Confermata la morte in carcere di tre padri di famiglia di Gaza

InfoPal - Friday, December 5, 2025

Gaza. L’Autorità per gli Affari dei Prigionieri palestinesi e la Società dei Prigionieri palestinesi (PPS) hanno comunicato la morte di tre detenuti della Striscia di Gaza nelle carceri israeliane.

Secondo una dichiarazione congiunta rilasciata giovedì, i martiri sono: Taysir Saeed Al-Abed Sabbaba, 60 anni, Khamees Shukri Ashour, 44 anni, e Khalil Ahmad Khalil Haniyeh, 35 anni.

La famiglia di Taysir Sabbaba è stata ufficialmente informata tramite l’organizzazione israeliana “HaMoked” in seguito alla risposta dell’esercito israeliano. Israele ha anche confermato la morte di Ashour e Haniyeh.

Secondo le informazioni, Sabbaba è morto il 31 dicembre 2024, due mesi dopo il suo arresto. Ashour è morto l’8 febbraio 2024, appena un giorno dopo essere stato arrestato, e Haniyeh è morto il 25 dicembre 2024, circa un anno dopo il suo arresto.

La dichiarazione ha sottolineato che tutti e tre i prigionieri hanno lasciato famiglie: Sabbaba era padre di nove figli, mentre Ashour e Haniyeh ne avevano quattro ciascuno.

L’autorità e il PPS hanno sottolineato che queste morti fanno parte di una lista crescente di detenuti deceduti in custodia israeliana dall’inizio del genocidio in corso. Tra le cause figurano tortura, fame, negazione di cure mediche, violenza sessuale e maltrattamenti deliberati.

Secondo la documentazione delle associazioni per i diritti dei prigionieri, il numero di detenuti deceduti dall’inizio dell’attuale guerra ha superato le 100 unità. Tra questi, 84 sono stati ufficialmente identificati, inclusi 50 provenienti da Gaza. Questo porta a 321 il numero totale di palestinesi deceduti sotto custodia israeliana dal 1967.

L’Autorità dei Prigionieri e il PPS hanno ritenuto Israele pienamente responsabile delle morti e hanno esortato la comunità internazionale per i diritti umani ad agire per assicurare i leader israeliani alla giustizia per crimini di guerra. Hanno condannato la cultura dell’impunità garantita a Israele dagli Stati Uniti e da altri, un’impunità che ha raggiunto l’apice durante l’attuale genocidio.

Il rapporto ha rilevato che la stragrande maggioranza dei prigionieri è trattenuta senza processo, in detenzione amministrativa arbitraria o designata come “combattente illegale”. A novembre dello scorso anno, i detenuti amministrativi erano 3.368 e quelli etichettati come “combattenti illegali” 1.205, senza contare tutti gli arrestati a Gaza.