Scrivere, per affrontare l’abisso

Comune-info - Friday, June 13, 2025

Il boicottaggio resta uno strumento importante per tutte le esperienze di lotta nonviolenta. Rivolgendosi al presidente della Cittadella della Pace di Rondine, straordinaria esperienza che da anni mette insieme giovani provenienti da paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti, scrive Claudio Tosi: «Al presidente Fink ricordiamo che la nonviolenza ha da sempre con sé le pratiche individuali del dialogo, del digiuno, del rifiuto, dell’’obiezione di coscienza e quelle collettive dello sciopero, della marcia e del boicottaggio. E contestiamo con forza l’affermazione che la strada per la pace, propria dell’esperienza di Rondine sia “incompatibile con qualsiasi forma di boicottaggio, di censura, di chiusura. Quello spirito vive del libero scambio di idee, di persone, di lavoro, di impresa”… In un momento in cui lo Stato di Israele, tramite gli ordini del suo governo democraticamente eletto, nega il cibo a un intero popolo, incurante degli effetti mortali su bambini, donne, civili inermi nell’immediato e nella durata, forse è un fin troppo timido segnale astenersi dall’acquisto, boicottare merci, annullare contratti…»

In queste ora due marce, da sempre strumento di lotta nonviolenta, tentano di entrare in Palestina: la March to Gaza partita dall’Egitto e la Carovana Sumud partita dalla Tunisia (foto di Gaza FREEstyle)

Oggi che Israele ha scelto di attaccare l’Iran compiendo un atto di “antiterrorismo preventivo” c’è il rischio che parlare di Gaza sia fuori moda. Ma c’è anche il rischio che l’attacco all’Iran proprio questo abbia come obiettivo, spostare lo sguardo dall’orrore, serrare le fila del proprio popolo, zittendo le voci della Diaspora che sempre più sono critiche verso il massacro genocida dei Gazawi. E allora, con doppio disagio scrivo a chi da troppo tempo non parla e da chi un messaggio chiaro, non al suo governo, ma all’intera comunità ebraica, potrebbe mandare.

Sono legato alla Cittadella della Pace di Rondine, lo “spazio terzo” vicino Arezzo, dove ragazze e ragazzi provenienti dai luoghi di conflitto convivono insieme, studiando e gestendo la propria quotidianità da esseri umani di pari dignità, e affrontano i propri pregiudizi sull’altro a partire dalla relazione con uno degli altri. Lì, nel giardino dei giusti in cui crescono alberi dedicati a Gandhi, Freire, Capitini e Langer, è ricordata una delle persone che ho più ammirato, la professoressa Clotilde Pontecorvo, filosofa, psicologa, eminente psico-pedagoga che con il suo lavoro “ha contribuito significativamente alla ricerca e alle pratiche educative, soprattutto dimostrando e richiamando l’importanza del dialogo e della collaborazione nei processi di apprendimento1” come si legge nel sito del Centro Studi a suo nome, di cui mi onoro di fare parte.

È grazie a questa connessione che ho potuto leggere la lettera che Enrico Fink, il presidente della Comunità ebraica di Firenze, ha inviato lo scorso 10 giugno al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per chiedergli di non seguire Emilia Romagna e Puglia, con iniziative “volte a interrompere i rapporti economici e istituzionali con il governo israeliano”, nel nome del dialogo e della pace.

I toni della lettera di Fink suonano onesti e profondamente sentiti, citando la Cittadella di Rondine Fink si appella a Giani chiedendo “di restare fedeli allo spirito che da lungo tempo è lo spirito con cui la nostra Regione si è mossa, è che è lo spirito di Rondine. Lo spirito di creare apertura dove prevale il desiderio di rinchiudersi; di creare dialogo dove prevale la paura del confronto; di portare chi si combatte a cercare strade per la costruzione della pace”.

E noi, da pacifisti e nonviolenti non possiamo che essere coscienti che il dialogo e il confronto saranno gli strumenti per tornare a far parlare l’umanità in questo luogo martoriato che è la Palestina, dove un intero popolo è etichettato come nemico e dichiarato tout-court terrorista dallo stato di Israele, al quale con la forza della nonviolenza stiamo cercando di far arrivare il messaggio della pace, che ha al centro il riconoscimento dell’altro come essere umano.

Sempre a Rondine, il 6 giugno il presidente Mattarella ha inaugurato lo You-topic-fest 2025 e plaudendo per il vivere nel quotidiano l’incontro con l’altro che lì si realizza ha affermato: “Non possiamo ignorare l’umanità altrui, isolarla in una bolla di solitudine. Questo richiede naturalmente di riflettere sull’importanza di condividere, conoscere l’altro. Per questo il rapporto personale è indispensabile nella vita quotidiana come nei rapporti tra gli Stati.2” E nel rispondergli, il presidente di Rondine Franco Vaccari, riferendosi alla necessità di seguire il messaggio, disarmato e disarmante di papa Leone XIV che “i nemici si incontrino e si guardino negli occhi perché ai popoli sia restituita una speranza e data la dignità che meritano, la dignità della pace3”.

Ma, c’è un ma, in tutto questo auspicare, in tutto questo ricordarci cosa si deve fare per inoltrarsi nella lunga e tenace e dolorosa via verso la pace. È necessario trovarne l’imbocco. È indispensabile aprire un varco, nel muro dell’offesa, nella barbarie dell’affamare, nella crudeltà dell’uccidere.

E allora al presidente Fink ricordiamo che la nonviolenza ha da sempre con sé le pratiche individuali del dialogo, del digiuno, del rifiuto, dell’’obiezione di coscienza e quelle collettive dello sciopero, della marcia e del boicottaggio. E contestiamo con forza l’affermazione che la strada per la pace, propria dell’esperienza di Rondine sia “incompatibile con qualsiasi forma di boicottaggio, di censura, di chiusura. Quello spirito vive del libero scambio di idee, di persone, di lavoro, di impresa”.

Ci dispiace, presidente Fink, non è uno strappo alla ricerca della pace rifiutarsi di comprare le merci dell’aggressore, mandare un segnale chiaro di una distanza, di una separazione. Perché a Rondine, con difficoltà, Hutu e Tutsi, Russi e Ucraini vivono insieme, lavano i panni sporchi nella stessa lavatrice, condividono il pane.

E allora, in un momento in cui lo Stato di Israele, tramite gli ordini del suo Governo democraticamente eletto, nega il cibo a un intero popolo, incurante degli effetti mortali su bambini, donne, civili inermi nell’immediato e nella durata, forse è un fin troppo timido segnale astenersi dall’acquisto, boicottare merci, annullare contratti.

E al presidente Fink forse vorremmo chiedere un gesto diverso dal cercare di mantenere tranquilli i commerci o dall’attendere l’iniziativa del presidente Giani di protesta “a gran voce a nome della Toscana contro la guerra in medio oriente” per unirsi con la propria bandiera all’incontro. Perché siamo sicuri, e l’incontro “Israele e la diaspora al tempo di Gaza4” a cui abbiamo assistito alla Casa della Memoria e della storia indetto dalla Fondazione Gramsci con esponenti anche di Jewish voice for peace e Lea ce lo conferma, che se la Comunità ebraica di Firenze scendesse in piazza con le sue bandiere per uno sciopero della fame in solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza non riceverebbe che applausi e solidarietà dall’intera Regione e troverebbero Rondine e l’intera Comunità nonviolenta al loro fianco.

1 https://www.centrostudicmpontecorvo.it/clotilde-e-maurizio-pontecorvo

2 https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-06/rondine-you-topic-fest-2025-mattarella-discorso-6-giugno-news.html

3 Ibid.

4 https://www.radioradicale.it/scheda/761716/israele-e-la-diaspora-al-tempo-di-gaza-confronto-o-separazione

APPUNTAMENTI BDS Italia comunica che nei giorni 13-14 giugno, in occasione della quinta giornata nazionale della campagna TEVA? NO GRAZIE, si svolgeranno azioni in diverse città:

MILANO 14 giugno, ore 10,30-12,30, flashmob davanti alla sede del Corriere della Sera (Via Solferino angolo Moscova) e a quella de Il Giorno (C.so Buenos Aires, 54) con lettura dei nomi degli operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla campagna di boicottaggio Teva
MODENA
14 giugno, ore 17,30-19, presidio permanente in Piazzetta Muratori, lettura dei nomi degli operatori sanitari uccisi
BOLOGNA
13 giugno, ore 18 – Piazza Nettuno Flashmob con lettura nomi degli operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla campagna di boicottaggio Teva
BERGAMO
14 giugno ore 11:30 – 12:45, volantinaggi presso il mercato di zona Stadio; ore 15:30 – 19, volantinaggi presso evento organizzato da Associazione di Amicizia Bergamo Palestina, Parco Olmi della Malpensata
FIRENZE
13 giugno ore 15-18, Piazza Duomo, interventi e volantinaggio sulla campagna di boicottaggio Teva
ROMA
14 giugno,ore 11-14, Piazza Capranica, lettura nomi degli operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla campagna di boicottaggio Teva
VARESE
14 giugno, ore 10,30, Ospedale di Varese, flash mob con lettura nomi degli operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla campagna di boicottaggio Teva
PORTO RECANATI
14 giugno, ore 18, Lungomare Lepanto, lettura dei nomi dei sanitari uccisi e volantinaggio Teva No, grazie.
CIVITANOVA
14 giugno, ore 10, Piazza XX Settembre / Corso Dalmazia, presidio con striscione No Teva e volantinaggio
FANO
14 giugno, dalle 15,30, Tensostruttura Lido, banchetto BDS No Teva con info e volantini
PESARO
15 giugno, ore 16,30, parco Miralfiore. Intervento No Teva durante la “Festa al Miralfiore”
Informazioni: Sandra Cangemi, 335 7745510, bdsmilanoedintorni@gmail.com

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