Proteggere il lupo cattivoUN GRUPPO DI PERSONE APPASSIONATE DELLA NATURA E DEL LUPO HA SCRITTO UNA LETTERA
APERTA DAL TITOLO “BASTA FAKE NEWS SUL LUPO” PER METTERE IN DISCUSSIONE
L’IMMAGINE, ALIMENTATA DA INFONDATI ALLARMISMI, PERCEPITA DALLE PERSONE COMUNI
CHE È UNICAMENTE QUELLA DEL LUPO CATTIVO. OCCORRE RIBADIRE UNA REALTÀ SEMPLICE,
DICE LA LETTERA CHE RACCOGLIE INTERVENTI DIFFERENTI SOTTOSCRITTI DA DIVERSE
ASSOCIAZIONI: IL LUPO È UN PREDATORE CHE, SE LASCIATO IN PACE, NON RAPPRESENTA
ALCUN PERICOLO VERSO L’ESSERE UMANO PERCHÉ NON È CONCEPITO DAL LUPO COME UNA
POSSIBILE PREDA. “È TEMPO DI ABBANDONARE L’IMMAGINARIO DEL LUPO MANGIATORE DI
NONNE E BAMBINE INDIFESE CHE DEBBONO ESSERE SALVATE DALL’UOMO ARMATO DI FUCILE E
RACCONTARE AI BAMBINI ALTRE VERSIONI E ALTRE STORIE – SCRIVE BRUNA BIANCHI, TRA
LE AUTRICI DELLA LETTERA APERTA – CHE LI AIUTINO NON GIÀ AD ACCETTARE
L’UCCISIONE, MA CHE PARLINO DI RISPETTO E AMMIRAZIONE, CHE ALLARGHINO LA MENTE E
IL CUORE, COME LE STORIE TRATTE DALLA RICCA TRADIZIONE DELLA CULTURA DEI NATIVI
AMERICANI E DEGLI ESQUIMESI, O COME LA FIABA CHE LEV TOLSTOJ SCRISSE NEL 1908,
IL LUPO…”. A PROPOSITO, CONOSCIAMO QUELLA FIABA?
Unsplash.com
--------------------------------------------------------------------------------
“Gentilissimi tutti, con la presente, in qualità di esperti e cittadini
impegnati da tempo per un corretto rapporto fra fauna selvatica e attività
umane, desideriamo proporre elementi di necessaria considerazione perché sia
fornita all’opinione pubblica un’equilibrata e obiettiva informazione sul lupo
scevra da sensazionalismi ed elementi privi di riscontro scientifico.
Negli ultimi anni, la comunicazione messa in atto da molti giornalisti si è
dimostrata totalmente priva di nozioni scientifiche, e al contempo colma di
inesattezze, nonché di notizie non corrispondenti al vero, basti vedere gli
innumerevoli articoli nei quali si parla di fantomatiche reintroduzioni del
lupo, quando in realtà, la sua espansione è frutto solo ed esclusivamente di
dinamiche naturali, o ai tantissimi casi di cani lupi cecoslovacchi che vengono
puntualmente spacciati per lupi, o ai tanti testi filo-allarmistici corredati da
titoloni a lettere cubitali “Allarme lupi”, “ALLARME! Lupi avvistati in zone
urbane, LA GENTE HA PAURA” , e così via.
Crediamo fermamente che ci sia bisogno di una comunicazione basata sulla
consapevolezza e sul rispetto, sia nei confronti di un animale selvatico che è,
a tutti gli effetti, un componente fondamentale per l’equilibrio ecosistemico, e
sia nei confronti degli utenti che, invece di imparare, ricevono e assorbono
questi scritti in maniera totalmente sbagliata e nociva, l’immagine che viene
percepita dalla collettività è unicamente quella insana del lupo cattivo e non
per quello che è realmente, un predatore ma che, se lasciato in pace, non
rappresenta alcun pericolo verso l’essere umano, in quanto quest’ultimo non è
concepito dal lupo come una possibile preda.
--------------------------------------------------------------------------------
“Negli ultimi tempi assistiamo a una crescente diffusione di notizie
allarmistiche sui lupi, spesso prive di un reale fondamento scientifico e basate
su episodi decontestualizzati. Titoli sensazionalistici e immagini di lupi
avvistati vicino ai centri abitati generano paure infondate tra i cittadini,
contribuendo a una percezione distorta della realtà. I lupi, come confermato da
studi scientifici e dagli enti di tutela della fauna, non rappresentano un
pericolo per l’uomo. Sono animali schivi, il cui ritorno nei nostri territori è
segno di un ecosistema più sano. L’aumento degli avvistamenti è dovuto, oltre
alla maggiore disponibilità di cibo, anche alla diffusione di fototrappole,
videocamere di sorveglianza e smartphone, che permettono di documentare
situazioni che in passato passavano inosservate. Inoltre, il disturbo causato da
alcune attività umane – come la caccia, il taglio indiscriminato dei boschi, la
frammentazione degli habitat e il consumo di suolo – li costringe sempre più
spesso a uscire allo scoperto e ad avvicinarsi ai centri abitati. Partecipare
agli eventi organizzati da esperti, associazioni di volontari, guardie
ecologiche e polizia locale addetta alla fauna selvatica aiuta a conoscere
meglio la biologia del lupo. Ad esempio, un aumento degli avvistamenti si
registra nei primi mesi dell’anno, quando i giovani lupi in dispersione, non
trovando un territorio libero, si avvicinano temporaneamente alle attività
umane. Questa fase è naturale e transitoria: come arriva un giovane lupo, così
se ne andrà, talvolta nello stesso giorno o nel giro di poche settimane.
A queste considerazioni, si unisce la mia diretta esperienza sul campo e di
tanti altri che vivono i territori selvatici Come ricercatore e fotografo
naturalista da oltre 40 anni, posso affermare con certezza: i lupi non sono un
pericolo per noi umani. Pur entrando spesso nei loro territori, non ho mai
avvertito la minima sensazione di essere attaccato, anzi mi sono sentito io
l’intruso. Al contrario, il mio unico timore deriva da alcuni animali umani, in
particolare coloro che svolgono l’attività venatoria (legale e illegale).
L’incontro con cacciatori o pescatori illegali, anche in aree protette, in
qualsiasi periodo dell’anno, è ciò che realmente mi spaventa e mi fa sentire in
pericolo mentre attraverso i boschi e i sentieri del nostro bel Paese. Per
questo motivo, invitiamo gli addetti stampa e i giornalisti a consultare esperti
locali o nazionali di fauna selvatica prima di pubblicare notizie allarmistiche.
Questi professionisti saranno lieti di fornire informazioni corrette,
consentendo di realizzare articoli basati su dati scientifici. Chi legge saprà
apprezzare nel tempo un’informazione responsabile e affidabile. La protezione
dell’ambiente, e quindi anche dei lupi, dipende molto dalla qualità
dell’informazione diffusa dai giornali, dai siti web, dai social e da tutti i
media. Attenersi ai fatti e rispettare l’articolo 9 della Costituzione italiana,
che sancisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, non
è solo un dovere professionale, ma un atto di responsabilità verso le future
generazioni.
Chiediamo ai media e ai politici di trattare l’argomento con maggiore
attenzione, consultando esperti e diffondendo informazioni corrette. Creare
allarmismo non solo danneggia la percezione di questa specie protetta, ma
alimenta tensioni inutili tra cittadini e istituzioni” (Antonio Iannibelli –
Fotografo naturalista, guardia ecologica volontaria, studioso di lupi)
--------------------------------------------------------------------------------
“La paura del selvatico, in questo caso del lupo, non è biologica, ma culturale.
Ovvero non appartiene alla nostra storia bio-evolutiva di animali umani, ma da
una cultura oscurantista lunga secoli se non millenni, che oggi è il caso di
lasciare all’oblio del tempo. Diversamente da quanto narrato infatti, i nostri
antenati preistorici non vivevano nella paura, ma nell’animalità, cioè avevano
piena conoscenza del mondo naturale. Noi a quel modo di percepire e vivere il
mondo dobbiamo, anzi abbiamo l’obbligo etico, di riferirci. Per questo la
conoscenza dei lupi, ma anche di altri selvatici, dovrebbe essere quasi scuola
dell’obbligo. Invece delle inutili ore di religione o educazione fisica,
andrebbero introdotte nelle scuole ore di educazione all’animalità.
In questo senso anche i media possono, devono, fare la loro parte, evitando di
seminare terrore antiscientifico, ma invece spronando a conoscere, ad usare un
ragionamento scientifico, a tornare ad una logica animale che noi tutti
possediamo dalla nascita, ma che ignoriamo, dimentichiamo, neghiamo. I lupi
rappresentano un valore, soprattutto in questi tempi oscuri, un valore per
l’ambiente, per la biodiversità, per la società”. (Francesco De Giorgio –
Etologo antispecista. Presidente di Sparta Riserva dell’Animalità)
--------------------------------------------------------------------------------
Per tutti i motivi sopra riportati, riteniamo che sia di fondamentale
importanza, soprattutto in un momento così critico e nefasto per la fauna
selvatica, che i giornalisti si avvalgano di quel principio fondamentale
chiamato etica, e che si adoperino in una comunicazione sana ed equilibrata,
come deontologia comanda, onde evitare allarmismo, isteria collettiva e gente
che si sentirà legittimata ad agire con metodi subdoli e irrispettosi delle
leggi vigenti.
--------------------------------------------------------------------------------
“Il Lupo (Canis lupus) è tutelato ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 12
della Direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e
seminaturali, la fauna e la flora, rientrando negli allegati II e IV, lettera a)
ed è specie particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della legge n.
157/1992 e s.m.i. È, inoltre, tutelato in quanto presente nell’Allegato II della
Convenzione internazionale relativa alla conservazione della vita selvatica e
dell’ambiente naturale in Europa (Berna, 19 settembre 1979), esecutiva in Italia
con la legge n. 503/1981. L’uccisione di un esemplare di Lupo è sanzionata
penalmente dall’art. 30 della legge n. 157/1992 e s.m.i., in caso di uccisione
da parte di soggetto privo di autorizzazione alla caccia può integrare anche il
reato di cui all’art. 625 cod. pen. (furto aggravato ai danni dello Stato). La
diffusione di notizie false o tendenziose riguardo il Lupo può integrare gli
estremi dell’art. 656 cod. pen., mentre il procurato allarme può integrare gli
estremi previsti nell’art. 658 cod. pen.” (Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus –
Associazione ambientalista)
--------------------------------------------------------------------------------
“Ultimamente, affrontare serenamente il tema legato alla tutela della Natura,
sembra essere un’ impresa davvero ardua; ci si siede un attimo, si accede ai
social con la speranza di estraniarsi da tutte le notizie nefaste inerenti alle
guerre, ai femminicidi, alla criminalità che, ormai, ha raggiunto livelli
inenarrabili, agli innumerevoli fatti di cronaca nera che purtroppo vedono
coinvolti anche tantissimi bambini, e ci si trova, invece, a essere
letteralmente bombardati da articoli sul lupo, o meglio, contro il lupo, un
continuo martellamento che ha la funzione di una vera e propria coercizione
cognitiva, lupi descritti come demoni enormi e cattivi, lupi onnipresenti e
famelici, lupi, e ancora lupi…
Essendo un’assidua frequentatrice di boschi, sinceramente, non ho mai
riscontrato pericolosità negli animali selvatici che, nella maggior parte delle
volte, si sono dimostrati elusivi, schivi e non interessati alla mia persona,
anzi, mi è capitato, più e più volte, di vederli scappare via non appena si
fossero resi conto della mia presenza; fortunatamente, la comunicazione
fuorviante messa in atto da molte testate giornalistiche, non mi ha portata a
rinunciare alla mia passione: conoscere, studiare e difendere la Vita selvatica.
Oggi come oggi, in un mondo reale davvero violento, è necessario che ogni
testata giornalistica si esprima in rispetto di tutti gli utenti che, come me,
desiderano essere informati in maniera corretta, e non resi “schiavi” di paure
ataviche e ingiustificate. Credo fermamente che sia doveroso, da parte di chi
gestisce le testate giornalistiche sui social, intervenire tempestivamente onde
alienare e condannare i commenti di tutti coloro che istighino al bracconaggio,
o che, in qualche maniera usino un linguaggio offensivo e irrispettoso, anche
questi sono forme di violenza a tutti gli effetti che vengono percepite, e
assorbite, da tanti minorenni lasciati, purtroppo, da soli davanti a un
cellulare, o a un PC che sia, c’è davvero bisogno di una comunicazione
costruttiva e istruttiva, la prepotenza e sopraffazione non devono essere
tollerabili, è innegabile che una comunicazione faziosa e fuorviante sia causa
di comportamenti scellerati, e persino di atti illeciti; camminate
tranquillamente nei boschi, ma prestate attenzione agli esseri umani che sono
soliti lasciare montagne di rifiuti, appiccare incendi, a commettere altri
gravissimi reati , e queste pratiche non appartengono di certo alla fauna
selvatica che, se lasciata in pace, non rappresenta fonte di pericolo, basta
rispettare alcune regole come quella di non dare cibo, non inseguire, non
disturbare, non avvicinarsi, e tenere i nostri cani al guinzaglio, per il resto,
Viva il lupo! (Daniela Stabile – Attivista/volontaria, appassionata di fauna
selvatica, ma prima di tutto un’utente che respinge fortemente gli attacchi
incessanti alla propria mente, e al lupo)
--------------------------------------------------------------------------------
“Chi ha paura del lupo?”
IO VOGLIO MOLTO BENE AL LUPO,
poiché è il migliore amico del nostro popolo;
oltre a ciò, egli ulula alla luna
e per questo motivo ci dona gioia.
Mi piace, come lui parla con noi.
Il lupo è realmente il nostro migliore fratello.
Egli ulula di notte, e noi ce ne rallegriamo.
Fa un bel suono
Il suo modo di ululare.
(Recheis-Bydlinski, Sai che gli alberi parlano?, 2011, p. 100).
Così ha scritto un bambino di nove anni in una delle “scuole di sopravvivenza”
fondate negli anni Settanta del Novecento per i nativi americani. Lì Eddie Jaye
Benton ha potuto conservare una cultura millenaria di ammirazione, rispetto,
reverenza per ogni creatura vivente, in particolare per il lupo, l’animale che
nella cultura occidentale è stato demonizzato, torturato e perseguitato per
secoli con un accanimento che non ha eguali. Un tale rovesciamento completo di
civiltà oggi sta raggiungendo il suo apice. L’immagine demoniaca del lupo,
predatore insaziabile che non risparmia gli umani, riemerge con insistenza nei
media. Perché questa irresponsabile campagna di denigrazione basata su
disinformazione, immaginari antichi, fantasie di invasione e sull’idea di un
nemico irriducibile con il quale la convivenza è impossibile e la cui sola
esistenza è pericolosa? Chi la fomenta e a chi giova?
Da dove proviene, in particolare la rabbia degli allevatori, come quella
suscitata da un disegno infantile, apparso sul “Diario amico” , una
pubblicazione distribuita nelle scuole del Verbanio Cusio Ossola, che ritrae
mucche in atteggiamento di protesta contro il loro sfruttamento, invita a
mangiare frutta e verdura, osa dire la verità, ovvero che gli allevamenti sono
crudeli? A far esplodere la rabbia sono state alcune frasi di una bambina di 12
anni scritte a corredo del disegno, eppure, del “Diario amico” si è chiesta la
soppressione e la questione è stata portata al Parlamento. È “l’ideologia
vegan-animalista”, a parere della CIA-Agricoltori delle Alpi, a dover essere
bandita dalle scuole, una “ideologia” che descrive il bosco (la natura, la vita)
come un luogo dove si possono incontrare “simpatici animali”, ma in cui si
annida il predatore. La paura è sempre stato il mezzo privilegiato per
esercitare il dominio specie sull’infanzia, ma bambini e bambine, come antidoto
alla paura hanno la risorsa della compassione, si identificano istintivamente
con l’animale sfruttato e maltrattato e, a differenza di tante persone adulte,
non sono inclini all’apatia e all’indifferenza.
La compassione può essere offensiva solo in un mondo dominato dalla violenza, da
una visione della vita come teatro di lotta, guadagno e affermazione di potere.
E dovremmo dire loro anche che gli animali sono oggetti, che esistono solo per
la nostra utilità? Si possono uccidere per svago o per nutrirsene, anche se non
è per noi una questione di sopravvivenza?
Non è del lupo che dobbiamo avere paura, ma di questa volontà di soffocare anche
il più piccolo segno di protesta che non esita a ricorrere all’intimidazione
dell’infanzia, comportamento ben poco onorevole. I messaggi rivolti
all’infanzia, infatti, sono in misura crescente rivolti all’uccisione: è giusto
nutrirsi di animali tormentati e uccisi, è doveroso accettare la guerra, è un
piacere la caccia, il tutto ammantato di false teorie e distorsioni. È tempo di
abbandonare l’immaginario del lupo mangiatore di nonne e bambine indifese che
debbono essere salvate dall’uomo armato di fucile e raccontare ai bambini altre
versioni e altre storie che li aiutino non già ad accettare l’uccisione, ma che
parlino di rispetto e ammirazione, che allarghino la mente e il cuore, come le
storie tratte dalla ricca tradizione della cultura dei nativi americani e degli
Esquimesi, o come la fiaba che Lev Tolstoj scrisse nel 1908, Il lupo, in cui il
romanziere e autore influente di pedagogia antiautoritaria suggerisce ai bambini
di rinunciare all’alimentazione carnea e coltivare un rapporto con la natura
improntato alla nonviolenza.
Invece di dare risonanza a infondati allarmismi, di far risuonare l’eterno grido
“Al lupo! Al lupo!”, la stampa potrebbe avere un ruolo importante nel
contrastare la spirale della violenza: raccogliere e diffondere voci diverse e
tratte da diverse fonti, ad esempio dando conto di quelle ricerche che hanno
dimostrato come la riduzione del numero dei lupi non incida che in percentuale
minima sull’uccisione di pecore e bovini, o quelle che hanno accertato che i
lupi isolati, senza il supporto di un branco decimato dalla caccia, non possono
che rivolgersi agli animali domestici. E in altri mille modi che la sensibilità
e l’informazione rigorosa di giornalisti e giornaliste potranno suggerire loro”.
(Bruna Bianchi – Docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico
all’Università Ca’ Foscari di Venezia, studiosa del pacifismo, del femminismo e
della nonviolenza, scrive costantemente su Comune)
--------------------------------------------------------------------------------
Con la speranza che si possa intraprendere un cammino davvero istruttivo, e
certi di un’ ampia collaborazione da parte dei signori giornalisti affinché il
lupo, la fauna selvatica, e gli stessi esseri umani, smettano di essere
strumentalizzati, porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Le parti scriventi: Bruna Bianchi, Daniela Stabile, Stefano Deliperi, Antonio
Iannibelli, Francesco De Giorgio,
Sottoscrivono il testo le seguenti associazioni: AVC Associazione
Vittime Italian Wild Wolf Network, Gruppo D’ Intervento Giuridico, Sparta
Riserva Dell’ Animalità, CABS Italia, l’antibracconaggio
--------------------------------------------------------------------------------
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI BRUNA BIANCHI:
> I lupi, la caccia, la guerra
--------------------------------------------------------------------------------
L'articolo Proteggere il lupo cattivo proviene da Comune-info.