberazione di un richiedente asilo trattenuto presso il CPR di Roma ”stante la presumibile sussistenza di una condizione di vulnerabilità del richiedente asilo incompatibile con il suo trattenimento presso il Centro di permanenza per i rimpatri” e l’assenza di “un adeguato certificato medico attestante detta compatibilità ai sensi dell’art. 3 del DM 19 maggio 2022”. La decisione si inserisce nel filone giurisprudenziale secondo il quale l’incompatibilità sanitaria al trattenimento in CPR non si limita alle patologie acute o in fase di scompenso, ma si estende anche a condizioni potenziali o pregresse che necessitino di monitoraggio specialistico continuativo. (cfr., tra le altre, Corte di Appello di Roma, decreto del 21 marzo 2025).  LA VICENDA E LA DIFESA IN SEDE DI CONVALIDA DEL TRATTENIMENTO Nel caso di specie, un cittadino marocchino, dopo la convalida del trattenimento del Giudice di Pace di Roma del 4 novembre 2025, ha manifestato la volontà di chiedere la protezione internazionale. Il successivo 12 novembre si è quindi celebrata l’udienza di convalida innanzi alla competente Corte di Appello di Roma.  La difesa, con una memoria di udienza e relativa documentazione, ha evidenziato che il richiedente asilo era consumatore abituale di sostanze stupefacenti e assuntore del farmaco antipsicotico Seroquel, la cui sospensione avrebbe potuto comportare gravi rischi anche dal punto di vista suicidario. Per questi motivi la difesa ha sin da subito richiesto la cartella clinica dello straniero, ha prontamente informato il medico dell’ente gestore e l’Asl Roma 3 del possibile stato di tossicodipendenza dell’interessato e della verosimile patologia psichiatrica, sollecitando una nuova visita di idoneità alla vita ristretta, come disposto dall’art. 4, comma 3 del D.M. 19 maggio 2022 (c.d. “Decreto Lamorgese”). Nonostante tale richiesta, nessuna risposta è pervenuta dalla Asl Roma 3, mentre l’ente gestore si è solo riservato di effettuare una eventuale nuova visita dopo l’esame della documentazione sanitaria. Tuttavia, alla data dell’udienza non sono stati comunicati gli eventuali ulteriori accertamenti sanitari effettuati. Ancora, è stata contestata l’inidoneità del primo certificato di idoneità alla vita ristretta limitato al solo accertamento dell’assenza di malattie infettive. Sul punto si osserva che di recente il Consiglio di Stato, con la sentenza del 7 ottobre 2025, nel dichiarare la parziale illegittimità dello schema di capitolato di appalto CPR, per carenze relative alla tutela del diritto alla salute e alla prevenzione del rischio suicidario, ha così stigmatizzato la prassi  – documentata anche nel caso di cui si occupa – relativa alla visita di idoneità per il trattenimento in CPR: “Le verifiche sanitarie all’ingresso sono sovente limitate all’accertamento dell’assenza di malattie infettive, senza considerare disturbi psichiatrici o patologie croniche degenerative che non possono ricevere un trattamento adeguato nelle strutture detentive. È stata rilevata una considerevole presenza di problemi di tossicodipendenza e psicologici tra i migranti trattenuti, il che renderebbe necessario un forte coinvolgimento dei servizi sanitari locali a supporto dei medici dell’ente gestore, per la fornitura di servizi specialistici. Tuttavia, persiste una scarsa coordinazione tra le strutture sanitarie interne ai CPR e il Servizio Sanitario Nazionale, con gravi criticità nella gestione della salute mentale e nella somministrazione dei farmaci specialistici. In alcuni CPR, le prescrizioni di farmaci specialistici vengono formalmente emesse da medici esterni che non conoscono la persona, su richiesta dei medici del centro, una pratica che solleva serie preoccupazioni, specialmente per i farmaci psicotropi e la continuità delle terapie”. D’altronde, l’assenza di approfondimenti sanitari era provata anche dalla cartella clinica dell’ente gestore, costituita esclusivamente dalla scheda di primo ingresso,  che non riportava l’assunzione dell’antipsicotico Seroquel e non conteneva informazioni essenziali per una reale presa in carico dello straniero. E’ stata quindi eccepita l’omessa attuazione dell’art. 3, comma 4 del Decreto Lamorgese nella parte in cui prevede la necessità di una nuova visita sulla idoneità alla vita ristretta, così come sollecitata, anche alla luce delle carenze organizzative e materiali del CPR di Roma Ponte Galeria.  Infine, ed in via subordinata, nel solco di quanto già accertato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 96 del 2025, si è sollecitato il Giudice della convalida a sottoporre nuovamente dinanzi alla Consulta la questione di legittimità costituzionale dell’art. 14 co. 2 del D.lgs n. 286/1998, in riferimento agli articoli 13, secondo comma, 24, 32 e 117, primo comma Cost., in relazione all’art. 5, par. 1 CEDU. LA DECISIONE La Corte di Appello, aderendo alla tesi difensiva, ha sancito che “la richiesta di convalida del trattenimento non può trovare accoglimento stante la presumibile sussistenza di una condizione di vulnerabilità del richiedente asilo incompatibile con il suo trattenimento presso il Centro di permanenza per i rimpatri […] allo stato vi sono elementi sintomatici e gravi che inducono a ritenere che il richiedente possa essere persona vulnerabile ai sensi dell’art. 17, comma 1 del D.lgs. n. 142/2015, in quanto affetto da gravi disturbi psichici, incompatibili con il trattenimento […] Sul punto, non può dunque assumere rilevanza decisiva la certificazione medica di compatibilità delle condizioni di salute del cittadino richiedente asilo con il trattenimento presso il CPR, là dove non sono state specificamente considerate le patologie di cui lo stesso soffre, nè sono state effettuate apposite visite specialistiche in tal senso, nonostante dette problematiche di salute siano state tempestivamente segnalate dalla difesa del trattenuto sia al medico dell’ente gestore sia alla ASL RM 3, con la conseguenza che non risulta in atti un adeguato certificato medico attestante detta compatibilità ai sensi dell’art. 3 del DM 19 maggio 2022. […] Peraltro, ciò vale a maggior ragione alla luce dei principi espressi dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 96/2025 del 3 luglio 2025, con la quale, nonostante la dichiarazione di inammissibilità delle questioni sollevate, è stata accertata l’illegittimità della disciplina del trattenimento come disegnata dall’art. 14, comma 2, del d.lgs. n. 286 del 1998, e, in attuazione dello stesso, dall’art. 21, comma 8, del d.P.R. n. 394 del 1999 perché carente di elementi essenziali. […] Nel caso di specie, dunque, l’assenza di una specifica disciplina dei modi di trattenimento, incide in concreto su un diritto fondamentale della persona quale quello alla salute, la cui tutela allo stato è rimessa a norme regolamentari e provvedimenti amministrativi discrezionali, con conseguente lesione specifica di tale diritto, riscontrabile già nella fase della convalida e che rende illegittimo il trattenimento amministrativo”. La decisione in commento conferma (ed amplia) il principio per cui l’accertamento sanitario costituisce una condizione ineludibile di validità del trattenimento e deve essere effettuato prima della convalida della misura (così già Cass., n. 15106/2017): tale valutazione deve essere approfondita e non può trascurare la presenza di vulnerabilità psichiatriche. Sul punto si richiama anche il decreto della Corte di Appello di Roma del 20 ottobre 2025, ove si legge che “La valutazione delle condizioni di salute, fisica e psichica, del trattenuto deve essere completa e adeguata allo scopo e, pertanto, esaustiva, non potendo residuare dubbi sull’assenza di profili di vulnerabilità nell’accezione di legge e sul rischio di aggravare le possibili problematiche di salute già patite dal trattenuto. Tale accertamento deve logicamente precedere e non seguire la misura del trattenimento, pena la legittimità della misura […]”.  Nella medesima decisione si afferma inoltre che: “la Questura ha depositato un certificato medico di sanitario della Città Metropolitana di Milano, dal quale non emerge se le condizioni di salute del trattenuto consentano la permanenza dello stesso nel CPR, dandosi atto soltanto dell’idoneità al volo e all’inserimento in comunità ristretta del trattenuto, pur dandosi atto che non sono stati effettuati accertamenti strumentali o di laboratorio. Diversamente, il fascicolo sanitario depositato dalla difesa evidenzia la necessità di un percorso di assistenza e di vigilanza che allo stato non è possibile indicare se praticabile nel CPR”.  Non vi è dubbio che l’Autorità giudiziaria stia sempre più valorizzando il contenuto precettivo dell’art. 3 del Decreto Lamorgese, soprattutto con riferimento alla inderogabile necessità di una visita olistica ed esaustiva di primo ingresso dello straniero trattenuto. Viene tuttavia da domandarsi come sia possibile verificare le ipotesi di incompatibilità per vulnerabilità psichiatrica se sistematicamente le prime visite sull’idoneità sono effettuate in assenza di uno psichiatra. Accanto a questa sistematica violazione della norma rilevante – oltre che dell’art. 32 della Costituzione -, si riscontra, nella prassi, la mancata attivazione della nuova visita sulla idoneità del trattenimento allorquando sopravvengano fatti nuovi (come nel caso di tentativi di suicidio o di gesti anticonservativi e autolesionistici). Su questo aspetto, appare opportuno ricordare come sempre la sentenza del Consiglio di Stato del 7 ottobre 2025  ha dichiarato la parziale illegittimità dello schema di capitolato di appalto CPR, per carenze relative alla tutela del diritto alla salute e alla prevenzione del rischio suicidario. In particolare, il Collegio, parimenti a quanto denunciato in vari report dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, “concorda con la necessità che il capitolato impugnato sia reso più conforme alle seguenti disposizioni della direttiva ministeriale del 2022:- art. 3, comma 4, con riferimento alla necessità di una nuova valutazione della ASL, in caso emergano elementi che possano determinare l’incompatibilità con la vita in comunità ristretta e alla possibilità che gli stranieri vengano alloggiati in stanze di osservazione su disposizione del medico”. Ad oggi lo schema di capitolato non è ancora stato emesso: ciò nonostante, sempre la stessa sentenza citata rammenta che, nelle more della nuova attuazione, deve essere attuato quanto prescritto, in via diretta, dalla disposizione per ultimo citata, aggiungendo anche (fine punto 5.1. in diritto) che “Resta fermo, peraltro, che i gestori dei Centri devono rispettare quanto previsto dalla direttiva ministeriale, anche qualora le relative disposizioni non siano esplicitamente richiamate nel capitolato di gara”.  Dunque, anche in attesa del nuovo schema di capitolato, la disposizione da ultimo richiamata è da ritenersi cogente e, nell’esperienza quotidiana dei CPR viene frequentemente disattesa.  Soffermando l’attenzione al solo Centro di Roma Ponte Galeria, basti considerare che a seguito di accesso parlamentare dello scorso 27 maggio, dalla consultazione del registro eventi critici risultavano “66 eventi critici registrati in appena tre mesi, di cui 44 atti anticonservativi come tentativi di impiccagione, ingestione di oggetti e autolesionismo. Nonostante questo, «non sono previsti protocolli di prevenzione del rischio suicidario» e in diversi casi non è stato disposto il ricovero in Pronto soccorso”.  Pur in assenza di dati ufficiali con riferimento alle nuove visite sull’idoneità che dovevano conseguire ai 44 gesti anticonservativi trascritti nel registro eventi critici, può affermarsi che nella stragrande maggioranza dei casi le stesse non hanno avuto luogo, come del resto accertato anche dalla magistratura ordinaria A titolo esemplificativo, la Corte di Appello di Roma, con decreto del 7 luglio 2025, ha disposto l’immediata liberazione di un trattenuto rilevando dubbi in relazione alla sua vulnerabilità, avendo manifestato segni di disagio psichico anche prima dell’ingresso nel CPR, posto che la visita psichiatrica era stata fissata successivamente alla convalida, nonostante lo stesso avesse già commesso atti autolesivi prima ancora dell’ingresso nel CPR. Tale pronuncia – non isolata – viene richiamata in quanto evidenzia con chiarezza come l’assistenza sanitaria e psicologica all’interno del Centro di Roma Ponte Galeria sia del tutto insufficiente e come, di fatto, il trattenimento avviene anche nei confronti di persone inidonee alla vita ristretta. Senza la possibilità, neanche nel corso del trattenimento, che vi sia, in via sistematica e tempestiva, una nuova visita sull’idoneità. Sembra dunque possibile sostenere senza possibilità di essere smentiti che il divieto di trattenere persone con vulnerabilità psichiatrica nel Cpr di Roma Ponte Galeria è quasi sempre assicurato solo a seguito di intervento dell’Autorità giudiziaria e non è invece garantito, in via ordinaria, sistematica e tempestiva, dall’Autorità sanitaria. Corte di Appello di Roma, decreto del 12 novembre 2025
A Roma il Climate Pride per la giustizia climatica e sociale e contro il riarmo
Si è svolta sabato a Roma la seconda edizione del Climate Pride, evento che rientra tra le numerose iniziative in atto nel mondo mentre sono in corso a Belem, in Brasile, i negoziati della COP30. Alla manifestazione hanno aderito più di 80 associazioni italiane. Oltre agli ambientalisti storici di Legambiente, WWF e Greenpeace, hanno animato il corteo di diecimila persone tanti cittadini e attivisti di Arci, Unione degli Studenti, Amnesty international, Extintion Rebellion, Fridays For Future, Ultima Generazione, Per il clima fuori dal fossile, Rete Pace e Disarmo, A Sud, Rete Emergenza Climatica e Ambientale, Libera contro le Mafie, CGIL. Partita da Piazzale Aldo Moro, la lunga colorata e gioiosa street parade si è snodata per le vie della capitale per concludersi in tarda serata a Largo Preneste. Musica, performance artistiche e molte maschere di animali, compreso un dinosauro, a simboleggiare l’impatto sulla biodiversità e i rischi di estinzione della vita multispecie a causa della gravissima crisi climatica che incombe sul pianeta. Ma anche tanti cartelli di speranza e simboli come pale eoliche per evidenziare la improcrastinabile necessità di adottare un nuovo modello economico basato su fonti energetiche pulite e rinnovabili. Esplicito lo striscione di apertura del corteo: “Dall’Amazzonia all’Europa, Giustizia Climatica Planetaria”, a significare che i Paesi riuniti in questi giorni in Brasile devono abbandonare rapidamente il sistema fossile, estrattivista e coloniale, primo responsabile del cambiamento climatico. Ma anche causa di forti tensioni geopolitiche e guerre. Non a caso i conflitti scoppiano soprattutto nelle aree ricche di combustibili fossili come petrolio e gas. La riprova è data anche dalle guerre in corso in Ucraina e in Palestina. Gli eventi estremi provocati dal cambiamento climatico già oggi causano molti morti e ingenti danni economici che, secondo BloombergNEF, nel 2024 hanno raggiunto 1.400 miliardi di dollari. Se non si riuscirà a contenere l’aumento del riscaldamento globale entro 1 grado e mezzo – obiettivo dell’Accordo di Parigi e che secondo molti scienziati con il trend attuale sarà impossibile raggiungere – alluvioni, siccità e innalzamento del livello dei mari provocheranno centinaia di milioni di migranti climatici con conseguenti nuove guerre che potrebbero far impallidire quelle attuali. Giustizia climatica, giustizia sociale, pace e diritti umani sono obiettivi connessi tra di loro. Non si può lottare per uno tralasciando gli altri. Appare pertanto irresponsabile il comportamento di Capi di Stato come il presidente Trump che si è fatto principale portavoce dei negazionisti climatici, rilanciando allo stesso tempo l’estrazione e la vendita dei combustibili fossili. Così come è gravida di pesantissime conseguenze la marcia indietro ingranata dall’Unione Europea sul Green Deal e la folle politica di riarmo che sottrarrà enormi risorse economiche alla transizione ecologica, al sostegno delle comunità colpite dai disastri climatici e ai bisogni primati della popolazione come salute, istruzione e welfare. Per le associazioni promotrici il Climate Pride è solo una tappa della mobilitazione che proseguirà nelle prossime settimane e mesi, nella convinzione che solo un diretto coinvolgimento dei cittadini e una forte pressione dal basso – contro ogni criminalizzazione del dissenso – può contrastare l’enorme potere delle lobby del fossile e degli armamenti che, per perseguire i loro interessi, dettano l’agenda economica e politica dei governi. Foto di Mario Pizzola Mario Pizzola
Studenti con le Stellette come FSL (ex PCTO) a Roma: Educazione o addestramento?
Molte scuole della provincia di Roma, stanno ricevendo a firma Norberto Colella, una lettera di incontro per la presentazione di un progetto FSL (ex PCTO) dal titolo Studenti con le stellette. Recita le lettera: “Anche per l’anno scolastico 2025 – 2026 la nostra Associazione (Scuola Civica) organizzerà una settimana di corso estivo rivolta a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta superiore che è validabile come parte del PCTO”. Il progetto è rivolto a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta superiore al costo di 570 euro, come contributo, ma la cui cifra esatta verrà comunicata successivamente l’iscrizione. Nulla ci è dato sapere sul numero delle ore che il campus riconosce come PCTO. In allegato alla lettera c’è la locandina (in foto) e un documento dal titolo allegato referenze. L’associazione si vanta di organizzare dal 2016, una settimana, di impegno-vacanza nell’ultimo periodo di agosto, per fare provare ai “giovani studenti la curiosità e l’emozione di fare propri i valori delle associazioni d’arma, lo spirito di corpo, […] e proporre la possibilità anche di un nuovo orizzonte professionale” (Leggi reclutamento). Accanto a lezioni teoriche e pratiche sui temi più disparati (sicurezza stradale e personale, pronto soccorso, prevenzione dei reati e di fenomeni devianti, orientamento sul territorio, antincendio boschivo…) si affiancano materie volte alla conoscenza delle Istituzioni, della Polizia e delle Forze Armate. Nella inquietante descrizione della settimana si legge: “libera uscita serale e ore di addestramento, […] conteggiate quale PCTO”. Insomma, una vera e propria settimana propedeutica all’arruolamento, per la gioia del Capo di stato maggiore generale Masiello, che implora l’aumento dei militari da 40.000 a 93.100 entro il 2033. Ancora più inquietante la visita al sito https://studenticonlestellette.weebly.com/ dove si scopre il vero volto di questa iniziativa. I nomi dei corsi degli anni precedenti: Volontà, Dovere, Onore, Fede, Tenacia, Lealtà, Audacia…termini che più cha alludere all’educazione civica, alla cittadinanza attiva, alla costituzione, al volontariato civile sono concetti chiave spesso evocati per descrivere le gesta e l’animo dei soldati italiani in guerra. Seguono anche ulteriori corsi, “valore aggiunto”, per studenti già specializzati: Unione, Responsabilità, Resilienza… Sempre on line è possibile scaricare l’interessante Quinterno di scritturazione, con la facoltativa richiesta della “piastrina” (il ciondolo militare utile per l’immediato recupero del gruppo sanguigno o per il riconoscimento del soldato una volta deceduto) al costo di 15 euro; Sebbene nella presentazione dei corsi si legga: dal mondo militare attingiamo unicamente per ciò che riteniamo utile ai nostri fini educativi e alla socializzazione tra i ragazzi, la lettura del regolamento mostra il contrario: dall’obbligatoria uniforme mimetica vegetata, completa di copricapo con visiera e anfibi, alla divisione in Plotoni di 5 squadre; dal “fare la branda” la mattina alle punizioni qualora, dai sopralluoghi (la chiave sempre sulla porta per consentire ispezioni!) non venissero riscontrati ordine e pulizia, (punizione all’occupante della stanza ma anche agli occupanti delle camere vicine!); e ancora: libera uscita da richiedere all’ufficiale di picchetto, corveè per la pulizia delle parti comuni, turni per il servizio di ronda, pubblicazione dei puniti, appello e contrappello, colpe attribuite in solido in caso di mancanza del colpevole e dulcis in fundo: “Non è ammessa nessuna confidenza amichevole con Comandanti, Istruttori, Volontari e VA ed è altresì escluso qualsiasi contatto fisico“. Chiosa così educativa e pedagogica che mostra, insieme agli esempi selezionati, quanto questo campus possa essere lontano dal contesto scuola. Per il dettaglio, rimandiamo alla lettura dell’intero regolamento. Negli ultimi anni si è aggiunta la collaborazione con l’università e-campus; il referente della sede di Novedrate, Emanuele Martinoni fa presente come il progetto serva a creare cittadini consapevoli e responsabili, esigenza determinata dal nostro vivere in un contesto sociale in cui spesso il senso civico, il rispetto, la disciplina e la solidarietà rischiano di passare in secondo piano. Come dire: poiché la scuola non riesce in questo compito in una settimana di addestramento militare recuperiamo la carenza! Il regolamento ci ha spiegato con quali mezzi…. L’allegato alla mail ricevuta dalle scuole, riporta una serie di lodevoli dichiarazioni sulla validità del progetto da parte di molti sindaci e ricorda come l’associazione sia stata insignita della MEDAGLIA D’ORO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (sic!). Cosa tutto ciò abbia a che fare con il mondo dell’istruzione è la frequente domanda che ci si pone. Il corso, infatti, passando per il canale dei percorsi FSL (Formazione, Scuola, Lavoro, nuovo acronimo per i PCTO!) richiede una convenzione con le scuole e, cosa ben peggiore, va accolto nel PTOF e quindi all’interno della progettualità scolastica. I progetti volti alla militarizzazione delle scuole non sono progetti “neutri”, ma trascinano all’interno delle coordinate educative della scuola valori e pratiche a essa estranei: Sacrificio per la patria, Obbedienza, Disciplina militare, Addestramento, Dovere, Coraggio (militare)… e il corso studenti con le stellette mostra quale sia il modello educativo che tali valori richiedono per essere trasmessi. Obbedire, Punire, Rispetto per chi comanda, Omologazione, Libertà (titolo di uno dei corsi) fittizia. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ricordiamo a tutte le componenti della scuola l’importanza di utilizzare il nostro vademecum al fine di arginare questi fenomeni e di continuare a denunciare tutti i tentativi di “contaminazione” tra mondo militare e mondo scolastico contattandoci via mail. Di seguito la tabella riassuntiva delle scuole che hanno finora aderito al progetto, sperando che le adesioni si fermino qui.