
Campagna globale chiede la liberazione del leader palestinese Marwan Barghouti dalla prigione israeliana
InfoPal - Monday, December 1, 2025

Gaza. Un’iniziativa mondiale è stata avviata per chiedere la liberazione della leader politico palestinese, Marwan Barghouti, che è stato rapito dal regime israeliano.
La campagna, organizzata dalla famiglia di Barghouti con sede in Cisgiordania e sostenuta da gruppi civili britannici, cerca di porre la condizione del 66enne al centro dei prossimi negoziati per il cessate il fuoco tra il movimento di resistenza palestinese Hamas e Israele.
Barghouti è ampiamente considerato uno dei principali candidati per la futura leadership palestinese e si classifica costantemente al primo posto nei sondaggi di opinione pubblica.
Murales con la scritta Free Marwan, coordinati da Calum Hall, fondatore di Creative Debuts, una società di consulenza creativa e piattaforma artistica, sono apparsi in tutta Londra, mentre una grande opera pubblica è stata inaugurata anche nel villaggio di Kobar, vicino Ramallah.
Una lettera che sollecita la sua liberazione, firmata da figure politiche e culturali, dovrebbe essere pubblicata la prossima settimana.
Nel 2004, un tribunale israeliano ha inflitto a Barghouti cinque ergastoli più 40 anni con l’accusa di coinvolgimento in operazioni durante la seconda intifada. L’Unione Interparlamentare (IPU), un organismo internazionale, ha condannato il processo definendolo “gravemente viziato”.
Nonostante le forti pressioni di Hamas e degli Stati del Golfo Persico, Israele si è rifiutato di liberarlo durante lo scambio di prigionieri seguito al cessate il fuoco di ottobre.
Molti osservatori sostengono che Israele si opponga al suo rilascio perché teme la sua capacità di diventare un potente sostenitore dei diritti palestinesi.
Secondo i rapporti, come Israele, anche alti esponenti di Fatah si oppongono alla liberazione di Barghouti e hanno consigliato a Tel Aviv di non includerlo in alcun accordo di scambio di prigionieri.

Barghouti è stato ripetutamente tenuto in isolamento senza beni di prima necessità e ha subito quattro gravi torture dal 2023, eppure si ritiene che sia ancora in grado di assumere una leadership politica, se liberato.
Gli sono state negate visite da parte della famiglia per tre anni, e i suoi avvocati lo hanno visto solo cinque volte in due anni. Al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) è stato impedito dal regime occupante di contattarlo, in violazione del diritto internazionale.
Il 15 agosto, è stato deriso e minacciato di esecuzione dal cosiddetto ministro della sicurezza israeliano, Itamar Ben-Gvir, in una registrazione video.
La Knesset (il parlamento israeliano) sta ora esaminando un disegno di legge sostenuto da Ben-Gvir che consentirebbe la pena di morte per coloro che vengono condannati per aver compiuto operazioni contro coloni nei Territori Occupati, una misura che includerebbe Barghouti.
(Fonti: PressTV e Quds News).
Traduzione per InfoPal di F.L.