Voci contro il riarmo globale
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Foto tratta dalla pag. fb CND/Campaign for nuclear disarmament
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Questo articolo fa parte di Voci di pace
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Fuori dalla RAF Lakeneath, in Inghilterra, si è svolto nei giorni dal 14 al 26
aprile un campo antinucleare che ha visto la partecipazione di centinaia di
attiviste e attivisti da ogni parte del mondo. La Royal Air Force Lakenheath,
situata nei pressi del villaggio inglese di Lakenheath (contea di Suffolk),
ospita la United States Air Force, da cui negli anni sono partiti aerei diretti
in Kuwait, Iraq e Afghanistan. Grazie alle mobilitazioni e alle proteste, nel
2008 le armi nucleari sono state rimosse dalla base. Oggi, dinanzi al rischio
che la RAF Lakenheat – che già ospita cacciabombardieri F-35 con caratteristiche
stealth – possa nuovamente ospitare testate nucleari statunitensi (bombe B61-12)
la protesta è ripresa grazie all’iniziativa della Lakenheath Alliance for Peace,
una coalizione formata da oltre cinquanta reti e associazioni impegnate contro
il riarmo in Inghilterra e nel mondo.
Della coalizione fanno parte realtà storiche, come la Campaign for Nuclear
Disarmament (CND), attiva dal 1958 per il disarmo nucleare e che ha contribuito
attivamente alle mobilitazioni che hanno portato alla stipula di trattati
storici quali il Partial Test Ban Treaty (Trattato sulla messa al bando parziale
degli esperimenti nucleari, 1963), il Nuclear Non-Proliferation Treaty (Trattato
di non proliferazione nucleare, 1968) e l’Intermediate-Range Nuclear Forces
Treaty (Trattato sui missili nucleari a medio raggio, 1987). Oltre a CND fanno
parte dell’Alleanza di Lakenheath, fra gli altri, anche Trident Ploughshares,
CodePink- Donne per la Pace, International Peace Bureau (IPB), XR Extinction
Rebellion, International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW),
Global Women for Peace United Against NATO/Donne Unite contro la NATO,
coordinamento, quest’ultimo, nato a Bruxelles nel 2023.
Nelle intense giornate concluse con la conferenza internazionale sulla pace del
24 aprile, tutte le associazioni coinvolte hanno chiesto al governo britannico
di non ospitare le bombe nucleari statunitensi nella base militare di Lakenheath
e, più in generale, hanno rivolto un appello in favore del disarmo a livello
globale e contro la corsa al riarmo annunciata dai governi europei come
soluzione alla crisi globale, mobilitandosi collettivamente per rifiutare la
dottrina della deterrenza nucleare e riaffermare la necessità del disarmo quale
unica garanzia possibile di sicurezza a livello globale. A questo proposito, a
Lakenheath si è voluto anche richiamare l’attenzione sul ruolo della base nello
sterminio del popolo palestinese, oltre che sulle gravissime conseguenze delle
attività della RAF Lakenheath – e di tutte le basi militari statunitensi in
Europa – sui cambiamenti climatici in atto.
I danni della catena del nucleare sono stati recentemente descritti e analizzati
da un importante rapporto della Women International League for Peace and Freedom
(WILPF), presente a Lakenheath, dal titolo ‘Petrobromance’, Nuclear Priesthood,
& Police Repression. Feminist Confrontations of Violent Industries, and Movement
to Abolish Them. Il documento1 – uscito nel 2024 e curato da Ray Acheson, Katrin
Geyer, Genevieve Riccoboni e Laura Varella – illustra, da una prospettiva
femminista e decoloniale, le conseguenze dell’industria nucleare e dei
combustibili fossili sulle comunità coinvolte nel ciclo di produzione e
smaltimento delle scorie, riportando esempi dei danni arrecati alle comunità in
ogni parte del mondo in termini di inquinamento ambientale, perdita di sovranità
territoriale e incremento della vulnerabilità sociale e ambientale.
Tutti questi temi sono stati dibattuti e hanno animato le sessioni a Lakenheath,
grazie a un programma ricco e vastissimo, con incontri, workshop (come quello su
antimilitarismo e femminismo antimperialista), recital, eventi musicali (con un
messaggio della cantautrice folk Peggy Seeger), cori di protesta e azioni
dirette, come quella che ha visto il 25 aprile dodici attiviste (donne, non
binarie e attiviste trans) bloccare il cancello di ingresso della base. Il
blocco realizzato il 26 aprile è stato preceduto da un corso di formazione
sull’azione diretta non violenta.
Inevitabile il legame, storico e simbolico, con la tradizione dei campi
femministi antimilitaristi, primo fra tutti quello di Greenham Common. Fra i
momenti più significativi delle giornate sulla pace e la non violenza va,
infatti, annoverato l’incontro con le attiviste della storica protesta di
Greenham Common (evento fondativo del pacifismo femminista), organizzata a
partire dal 1981 contro lo stoccaggio di missili da crociera nella base militare
RAF Greenham Common (nel Berkshire, Inghilterra). Se a Lakenheath abbiamo
ritrovato – a distanza di più di quarant’anni, e in condizioni ovviamente mutate
– le stesse modalità di organizzazione e gli stessi dispositivi di protesta
(cori, canti politici, performance, blocchi dei cancelli) che hanno fatto di
Greenham il “primo” campo femminista antimilitarista, è perché, a partire da
allora, esiste ed è rintracciabile una genealogia della mobilitazione femminista
contro la guerra, le armi atomiche, la devastazione ambientale e il rischio di
distruzione totale. Sull’importanza di Greenham e, più in generale, dei campi di
pace nella storia dell’attivismo femminista pacifista e antinucleare, prende le
mosse un’antologia uscita nel 2023, a cura di Catherine Eschle e Alison
Bartlett, dal titolo Feminism and Protest Camps. Entaglements, Critiques and
Re-Imaginings (Bristol University Press). A partire dagli anni ’80, molte
esperienze si sono richiamate a quella protesta, come il campo di Menwith Hill,
una base Usa per le comunicazioni satellitari situata nella contea inglese dello
Yorkshire, descritto nel capitolo di Finn Mackay You Can’t Kill the Spirit” (But
You Can Try): Gendered Contestations and Contradictions at Menwith Hill Women’s
Peace Camp.
Per tornare a Lakenheath, la conferenza internazionale sulla pace che ha chiuso
la mobilitazione (24 aprile), è stata introdotta da Kate Hudson, già segretaria
generale di Campaign for Nuclear Disarmament (CND), e ha visto la partecipazione
di relatrici e relatori da Inghilterra, Scozia, Belgio, Germania, Francia,
Olanda, Cipro, Giappone, Corea del Sud e Italia. Della delegazione italiana
presente a Lakenheath ha fatto parte anche Abbasso la guerra OdV, un centro di
documentazione su guerra, pace, disarmo, militarismo e antimilitarismo e non
violenza, con sede a Varese (rappresentato dal presidente Elio Pagani).
Wilpf Italia è stata fra le associazioni che da subito hanno sostenuto il LAP,
diffondendone programma e contenuti in diverse iniziative previste nell’ambito
del progetto Abolire il nucleare con i saperi, la memoria, le reti, i territori,
fra cui il l’incontro organizzato alla Casa Internazionale delle Donne di Roma
il 23 novembre 2024), che ha visto la partecipazione da remoto dell’attivista
britannica Angie Zelter, fra le promotrici del LAP e animatrice fin dagli anni
’80 di campagne internazionali contro il nucleare (come la Snowball Campaign
negli anni ’80), oltre che fondatrice di diversi gruppi, tra cui Trident
Ploughshares, organizzazione per il disarmo nata nel 1998 per opporsi con metodi
non violenti al programma Trident per l’approvvigionamento di armi nucleari nel
Regno Unito. Zelter è anche autrice di importanti lavori come Trident on Trial:
The Case for People’s Disarmament (2001) e Activism for Life (2021). Dal 9
aprile è, inoltre, disponibile sul sito della WILPF il volume NPT Briefing Book
(frutto del lavoro del Reaching Critical Wil-RCW, il programma di disarmo della
WILPF), una guida per comprendere l’impatto umanitario delle armi nucleari,
delle spese globali per il riarmo e dei rischi nucleari, in concomitanza con la
terza sessione (28 aprile-9 maggio 2025) del Comitato preparatorio per la
Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari,
prevista a New York a novembre 2026. Il Comitato preparatorio ha il compito di
affrontare questioni sostanziali e procedurali relative alla prossima Conferenza
di revisione.
Le centinaia di voci che si sono unite a Lakenheath hanno lanciato un messaggio
importante contro la guerra in un’epoca di riarmo e di attacco al diritto
umanitario. L’attivismo e la riflessione femminista e pacifista hanno da tempo
sottolineato i rischi impliciti in una logica securitaria e militarizzata,
estesa oramai a livello globale, e resa ancora più pericolosa delle tecnologie
(la cui finta neutralità è da decenni denunciata dalle scienziate femministe e
dalla riflessione femminista si scienza e tecnologia) e dall’intelligenza
artificiale messa al servizio di programmi di morte e distruzione (si veda a
questo proposito la campagna internazionale contro le armi autonome “Stop Killer
Robots”, lanciata nel 2013). Con il sostegno della campagna, WILPF ha pubblicato
due rapporti a firma di Ray Acheson, in cui l’attivista analizza, da una
prospettiva femminista, i rischi delle armi autonome (Autonomous Weapons and
Patriarchy e Autobomous Weapons and Gender Based Violence) come strumenti di
distruzione di massa. Alla base, spiega Acheson, c’è un modello basato su ideali
di supremazia, interessi dell’industria militare, ossessioni securitarie e
svalorizzazione della vita umana (e della vita in generale).
Anche su questi temi possiamo rintracciare una genealogia, ripercorrendo, e
riattualizzando nella riflessione, il lavoro di attiviste, scienziate,
pensatrici, scrittrici che, adottando una prospettiva femminista, si sono
sforzate di dimostrare i nessi tra guerra e strutture di potere; tra gerarchie e
violenza; scoprendo i fili invisibili che legano le diverse forme di
oppressione. Riallacciare i nodi di quella riflessione e riscoprirne il
potenziale per svelare le trame di potere e sostenere azioni di protesta non
violente è quanto è stato fatto a Lakenheath, raccogliendo dal passato per
seminare oggi nuove idee e generare nuove resistenze.
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Abbasso la guerra OdV
Campaign for Nuclear Disarmament (CND)
Code Pink-Women for Peace
Extinction Rebellion
Global Women for Peace United Against NATO
International Physicians for the Prevention of Nuclear War
Lakenheath Alliance for Peace
Trident Ploughshares
Reaching Critical Will
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Per leggere notizie sul campo di Lakenheath:
Seven anti-nuclear activists arrested at RAF Lakenheath blockade
Police update after seven arrests at RAF Lakenheath base | East Anglian Daily
Times
Seven arrests made after blockade at RAF Lakenheath
RAF Lakenheath blockaded by protesters as seven arrested
‘I am not here for protest, I am here to prevent a crime’ | Morning Star
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1 Il rapporto è scaricabile all’indirizzo:
https://www.wilpf.org/publications/petrobromance-nuclear-priesthood-and-police-repression-feminist-confrontations-of-violent-industries-and-movements-to-abolish-them/.
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