Scrivere, per affrontare l’abissoIL BOICOTTAGGIO RESTA UNO STRUMENTO IMPORTANTE PER TUTTE LE ESPERIENZE DI LOTTA
NONVIOLENTA. RIVOLGENDOSI AL PRESIDENTE DELLA CITTADELLA DELLA PACE DI RONDINE,
STRAORDINARIA ESPERIENZA CHE DA ANNI METTE INSIEME GIOVANI PROVENIENTI DA PAESI
TEATRO DI CONFLITTI ARMATI O POST-CONFLITTI, SCRIVE CLAUDIO TOSI: «AL PRESIDENTE
FINK RICORDIAMO CHE LA NONVIOLENZA HA DA SEMPRE CON SÉ LE PRATICHE INDIVIDUALI
DEL DIALOGO, DEL DIGIUNO, DEL RIFIUTO, DELL’’OBIEZIONE DI COSCIENZA E QUELLE
COLLETTIVE DELLO SCIOPERO, DELLA MARCIA E DEL BOICOTTAGGIO. E CONTESTIAMO CON
FORZA L’AFFERMAZIONE CHE LA STRADA PER LA PACE, PROPRIA DELL’ESPERIENZA DI
RONDINE SIA “INCOMPATIBILE CON QUALSIASI FORMA DI BOICOTTAGGIO, DI CENSURA, DI
CHIUSURA. QUELLO SPIRITO VIVE DEL LIBERO SCAMBIO DI IDEE, DI PERSONE, DI LAVORO,
DI IMPRESA”… IN UN MOMENTO IN CUI LO STATO DI ISRAELE, TRAMITE GLI ORDINI DEL
SUO GOVERNO DEMOCRATICAMENTE ELETTO, NEGA IL CIBO A UN INTERO POPOLO, INCURANTE
DEGLI EFFETTI MORTALI SU BAMBINI, DONNE, CIVILI INERMI NELL’IMMEDIATO E NELLA
DURATA, FORSE È UN FIN TROPPO TIMIDO SEGNALE ASTENERSI DALL’ACQUISTO, BOICOTTARE
MERCI, ANNULLARE CONTRATTI…»
In queste ora due marce, da sempre strumento di lotta nonviolenta, tentano di
entrare in Palestina: la March to Gaza partita dall’Egitto e la Carovana Sumud
partita dalla Tunisia (foto di Gaza FREEstyle)
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Oggi che Israele ha scelto di attaccare l’Iran compiendo un atto di
“antiterrorismo preventivo” c’è il rischio che parlare di Gaza sia fuori moda.
Ma c’è anche il rischio che l’attacco all’Iran proprio questo abbia come
obiettivo, spostare lo sguardo dall’orrore, serrare le fila del proprio popolo,
zittendo le voci della Diaspora che sempre più sono critiche verso il massacro
genocida dei Gazawi. E allora, con doppio disagio scrivo a chi da troppo tempo
non parla e da chi un messaggio chiaro, non al suo governo, ma all’intera
comunità ebraica, potrebbe mandare.
Sono legato alla Cittadella della Pace di Rondine, lo “spazio terzo” vicino
Arezzo, dove ragazze e ragazzi provenienti dai luoghi di conflitto convivono
insieme, studiando e gestendo la propria quotidianità da esseri umani di pari
dignità, e affrontano i propri pregiudizi sull’altro a partire dalla relazione
con uno degli altri. Lì, nel giardino dei giusti in cui crescono alberi dedicati
a Gandhi, Freire, Capitini e Langer, è ricordata una delle persone che ho più
ammirato, la professoressa Clotilde Pontecorvo, filosofa, psicologa, eminente
psico-pedagoga che con il suo lavoro “ha contribuito significativamente alla
ricerca e alle pratiche educative, soprattutto dimostrando e richiamando
l’importanza del dialogo e della collaborazione nei processi di apprendimento1”
come si legge nel sito del Centro Studi a suo nome, di cui mi onoro di fare
parte.
È grazie a questa connessione che ho potuto leggere la lettera che Enrico Fink,
il presidente della Comunità ebraica di Firenze, ha inviato lo scorso 10 giugno
al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani per chiedergli di non seguire
Emilia Romagna e Puglia, con iniziative “volte a interrompere i rapporti
economici e istituzionali con il governo israeliano”, nel nome del dialogo e
della pace.
I toni della lettera di Fink suonano onesti e profondamente sentiti, citando la
Cittadella di Rondine Fink si appella a Giani chiedendo “di restare fedeli allo
spirito che da lungo tempo è lo spirito con cui la nostra Regione si è mossa, è
che è lo spirito di Rondine. Lo spirito di creare apertura dove prevale il
desiderio di rinchiudersi; di creare dialogo dove prevale la paura del
confronto; di portare chi si combatte a cercare strade per la costruzione della
pace”.
E noi, da pacifisti e nonviolenti non possiamo che essere coscienti che il
dialogo e il confronto saranno gli strumenti per tornare a far parlare l’umanità
in questo luogo martoriato che è la Palestina, dove un intero popolo è
etichettato come nemico e dichiarato tout-court terrorista dallo stato di
Israele, al quale con la forza della nonviolenza stiamo cercando di far arrivare
il messaggio della pace, che ha al centro il riconoscimento dell’altro come
essere umano.
Sempre a Rondine, il 6 giugno il presidente Mattarella ha inaugurato lo
You-topic-fest 2025 e plaudendo per il vivere nel quotidiano l’incontro con
l’altro che lì si realizza ha affermato: “Non possiamo ignorare l’umanità
altrui, isolarla in una bolla di solitudine. Questo richiede naturalmente di
riflettere sull’importanza di condividere, conoscere l’altro. Per questo il
rapporto personale è indispensabile nella vita quotidiana come nei rapporti tra
gli Stati.2” E nel rispondergli, il presidente di Rondine Franco Vaccari,
riferendosi alla necessità di seguire il messaggio, disarmato e disarmante di
papa Leone XIV che “i nemici si incontrino e si guardino negli occhi perché ai
popoli sia restituita una speranza e data la dignità che meritano, la dignità
della pace3”.
Ma, c’è un ma, in tutto questo auspicare, in tutto questo ricordarci cosa si
deve fare per inoltrarsi nella lunga e tenace e dolorosa via verso la pace. È
necessario trovarne l’imbocco. È indispensabile aprire un varco, nel muro
dell’offesa, nella barbarie dell’affamare, nella crudeltà dell’uccidere.
E allora al presidente Fink ricordiamo che la nonviolenza ha da sempre con sé le
pratiche individuali del dialogo, del digiuno, del rifiuto, dell’’obiezione di
coscienza e quelle collettive dello sciopero, della marcia e del boicottaggio. E
contestiamo con forza l’affermazione che la strada per la pace, propria
dell’esperienza di Rondine sia “incompatibile con qualsiasi forma di
boicottaggio, di censura, di chiusura. Quello spirito vive del libero scambio di
idee, di persone, di lavoro, di impresa”.
Ci dispiace, presidente Fink, non è uno strappo alla ricerca della pace
rifiutarsi di comprare le merci dell’aggressore, mandare un segnale chiaro di
una distanza, di una separazione. Perché a Rondine, con difficoltà, Hutu e
Tutsi, Russi e Ucraini vivono insieme, lavano i panni sporchi nella stessa
lavatrice, condividono il pane.
E allora, in un momento in cui lo Stato di Israele, tramite gli ordini del suo
Governo democraticamente eletto, nega il cibo a un intero popolo, incurante
degli effetti mortali su bambini, donne, civili inermi nell’immediato e nella
durata, forse è un fin troppo timido segnale astenersi dall’acquisto, boicottare
merci, annullare contratti.
E al presidente Fink forse vorremmo chiedere un gesto diverso dal cercare di
mantenere tranquilli i commerci o dall’attendere l’iniziativa del presidente
Giani di protesta “a gran voce a nome della Toscana contro la guerra in medio
oriente” per unirsi con la propria bandiera all’incontro. Perché siamo sicuri, e
l’incontro “Israele e la diaspora al tempo di Gaza4” a cui abbiamo assistito
alla Casa della Memoria e della storia indetto dalla Fondazione Gramsci con
esponenti anche di Jewish voice for peace e Lea ce lo conferma, che se la
Comunità ebraica di Firenze scendesse in piazza con le sue bandiere per uno
sciopero della fame in solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza non
riceverebbe che applausi e solidarietà dall’intera Regione e troverebbero
Rondine e l’intera Comunità nonviolenta al loro fianco.
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1 https://www.centrostudicmpontecorvo.it/clotilde-e-maurizio-pontecorvo
2
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2025-06/rondine-you-topic-fest-2025-mattarella-discorso-6-giugno-news.html
3 Ibid.
4
https://www.radioradicale.it/scheda/761716/israele-e-la-diaspora-al-tempo-di-gaza-confronto-o-separazione
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APPUNTAMENTI BDS Italia comunica che nei giorni 13-14 giugno, in occasione della
quinta giornata nazionale della campagna TEVA? NO GRAZIE, si svolgeranno azioni
in diverse città:
MILANO 14 giugno, ore 10,30-12,30, flashmob davanti alla sede del Corriere della
Sera (Via Solferino angolo Moscova) e a quella de Il Giorno (C.so Buenos Aires,
54) con lettura dei nomi degli operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio
per informare sulla campagna di boicottaggio Teva
MODENA 14 giugno, ore 17,30-19, presidio permanente in Piazzetta Muratori,
lettura dei nomi degli operatori sanitari uccisi
BOLOGNA 13 giugno, ore 18 – Piazza Nettuno Flashmob con lettura nomi degli
operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla campagna di
boicottaggio Teva
BERGAMO 14 giugno ore 11:30 – 12:45, volantinaggi presso il mercato di zona
Stadio; ore 15:30 – 19, volantinaggi presso evento organizzato da Associazione
di Amicizia Bergamo Palestina, Parco Olmi della Malpensata
FIRENZE 13 giugno ore 15-18, Piazza Duomo, interventi e volantinaggio sulla
campagna di boicottaggio Teva
ROMA 14 giugno,ore 11-14, Piazza Capranica, lettura nomi degli operatori
sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla campagna di
boicottaggio Teva
VARESE 14 giugno, ore 10,30, Ospedale di Varese, flash mob con lettura nomi
degli operatori sanitari uccisi a Gaza e volantinaggio per informare sulla
campagna di boicottaggio Teva
PORTO RECANATI 14 giugno, ore 18, Lungomare Lepanto, lettura dei nomi dei
sanitari uccisi e volantinaggio Teva No, grazie.
CIVITANOVA 14 giugno, ore 10, Piazza XX Settembre / Corso Dalmazia, presidio con
striscione No Teva e volantinaggio
FANO 14 giugno, dalle 15,30, Tensostruttura Lido, banchetto BDS No Teva con info
e volantini
PESARO 15 giugno, ore 16,30, parco Miralfiore. Intervento No Teva durante la
“Festa al Miralfiore”
Informazioni: Sandra Cangemi, 335 7745510, bdsmilanoedintorni@gmail.com
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