ONU: 75 palestinesi morti in detenzione israeliana in due anni
Ramallah – PIC. Almeno 75 palestinesi, incluso un diciassettenne, sono morti
in detenzione israeliana dal 7 ottobre 2023, secondo un rapporto pubblicato
mercoledì dall’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti
Umani (OHCHR) nei territori palestinesi occupati.
“49 di queste vittime detenute provenivano dalla Striscia di Gaza, 24 dalla
Cisgiordania e due erano cittadini palestinesi di Israele. Ulteriori 19 decessi
sono stati riconosciuti dalle autorità israeliane senza fornire dettagli
sufficienti a verificarne l’identità”, spiega il rapporto.
Il rapporto menziona anche altri cinque palestinesi, tra cui un sedicenne, morti
in custodia poco dopo essere stati colpiti dalle forze di sicurezza israeliane,
alcuni senza aver ricevuto cure mediche tempestive.
Il documento accusa le autorità israeliane di torturare sistematicamente i
prigionieri palestinesi, sottoponendoli a maltrattamenti deliberati e negando
loro l’accesso a cure mediche.
“Le autorità israeliane hanno deliberatamente imposto condizioni di detenzione
che equivalgono a tortura o ad altre forme di maltrattamento e che hanno
contribuito ai decessi dei detenuti, mentre la cultura dell’impunità e la
negazione dell’accesso al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) hanno
prevedibilmente alimentato un’estrema violenza contro i palestinesi nelle
carceri israeliane”.
“Abbiamo documentato la tortura e i maltrattamenti sistematici a cui Israele ha
sottoposto i prigionieri palestinesi, inclusi pestaggi ripetuti, waterboarding,
posizioni di stress, l’uso di stupri e altre violenze sessuali e di genere,
nonché l’imposizione di condizioni deliberatamente disumane come la fame e la
negazione di vestiti puliti, beni igienici e cure mediche”.
L’OHCHR ha dichiarato che “le autorità israeliane devono urgentemente porre fine
alla tortura sistematica e ad altri maltrattamenti dei palestinesi rinchiusi
nelle loro prigioni e in altri luoghi di detenzione e devono proteggere e
garantire il loro diritto alla vita”.
Almeno 22 detenuti morti soffrivano di condizioni di salute che richiedevano
cure mediche prima dell’arresto, mentre in almeno 12 casi l’OHCHR ha raccolto
testimonianze o prove sotto forma di rapporti autoptici che i detenuti sono
morti dopo essere stati picchiati o torturati dalle forze di sicurezza
israeliane.
L’ufficio ha inoltre richiamato l’attenzione sul rifiuto di Israele di
conformarsi a una decisione dell’Alta Corte del 7 settembre che ordinava allo
Stato di migliorare la quantità e la qualità del cibo fornito ai prigionieri
palestinesi, così come ai tentativi israeliani di nascondere i rapporti sulle
condizioni di detenzione.
“A meno che non vengano confutate da indagini conformi agli standard
internazionali per ciascun caso, Israele rimane responsabile di ogni singolo
decesso in custodia”, si legge nel rapporto, avvertendo che tali pratiche
possono costituire crimini di guerra o crimini contro l’umanità.
“Israele ha l’obbligo di porre fine a tutte le pratiche che equivalgono a
tortura o ad altri maltrattamenti e di proteggere tutti i detenuti da tali
pratiche, anche garantendo ai prigionieri accesso regolare alle loro famiglie,
ai loro avvocati, ai tribunali e affinché organismi indipendenti come il
Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) conducano ispezioni regolari
nei luoghi di detenzione”, ha sottolineato l’ufficio per i diritti umani.
“Israele deve proteggere e rispettare il diritto alla vita di tutti i
prigionieri e deve fornire accesso a cure mediche adeguate, anche per garantire
che i detenuti non muoiano a causa di condizioni preesistenti”, ha aggiunto.
Traduzione per InfoPal di F.F.